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lunedì 13 gennaio 2020

White Russian's Bulletin



Prosegue la carrellata di titoli da grande e piccolo schermo passati dalle parti del Saloon nel corso delle vacanze natalizie, occasione buona per rilassarsi - almeno sulla carta - per qualche ora in più rispetto alla routine quotidiana ed evitare di addormentarsi secchi sul divano ad ogni visione.
A giocare un ruolo da protagonista è sempre Netflix, che come le realtà che ha generato sta occupando uno spazio sempre più rilevante nell'economia delle visioni domestiche, segnale che il futuro - anche del Cinema - passa sempre più da questo tipo di canale.


MrFord


NELLA MENTE CRIMINALE (Netflix, USA, 2017)

Risultati immagini per inside the criminal mind netflix

Da sempre in casa Ford ci si è interessati, in termini di letture e visioni, del lato oscuro - o quantomeno di uno dei tanti - dell'Uomo, in particolare quello che porta alcuni tra noi a percorrere strade che parrebbero agghiaccianti perfino se paragonate a horror o thriller mozzafiato: questa miniserie in quattro puntate analizza fenomeni ben definiti - serial killers, rapimenti, leader di sette e boss criminali - sfruttando esempi noti per sottolinearne le caratteristiche principali.
Nulla di trascendentale o rivoluzionario, quanto più un'infarinatura utile per chi non conoscesse questo tipo di crimini approfonditamente e volesse compiere un primo passo all'interno della zona d'ombra che inesorabilmente portano con loro.
Non fondamentale, ma comunque utile per un ripasso.




6 UNDERGROUND (Michael Bay, USA, 2019, 128')

6 Underground Poster


Giunto dalle parti di Casa Ford con tutte le aspettative della tamarrata buona per alleggerirsi la mente e superare le "fatiche" delle Feste, il lavoro di Michael Bay che tanto pare una strizzatona d'occhio al filone che originò con Pulp Fiction Tarantino negli anni novanta e con il tempo portò a cose interessanti - The Snatch, a loro modo i due Crank - e molte altre decisamente meno si rivela essere una baracconata non così esaltante, decisamente troppo lunga e priva di quel minimo spessore che determina il confine tra il divertissement ed il giocattolone realizzato solo per mostrare effetti speciali ed affini.
Un peccato, perchè le possibilità di portare a casa qualcosa di davvero divertente c'erano tutte, mentre a conti fatti le poco più di due ore in questione, passati i primi momenti di ambientamento, finiscono per apparire una sequela troppo lunga di macchine ribaltate e momenti action montati troppo velocemente.




GIU' LE MANI DAI GATTI: CACCIA A UN KILLER ONLINE (Netflix, USA, 2019)

Giù le mani dai gatti: caccia a un killer online Poster


La vera chicca del periodo di visioni delle Feste: consigliato da mio fratello e sua moglie, questo inquietante documentario ricostruisce la vera vicenda di uno psicopatico che, non troppi anni fa, postò online un video che lo ritraeva togliere la vita a due gattini, scatenando la rabbia ed il desiderio che la giustizia facesse il suo corso di un gruppo di appassionati della rete che si attivarono in modo da identificarlo e consegnarlo alle autorità.
Questo portò a due anni di indagini e alla scoperta che quello stesso individuo non si sarebbe fermato agli animali, ma avrebbe tolto la vita - ed in modo agghiacciante - anche ad una persona: un viaggio da brividi nella mente di un killer e negli occhi di chi si dedicò alla sua ricerca che colpisce e lascia sconvolti come i migliori episodi della serie Blu Notte, raccontando una storia vera più incredibile di qualsiasi film e perdendo punti soltanto con la chiusa finale, un pò troppo furbetta e a suo modo moralista.
Nonostante quel piccolo scivolone, però, un prodotto consigliatissimo e senza dubbio da recuperare.




JUMANJI - THE NEXT LEVEL (Jake Kasdan, USA, 2019, 123')

Jumanji - The Next Level Poster


Attesissimo dai Fordini - ma anche da me, inutile prenderci in giro - il secondo capitolo del nuovo franchise di Jumanji con protagonista The Rock si è rivelato un altro ottimo esperimento di Jake Kasdan, che pur senza strafare - nonostante i numerosi cambi e le divertenti evoluzioni degli avatar passati da un charachter all'altro la vicenda scorre abbastanza prevedibile, ed il villain della storia appare poco caratterizzato - porta a casa la pagnotta con un giocattolone godibilissimo e piacevole, pronto a strappare ben più di qualche risata ed intrattenere grandi e piccini sfruttando il meccanismo del videogioco applicato al concetto del vecchio film d'avventura anni ottanta.
Oltre al sempre più convincente in questo tipo di ruoli Dwayne Johnson, un plauso va ai vecchietti Danny DeVito e Danny Glover, così come a tutti gli interpreti degli avatar del gioco, bravissimi nel replicare anche fisicamente i loro alter ego al di fuori dello stesso.
Sarà pop e decisamente poco autoriale, ma una proposta del genere, a mio parere, fa respirare tutti e funziona sempre.




INSTANT FAMILY (Sean Anders, USA, 2018, 118')

Instant Family Poster

Chiude la carrellata un recupero di quelli buoni per le serate da divano e pieno relax legato al regista di Daddy's Home - un guilty pleasure assoluto per il sottoscritto -, forse un pochino troppo politically correct e buonista ma comunque piacevole da guardare, in particolare per chi ha voluto e dovuto confrontarsi con la durissima realtà dell'essere genitore - in questo caso amplificata, considerato che parliamo di famiglie affidatarie -: Mark Wahlberg è sempre una certezza in quanto a fordianità e pane e salame, la storia è giusta per questo tipo di produzione, la visione scorre senza intoppi.
Anche in questo caso non si è certo di fronte al titolo della vita, ma ad una di quelle visioni che, di tanto in tanto, comunque fanno bene, se non altro per farsi quattro risate insieme e, magari, per i più sensibili, anche un paio di lacrime di quelle buone.


mercoledì 30 maggio 2018

Deadpool 2 (David Leitch, USA, 2018, 119')










In un certo senso, Deadpool - forse il mio personaggio Marvel favorito dell'età adulta - sta al me stesso attuale quanto Spider Man - forse il mio personaggio Marvel favorito dell'infanzia e prima adolescenza - sta al me stesso dei tempi delle medie e delle superiori: fuori dagli schemi, sboccato, sempre pronto a fare casino o rompere qualche regola, a vivere alla giornata o fare la parte del cattivo pur manifestando un aperto desiderio di calore, passione, famiglia e tutte queste cose sdolcinate da film per famiglie.
Nonostante l'annuncio della presenza di Cable - assolutamente fantastica la battuta a proposito di Thanos pronunciata da 'Pool - e l'impatto della Domino di Zazie Beetz, alla vigilia della visione avevo l'enorme timore che il secondo capitolo delle avventure del mutante chiacchierone potessero risentire del desiderio della produzione di andare sul sicuro, o di edulcorare in qualche modo una proposta che - e gli incassi confermano - è ormai nota in tutto il mondo.
Fortunatamente, non è stato così.
Certo, manca l'effetto sorpresa del primo capitolo e la sensazione che tutto nasca come pretesto per il già annunciato ed attesissimo da questo vecchio cowboy X-Force diretto da Drew Goddard pare più che un sospetto, eppure Deadpool 2 funziona dall'inizio alla fine, diverte da matti, rompe la quarta parete, suona scorretto e gode e si diverte come il suo protagonista, uno di quei charachters che non solo definisce la fortuna di chi l'ha creato, ma che rende la dimensione dell'idea geniale dello stesso.
Tutto questo senza contare la consueta scorrettezza, una colonna sonora ancora una volta da urlo, la proposta fantastica di una X-Force dal destino fantozziano, e due personaggi assolutamente bistrattati nella saga cinematografica dedicata agli X-Men come Colosso e Fenomeno finalmente resi degnamente, nonchè rispettosi di quelle che sono le loro controparti sulla pagina disegnata.
In un certo senso, si potrebbe pensare a Deadpool come al South Park dei film di supereroi, al punto di rottura di un genere ormai tanto amato quanto odiato, ad un circo che conosce il suo jolly, il matto, l'appeso, colui che viene per rompere tutti gli schemi, farsi beffe dei sentimenti, estremizzare tutto il possibile per mostrare quanto le cose semplici che di norma paiono scontate e sentimentali siano importanti: oppure al fatto che Wade Wilson è perfetto così com'è, con le sue intemperanze, le cicatrici, le battute ed il desiderio, gli eccessi di protagonismo e quelli di autocompatimento.
E' perfetto perchè non c'è niente di perfetto, in Deadpool, che ad un costume fighissimo affianca un aspetto orribile, che ad un attore che ho sempre considerato un cane maledetto regala l'intepretazione ed il charachter della carriera - altra scena cult l'autografo come Ryan Reynolds -, che a quello che parrebbe la versione sboccata e senza controllo della pellicola di supereroi butta in faccia come vomito tossico il bello dell'essere tamarri e non vergognarsene.
E come se non bastasse, l'equilibrio che si crea tra Deadpool e Cable, neanche fossero Terence Hill e Bud Spencer, è assolutamente perfetto, in linea con i loro interpreti ed i personaggi, frecciate metacinematografiche e momenti assolutamente cinematografici da multisala e slow motion.
Del resto, uno come lui riesce ad unire, più che dividere: ispira gli sfigati che vorrebbero la sua scioltezza, gli stronzi che si ritrovano nel suo atteggiamento, i duri che sognano di essere più malleabili, il Potere che più di ogni altra cosa desidera mettere a tacere chiunque parli troppo.
In poche parole, X-Force.
Il gruppo mutante - e di supereroi - definitivo.
Quello giusto per tutti quelli che frequentano i margini e i confini.
Da una parte e dall'altra.
E con la voglia di superarli.




MrFord




giovedì 17 maggio 2018

Thursday's child




Nuovo episodio della rubrica a tre per questa settimana quasi più radical chic della blogosfera, non solo a causa della presenza di Cannibal Kid, ma anche e soprattutto per quella di Jean-Luc Godard, promettente blogger che ha ottime possibilità di fare le scarpe proprio al mio rivale.


Intro (breve) di Jean-Luc Godard: Frutto di un travaglio interno durato addirittura un quarto d'ora, ecco il mio giudizio critico sui film (ma per alcuni di questi è termine troppo generoso) in uscita.


"Prova a fare il furbo, Godard, e finisci come Cannibal quando ha accettato di fare un incontro di wrestling contro Ford."


Deadpool 2

"Questo Godard non sa nulla del mio primo film? Dev'essere davvero un testa di birdman!"

Jean-Luc Godard: Ma perchè c'era pure un Deadpool 1 ? La vita non cessa mai di stupirmi. Ancora un supereroe. Tipo anni (ma direi decenni) che non vado a vedere un film su un supereroe. Birdman, ovviamente non conta (oh, sebbene ricordi ancora le due che nelle poltrone dietro chiaccherarono per tutto il film...)
Cannibal Kid: Incredibile ma vero, per una volta sono proprio io, il nemico numero 1 dei cinecomics, a difendere un cinecomics. Ci voleva proprio uno come Jean-Luc Godard per risultare più radical-chic di me, ahahah
Deadpool 1 è uno dei pochi, pochissimi cinefumetti che mi abbiano davvero esaltato e divertito, anche se vabbé quel Capolavoro di Birdman vola ad altezze ben superiori checché ne dica Ford, quindi Deadpool 2 me lo vedrò (spero) con piacere, sperando che l'acquisizione di Disney della 20th Century Fox non abbia reso innocuo e buonista persino un personaggione del genere.
Ford: ci voleva giusto l'unico blogger più radical del Cannibale per non considerare l'hype pazzesco per l'uscita del secondo capitolo del film di supereroi definitivo, Deadpool, che era riuscito a conquistare perfino il mio antagonista. Ovviamente qui in casa Ford siamo in grande fibrillazione per quello che potrebbe essere il titolo della primavera, e non solo della settimana. In Wade we trust. Facci sognare.

Dogman

"Prova a fare il furbo, Cannibal, e finisci come Godard a inizio post."

Jean-Luc Godard: Er canaro per noi romani è stato un mito (ovviamente negativo). Come Jack Lametta, Johnny Lo Zingaro e altri tristi figuri. Mi sa che i registi italiani (vedasi Sorrentino con "Loro") stanno prendendo il vizio di fare Cinema con storie ovvie, ma ancorate alla realtà. Berlusca, Er Canaro..a quando una bio su Ford e Cincinnati Kid...:)?
Cannibal Kid: Criminale per criminale, anche un film su noi due in effetti a questo punto ci starebbe bene. Personalmente preferirei che a girarlo ci fosse Paolo Sorrentino, ma in mancanza di altri può andare bene pure Matteo Garrone, un regista secondo me dal potenzialmente notevole, che però finora mi ha convinto parecchio solo in un'occasione (Gomorra), così così con Reality e per niente con Il racconto dei racconti - Tale of Tales.
Ford: ho sempre trovato Garrone un regista dal grande talento un pò troppo soffocato dalla sua voglia di stupire, e rispetto al suo "rivale" Sorrentino non mi pare sia ancora riuscito a trovare una vera e propria dimensione. Che sia la volta buona? Speriamo. Intanto farei fare un giro con l'uomo dei cani a Cannibal l'amante dei gatti.
Ford: ho sempre trovato Garrone un regista dal grande talento un pò troppo soffocato dalla sua voglia di stupire, e rispetto al suo "rivale" Sorrentino non mi pare sia ancora riuscito a trovare una vera e propria dimensione. Che sia la volta buona? Speriamo. Intanto farei fare un giro con l'uomo dei cani a Cannibal l'amante dei gatti.

Giù le mani dalle nostre figlie

"Aaaaaaaah! Ma guidi peggio di Ford!"

Jean-Luc Godard: Come dicono a Los Angeles: in quanto a Cinema, in tutti i generi, gli americani se la comandano. Ma non, almeno da vent'anni, nella commedia. Aridatece Adam Sandler, verrebbe da dir(gli).
Cannibal Kid: Come dicono a Los Angeles? Ma Jean-Luc, che ne sai? Tu non sei di Parigi?
Quanto a questo film, considerando che il protagonista è quel wrestler non-attore di John Cena, come tutti i wrestler non-attori idolo di Ford, mi unisco anch'io al grido: aridatece Adam Sandler. O persino Massimo Boldi. Il ruolo del padre che cerca di difendere la figlia dai corteggiatori sembra perfetto più per lui che per Cena.
Ford: non me ne voglia Cena, che sta progressivamente mollando il wrestling per cercare di seguire le orme di The Rock, ma di The Rock ce n'è solo uno. Anche se Giù le mani da mia figlia potrebbe essere un film con me protagonista quando la Fordina sarà in età da potenziali fidanzati.

They

"Bambini, posso venire da voi a guardare un film indie cannibale invece di stare al tavolo con gli adulti fordiani che bevono white russian come acqua fresca?"

Jean-Luc Godard: Quando scelgo io un film , di solito poi mi piace o comunque non mi annoia: ecco, They, prevedo, è un'opera sbadigliosa. Da evitare. (tanto qui è tutto MioFratelloèFiglioUnicoFansClub...un biglietto omaggio per They a chi non l'ha capita).
Cannibal Kid: Film che potrebbe essere un gioiellino indie, ma che almeno stando a vedere il trailer probabilmente si rivelerà come dice Godard: un'opera sbadigliosa, o anche fordiosa.
Ford: considerato che ultimamente la sera arrivo massacrato dalle incombenze e mi addormento anche sulle cose che mi piacciono, direi che lascerò They a them, ovvero Jean Luc e Cannibal.


(Interludio di Jean-Luc Godard:): azz...ma quanti film escono ogni giovedì..bei tempi, per il recensore, quando a metà maggio i Cinema erano chiusi..e non c'erano le multi..e ..ma questa è un'altra storia


Parigi a piedi nudi

"Pare quasi La forma dell'acqua fatto con i piedi. Come dite? Era già fatto con i piedi!? Allora non ho inventato nulla di nuovo!"

Jean-Luc Godard: La canadese che cerca la zia a Parigi... diceva Rossellini che si può fare un film su qualunque cosa...ma temo che Abel e Gordon non siano nè Rossellini nè Chaplin, a cui paiono strizzare l'occhio. Nuovo Cinema Deja Vu.
Cannibal Kid: Se persino uno come il franco-romanesco Godard non è interessato a questo film parigino, chi sono io per oppormi?
Sì, in genere sono uno strenuo difensore delle francesate, ma questa settimana che torna in scena Deadpool preferisco difendere i supereroi, o meglio gli antieroi.
Ford: da buon antieroe deadpooliano, questa merdina francesizzata la spalmo tutta sul panino della merendina del Cucciolo Eroico.

Famiglia allargata

"Non vuoi più vedere il Cucciolo Eroico!? Non sarai mica diventato fordiano!?"

Jean-Luc Godard: L'ennesima commediola su uno scapolo incallito. Aridatece Alberto Sordi. Ce lo meritavamo.
Cannibal Kid: Commedia francese con la splendida Louise Bourgoin, già vista in Travolti dalla cicogna e L'autre monde? Ritiro quanto detto sopra, viva il cinema francese sempre e comunque!
Ford: strano non sentire qualche battuta trita e ritrita di Cannibal a proposito della tribù dei Ford! Ahahahah! Comunque, vale quanto scritto per il film precedente.

Abracadabra

"Quei tre sono i conduttori della rubrica? Sono piuttosto inquietanti, direi."

Jean-Luc Godard: Un album dei Beatles si doveva chiamare così ma poi scoprirono che un disco con quel titolo già l'avevano fatto e ripiegarono su "Rubber Soul". Per la serie: sbanfo, miei cari, basta con 'ste commedie...
Cannibal Kid: Godard mi snobba il lavoro di un suo promettente collega spagnolo? Non si fa! Abracadabra è il nuovo film di Pablo Berger, il regista di Blancanieves, pellicola muta in B/N che non era deliziosa quanto The Artist di Michel Hazanavicius, ma era comunque decisamente interessante. Spero inoltre che, pronunciando la parola Abracadabra, Ford sparisca all'improvviso da questo post. E magari anche da questo mondo.
Ford: o sei privo di magia, o non hai una rubber abbastanza grande per cancellarmi, Peppa. E non solo sono qui, ma mi trovi perfino d'accordo.

Il codice del babbuino

"Se non mi fai subito scendere da quest'auto, Ford, ti faccio un buco in testa."

Jean-Luc Godard: Un film che già so- scommettiamo?- come finirà: i colpevoli non sono gli zingari- sempre vittime- ma qualche italiano strafatto di crack...staremo a vedere. Tra gatti in tangenziali e altro, la periferia della mia bella (nonostante tutto) città è assediata dal cinema...spero la liberino.
Un saluto a tutti e, in conclusione, un consiglio per capire se un figlio è bello: se Anselma Dell'Olio dice che è bello, sceglietene un altro.
Cannibal Kid: Pellicola amatoriale che dal trailer non sembra meritare di essere diffusa manco sul profilo Instagram di quel babbuino di Ford, figuriamoci in sala.
Quanto ad Anselma Dell'Olio, dico solo che è sposata con Giuliano Ferrara, quindi vedete un po' voi se è il caso di fidarsi dei gusti di una persona del genere.
Ford: da buon babbuino, direi che invece di battermi il petto come una scimmia qualsiasi, potrei battere qualche pugno sul grugno di tutta una serie di film ed individui poco raccomandabili. Cannibal su tutti.

sabato 23 dicembre 2017

Ford Awards 2017: del peggio del nostro peggio



La classifica dedicata al peggio dell'anno è da sempre un appuntamento importante, per il sottoscritto, quasi un momento di svago che almeno in parte - e rileggendo le recensioni - permette di recuperare parte del tempo perduto con le visioni peggiori dei dodici mesi appena trascorsi.
Quest'anno, a conferma di un duemiladiciassette avaro per i fan della settima arte, ammetto di essere stato in grande difficoltà a limitare a dieci titoli questa chart così come a scegliere la graduatoria finale, che meno di altre edizioni ha punito gli ex grandi registi caduti in disgrazia ma non per questo li ha risparmiati.



N°10: SONG TO SONG di TERRENCE MALICK



C'era una volta un regista grandioso che girava film grandiosi.
Ora è rimasto solo un vecchio che gioca a fare il giovane dio e puntualmente finisce nella classifica del peggio di fine anno.

N°9: COME TI AMMAZZO IL BODYGUARD di PATRICK HUGHES




Non ho mai amato Reynolds, e non ho mai amato i film finti simpatici neanche fossimo ancora nel cuore dei tamarrissimi anni ottanta.
Una vera baracconata per nulla divertente, troppo lunga e decisamente fuori tempo massimo.

N°8: GEOSTORM di DEAN DEVLIN



E a proposito di fuori tempo massimo, ecco l'Armageddon dei poveri, uno di quei film che fanno detestare il Cinema americano da tutti i radical del mondo.
Telefonato, insulso, retorico.

N°7: LA TORRE NERA di NIKOLAJ ARCEL




Arcel, che qualche anno fa stupiva in termini di autorialità, viene inglobato dalla grande macchina di Hollywood che svilisce uno dei non migliori lavori di Stephen King: un film vecchio, inutile, mal recitato e che spero con tutto il cuore non diventi una saga.

N°6: MONSTER TRUCKS di CHRIS WEDGE




Tentativo al limite dell'imbarazzo di rinverdire i fasti degli anni ottanta degli alieni simpatici e delle grandi avventure per ragazzi. 
Peccato che, soprattutto se si è stati ragazzi a quei tempi, vedere una cosa del genere faccia venire solo una grande tristezza.

N°5: THE RING 3 di F. JAVIER GUTIERREZ

 


Prima lo vedi. Poi muori. Direi che come spot ci sta tutto.
N°4: IL GGG di STEVEN SPIELBERG



Come Malick, una volta anche Spielberg era un regista in grado di meravigliare il pubblico.
Nel corso delle ultime stagioni, un pò troppo spesso ha causato, almeno nel sottoscritto, un altro effetto.


N°3: THE GREAT WALL di ZHANG YIMOU




Altro giro, altro regalo per un altro regista clamorosamente naufragato negli anni, e passato dai Leoni d'oro a robaccia come questa, pronta a rivendere una versione terribile del Cinema orientale agli americani: ho come l'impressione che questa Muraglia non durerà neanche in sogno quanto l'altra.


N°2: GUARDIANS - IL RISVEGLIO DEI GUARDIANI di SARIK ANDREASYAN




Se qualunque detrattore anche del peggiore film Marvel dovesse vedere questo abominio, potrebbe considerare anche il peggiore film Marvel come un Capolavoro degno di Kubrick.
N°1: 50 SFUMATURE DI NERO di JAMES FOLEY



Anche James Foley è stato un signor regista. Prima di decidere di proseguire nella grande tradizione che vede i film di questa "saga" sempre al primo posto di questa classifica.

 I PREMI

Peggior regista: James Foley per 50 sfumature di nero
Peggior attore: Robert Sheehan per Geostorm
Peggior attrice: Alina Lanina per The Guardians - Il risveglio dei guardiani
Premio "parrucchino di Nicholas Cage" per il personaggio trash: Mark Rylance per il GGG
Effetti "discount": The Guardians - Il risveglio dei guardiani
Premio "dolcetto o scherzetto" per il costume più agghiacciante: uno qualsiasi della squadra di supereroi di The Guardians - Il risveglio dei guardiani
Stile de paura: Terrence Malick per Song to song
Premio "veline": Dakota Johnson per 50 sfumature di nero
Peggior scena d'amore: uno qualsiasi dei pipponi di Song to song
Premio "pizza, spaghetti e mandolino": le scoregge verdi del GGG, degne del miglior Cinepanattone

lunedì 9 ottobre 2017

Come ti ammazzo il bodyguard (Patrick Hughes, USA/Cina/Bulgaria/Olanda, 2017, 118')




Da tamarro appassionato di action anni ottanta, potrei dire di nutrire una sorta di debolezza congenita rispetto ai buddy movies: mi bastano due compari bene o male assortiti pronti a prendere a suon di battute o cazzotti - o entrambi - loro stessi e gli avversari di turno, e il gioco è fatto: da Bud Spencer e Terence Hill ad Arma letale, da Kevin Smith a Danko, il genere è senza dubbio territorio fordiano al cento per cento.
Eppure, alla vigilia, nutrivo ben più di una perplessità, rispetto a quest'ultimo lavoro di Patrick Hughes con protagonisti Samuel Jackson e Ryan Reynolds: per prima cosa rispetto alle scelte di casting, considerata la scarsa sostanza che di norma il buon Sam mostra una volta messo alla prova al di fuori di contesti tarantiniani e la scarsa sostanza che di norma mostra il decisamente meno buono Ryan Reynolds, che se non fosse figlio d'arte a mio parere potrebbe al massimo aspirare a fare il portaborse ad un qualsiasi attore professionista; come se tutto questo non fosse bastato, a meno di sceneggiature dalla battuta pronta dal primo all'ultimo minuto o di colpi di genio, l'idea che il genere risulti essere senza dubbio fin troppo sfruttato e compromesso, almeno da un punto di vista più "tecnico", con tutti i rischi che un'affermazione del genere può comportare rispetto al sembrare radical, non aiuta certo le cose che già dal trailer paiono essere i classici tentativi di registrare incassi decenti nei multisala nel weekend e poco altro.
Premesse, dunque, tutt'altro che buone.
E purtroppo, come non avrei voluto fosse così prevedibile, la visione di Come ti ammazzo il bodyguard, iniziata come un riempitivo da serata in relax, si è rivelata una delle più noiose dell'ultimo periodo, di quelle in grado di mettere in difficoltà perfino il me stesso pronto a cavacare il momento migliore del blog e della blogosfera di qualche anno fa rispetto a quanto si potrebbe scrivere in una recensione, figurarsi ora, a fronte di una situazione decisamente ben diversa e della voglia decisamente sotto le scarpe di tirare fuori post interessanti per film che non lo sono affatto.
Ringrazio, da questo punto di vista, il fatto che con la signora Ford dopo dieci anni ancora si mantenga la tradizione del "quando lo spirito ed il corpo chiamano, fanculo il film", grazie alla quale la visione si è interrotta ad un certo punto di stanca permettendoci di indirizzare la serata ad obiettivi decisamente più soddisfacenti, perchè altrimenti non sarei certo stato capace di essere in qualche modo tenero e comprensivo rispetto ad una pellicola di qualità davvero molto bassa, commerciale nel peggior senso del termine, inutile e poco divertente.
Considerato tutto, dunque, posso affermare che Come ti ammazzo il bodyguard risulta essere un film che non aggiunge nulla al panorama - già scarso - di questa stagione, così come al genere, ma che quantomeno ha davvero poco perfino per risultare nocivo o in grado di ispirare recensioni cattive e creative come in questi casi si spera sempre di portare sulla pagina scritta.
Sempre che il fatto in questione sia da considerara un bene.
Archiviato tutto questo, resta un action dal sapore retrò poco incisivo e divertente solo a piccolissimi sprazzi, evidente più per i meriti economici della produzione che non per quelli effettivi ed artistici, o quantomeno soltanto d'intrattenimento, dalla durata eccessiva e dal ritmo, nonostante la vicenda portata sullo schermo, assolutamente blando.
Considerato il risultato, e la strada scelta per tentare di raggiungerlo, direi che l'idea migliore sarebbe stata quella di tagliare la maggior parte delle situazioni create per "approfondire", o viceversa: in questo caso, non mi pare sia stata raggiunta nessuna delle due.
Quantomeno consciamente.




MrFord




 

giovedì 5 ottobre 2017

Thursday's child



Nuovo appuntamento con il nuovo corso di questa rubrica divenuta "a tre", e nuovo ospite pronto ad entrare nell'arena allestita per l'occasione dal sottoscritto e dal suo rivale Cannibal Kid: a questo giro è il turno di Cassidy, un blogger tosto e notoriamente più fordiano che cannibalesco.
La sua presenza influenzerà anche i commenti alle uscite in sala che ci aspettano questo weekend?
Proseguite nella lettura, e lo saprete!


"Accidenti, ma la Bara non era volante!?"



Blade Runner 2049

"Maledizione! Sta arrivando Cannibal! Devo avvisare immediatamente l'altro Ford!"


Cassidy: Il sequel di cui non si sentiva l’esigenza. Ma nel cinema di oggi un secondo (o terzo, o quarto…) capitolo non si nega a nessuno. Dopo tanti anni passati a chiederci, ma Rick Deckard sarà un Replicante? Non sarà un Replicante? Arriva questo film, che toglie un po’ tutta la poesia, sfiga.
La mia preoccupazione vera però è Ridley Scott(o) come produttore esecutivo, dopo “Alien Covenant” sono seriamente preoccupato. Oh! Io ve lo dico, se per caso dovessimo scoprire che Ryan Gosling è un replicante giuro che prendo il cinema e lo ribalto su se stesso!
Per lo meno il regista è uno dei migliori in circolazione al momento, tenete le dita incrociate, tutte quelle che avete, anche quelle dei piedi, solo Denis Villeneuve può mostrarci le porte di Tannhäuser.
Cannibal Kid: Il sequel di cui io invece, caro Cassidy, sentivo l'esigenza. Blade Runner è un film bello, bellissimo, soprattutto nel creare un'atmosfera, un mondo. La sceneggiatura lascia però ampi margini di sviluppo e credo che Denis Villeneuve possa fare meglio di un Ridley Scott che con il primo Blade ha realizzato sì il suo lavoro nettamente migliore, ma resta comunque uno dei registi più sopravvalutati e scotti della storia del cinema, insieme al suo amico Alien(o) James Cameron. Se a ciò aggiungiamo un cast che sembra uscito dai miei sogni (Ryan Gosling, Jared Leto, Mackenzie Davis e la stupendissima Ana de Armas), le possibilità di avere un sequel superiore all'originale sono parecchio concrete. Peccato giusto per la presenza di attori che sembrano invece usciti dai sogni di Ford (il suo vero papà Harrison e il wrestler e attore da strapazzo Dave Bautista).

Ford: mi ritrovo un po' nel mezzo di questa discussione, una posizione piuttosto strana considerato che dovrei sempre e comunque dare contro a Cannibal. Sinceramente, l'originale Blade Runner per tempistica, originalità e quant'altro penso sia assolutamente inarrivabile, ma non è detto, d'altra parte, che Villeneuve - uno dei migliori in circolazione, quantomeno in Nord America - possa tirare fuori dal cilindro una vera sorpresa.
Forse alla fine si scoprirà che Cannibal è un replicante e dovrò terminarlo neanche fossi Schwarzy in un film di James Cameron. Magari con l'aiuto di Cassidy-1000.

Ammore e malavita

"Vediamo come te la cavi con i proiettili di frassino, Cassidy!"

Cassidy: Tutti quelli che amano il cinema di genere come me, non possono che provare simpatia per i Manetti Bros, inoltre dopo aver scoperto il filone partenopeo della loro filmografia con “Song'e Napule” (2013) ora i due ci riprovano con la storia (in musica) del camorrista stanco della vita criminale. Non ho idea di come si dica “Baby Driver” in napoletano e pur avendo qualche dubbio sulla protagonista femminile, questo è un titolo che mi guarderei molto volentieri.
Cannibal Kid: Non ho mai visto film dei Manetti Bros. e non so nemmeno io bene il perché. Così come non so perché ho convocato un blogger parecchio fordiano come Cassidy per questa puntata della rubrica. Forse perché masochisticamente volevo avere un altro rivale a dare una mano al malavitoso sempre più in crisi Ford?
In ogni caso, con questo Ammore e malavita, che sembra la versione partenopea a metà strada tra due cult cannibali dell'anno come Baby Driver e La La Land, un'occasione ai due registi romani la darò sicuramente. Daje! A Cassidy e Ford insieme invece mai più! :)
Ford: i Manetti mi sono sempre stati molto simpatici, e questo Ammore e malavita potrebbe rivelarsi come la versione duemiladiciassette del bellissimo - e sottovalutato da Cannibal, ovviamente - Tano da morire, che ho l'impressione che un tipo giusto come Cassidy invece apprezzi.
Staremo a vedere.

Come ti ammazzo il bodyguard

"Ascolta, io me ne vado: come bodyguard ti mando Ford."

Cassidy: Patrick Hughes ci prova con la commedia d’azione, nel cast oltre a Ryan Reynolds e Samuel L. Jackson altre facce che normalmente mi fa sempre piacere vedere in un film, tipo Gary Oldman e Salma Hayek. Il mio senso di Cassidy mi dice che molto probabilmente sarà una porcheria, ma che ci volete fare, ai Buddy Movie, specialmente quelli dove si sparano non so dire di no. Poi le coppie male assortite funzionano, Riggs e Murtaugh, Ford e Cannibal Kid, avete presente no?
Cannibal Kid: Ecco il film cassidy-fordiano della settimana. Anche se con il suo mix di umorismo irriverente alla Deadpool potrebbe a sorpresa mettere d'accordo anche me e Ford. E comunque noi due non siamo una coppia. Né bene né male assortita, ma non siamo certo una coppia... Oddio, o forse sì?
Ford: commedia action che, non fosse per i suoi protagonisti, potrebbe anche ispirarmi parecchio. Considerato che Samuel Jackson esiste poco al di fuori dell'universo di Tarantino e che ho sempre detestato Ryan Reynolds, le probabilità giocano contro a questo film, ma non si può mai dire.
In fondo, parlando di coppie improbabili, io e Cannibal siamo ancora qui a "lavorare" insieme dopo più di cinque anni.

120 battiti al minuto

"Cassidy ospite fisso! Diritti fordiani per tutti!"
Cassidy: 120 battiti al minuto, beh mi sembrano un po’ troppi no? Cioè bisognerebbe vedere la pressione sanguigna, magari tener sotto controllo il colesterolo. In realtà i 120 battiti al minuto sono quelli che ho io in questo momento, perché essendo da anni in cura per disintossicarmi dai trailer (che spesso sono più belli dei film finiti) sono la persona meno adatta al mondo a scrivere di film in uscita. Però questo titolo, in lizza per miglior film straniero ai prossimi Oscar, ha fatto parlare di sé, la storia degli attivisti francesi di Act-Up impegnati a richiamare l’attenzione sui malati di AIDS nei primi anni ’90 è sicuramente un tema da Academy. Ecco, non so se è anche un tema da Cassidy ma non poniamoci limiti, al massimo provate a chiedere a Ford e al Cannibale, loro hanno 60 battiti al minuto come Fausto Coppi ai tempi d’oro.
Cannibal Kid: In una settimana piena di fordianate e di cassidyanate clamorose, ecco anche un bel film radical-chic francese cannibalesco come si deve. Era ora, parbleu!
Una pellicola già vincitrice del Gran Prix all'ultimo Festival di Cannes con cui spero che il regista di Robin Campiello, autore del noioso film del 2004 Quelli che ritornano che avrebbe poi ispirato la serie Les revenants, possa finalmente convincermi. Cosa che Ford non riuscirà mai a fare. Cassidy magari sì, almeno se in futuro abbandonerà la sua esaltazione per action e B-movies anni '80. ;)
Ford: cannibalata francese che sa di palla al cazzo lontano un chilometro, dalla quale correrò ben lontano portando i miei battiti anche a più di centoventi al minuto. In fondo, ora che ho scoperto il crossfit, la tenuta è buona abbastanza per fuggire con più veemenza dalle proposte del miglior Cannibal dei tempi radical d'oro. E poi, alla fine della corsa, un bel paio di birre con Cassidy ci stanno alla grande.

Renegades – Commando d'assalto

"E' inutile che ti nascondi, soldato: Cannibal ti scoverà e ti costringerà ad una maratona di film teen radical chic!"
Cassidy: Oh la Bessonata! I temerari Navy Seals alle prese con l’oro dei Nazisti diretti da Steven Quale (Quale? Quello!) storico collaboratore di James Cameron bravissimo a dirigere robe in cui la trama è secondaria tipo “Into the storm” (2014). Questa volta il mio ciccio francese preferito, Luc Besson ha convinto a venir giù anche J.K. Simmons per fare la parte che gli viene meglio, ovvero quella dove è cattivissimo e urla forte contro gli altri, oh! Ha vinto un Oscar con una parte così eh!
Ecco sapete cosa sarebbe bello? Un film con J.K. Simmons che urla cose a Luc Besson, roba tipo: «Smettila di produrre quei cazzo di Minimei! Rimettiti a fare film come Lèon!!» Ecco quello sarebbe figo, incassi garantiti!
Cannibal Kid: Evvai che in questo caso a sorpresa ci possiamo coalizzare io e Cassidy contro il Ford, e per giunta con un action! Ford infatti tradizionalmente odia Besson, non si sa bene il motivo. Forse perché gli action devono farli solo gli yankee? Fatto sta che questa pellicola, per quanto non mi ispiri molto, mi sembra potenzialmente più divertente e appassionante delle solite porcate patriottiche a stelle e strisce tanto esaltate da James “tu vuò fa' l'americano-mmericano, ma sì nato in Lodi” Ford.

Ford: Besson, da queste parti - che potrebbero benissimo essere quelle di Lodi, California - è decisamente visto come il Ryan Reynolds della regia, ovvero un pippone mica da ridere che ogni tanto azzecca un film decente. Tipo Leon, quello sì che era discretamente cazzuto.

Il fatto è che sono passati parecchi anni - e Cannibal ne sa qualcosa -, e le produzioni che si sono susseguite non hanno certo aiutato il regista francese ad entrare nelle mie grazie. Vedremo che è riuscito a fare con la produzione di questo Renegades, sperando che possa essere un action figo francese come Special Forces oppure il mio favorito Nido di vespe.
Due film che, potrei scommetterci una bottiglia, avranno disturbato Cannibal e saranno piaciuti decisamente di più a Cassidy.
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