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domenica 21 luglio 2019

Thursday's child in late but not so much


A ridosso del post in clamoroso ritardo dedicato a Spider Man - Far from home, ecco quello non troppo in ritardo a proposito delle uscite del weekend appena conclusosi, tornato nella sua classica formula "a tre" e caratterizzato da un ritorno di una vecchia conoscenza, Stephania, alla quale poco sotto cedo volentieri la parola per l'intro, che molti di noi vecchi navigatori della blogosfera ricorderanno. 
Al suo fianco, come al solito, il qui presente Ford ed il suo arcinemico, il non più giovane Cannibal Kid.


Intro di Deliria: Sa, sa... prova. Si sente? Salve a tutti, è davvero un onore essere qui. Vorrei innanzitutto ringraziare i miei ospiti, il Ministro al Radical Chic con delega al Cucciolo Eroico, Dottor Cannibal Kid, ed il Ministro alle Mazzate (senza portafoglio, ma con la chitarra), Mister James Ford. Ovviamente un grazie anche a tutti voi, giovani cannibali e avventori del saloon, e dato che ci sono, grazie alle mie fonti di ispirazione: la birra rossa, il Crystal Ball e Paolo Sorrentino. Mi spiace solo che - almeno a livello di uscite in sala - questa sia la settimana fiacca tra le settimane fiacche. Pazienza, cerchiamo di battere insieme questa fiacca.


"Vorresti dire che dovrei mangiare quei quattro pescetti buoni giusto per Pusillanime Kid? Adesso pesco uno squalo fordiano come si deve!"

Edison - L’uomo che illuminò il mondo

"Questa rubrica è così in ritardo che non solo sono in due film a distanza di pochi minuti di pubblicazione, ma mi ha fatto anche tornare indietro nel tempo!"
Deliria: Cominciamo con il film "cool cast" della settimana: Benedetto Cumberbaccio, Spiderman, Mr Darcy, Michael Shannon e Nicholas Hoult. Il film è in realtà è del 2017, ma è rimasto impantanato nel pasticciaccio Weinstein ed è stato distribuito ed iperpubblicizzato solo adesso, in concomitanza con il blackout a New York. Il titolo originale, The Current War, è un chiaro riferimento all'epoca della "guerra delle correnti", durante la quale Edison ed il suo ex-pupillo Nikolino Tesla hanno dato vita ad un'accesa (ahah!) diatriba su vantaggi e svantaggi di corrente continua e alternata. Per dimostrare la pericolosità di quella alternata, il nostro Tommasino Edison ha costruito la sedia elettrica e ci ha fulminato un bel po' di animali, per dire. Elettrizzante? Mmm, no.
Cannibal Kid: Quindi il blackout di New York City è stata una trovata pubblicitaria per promuovere il film?
Geniale! Il film mi sa invece che potrebbe essere un po' meno geniale e si potrebbe/dovrebbe trattare del solito classico biopic tradizionale, conservatore, superato. In una parola sola: fordiano. Cosa che non esclude una sua visione, magari quando non c'è nient'altro di meglio da vedere/da fare.
Ford: mondo affascinante, quello di Edison e Tesla. Un pò meno pare invece questo film che pare più classico dei classici e che trovo strano abbia trovato una distribuzione solo in estate, considerato che mi pare un titolo buono più per il rientro dell'autunno dopo le ferie. Nel frattempo fortunatamente Deliria illumina questa rubrica spazzando via l'oscurità cannibalesca.

Serenity - L’isola dell’inganno

"Per un cannibale come me finire su un'isola così fordiana è assolutamente terribile!"
Deliria: Secondo film "cool cast" della settimana, con Matthew McConaughey, Anne Hathaway, Diane Lane e quel ciocco di Jason Clarke. McConaughey interpreta un pescatore che deve fare i conti con una ex che gli chiede di accopparle il marito violento. Ho una notizia buona e una cattiva: la buona è che Clarke potrebbe avere un minutaggio limitato; la brutta è che nonostante il McCoso desnudo sin dal trailer potrebbe valere la pena dare una possibilità a 'sto Serenity, dato che a scrivere e dirigere c'è Steven Knight, il pazzo che ha scritto Eastern Promises e diretto Locke.
Cannibal Kid: Thrillerino scemo dell'estate, o piccola incompresa genialata dell'estate?
In entrambi i casi, direi che è da vedere. Il fatto che l'inespressivo Jason Clarke sia poco presente è una buona, buonissima notizia. Grazie alla delirante Deliria per avercela data. McCoso invece negli ultimi tempi è un po' un incognita, ma nella sua ultima versione estiva proposta in The Beach Bum ci sta dentro un casino – espressione che andava un casino quando Ford era ggiovane – e quindi in fin dei conti mi sa che prima o poi me lo guarderò serenamente.
Ford: McCoso è sempre stato un fordiano ad honorem, Knight ha a priori la mia fiducia, spero solo che quella che potrebbe essere la visione della settimana non si riveli essere un buco nell'acqua, o il più classico degli scarponi presi all'amo dai pescatori inesperti. In quel caso, sarò lieto di tirarlo nella nuca di Peppa Kid.

Skate Kitchen

"Yo, quel Cannibal dice di voler entrare nel nostro gruppo." "Ma è impazzito!? Non si è reso conto che ormai è un vecchio quasi quarantenne!?"
Deliria: Camille è un'adolescente con una madre come quella di Carrie, alla quale, dopo un incidente con lo skateboard, promette di non fare più skate. Nemmeno il tempo di finire la frase che entra a far parte di un gruppo di skateboarders newyorchesi. Da qui i litigi: con la madre per lo skate, con le skaters per i ragazzi, con i ragazzi per il figlio di Will Smith e tuuutte le combinazioni possibili. Temo che alla fine Camille non scateni un poltergeist trucidando tutti, però il film più bistrattato e sundanciano della settimana potrebbe invece rivelarsi una robetta interessante. Potrebbe.
Cannibal Kid: Una pellicola adolescenziale, tra skate e Sundance?
In un'annata finora ben poco cannibale, almeno al cinema, potrebbe rivelarsi il film cannibale della settimana, del mese, dell'estate, dell'anno, e uno dei più odiati da Ford di tutti i tempi. Potrebbe.
Ford: dai tempi di Dogtown - il documentario, non il filmetto - il fascino dello skate e del mondo simil alternativo buono per lo stile Sundance mi ha sempre affascinato, quindi attenzione attenzione perchè, con tutti i rischi del caso, questa potrebbe essere la seconda sorpresa della settimana, superata solo dalla rivelazione di Cannibal se dovesse decidere finalmente di abbandonare le scene della blogosfera.

Il mangiatore di pietre

"Guardi bene questa foto: è l'ultima scattata a Cannibal prima che andasse nel bosco in cerca di Ford."
Deliria: Finalmente una commediola italiana leggera leggera, adatta alla stagione: uno spallone appena uscito di galera scopre che il suo amico e rivale è stato ucciso. Determinato a scoprire l'accaduto, si ritrova ancora una volta a scortare clandestini oltre il confine. Uno spasso, vero? E aspetta, ancora non sai che il protagonista è Luigi Lo Cascio! Risate assicurate! Baggianate a parte, a dirigere c'è un bravo documentarista, Nicola Bellucci, ed il noir all'italiana quando riesce, riesce bene. Il guaio è che il film potrebbe rimanere sullo stomaco (come le pietre) e quelli invece dicono di mangiare tanta frutta e verdura.
Cannibal Kid: Questo film mi sta già sullo stomaco come un qualsiasi titolo promosso a pieni voti su WhiteRussian. Per quanto possa essere masochista, non credo quindi che me lo mangerò... volevo dire guarderò.
Ford: le pietre non rientrano nella mia dieta, e penso non vadano giù troppo bene neppure con litri di alcool, dunque penso le conserverò per tirarle dietro al Cucciolo Eroico insieme allo scarpone pescato da McCoso. Per quanto riguarda il film, non mi avvicino neanche per sbaglio.

Birba - Micio combinaguai

"Secondo te siamo cucciolosi come Cannibal e Ford?" "Difficile. Quei due sono davvero cucciolosissimi insieme."
Deliria: La storia del gattino domestico che scappa da casa alla ricerca di Miciolandia e del gattone papone che va a cercarlo assieme ad un pappagallo è un big, big, big no. Sarà perché ho ancora negli occhi e nel cuore Toy Story 4, sarà perché quando la mia gatta scappa divento peggio di Guardia Nazionale, SWAT e Avengers messi assieme, ma il micetto cinese animato non fa per me. Grazie lo stesso.
Cannibal Kid: Questo film dev'essere una porcheria totale, una di quelle che manco Ford nelle sue più assurde bambinesche celebrazioni del cinema d'animazione si sognerebbe di vedere mai. A me però fa venire le lacrime agli occhi, perché mi ricorda i miei due gatti: Birba, per il nome, e Pancho, perché ogni tanto scappava, più che altro in maniera involontaria. Entrambi ormai non ci sono più. E con questa parentesi di allegria, auguro una buona estate a tutti!
Ford: se con questa parentesi felina malinconica Cannibal spera di addolcirmi e che gli risparmi la mia presenza o qualche mossa di wrestling si sbaglia di grosso. Quindi, appurato che il film sarà saltato a piè pari, spero raccolga quantomeno il suggerimento di Deliria e recuperi alla svelta Toy Story 4, che è il vero film d'animazione dell'anno.


martedì 24 luglio 2018

Sherlock - Stagione 4 (BBC, UK/USA, 2017)






Ai tempi della sua uscita in bluray, fu un ex collega e caro amico a regalarmi la prima stagione di Sherlock, quasi per caso, colpito favorevolmente da una fortuita visione e ben conscio della mia passione per il grande e piccolo schermo: ricordo che quella stessa stagione rimase in attesa mesi - e forse di più - prima di passare sugli schermi del Saloon e dare inizio ad un recupero di quelle che nel frattempo erano diventate tre annate nell'arco di pochissime settimane per uno dei prodotti più sorprendenti, ben recitati e scritti del panorama britannico e non solo.
Era inevitabile, considerata la qualità e la carriera in rampa di lancio dei suoi protagonisti - soprattutto un sempre fenomenale Benedict Cumberbatch - che si cominciasse a pensare ad una sua conclusione, e ci si potesse confrontare con un inevitabile calo nella resa complessiva: questo quarto giro di giostra, in qualche modo, unisce le due cose.
Perchè se da un lato consacra la leggenda di una coppia di personaggi - letterari e cinematografici - indimenticabili, Sherlock Holmes ed il suo fido compagno John Watson, dall'altro mostra per la prima volta il fianco ad una certa stanchezza rappresentata principalmente dall'episodio uno, senza dubbio il peggiore dell'intera saga dedicata a questa versione moderna del detective figlio della penna di Conan Doyle, ed una lentezza che a tratti rende la visione piuttosto ostica, quantomeno se paragonata a quella degli esordi: certo, la penna di Steven Moffat  è quella di un vero asso della sceneggiatura - ne è la prova della splendida seconda puntata -, le performance attoriali di alto livello, il gioco dell'epilogo avvincente, eppure le prime crepe in questa solidissima costruzione cominciavano a notarsi, e da questo punto di vista va fatto sicuramente un plauso alla produzione per aver intuito che, soprattutto quando si parla di serial di qualità, è sempre meglio chiudere in modo da lasciare un bel ricordo nel pubblico piuttosto che sputtanare quanto di buono è stato creato in precedenza, perchè purtroppo alla fine l'audience finirà per ricordare soltanto quello - esempi lampanti, in questo senso, Dexter e True blood -.
Riflessioni sui massimi sistemi del piccolo schermo a parte, però, varrebbe la pena di ricordare questa stagione di chiusura di Sherlock per la lezione che è in tutto e per tutto il già citato episodio centrale, dalla figura inquietante e quasi horror del serial killer "di potere" - simile a molti capi di stato purtroppo vivi e vegeti in tutto il mondo - agli straordinari twists orchestrati da Sherlock Holmes, folle, strafatto e sarcastico come e più del solito: se questa serie è stata celebrata ed amata così profondamente, negli ultimi anni, diventando un piccolo cult, è merito di una dovizia di particolari e di un talento come quelli che hanno generato una "puntata" di quel calibro.
Certo, partire da una base come quella dei residenti di Baker Street può apparire facile, ma non sempre solide fondamenta giustificano grandi costruzioni: mentre questo Sherlock, indubbiamente, lo è stato. E sono grato a tutti i suoi autori, così come alle storie che ha portato sullo schermo, per avermi lasciato un ricordo vivo ed intenso, di quelli che, un giorno o l'altro, mi porteranno ad incrociare di nuovo le strade di questi due incredibili protagonisti.
Proprio a partire da quel bluray.
E sono convinto che sarà semplice amarlo ancora una volta.
Anzi, elementare.



MrFord



 

mercoledì 2 maggio 2018

Avengers - Infinity War (Anthony e Joe Russo, USA, 2018, 149')





Quando, nell'aprile del duemiladodici, invase le sale il primo film dedicato agli Avengers, costruito pezzo dopo pezzo a seguito di Iron Man, Captain America, Thor e Hulk, tentativo di mettere insieme le tessere del mosaico Marvel e del neonato Cinematic Universe, probabilmente nessuno, neppure il fan più accanito, avrebbe potuto prevedere il fenomeno che ne sarebbe scaturito.
Personalmente, adorai il primo film tanto quanto mi parve deludente il noioso Age of Ultron, che appariva come un grande raccordo buono giusto per traghettare i personaggi da una fase all'altra dell'appena citato Cinematic Universe, divenuto nel frattempo qualcosa di estremamente grande e complesso: ai primi protagonisti - tutti legati ad almeno due o tre pellicole -, infatti, si sono aggiunti anche charachters "minori" come Ant-Man, Strange, I Guardiani della Galassia, Pantera Nera, così come lo Spider Man versione reboot, e ad oggi la grande macchina oliata da Marvel e Disney continua a produrre pellicole che, spesso e volentieri, finiscono per diventare successi clamorosi.
Con Infinity War, dunque, ci si trovava di fronte ad un'occasione che poteva rivelarsi un trampolino di lancio o un'arma a doppio taglio per autori e distributori: visione alle spalle, regalo della sempre mitica suocera Ford pronta a tenere con lei la Fordina mentre il Fordino se la spassava in campagna con il nonno, in una serata all'americana da coppia senza figli con tanto di fast food e "facciamo pure tardi tanto stanotte i bambini non ci sono", posso dire che i fratelli Russo abbiano colto in pieno la succitata occasione consegnando al pubblico uno dei Marvel movies meglio riusciti, in grado di mescolare una miriade di personaggi e situazioni, effettoni, botte, divertimento, risate sguaiate ed una parte oscura, profonda e drammatica che si traduce in uno dei finali più bastardi dai tempi de L'impero colpisce ancora, pronto a legare il pubblico alla poltrona in attesa dei nuovi capitoli del grande affresco dipinto da Mamma Marvel - i prossimi titoli in ordine di uscita dovrebbero essere Capitan Marvel, cui fa riferimento la scena post credits, e Ant-Man e Wasp - e consacrare un cattivo davvero eccellente - che io ricordavo bene dai miei tempi di lettore di fumetti -, il Thanos interpretato da Josh Brolin.
L'aura tragica e shakespeariana del villain, unita al legame dello stesso con Nebula e Gamora, l'idea di preservare la sanità dell'Universo ergendosi a giudice, giuria ed esecutore di metà delle creature viventi funziona ed affascina, e anche se a molti avrà fatto storcere il naso l'evoluzione che porta al finale, personalmente non vedo l'ora di poter di nuovo vedere Thanos in azione.
Sul fronte opposto la componente ironica - e quasi comica - divenuta parte integrante di questo tipo di proposte continua a risultare perfetta per rendere il prodotto leggero, fruibile e privo di qualsiasi pretesa che non sia l'intrattenimento, resa ancora più funzionale, a questo giro, dai meravigliosi Guardiani della Galassia - Rocket, Drax e Groot sono fenomenali -, da un Thor che continua il processo di svecchiamento del personaggio iniziato nei lungometraggi a lui dedicati e da uno Strange che si propone come nuovo leader "di testa" insieme - o contrapposto positivamente - a Tony Stark.
Tutto questo senza dimenticare, ovviamente, i momenti da botte da orbi come la battaglia in Wakanda - che pare una di quelle de Il signore degli anelli - o il primo confronto a New York con gli emissari di Thanos, mondi ed universi di grande impatto visivo ed un crescendo da season finale di una serie televisiva, con il pubblico che resta come con un grido rimasto in gola in attesa del nuovo capitolo che dovrebbe giungere proprio il prossimo anno, preannunciato da quel "Thanos ritornerà" che precede i titoli di coda.
Questo Infinity War dimostra ancora una volta non solo la superiorità netta dei film legati alla Marvel rispetto a quelli targati DC Comics, ma anche che il Cinematic Universe è ancora vivo e ribollente di idee ed energie, e se questa è la qualità che è pronto ad offrire, mi troverà in prima linea per molto tempo ancora.



MrFord



lunedì 7 novembre 2016

Doctor Strange (Scott Derrickson, USA, 2016, 115')





Ai tempi delle vette più alte della mia passione di lettore di fumetti - in particolare di supereroi - c'erano due categorie di personaggi che faticavo sempre a digerire: i cosiddetti "eroi cosmici" - troppo da fantascienza nerd, troppo potenti, troppo divini per i miei gusti - e quelli "magici" - a prescindere dal contesto in cui potevano muoversi, dalla Scarlet degli Avengers a Sciamano di Alpha Flight -.
Doctor Strange era parte assoluta - e forse simbolo - di quest'ultima categoria: ricordo infatti di aver letto ben poche storie con protagonista lo Stregone Supremo, e di averlo digerito a stento anche quando incrociava la strada di uno dei miei favoriti, Spider Man, che in più di un'occasione ha stretto alleanza con il mistico.
L'idea, dunque, che il Cinematic Universe della Casa delle Idee si potesse arricchire con un lungometraggio dedicato proprio al dottore mi entusiasmava ben poco, specie considerato che, ormai, le dimensioni di questo affresco stanno rischiando di divenire talmente grandi da saturare lo stesso: lo stesso trailer, incentrato sull'azione più che sul contesto dark dello stregone, aveva alimentato i timori nonostante la presenza di una certezza come Cumberbatch, che negli ultimi anni, tra Sherlock e Star Trek, è riuscito a convincermi anche nei casi in cui si è trovato al confronto con produzioni mainstream.
Ebbene, nel corso delle quasi due ore della visione, mi sono dovuto ricredere totalmente.
Non solo Scott Derrickson - che, del resto, mi aveva già molto convinto con il primo Sinister - e gli sceneggiatori sono riusciti a rendere il charachter attuale, ironico e molto piacevole - una sorta di versione "magica" del Tony Stark tutto raziocinio e tecnologia -, ma questo Doctor Strange è senza dubbio il miglior prodotto Marvel degli ultimi anni insieme a I Guardiani della Galassia e The Winter Soldier, funge da veicolo per il terzo capitolo di Thor - si veda la coda dei titoli di coda - e prepara il terreno per l'Infinity War che coinvolgerà non solo gli Avengers ma anche i succitati Guardiani nei prossimi anni quando collideranno con il terrificante Thanos - già intravisto in un paio di occasioni -, è un solidissimo intrattenimento intelligente e si presenta come un riuscito cocktail di Batman Begins, Inception, momenti ad alto contenuto nerd ed approccio da giungla d'asfalto.
L'evoluzione del charachter di Strange, come molti nati dalla penna di Stan Lee - che continua imperterrito ad apparire in ogni pellicola targata Marvel Studios, sempre in gran forma nonostante i novantatre anni -, è legata ad una rinascita dopo una caduta rovinosa, e per molti versi corre parallela a quella del già citato Tony Stark di Iron Man, ed è resa molto bene da un Cumberbatch senza dubbio credibile supportato da un cast di prim'ordine, che vede tra le sue fila Chiwetel Ejiofor, Rachel McAdams, Mads Mikkelsen e Tilda Swinton: come se non bastasse, l'equilibrio mostrato tra le parti "mistiche" e quelle action è davvero notevole, l'ironia piazzata alla grande in ogni passaggio che potrebbe annoiare il pubblico - bellissime le battute legate al "nome unico" di Wong o al "mantra" dato allo stesso Strange all'inizio dell'addestramento - ed i passaggi da viaggio cosmico realizzati splendidamente, quasi un omaggio alle inarrivabili immagini di 2001 così come al Cinema trash di gente come Mario Bava o ai paradossi temporali di Ritorno al futuro, Ricomincio da capo o il recente Edge of tomorrow - il confronto con Dormammu, nemesi di Strange, è uno dei più divertenti faccia a faccia buono contro cattivo che ricordi nel Cinema di genere e non solo -.
Certo, qualche sbavatura si può trovare - soprattutto nei raccordi di sceneggiatura -, ma poco importa: Doctor Strange diverte, intrattiene, a suo modo fa sognare e rappresenta senza dubbio il prototipo perfetto di come dovrebbe essere un film di supereroi in grado di far godere fan e non.
Da un punto di vista mistico, direi che ho trovato senza ombra di dubbio la mia reliquia di Casa Marvel.




MrFord




 

giovedì 27 ottobre 2016

Thursday's child



La settimana che ci attende per le proposte in sala risulta insolitamente, almeno sulla carta, fordiana, dunque potenzialmente in grado di irritare profondamente il co-conduttore di questa rubrica nonchè mio acerrimo nemico, Cannibal Kid.
Inutile dire che questo non potrebbe essere altro che un sogno, per il sottoscritto, considerato che si tratta anche della settimana del mio compleanno: un bel regalo, ed un bell'affronto per il mio blogger antagonista nonchè cinefilo più radical della blogosfera.



"Tieni, Peppa Kid: un bel vado di White Russian alla cicuta da parte di Ford."


Doctor Strange

"Che ci posso fare? Ho detto a Ford che leggo Pensieri Cannibali, e mi ha gonfiato."

Cannibal dice: Una delle più grandi incognite dell'anno. Il pessimo gusto del Doctor Ford?
No, quella è una certezza ogni anno. Mi riferisco a Doctor Strange, pellicola con Benedict Cumberbatch nei panni di un supereroe Marvel che però dal trailer sembra più vicina a Inception rispetto ai soliti cinecomics. Potrebbe quindi rivelarsi una piacevole sorpresa, così come un gigantesco epic fail fordiano.
Ford dice: tassello dopo tassello il Cinematic Universe della Marvel si arricchisce ed allarga sempre di più, questa volta con uno dei personaggi più curiosi e meno noti al grande pubblico della Casa delle Idee, il Doctor Strange.
Non sono mai stato un grande fan del mago, ma se lo dovessero sviluppare bene potrebbe anche venire fuori qualcosa di interessante, e magari una magia in grado di permettere perfino a Cannibal di apprezzare per una volta il Cinema non radical.



In guerra per amore

"Non sarai per caso una spia dei cannibalini, vero!?"

Cannibal dice: Con il suo esageratamente acclamato film d'esordio, La mafia uccide solo d'estate, Pif aveva realizzato un film carino caruccio, ma alla fine anche piuttosto innocuo e buonista. Con questa opera seconda alza ulteriormente il tiro, passando dalla mafia alla Seconda Guerra Mondiale, trattando un tema pesante in maniera sempre leggera. L'odore di una versione meno bella de La vita è bella, tanto per rimanere in tema di film sopravvalutati, è nell'aria.
O forse è solo il rancido odore di Ford in avvicinamento?
Ford dice: Pif mi è sempre stato simpatico, il suo La mafia uccide solo d'estate era stato una visione carina, spero dunque che al secondo film possa fare un passo in avanti e non due indietro, come accade a Cannibal ad ogni nuova recensione.
Di sicuro, una visione ci scappa.



The Accountant

"Se devo incontrare Cannibal di persona, devo impasticcarmi per bene con un pò di allucinogeni."

Cannibal dice: Ben Affleck nei panni di un matematico autistico in quello che potrebbe essere un action-thriller piuttosto avvincente. Sperando non si riveli un actionaccio tamarro per fordiani, quanto un teso e raffinato thriller per cannibali.
Ford dice: Ben Affleck matematico autistico suona stonato tanto quanto Cannibal su un ring di wrestling con The Rock, ma il film potrebbe perfino rivelarsi una visione piacevole. Sempre che non sia una cannibalata: in quel caso fuggirò a gambe levate come se tornassi a funzioni e trigonometria sui banchi di scuola.



Trolls

"Buongiorno a tutti, sono la nuova versione animata di Katniss Kid."

Cannibal dice: I trolls oggigiorno sono quelle creature che commentano in maniera anonima i blog, lanciando insulti da codardi. Quando lo fanno su White Russian la cosa fa anche ridere, quando capita su Pensieri Cannibali meno.
I trolls ai tempi di Ford e degli antichi scandinavi sono invece dei pupazzetti scemi che in questo film appaiono come degli alter-ego dei Minions. Sarà allora la solita bambinata fordiana? Temo proprio di sì.
Ford dice: film che è già stato prenotato dal Fordino, incuriosito - anche se non ai livelli di qualsiasi pellicola "animalesca" - dal trailer ai tempi della visione di Alla ricerca di Dory in sala. Personalmente non credo si rivelerà chissà cosa, quanto più probabilmente uno di quei film d'animazione pronto ad esaurirsi già con il trailer, ma resto disponibile a rimanere stupito.
Cannibal, invece, si meriterebbe il ritorno del suo troll preferito, il fan di Messi.



Ouija – L'origine del male

"Oh mio dio! Ma quello è Ford!"

Cannibal dice: Il primo Ouija si è rivelato uno degli horror più insulsi, vuoti e inutili visti di recente. E lo dico da amante degli horrorini teen. Questo prequel parte però favorito dal fatto che peggio del primo non può fare e che è diretto dallo specialista Mike Flanagan, regista del troppo esaltato Oculus ma anche dei recenti discreti Somnia e Hush – Il terrore del silenzio. Oltre che dalla sempre affascinante ambientazione anni '60, che farà sentire James Ford di nuovo un giovanotto. Che l'origine del male sia proprio la sua storia?
Ford dice: il primo Ouija è stato una delle visioni più terrificanti - e non in senso horror - dello scorso anno, un horrorino buono giusto per far cagare sotto i pusillanimi come Cannibal.
Questo secondo promette meglio, ma tutto dipenderà da cosa avrà combinato Flanagan, autore del sopravvalutato Oculus, del più che discreto Hush e della via di mezzo poco consistente Somnia: riuscirà il buon Mike, ormai considerato uno specialista, a portare in sala un horror degno di questo nome?
Speriamo bene, almeno si festeggerà Halloween come si deve!



La ragazza senza nome

 
"Pronto, Marco? Mi dispiace, ma non posso venire a cena con te: preferisco andare a bere con Ford."
Cannibal dice: Non sono un fan dei fratelli Dardenne, troppo neorealisti e fordiani per i miei gusti, però il loro ultimo Due giorni, una notte con Marion Cotillard mi era piaciuto davvero parecchio. Ho l'impressione che il miracolo potrebbe ripetersi anche con questo La ragazza senza nome, che vede come protagonista la promettente Adèle Haenel già vista nel sorprendente The Fighters – Addestramento di vita.
Ford dice: i Dardenne, simboli del neorealismo moderno ed amati da una buona fetta di pubblico radical - e mi stupisco del fatto che non siano tra i favoriti di Cannibal -, sono una vera e propria certezza, anche se non sempre ho amato il loro Cinema "della strada". Ad ogni modo, una visione ci sta tutta, sperando che si tratti di uno dei loro lavori più "umani".



Saint Amour

"Vieni, ti porto a bere con un ragazzo della nostra età: James Ford."

Cannibal dice: Commedia alcolico-campagnola franco-belga con protagonista il sempre odioso Gérard Depardieu. Più che una chicca radical-chic come di solito arrivano da Oltralpe, sembra una robaccia pane & salame perfetta per Ford, da cui nessun Santo ci potrà salvare.
Ford dice: alcool, campagna e pane e salame sono da sempre la mia materia. Un po' meno Depardieu, che non sono ancora riuscito a capire se detesto o riesco a digerire.
Nel dubbio, una visione - magari con sottofondo alcoolico - ci potrebbe stare. Alla facciazza di quel cittadino snob di Radical Kid.



Racconto calabrese

"Ho deciso di puntare tutto quello che avevo su Cannibal Kid, ed ecco il risultato."

Cannibal dice: Film on the road su un padre che cerca di ricongiungersi con la figlia, sembra una vicenda perfetta per il daddy Ford, che però lo ignorerà solo perché non arriva dall'America ma dall'Italia. Io invece lo ignorerò solo perché mi sembra una fordianata bella e buona, anzi brutta e cattiva.
Ford dice: rapporto tra padri e figli e film on the road potrebbero giocare a favore di questo film, che di contro ha lo svantaggio di essere una produzione italiana, e dunque entra nel grande gruppo di incognite della settimana.
Non fosse altro che per sbugiardare Cannibal, dovessi riuscire a recuperarlo lo vedrò in barba al fatto che il Cucciolo Eroico continui a credere nella mia crociata anti Terra dei cachi.



Parola di Dio

"Vieni pure, Cannibal: ho giusto finito di preparare la sedia speciale che ti ha ordinato Ford."

Cannibal dice: Lavoro russo a tematica religiosa che già solo dal titolo sa di una pesantezza divina. White Russian potrebbe quindi eleggerlo a capolavoro dell'annata.
Ford dice: drammone a sfondo religioso russo che qualche anno fa avrebbe fatto la felicità del sottoscritto, e che ora, Fordini ed impegni da casalingo sempre presenti, temo parecchio per il potere da pennica.
Proverò comunque ad inserirlo nella lista dei film d'autore da recuperare.



Enclave

"E così quello è Cannibal Kid: non vedo l'ora di bulleggiarlo."

Cannibal dice: Pellicola sulla guerra nel Kosovo con protagonista un bambino che vuole dare una sepoltura al suo nonno deceduto... Ma questa settimana quanti film sceneggiati da Ford escono?
Ford dice: altro film potenzialmente molto fordiano ed in grado di indisporre o stroncare Cannibal. Potrei vederlo anche solo per questo.


martedì 9 febbraio 2016

Sherlock - L'abominevole sposa

Regia: Douglas MacKinnon
Origine: UK
Anno: 2016
Durata: 90'








La trama (con parole mie): abbiamo conosciuto lo Sherlock della realtà e dei tempi attuali, le sue indagini accanto al fido Watson, la rivalità mortale con Moriarty, il complesso rapporto con il fratello Mycroft, le sue cadute ed i suoi successi.
Ora facciamo un passo indietro, e proviamo ad immaginare (?) come sarebbero andate le cose se tutto fosse stato ambientato ai tempi di Arthur Conan Doyle, nel cuore della Londra vittoriana, con i nostri due impareggiabili detectives alle prese con un caso inquietante che pare scomodare addirittura fantasmi e morti pronti a tornare alla vita, quello che sembra essere accaduto a Moriarty sul finire della terza stagione dedicata alle gesta di Holmes.
Ma è tutto vero, o una fantasia?
O forse entrambe le cose?










Il fatto che Sherlock sia, senza ombra di dubbio, una delle sorprese e scoperte da piccolo schermo più importanti e notevoli di questo inizio duemilasedici del Saloon è ormai indubbio, con buona pace del Cannibale e di chiunque avesse potuto pensare che un prodotto così british potesse in qualche modo fare breccia nel cuore del sottoscritto, da sempre assolutamente dalla parte degli USA.
Del resto, sono sempre stato un fan dell'opera di Arthur Conan Doyle e di molte delle trasposizioni cinematografiche del suo personaggio più importante, Sherlock Holmes, dunque una serie che ne riproponesse adeguatamente le gesta, da queste parti, avrebbe avuto più possibilità di sfondare di un prodotto action troppo scarso rispetto agli standard eighties del sottoscritto: ed eccoci, dunque, a Sherlock.
Una serie non solo in crescendo, ma divenuta con il passare degli anni e degli episodi sempre più perfetta, culminata di recente con una sorta di episodio speciale pronto a "sedare" i fan più hardcore in attesa di una quarta stagione che ancora non si sa esattamente quando debutterà: L'abominevole sposa, divertissement d'altissima classe giocato sul filo sottile tra passato e presente, classicismo e modernità, rispetto ed innovazione, raccordo che conduce i fan a quelli che saranno i nuovi episodi con protagonisti gli ottimi Benedict Cumberbatch e Martin Freeman, è l'ennesima dimostrazione della scommessa vinta dagli autori, nonchè una vera a propria perla di tecnica, ritmo, fotografia ed ironia tipicamente inglese.
Come se non bastasse, al consueto cocktail fornito dalla serie, questa volta si aggiungono elementi come la rappresentazione "in costume" dei protagonisti - e variazioni fisiche annesse -, un'atmosfera horror gotica che passa da La vera storia di Jack lo squartatore a Piramide di paura, la gestione della nemesi per eccellenza di Holmes, Moriarty, un approccio che mescola ironia - dagli scambi al Diogenes Club al bromance Sherlock/Watson - e riflessione sociale - il ruolo della donna e la sua riscossa rispetto alla lunga tradizione di violenze fisiche e psicologiche subite dall'uomo - ed una tecnica che pare migliorare anno dopo anno.
Se, dunque, questa Abominevole sposa è la premessa per l'attesissima quarta stagione, allora tutti noi fan vecchi e nuovi della serie possiamo dormire sonni tranquilli: la squadra di Sherlock è coesa e tosta come non mai, pronta a stupire ed in grado senza dubbio alcuno di farlo, grazie ad un mix sempre più interessante di intelligenza, arguzia, sagacia e, perchè no, stronzaggine che renderà il cocktail servito decisamente da ricordare.
L'introduzione prepotente e definitiva - per quanto già sfiorata in passato - della dipendenza di Holmes dalle droghe e dell'utilizzo delle stesse da parte del detective per poter affrontare prima ancora che il mondo se stesso regala poi ulteriori sfumature rispetto al prodotto finito, che riesce nella non facile impresa di assumere le connotazioni non solo di una sorta di secondo "pilot" ma anche di un vero e proprio lungometraggio, perfetto per catturare i vecchi quanto i nuovi fan.
Per quanto mi riguarda, non comincerò certo ora a dubitare delle capacità, dell'ego e delle intuizioni di uno degli antieroi più convincenti nei quali mi sia imbattuto nel corso delle ultime stagioni: abominevoli spose o biechi sposi, passato o futuro, apertura mentale o dipendenze chiuse, io sarò accanto a Sherlock neanche fossi l'ultimo degli Watson.
Che tanto ultimi, poi, non sono.
Perchè l'elementare non è necessariamente qualcosa di troppo semplice per essere buono.





MrFord





"I wanna kiss the bride yeah!
I wanna kiss the bride yeah!
Long before she met him
she was mine, mine, mine
don't say I do
say bye, bye, bye
and let me kiss the bride yeah!"

Elton John - "Kiss the bride" - 







sabato 6 febbraio 2016

Sherlock - Stagione 3

Produzione: BBC
Origine:
UK, USA
Anno: 2013
Episodi:
3






La trama (con parole mie): dopo aver inscenato la propria morte ed essere sparito dalle scene per due anni, Sherlock torna alla ribalta sorprendendo compagni ed avversari, correndo in aiuto del fratello Mycroft e tornando accanto all'amico e compagno d'avventura John Watson, in procinto di sposarsi con la fidanzata Mary.
Proprio il matrimonio del suo partner d'azione sarà il palcoscenico perfetto per le capacità dell'investigatore più intuitivo e pieno di risorse del Regno Unito, pronto ad affrontare una minaccia che potrebbe addirittura tenergli testa, rivelazioni improvvise, un possibile esilio, rischi continui di morte e, soprattutto, l'apparente ritorno sulle scene di una nemesi che credeva definitivamente passata a miglior vita.







Devo ammettere di essere rimasto a bocca aperta.
Quando, non troppo tempo fa, con Julez approcciammo la prima stagione dell'osannatissimo Sherlock targato BBC interpretato - alla grandissima - da Benedict Cumberbatch e Martin Freeman, rimasi almeno in parte deluso, per quanto la qualità del prodotto risultasse indubbiamente alta: "solo" più che discrete, quelle prime tre puntate, per farmi pensare di essere di fronte ad una proposta che vanta critiche concesse solo ai grandi nomi del piccolo schermo e paragoni illustri.
Già al secondo giro di giostra, però, con la marcia ingranata ed i meccanismi oliati, le cose erano cambiate ed abbiamo finito per trovarci di fronte non solo ad un titolo in netta progressione, ma anche ad una grande opera ispirata dai romanzi del mitico Arthur Conan Doyle resa attualissima ed avvincente: con la terza e qui presente stagione, la svolta - e la consacrazione - definitivi.
Sherlock passa, grazie ad episodi come Il segno dei tre, definitivamente di categoria, confermandosi un titolo di qualità altissima a livello tecnico, teso ed oscuro così come ironico e divertente, equilibrato perfettamente dai suoi due protagonisti ed arricchito non solo da comprimari d'eccezione, ma avversari e minacce sfaccettati ed affascinanti: percorrendo a memoria gli ultimi anni di piccolo schermo, oltre a faticare a trovare prodotti in grado di mantenere alto il proprio livello qualitativo, trovo quasi impossibile individuarne anche solo un paio - Breaking bad, nello specifico, e Spartacus - che nel corso della loro storia hanno vissuto un crescendo che li ha portati da partenze discrete o buone ad epiloghi esaltanti.
In particolare, dopo il rodaggio scanzonato e quasi da commedia nera del primo episodio, con il già citato Il segno dei tre l'asticella della qualità ha una vera e propria impennata, ed approfittando del matrimonio tra John Watson e la fidanzata Mary gli autori confezionano un episodio perfetto per scrittura e realizzazione, che mescola il giallo classico all'azione, corre avanti e indietro nel tempo di narrazione e non solo decostruisce la vicenda attraverso le indagini di Sherlock, ma come in un gioco di scatole cinesi incastra più sottotrame per poi risolverle come se fossero una soltanto: come se non bastasse, con l'ultimo episodio della stagione assistiamo ad un nuovo confronto tra Sherlock ed un rivale apparentemente senza punti deboli - quantomeno a livello mentale - ed al ritorno - attesissimo - di un altro grande personaggio che è parte integrante della mitologia legata al buon Holmes.
In tutto questo resta il tempo per osservare più da vicino l'idea - magnifica - avuta dagli autori per rendere anche visivamente il "palazzo mentale" di Sherlock, analizzare - da un punto di vista completamente diverso - la dipendenza del grande investigatore dalle droghe e mostrare lo stesso anche da un'angolazione decisamente più umana di quanto non si sia abituati quando si ha a che fare con la sua arguzia, spesso pronta a sconfinare in (giustificata) supponenza.
Sherlock, dunque, si presenta come una delle serie crime più innovative ed interessanti dell'attuale panorama televisivo, ed uno dei racconti più intensi, divertenti e profondi di amicizia: per questo, per la sagacia di Holmes ed il coraggio pane e salame di Watson, per i lati nascosti di Mary e le follie di Moriarty, qui in casa Ford attenderemo trepidanti anche la stagione numero quattro.





MrFord





"Three's my lucky number
and fortune comes in threes
but I wish I knew that number
that even little children seem to see
oh, I'm missing everything I knew
it's just so hard to be a child
oh, i'm missing all the things i knew
yet whinge i knew nothing at all
I whinge i knew nothing at all."
Massive Attack - "Three"-  






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