mercoledì 22 luglio 2020

White Russian's Bulletin



Come preannunciato e promesso, eccomi di ritorno al bancone del Saloon per un Bulletin che riprende le proposte passate da queste parti nelle ultime settimane, revisioni escluse - da questo punto di vista, è stato sicuramente un periodo in cui farsi coccolare da film già visti, stravisti e amati è stato un vero piacere -: principalmente si tratta di titoli legati a Netflix, la piattaforma che sta riscuotendo più successo nel nuovo Saloon, nonostante l'incalzare dei sempre presenti Disney+ e Prime, che hanno però fatto da serbatoio per i recuperi.
Spazio dunque a quello che la memoria mi permette di ricordare dei titoli che mi hanno fatto compagnia dalla seconda settimana di giugno a oggi.


MrFord



BORDERTOWN - STAGIONE 3 (Netflix, Finlandia, 2020)

Bordertown Poster

A cavallo dell'ultima fase del lockdown, alle spalle le visioni delle prime due stagioni nel periodo di piena clausura, Netflix aveva arricchito le sue proposte con l'annata numero tre legata alle vicende del Rocco Schiavone finnico, Sorjonen, anticonvenzionale profiler che dallo "stress" di Helsinki si trasferisce a Lappeenranta, sul confine russo, alla ricerca di una tranquillità che ovviamente non arriverà mai e poi mai.
Archiviati i primi episodi in lingua originale - una volta compreso che il finlandese non è propriamente un idioma affascinante per l'udito -, ho atteso l'edizione doppiata che ha momentaneamente chiuso le avventure dell'investigatore: una terza stagione a mio parere di transizione, con molti cambi importanti - la morte della moglie, il confronto con una nemesi da fumetto, la strana evoluzione del charachter della figlia, i possibili sbocchi narrativi per una possibile season four - e, forse, un pò più di discontinuità rispetto alla seconda.
Resta una proposta valida per gli appassionati di thriller e psicopatici, anche se, onestamente, con il caldo degli ultimi giorni forse andrebbe conservata per il prossimo inverno.




BECOMING CHAMPIONS (Netflix, Messico, 2018)

Becoming Champions Poster

Nata per veicolare l'attenzione sui Mondiali di due estati fa, Becoming Champions è una miniserie che ho apprezzato come compagnia per le pause pranzo, da appassionato di calcio - in fondo, pur essendo un tifoso molto tranquillo, lo sport più bello del mondo mi ha accompagnato fin dall'infanzia - e da appassionato della rassegna iridata, un appuntamento che, ad ogni occasione, mi trova sempre molto coinvolto nella visione di più partite possibili: questa mini, pur se molto televisiva, offre una panoramica sulle sole otto Nazionali che, nel corso della Storia, sono riuscite a portare a casa la Coppa del Mondo, il premio più ambito che ogni calciatore potrebbe sognare di vincere.
Il Brasile (con cinque titoli), l'Italia e la Germania (con quattro), Uruguay, Francia e Argentina (con due), Spagna e Inghilterra (con uno) diventano quindi una sorta di viaggio sportivo che attraverso interviste e rivisitazioni racconta - o prova a farlo - i perchè delle vittorie e delle sconfitte di questi Paesi. Una parentesi piacevole in un periodo che, senza dubbio, ha messo a dura prova anche lo sport.




THE TITAN GAMES - STAGIONE 1 (Netflix, USA, 2019)

The Titan Games Poster

Sponsorizzato dai Fordini - come ormai è risaputo, la Fordina ha da tempo dichiarato di voler sposare The Rock - e recuperato in ritardo rispetto a loro, The Titan Games ha riportato alla mente i tempi di Ultimate Beastmaster, finendo per intrattenere alla grande un vecchio sportivo che rifiuta di darla vinta al Tempo come il sottoscritto.
Divertente ed incentrato sulle storie di persone comuni, lo show capitanato da Dwayne Johnson fa tutto quello che deve fare, e per quanto pacchiano e a stelle e strisce sia, funziona, anche perchè per chi è abituato a fare attività fisica la curiosità di mettersi alla prova con prove come quelle portate sullo schermo è davvero molta.
Personalmente, dato che ormai il suddetto Tempo non è dalla mia parte, spero sempre di vedere, un giorno, uno dei Fordini - o entrambi - competere in qualche tamarrata di questo genere.
Ovviamente sempre con The Rock come host.




EUROVISION SONG CONTEST - LA STORIA DEI FIRE SAGA (David Dobkin, USA, 2020, 123')

Eurovision Song Contest - La storia dei Fire Saga Poster

In un annata per cause di forza maggiore privata delle uscite in sala, i portali di streaming sono diventati ancora di più un riferimento anche per le nuove uscite, finendo per portare alla ribalta anche titoli che avrei clamorosamente snobbato come questo, islandese per esigenze di copione ma per nulla di fatto, espressione di quella commediaccia a stelle e strisce che nelle serate senza impegno va un gran bene, anche perchè, come per Sanremo o l'Eurovision, se anche ci si addormenta e si perde un pezzo per strada, tutto sommato non fa troppo male.
A dire il vero, comunque, sarà che Will Ferrell finisce sempre per divertirmi, sarà che l'Islanda è un chiodo fisso che prima o poi dovrò togliermi o che il rapporto padre/figlio mi colpisce da qualsiasi angolazione lo si tratti, ma tutto sommato ho apprezzato La storia dei Fire Saga come visione senza impegno, finendo addirittura per apprezzarlo nel suo essere così com'è.
In fondo, fare i puristi e gli snob - che si tratti di Cinema o altro - serve sempre fino a un certo punto.
E la canzone trash, in fondo in fondo, piace a tutti.




THE OLD GUARD (Gina Prince-Bithewood, USA, 2020, 125')

The Old Guard Poster

Altro giro, altra produzione Netflix: chiudo questo primo Bulletin più corposo con uno dei titoli più pubblicizzati dalla popolare piattaforma in questo periodo, forte di un cast e di una produzione assolutamente da distribuzione su grande schermo globale e di un plot che pesca a piene mani dall'eredità action degli anni ottanta e novanta.
Peccato che, per qualcuno che in quegli anni è quasi nato e senza dubbio cresciuto, The Old Guard appaia come qualcosa di molto telefonato e già visto, che scorre via senza colpo ferire e si dimentica non troppi minuti dopo la visione, in barba a quanto, a conti fatto, possa menarsela di poter fare.
Per quanto mi riguarda, prevedibile, troppo lungo e per nulla in grado di sfruttare un cast che senza dubbio porta in dono un concentrato di talento ben diverso da quello che script e regia garantiscono.
Si lascia guardare, ma è un pò come uno di quegli appuntamenti con la figa di turno che dopo cinque minuti vorrei che fosse già finito, perchè sai bene dentro di te che sarà una lunga, lenta, inesorabile morte per noia.


martedì 14 luglio 2020

Notte Horror 2020 - Lidris cuadrade di tre

Radice quadrata di tre - Lidris Cuadrade di tre


L'occasione del mio ritorno nella Blogosfera è stata piacevolmente accompagnata da una delle iniziative più apprezzate e longeve passate dal Saloon nel passato recente, la rassegna Notte Horror: pur in clamoroso ritardo rispetto ai miei colleghi e nonostante le vicissitudini che in questo periodo mi portano ad essere ben poco presente da queste parti, ho approfittato dell'iniziativa per rispolverare un piccolo cult italiano che non rivedevo da almeno una dozzina d'anni, e che ai tempi rappresentò una vera e propria sorpresa, ed una rivelazione per gli appassionati di genere.
Lorenzo Bianchini, con questo suo lavoro decisamente artigianale ma ricco di spunti e idee - per quanto derivative -, fece ben sperare gli appassionati di horror nostrani sfruttando quello che molte produzioni decisamente più imponenti continuano ad ignorare: i film di paura devono sfruttare la suggestione per poter fare paura.
E' risaputo, infatti, che una volta svelati arcani e mostri, o rivelata l'immagine dietro un suono, sia molto più facile esorcizzare - per usare un termine adatto al genere - l'inquietudine: da questo punto di vista Lidris cuadrade di tre tiene discretamente bene per quasi tutta la sua durata, anche se ammetto che, visto a distanza di anni e in una serata dalla risata facile - il ridoppiaggio della parte conclusiva è stato da antologia, ma questa è un'altra storia - l'atmosfera che avevo riscontrato ai tempi mi è parsa appannata, o quantomeno dalla potenza ridotta.
Resta il fatto che, considerata la produzione e la realizzazione tutte italiane, il lavoro di Bianchini resta una delle sorprese underground più interessanti degli Anni Zero, consigliatissima per qualunque appassionato non sia ancora entrato accanto ai protagonisti all'interno di uno dei teatri più horror che ognuno di noi ha la possibilità di vivere - la propria scuola superiore - per vivere il delirio pronto a scatenarsi tra labirinti reali e mentali.


MrFord


lunedì 6 luglio 2020

White Russian's Bulletin



Chi non muore si rivede, e dato che, da buon fan sfegatato della vita, a morire non ci penso nemmeno per scherzo, eccomi di nuovo al bancone del Saloon: è stato un periodo intenso e strano, così come intenso e strano è stato questo VentiVenti di pandemie, cambi di direzione, rivelazioni e nuovi percorsi: ad ogni modo, affrontato il periodo di cambiamento personale che avevo preannunciato a fine maggio, eccomi di nuovo al timone di un Bulletin in versione particolare, considerato che ho passato le ultime settimane a rivedere film che nel tempo hanno significato molto per me nella stagione che vivrei tutto l'anno neanche fossi un Ex Presidente, l'estate.
Sugli schermi del nuovo Saloon, infatti, sono ripassati Mediterraneo, Puerto Escondido, Collateral, Fracchia la belva umana, Amores Perros, Pulp Fiction, I diari della motocicletta e, ovviamente, Il grande Lebowski, che ha inaugurato la mia nuova avventura lo scorso trenta maggio.
Le uniche cose relativamente nuove vengono dalle serie Netflix che accompagnano parte della mia pausa pranzo, ma di questo avrò tempo di parlare nel prossimo Bulletin, che essendo diventato aperiodico, o quantomeno non rigido come prima, posterò ogni volta che avrò quattro o cinque titoli nuovi da recensire.
Nel frattempo approfitto per fare un brindisi al rientro nella cara, vecchia Blogosfera, che da dieci anni ormai, nel bene e nel male, nei bassi e negli alti, quando "sei tu che mangi l'orso" o quando "è l'orso che mangia te", c'è sempre stata.


MrFord



Il Grande Lebowski e il White Russian
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