Regia: Lenny Abrahamson
Origine: Irlanda, Canada
Origine: Irlanda, Canada
Anno: 2015
Durata: 118'
Durata: 118'
La trama (con parole mie): Joy è una ragazza tenuta prigioniera da un uomo in una stanza dai tempi in cui, diciassettenne, fu rapita dallo stesso. Da poco suo figlio Jack, nato dagli abusi del suo stesso rapitore, ha compiuto cinque anni, e dopo essere stato cresciuto da lei protetto dall'esterno, diviene l'unica speranza della giovane madre di tentare la fuga: il ribaltamento dei concetti trasmessi a Jack diverrà, dunque, la chiave del piano di Joy per riuscire a liberarsi da quella stanza che è stata il loro unico universo per un tempo che le è parso infinito e che ha costituito tutta la crescita e l'apprendimento del piccolo.
Quando, proprio grazie alla prontezza ed al coraggio del bimbo, l'impresa riuscirà, la difficoltà starà tornare a vivere una vita normale all'esterno, con Joy costretta a ricostruire la sua identità e risanare ferite soprattutto interiori e Jack alla scoperta di un mondo che fino a pochi mesi prima conosceva solo come non reale e legato alla televisione.
E' difficile, dannatamente difficile, mettersi alla tastiera nel momento in cui si ha ben chiaro che i sentimenti che ribollono nel petto non troveranno mai un riscontro abbastanza potente nelle parole, nel loro flusso e nelle combinazioni, nelle frasi e nei concetti: dunque, considererò il post dedicato a Room, forse non il mio favorito nella corsa all'Oscar per il miglior film di questo duemilasedici, ma senza dubbio quello che ho visceralmente amato di più, come una specie di tentativo.
Il ventotto maggio duemilaquattordici è stato senza dubbio uno dei giorni più difficili della mia vita: quel mattino, quando scoprimmo con Julez che avevamo perso quella che ancora consideriamo come la nostra prima bambina, mi sentii strappare qualcosa dentro, nel profondo.
Quando passammo a prendere il Fordino, rimasto dalla nonna, e ci venne incontro sorridendo come se niente fosse accaduto - in effetti, per lui è stato così -, senza saperlo, ci salvò da uno sconforto che forse ci avrebbe impedito di raccogliere le forze e trovarci qui, ora, in attesa di un altro figlio.
Ed è curioso il fatto che, per quanto ci si sbatta e preoccupi per proteggere i propri figli tutta la vita, siano più loro a salvarci, anche senza rendersene conto.
Questo, almeno dal mio punto di vista, è stato il merito più grande di questo piccolo, potente film: mostrare, senza se e senza ma, la forza e la bellezza disarmante della condizione di bambini, che purtroppo resta un ricordo sfocato per tutti noi e che abbiamo speranza di rivedere soltanto specchiandoci negli occhi di quelli che cresciamo, meravigliandoci ogni giorno della loro profondità.
Una profondità raccontata come raramente accade da Lenny Abrahamson, che si affida, più che a Brie Larson - comunque molto brava - allo straordinario Jacob Tremblay e ad una macchina da presa portata ad altezza bambino neanche fossimo tornati ai bei tempi dello straordinario E. T.: purtroppo, in questo caso la vicenda narrata è molto più drammatica e dolente - l'idea di un rapimento che porti una madre ad escludere a tutti gli effetti il proprio figlio dal mondo e a giocarsi tutte le speranze proprio affidandosi ad una separazione da lui non è certo cosa da poco -, eppure il tocco è leggero e quasi magico, pronto a regalare sequenze che sono pura poesia - lo sguardo di Jack rivolto al cielo ed alla scoperta del mondo proprio nel tesissimo momento della fuga dal cassone del pick up del suo padre biologico nonchè carceriere - o una stretta al cuore - la decisione di tagliarsi i capelli per dare forza alla madre è uno dei momenti più commoventi degli ultimi mesi di visioni -, e conduce lo spettatore attraverso la storia di una rinascita emotiva portata sullo schermo con genuina passione, spostando l'attenzione dal thriller e dal disagio della prima parte - una sorta di incrocio tra Prisoners e The Babadook - e la ricostruzione della seconda, più simile ad un lavoro in stile Sundance di quelli ben riusciti, finendo per risultare come uno dei titoli genitoriali più intensi delle ultime stagioni, e seppur non dirompente nell'effetto, in grado di trovare uno spazio nel cuore di ogni spettatore.
Non era facile raccontare, sfruttando inoltre una vicenda assolutamente drammatica senza scadere nella retorica spicciola ma agendo, al contrario, per sottrazione - sono tratteggiate benissimo le figure del padre di Joy e del nuovo compagno della madre, esempi di reazioni agli antipodi rispetto al dramma vissuto dalla ragazza e da suo figlio -, ed ancor di più farlo mantenendo la naturalezza e la freschezza di una scrittura giocata anch'essa ad altezza bambino, dai dubbi ed il disorientamento iniziali rispetto al cambio di direzione della madre al toccante ritorno nella stanza dell'epilogo, con quell'addio che pare un punto di partenza nuovo per due vite che, di fatto, hanno bisogno di ricominciare e di credere che il mondo possa essere un posto migliore così come di respirare quell'aria e quella meraviglia riflessa negli occhi di Jack steso di schiena su quel cassone, la vita appesa ad un filo, l'ultima chance in gioco, eppure la gioia di scoprire che l'azzurro del cielo è sopra di lui, ed esiste.
E' reale.
Come l'amore di sua madre. Ed il suo.
MrFord
"Oh the mother and child reunion
is only a motion away
oh the mother and child reunion
is only a moment away."
is only a motion away
oh the mother and child reunion
is only a moment away."
Paul Simon - "Mother and child reunion" -
Nella lunga,lunghissima lista di recuperi eventuali solitari.Sic.
RispondiEliminaFagli saltare qualche posizione.
EliminaMerita parecchio.
Da ramo secco,non so se lo apprezzerei come voi.
EliminaVedremo ;)
Questo non è un film genitori/figli come lo si intenderebbe normalmente.
EliminaSecondo me apprezzerai.
Gran bel film, ne parlerò domani anch'io. La scena del furgone e della "fuga" di Jack credo sia la più emozionante e ansiogena vista quest'anno al cinema... bravissimi gli interpreti.
RispondiEliminaIl piccolo Jacob è qualcosa di incredibile, per me l'Oscar come migliore attore sarebbe dovuto andare a lui.
EliminaE ottimo film davvero, rappresentato bene da una sequenza pazzesca come quella.
Piccolo, grandissimo film.
RispondiEliminaIl mio preferito tra i candidati all'Oscar.
Brie Larson ha fatto un lavoro enorme, ma molto di più Jacob Tremblay, un vero bambino prodigio.
Io gli preferivo Mad Max, ma questo era, forse, il mio numero due.
EliminaJacob Tremblay fenomenale davvero.
Mi piacerebbe molto riuscire a leggere il romanzo, prima di vedere il film... in ogni caso, si direbbe un gran bel film, non vedo l'ora di vedere i due attori in azione! :)
RispondiEliminaIl romanzo non l'ho letto, ma di certo il film merita. Eccome.
EliminaSon già tre volte che, in libreria, prendo in mano il romanzo poi lo rimetto giù..guardo il trailer è ho già le lacrime...andrò, prima o poi andrò ma per me, che mi commuovo con nulla, so già che sarà durissima...
RispondiEliminaCome ho scritto l'altro giorno a Gae, non temere: questo film parla di una rinascita, non di qualcosa di difficile da sopportare come Alabama Monroe.
EliminaFatti coraggio.
Me lo sentivo che ti sarebbe piaciuto.
RispondiEliminaIo ci speravo, sinceramente. E sono stato contento di non essere stato smentito.
EliminaBeatrix, fatti coraggio e leggi il libro. Non ti può mancare. Immaginavo, Ford, che avresti apprezzato: un gioiello, davvero, e il piccolo Jacob era da Oscar. Esclusione clamorosa. Il tuo header, tra l'altro, è la mia immagine di copertina su Facebook da un po'. ;)
RispondiEliminaIl piccolo Jacob è senza dubbio il migliore attore di questa edizione degli Oscar. Peccato che l'Academy non se ne sia accorta. ;)
EliminaOttimo film davvero, l'header ci stava tutto. :)
me lo segno, e ritorno dopo una pausa forzata, non potevo non passare dalle tue parti, un abbraccio ford :)
RispondiEliminaBentornata!
EliminaHai scelto di farlo con un gran bel film! :)
eh si, ti aspetto dalle mie parti ogni tanto perché sono affezzionata al tuo saloon
EliminaAssolutamente, ora che sei tornata non mancherò!
Eliminauna madre lo capisce meglio, un padre un po'meno, gli altri possono intuire...
RispondiEliminaSecondo me il regista è stato molto bravo a trasmettere certe emozioni: poi, certo, una madre lo capirà sempre meglio degli altri.
EliminaPerò, essendo il film ad altezza bambino ed essendo il romanzo raccontato in prima persona da Jack, il miracolo è che lo capiscono anche i figli. E quindi lo possiamo capire un po' tutti. Bravissimo il regista nel non perdere questo, davvero.
EliminaUna delle cose belle dell'essere genitori, è proprio quella di riscoprirsi figli, almeno in una certa misura. :)
EliminaRecupero a scatola chiusa a questo punto!
RispondiEliminaSenza se e senza ma, Revu.
EliminaCome sempre emozionante, Ford, per un film che sa passare dal mistero, al thriller, all'ansia, all'emozione più pura.
RispondiEliminaAnche se la regia non mi ha convinto troppo, Brie e quel bimbo prodigio sono immensi!
A me invece la regia ha convinto parecchio: Abrahamson è riuscito a rimanere incollato allo straordinario protagonista mantenendo un punto di vista assolutamente "fanciullesco".
EliminaMi sale già la claustrofobia, ma lo dovrò vedere!
RispondiEliminaTranquillo, è un film di liberazione, non di oppressione. :)
EliminaTra claustrofobia e separazione sarà dura, e temo l'effetto "melodramma", ma so che tu/voi me lo smentirete..vero?!?
RispondiEliminaAssolutamente sì.
EliminaNiente melodrammi, solo grande partecipazione.
Non posso che condividere la tua recensione, film bello, poetico, intimo ma assolutamente non piagnucolone
RispondiEliminaVerissimo: un film di pancia e genuino che non cerca la commozione facile.
EliminaCondivido le impressioni sul film, anche se non il punto di vista genitoriale.
RispondiEliminaAh, ma perché Ford, sei padre?
Non ce ne parli davvero mai, ahhahah :D
Anche se il tuo tono spesso, più che da padre, è da nonno. ;)
Considerata la mia età, potrei anche essere bisnonno! ;)
EliminaPurtroppo mi manca ancora ma è in lista.
RispondiEliminaCerca di recuperarlo appena puoi: merita assolutamente.
EliminaL'ennesimo che ne parla benissimo. Forse ho la vaga possibilità di pescarlo nel cineforum del mio paesello. Forse...
RispondiEliminaSpero per te, perchè la visione la vale alla grande.
EliminaL'ho adorato, inutile dire che se avesse sbancato gli Oscar sarei stata più che felice ma mi è bastata la vittoria della Larson. Sicuramente uno dei film più belli del 2016!
RispondiEliminaA me sarebbe piaciuta la vittoria del piccolo Jacob.
EliminaComunque, uno dei miei preferiti della Notte degli Oscar.
Avrei premiato esclusivamente il bambino e non lei perché non é riuscita a farmi vibrare alcuna corda. Avrei preferito una recitazione più drammatica e disturbata (passatemi il termine), data la situazione. Sono riuscita ad odiarla seriamente data la sua incapacità di lottare, caricando il figlio di responsabilità il figlio, ricordando la frase " mi hai salvata per la seconda volta". Vero é però che ognuno condisce le proprie interpretazioni con vissuto personale e soggettività. Ad ogni modo 10 per la recitazione ed il personaggio di Jack e 5 a lei
RispondiEliminaComprendo la questione rispetto alle scelte del personaggio di Brie Larson, sia nel caso della fuga - coraggiosa - che nella "fuga" - che anche io ho trovato criticabile -.
EliminaComunque, un film che tocca molte corde. E questo è importante a prescindere da quanto resti dei personaggi.
Intendevo che l'attrice non mi ha fatta vibrare
EliminaPensavo che il commento fosse riferito anche al personaggio, non solo all'attrice.
EliminaAd entrambi 😃
EliminaBobby Han Solo. Visto ieri. E mi è piaciuto molto nonostante fossi partito con qualche dubbio. Forse perché avevo sentito solo il trailer radiofonico e non mi incuriosiva molto. Un solo dubbio mi è rimasto: il padre biologico, scoprendosi beffato, non sarebbe tornato dalla ragazza a sfogare la sua rabbia? Secondo me nella realtà sarebbe purtroppo successo così.
RispondiEliminaSe non ricordo male, il carceriere e padre biologico viene catturato appena dopo la liberazione di Joy e del piccolo. Mi pare che ne dia l'annuncio proprio a Joy un poliziotto. ;)
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