Era la primavera scorsa quando, in sala per goderci in libera uscita dai Fordini l'ultimo Fast and furious, passò il primo trailer di Atomica Bionda, action dal sapore di spy story classica che sulla carta non aggiungeva nulla ad un genere che ho sempre amato e che, purtroppo, non ha particolari sussulti da diverso tempo: probabilmente, se non mi fosse saltato agli occhi un particolare, non avrei badato troppo alla sua data d'uscita, e forse mi sarei lanciato in un recupero casuale legato all'ambientazione - adoro Berlino - ed alla colonna sonora - il pop anni ottanta è una bomba -: a metà trailer, i furboni della distribuzione piazzano una limonata selvaggia tra Charlize Theron, protagonista che pare un cocktail tra Furiosa e John Wick, e Sophia Boutella, già vista ed apprezzata nel recente La mummia.
A questo punto, Atomica bionda è diventato uno dei potenziali cult dell'anno del Saloon, alimentando anche il desiderio di spaccare qualche bottiglia in testa al sottoscritto in Julez, ben conscia del fascino che l'amore saffico esercita sul sottoscritto: il lavoro di David Leitch, dunque, è stato posto in cima alla lista delle visioni al ritorno dalle vacanze, rivelandosi un prodotto senza infamia e senza lode dal punto di vista narrativo - l'intreccio con doppi e tripli giochi sotto la Cortina di Ferro si è già visto in questo tipo di pellicole, e la seriosità non aiuta lo sviluppo di uno script decisamente freddino - e recitativo - tutti fanno il compitino, specialmente Charlize Theron nella sua versione "figa glaciale" e James McAvoy, che ultimamente pare essere rimasto prigioniero del ruolo "fattone affascinante", e non vorrei davvero che questo rovinasse uno dei giovani talenti più interessanti del Cinema mainstream -, mentre l'aspetto tecnico, dalla cornice alla strepitosa sequenza della fuga della protagonista con il sempre ottimo Eddie Marsan - il momento migliore, senza ombra di dubbio, dell'intera visione, con un piano sequenza vertiginoso, botte da orbi e passaggi spaccatutto come piacciono al sottoscritto - e la già citata sequenza della limonata dura hanno finito per rappresentare il fiore all'occhiello di un titolo certo non destinato a diventare uno dei protagonisti delle classifiche di fine anno quanto piuttosto un solido intrattenimento per gli appassionati di film d'azione e spionaggio e di belle donne pronte a concedersi l'un l'altra - anche se non parliamo, e devo aggiungere purtroppo, di sequenze come quelle viste in La vita di Adele, sia chiaro a tutti gli interessati -.
Ammetto che, forse, mi sarei aspettato qualcosa in più in termini di sceneggiatura e di ritmo - i primi quaranta minuti paiono cento -, ma il crescendo della seconda parte finisce per supplire ai limiti della prima ed alla sensazione di deja-vù che avvolge l'intera pellicola: resta una visione ottima per una serata votata all'intrattenimento "algido" - non aspettatevi battutacce o momenti particolarmente sopra le righe in stile anni ottanta, per l'appunto -, condita da una particolare cura per i corpo a corpo mostrati e le scene d'azione - la fuga già segnalata è davvero un gioiellino che non sfigura neppure se confrontata con Classici del calibro di The raid -, alcool che scorre di continuo e quella dose di sesso che non guasta mai.
In un certo senso, Atomica bionda è come il pop anni ottanta: non sarà come ascoltare Mozart, o i Pink Floyd, ma la goduria c'è ed il casino anche.
Poco importa, dunque, che la forma non sia proprio "regolare".
MrFord