Regia: Paolo Genovese
Origine: Italia
Anno: 2016
Durata: 97'
Origine: Italia
Anno: 2016
Durata: 97'
La trama (con parole mie): un gruppo di amici che fin dall'adolescenza continuano a vivere quasi in simbiosi le proprie vite si riunisce per una cena di quelle da serata in relax per aggiornarsi sulle diverse quotidianità, e spinti da una sorta di curiosità o di voglia di uscire dal seminato, decidono per tutta la durata dell'appuntamento di condividere ogni informazione, chiamata, messaggio o mail giunta sui loro telefoni.
La scelta di rendere pubblico tutto anche solo per qualche ora darà inizio, ovviamente, ad un valzer di equivoci, momenti divertenti, scambi di persone e rivelazioni drammatiche che potrebbero mettere in gioco non solo le relazioni delle coppie presenti, ma anche quella che lega l'intero gruppo.
Quali saranno, dunque, le decisioni che muoveranno i singoli?
Bugie e silenzi in grado di proteggere l'ordine costituito o rivelazioni devastanti?
La scelta di rendere pubblico tutto anche solo per qualche ora darà inizio, ovviamente, ad un valzer di equivoci, momenti divertenti, scambi di persone e rivelazioni drammatiche che potrebbero mettere in gioco non solo le relazioni delle coppie presenti, ma anche quella che lega l'intero gruppo.
Quali saranno, dunque, le decisioni che muoveranno i singoli?
Bugie e silenzi in grado di proteggere l'ordine costituito o rivelazioni devastanti?
Quanti di noi, in assoluta sincerità e certezza, possono affermare, soprattutto di fronte alle persone più care, di non avere segreti, di alcuna natura?
A prescindere dal fatto di vivere in un contesto sociale che ormai prevede network, collegamenti, mail, chiamate, smartphones e via discorrendo, quanti possono davvero guardare in faccia qualcuno che non sia l'immagine riflessa la mattina nello specchio ed affermare che chi si ha di fronte conosce tutto, ma proprio tutto, di noi?
Spesso si dice che la verità rende liberi, e si canta che fa male, e mi sento di poter affermare che entrambe le cose sono spesso e volentieri assolutamente vere.
Eppure, c'è qualcosa che lascia il dubbio, almeno in me: sarà che nel corso della mia vita ho tradito, rubato, mi sono mosso alle spalle delle persone almeno quanto in faccia, sarà che la timidezza della gioventù finiva per farmi sentire in imbarazzo, nel rivelare una verità scomoda, sarà che il senso di colpa in cui cresciamo in quanto società cattolica mina la nostra formazione fin dalla tenera età, sarà che probabilmente c'è chi ha un senso etico più alto di altri, e via discorrendo, ma ho sempre trovato clamorosamente rischiosa anche la verità a tutti i costi, in una misura uguale, se non addirittura peggiore, della bugia a tutti i costi.
Perfetti sconosciuti, esperimento quasi teatrale che a tutti gli effetti pare la versione italiana - e più riuscita, per quanto mi riguarda - del Carnage polanskiano, porta lo spettatore - o ancora meglio, gli spettatori, se parliamo di coppie o gruppi - a confrontarsi e riflettere sul tema della reciproca conoscenza dalle risate alle lacrime, toccando non solo tematiche classiche legate a questo tipo di situazioni - come il tradimento - ma anche la convivenza con gli altri, l'approccio alla vita, la capacità di superare, affrontare di petto o arginare problemi che, se gestiti in modo diverso, potrebbero far prendere una direzione anche opposta non solo ad un rapporto, ma anche e soprattutto alle esistenze di chi lavora per costuirlo giorno dopo giorno, che si parli di marito e moglie, fidanzati, o "semplicemente" amici.
Perchè non è semplice, per l'appunto, costruire un rapporto: certo, ci sono i primi periodi di "innamoramento", il sesso per le coppie e le uscite da risate dall'inizio alla fine per le amicizie, la voglia di scoprire l'altra persona, e di farsi scoprire da lei, ma esistono anche la fatica del quotidiano, la normalità che si cela, come è giusto che sia, dietro ognuno di noi, e che, paradossalmente, ci rende speciali almeno quanto i difetti prima ancora dei pregi e dei "misteri".
Ed è proprio nella normalità che si rifugiano le soluzioni di comodo, le piccole bugie a fin di bene, quel quieto vivere che rischia di insidiarsi come una tentazione sotto la pelle, pronta ad uscire fuori non appena si presenta un'occasione.
Ma non c'è soltanto questo, nella normalità: esiste anche la verità detta senza filtri, perchè se l'altro ci può capire allora è più facile dire tutto, ma proprio tutto, anche a costo di apparire brutali.
Tanto brutali da scatenare risentimenti, silenzi pesanti, rabbia, vendetta.
Dunque, cosa scegliereste e cosa scegliete tutti i giorni di fare, rispetto ai rapporti più importanti della vostra vita?
Quando decidete di mentire - a fin di bene, o a fin di male -, e quando, al contrario, puntate alla verità nuda e cruda?
Chiedetevi questo, allo specchio, una volta terminata la visione di Perfetti sconosciuti - mi sono risparmiato di parlare specificamente del film, per evitare ogni spoiler o falsa traccia, un pò come il trailer che lo fa apparire come una sorta di innocua commedia, quando non lo è neppure lontanamente -: cosa è meglio per me? E cosa per chi mi sta accanto?
Personalmente, preferirei non sapere quali sono le vostre risposte.
A prescindere dal fatto di vivere in un contesto sociale che ormai prevede network, collegamenti, mail, chiamate, smartphones e via discorrendo, quanti possono davvero guardare in faccia qualcuno che non sia l'immagine riflessa la mattina nello specchio ed affermare che chi si ha di fronte conosce tutto, ma proprio tutto, di noi?
Spesso si dice che la verità rende liberi, e si canta che fa male, e mi sento di poter affermare che entrambe le cose sono spesso e volentieri assolutamente vere.
Eppure, c'è qualcosa che lascia il dubbio, almeno in me: sarà che nel corso della mia vita ho tradito, rubato, mi sono mosso alle spalle delle persone almeno quanto in faccia, sarà che la timidezza della gioventù finiva per farmi sentire in imbarazzo, nel rivelare una verità scomoda, sarà che il senso di colpa in cui cresciamo in quanto società cattolica mina la nostra formazione fin dalla tenera età, sarà che probabilmente c'è chi ha un senso etico più alto di altri, e via discorrendo, ma ho sempre trovato clamorosamente rischiosa anche la verità a tutti i costi, in una misura uguale, se non addirittura peggiore, della bugia a tutti i costi.
Perfetti sconosciuti, esperimento quasi teatrale che a tutti gli effetti pare la versione italiana - e più riuscita, per quanto mi riguarda - del Carnage polanskiano, porta lo spettatore - o ancora meglio, gli spettatori, se parliamo di coppie o gruppi - a confrontarsi e riflettere sul tema della reciproca conoscenza dalle risate alle lacrime, toccando non solo tematiche classiche legate a questo tipo di situazioni - come il tradimento - ma anche la convivenza con gli altri, l'approccio alla vita, la capacità di superare, affrontare di petto o arginare problemi che, se gestiti in modo diverso, potrebbero far prendere una direzione anche opposta non solo ad un rapporto, ma anche e soprattutto alle esistenze di chi lavora per costuirlo giorno dopo giorno, che si parli di marito e moglie, fidanzati, o "semplicemente" amici.
Perchè non è semplice, per l'appunto, costruire un rapporto: certo, ci sono i primi periodi di "innamoramento", il sesso per le coppie e le uscite da risate dall'inizio alla fine per le amicizie, la voglia di scoprire l'altra persona, e di farsi scoprire da lei, ma esistono anche la fatica del quotidiano, la normalità che si cela, come è giusto che sia, dietro ognuno di noi, e che, paradossalmente, ci rende speciali almeno quanto i difetti prima ancora dei pregi e dei "misteri".
Ed è proprio nella normalità che si rifugiano le soluzioni di comodo, le piccole bugie a fin di bene, quel quieto vivere che rischia di insidiarsi come una tentazione sotto la pelle, pronta ad uscire fuori non appena si presenta un'occasione.
Ma non c'è soltanto questo, nella normalità: esiste anche la verità detta senza filtri, perchè se l'altro ci può capire allora è più facile dire tutto, ma proprio tutto, anche a costo di apparire brutali.
Tanto brutali da scatenare risentimenti, silenzi pesanti, rabbia, vendetta.
Dunque, cosa scegliereste e cosa scegliete tutti i giorni di fare, rispetto ai rapporti più importanti della vostra vita?
Quando decidete di mentire - a fin di bene, o a fin di male -, e quando, al contrario, puntate alla verità nuda e cruda?
Chiedetevi questo, allo specchio, una volta terminata la visione di Perfetti sconosciuti - mi sono risparmiato di parlare specificamente del film, per evitare ogni spoiler o falsa traccia, un pò come il trailer che lo fa apparire come una sorta di innocua commedia, quando non lo è neppure lontanamente -: cosa è meglio per me? E cosa per chi mi sta accanto?
Personalmente, preferirei non sapere quali sono le vostre risposte.
MrFord
"Vorrei poterti credere
sarebbe molto più facile
rincontrarci nei pensieri
distesi come se fossimo
sospesi ancora nell'attimo in cui poteva succedere
e poi cos'è successo
aspettami oppure dimenticami
ci rivediamo presto
fra almeno altri cinque anni
e come sempre sei la descrizione di un attimo per me."
rincontrarci nei pensieri
distesi come se fossimo
sospesi ancora nell'attimo in cui poteva succedere
e poi cos'è successo
aspettami oppure dimenticami
ci rivediamo presto
fra almeno altri cinque anni
e come sempre sei la descrizione di un attimo per me."
Tiromancino - "La descrizione di un attimo" -
un bel film per me, non me lo aspettavo nemmeno....
RispondiEliminaNeanche io. Davvero una bella sorpresa.
Eliminaè davvero un bel film (per la media italiana di quest'anno)
RispondiEliminaquanto al dilemma direlaverità-nasconderla opto per la seconda opzione: se dicessimo tutto a tutti non sopravvivrebbe nè un'amicizia né un amore
Come spesso accade, secondo me l'equilibrio è la soluzione migliore: avere qualcuno a cui poter dire tutto - o quasi - ma anche l'accortezza di smussare gli angoli.
EliminaComunque, sul film concordo.
Piaciuto moltissimo. Quante risate, al cinema, e finale amarissimo. Se la struttura non ti dispiace - io, per questioni di tesi, sto facendo una scorpacciata di pièce e film d'impianto teatrale - ti consiglio assolutamente I nostri ragazzi, con Lo Cascio e la Mezzogiorno. Punta più sul thriller, e ha un finale agghiacciante (non in senso ironico), e poi si parla di figli. Puoi saltarlo? ;)
RispondiEliminaAhahaha ormai sono l'esperto dei film genitori/figli!? ;)
EliminaComunque, me lo segno.
Be', questi figli qui sono un po' preoccupanti, a dirla tutta - la questione è spinosa: l'hanno fatta grossa, denunciarli o non denunciarli alla polizia? -, ma vabbe'. L'importante è che ci siano figli nel cast. ;)
EliminaInteressante tematica: se non l'hai visto, recupera in questo senso anche Cold in July. ;)
EliminaDevo assolutamente vederlo perché mi incuriosisce molto lo spunto inziale, in un momento in cui, tra l'altro, so per certo che ci sarebbe qualche whatsapp che scatenerebbe il panico (e parlo di amici), senza pensare, come giustamente dici tu, alle piccole bugie, alle latenze di informazioni che, spesso, non sono una mancanza di sincerità ma un modo di rendere la vita migliore (per lo meno ci illudiamo che sia così). Io in questo sono un "luminare", credo che rischierei di essere impalato seduta stante in primis da mia moglie ;)
RispondiEliminaPenso che la quasi totalità dei rapporti sociali sia comunque velata da una percentuale di menzogne, anche quando si cerca di lavorare al meglio possibile per mantenere un rapporto il più sincero e pulito possibile.
EliminaFosse anche per le stronzate - o forse soprattutto per quelle - spesso si finisce per fare qualche acrobazia in favore dell'ordine costituito. ;)
Sono ed ero totalmente in antitesi con presupposti e mess'in scena di quest'opera, ma è un problema mio. La delusione è stata nella bassa qualità della stereotipizzazione dei personaggi e nell'assurdo onanismo sceneggiativo che trasborda da ogni scena. Un peccato.
RispondiEliminaA me non è parso così menoso, mentre la stereotipizzazione ci sta, è un film che deve parlare alla società, dunque a noi che lo guardiamo.
EliminaDunque, promosso. ;)
Ne sto sentendo parlare un gran bene, anche se parto leggermente prevenuto per via della regia di Genovese...
RispondiEliminaIo partivo più che prevenuto, e invece si è rivelato davvero una piacevolissima sorpresa.
EliminaHa sorpreso anche me. Non apprezzato un film di Genovese da troppo tempo...
RispondiEliminaCe ne fossero più spesso, di sorprese così, rispetto al Cinema italiano!
Eliminaho una certa antipatia anche per Mastrandrea, ma se dici così ci faccio un pensiero!
RispondiEliminaUna visione, secondo me, ci sta davvero tutta.
EliminaMi incuriosiva parecchio, ma il fatto che ti sia piaciuto mi smonta un po' le aspettative. E questo non è certo un segreto. :D
RispondiEliminaMolto, molto bene.
EliminaCercherò di smontare le tue aspettative per ogni film degno di nota fino a fine anno. ;)
Ma sai che mi sembra molto molto intrigante?
RispondiEliminaLo è. Ottima idea, e davvero un film riuscito.
Eliminauna sceneggiatura a orologeria e un finale sorprendente, oltre che attori bravissimi, lo rendono un film di serie A.
RispondiEliminafra poco faranno un remake Usa, ci scommetto...
Effettivamente potrebbe essere: speriamo solo che valga l'originale, in quel caso! :)
EliminaUno dei pochi film italiani che avrei davvero voglia di recuperare.Al momento butto la lenza ma pesco solo scarponi,però :/
RispondiEliminaE visto che le nostre risposte preferisci non saperle,la mia non la dirò ;)
Anche io ho fatto fatica a trovarlo, ma alla fine ha ripagato l'attesa! :)
EliminaM'incuriosisce!
RispondiEliminaRiguardo ai segreti con amici e cari, io cerco di giocare a carte scoperte con tutti, in cambio chiedo libertà totale: di non rispondere al telefono, di arrivare tardi senza dover accampare scuse, di avere pensieri privati non necessariamente condivisibili. Mi pare un buon compromesso per essere liberi senza far male, ma chissà, il problema è che il mondo è un problema. :)
Secondo me, in questo senso, una risposta definitiva non ci sarà mai.
EliminaIn fondo, nessuno di noi è perfetto, e nella vita capiterà sempre di soffrire così come di far soffrire.
Il film, comunque, è interessante.