lunedì 3 ottobre 2016

Elvis&Nixon (Liza Johnson, USA, 2016, 86')




Che gli States siano la patria dell'esagerazione e del larger than life - in positivo come in negativo - penso sia ormai chiaro non solo a noi appassionati di Cinema o fan della cultura a stelle e strisce, ma al mondo intero - sempre in positivo come in negativo -: per quanto parzialmente bistrattato dalla critica ho trovato che il lavoro di Liza Johnson, Elvis&Nixon, incentrato sullo storico incontro tra i due personaggi all'inizio dei settanta alla Casa Bianca, sia un'ottima espressione di questo concetto.
In un'epoca per certi versi completamente diversa e per altri assolutamente e paurosamente uguale - in fondo, il candidato repubblicano per le imminenti Presidenziali è nientemeno che Donald Trump, uno che fa apparire Nixon quasi un'ottima alternativa democratica - sono molti i punti di una vicenda più curiosa e grottesca che altro pronti a suscitare riflessioni sulla direzione che il mondo attuale sta prendendo e sull'influenza del potere sulle persone che lo detengono, sia esso politico o mediatico.
Grazie ai due mostri di bravura Michael Shannon e Kevin Spacey - che fanno a gara a chi è più magnetico, nonostante nessuno dei due somigli particolarmente fuori dai panni portati in scena ai personaggi che interpreta - e ad un cast di supporto perfetto - bravi tutti, da Colin Hanks ad Evan Peters, sicuramente da tenere d'occhio per il futuro, fino ad Alex Pettyfer -, questo Elvis&Nixon diventa non solo un gioiellino di ricostruzione storica come lo erano stati l'Hitchcock di Sacha Gervasi o il Marilyn di Simon Curtis, ma anche un modo per osservare quanto figure come quelle del Re del Rock e di uno dei Presidenti più odiati della Storia americana fossero a loro modo prigioniere del loro ruolo, e talmente fagocitate dall'ombra di se stessi da risultare una via di mezzo tra bambini mai cresciuti e folli senza possibilità di guarigione: da questa prospettiva il lavoro della Johnson pare sconfinare tra la ricostruzione storica ed il surreale in stile Cohen - le indicazioni date dagli assistenti di uno e dell'altro alle loro controparti a proposito dell'incontro tra le personalità sono quasi esilaranti, così come il faccia a faccia divenuto uno sfogo dei due a proposito della paura del comunismo e dell'influenza delle droghe e di personaggi come i Beatles sui giovani -, con la piccola differenza - che non è un difetto, anzi, ma un'aggiunta al valore del sottotesto del film - che si tratta della ricostruzione di un evento realmente accaduto.
Personalmente, non ho mai nascosto le mie simpatie per i cugini a stelle e strisce, o una preferenza netta a livello musicale e non solo per le loro produzioni, così come per l'idea che dietro ogni successo possa celarsi una vera e propria impresa costruita dal niente, passo dopo passo, quasi come se "avessi avuto la fortuna di due persone", afferma Elvis rispetto al fratello gemello nato morto mezzora prima di lui: allo stesso tempo, è chiaro che la fabbrica di sogni più grande del mondo è anche un buco nero dal quale è difficile scappare, come risulta chiaro sul finale, quando scopriamo che, fatta eccezione per il buon Jerry, amico di Elvis prima ancora che suo PR, nessuno ha finito per scampare dal pagare il prezzo per ognuno di quei sogni sempre troppo grandi.
Forse a molti queste appariranno solo chiacchiere da salotto tra due dinosauri del secolo scorso, giganti pronti a mangiare e calpestare non solo chi era loro attorno, ma anche loro stessi, ma dal canto mio, gli Stati Uniti sono anche questo: grandi speranze e grandi cadute.





MrFord




16 commenti:

  1. Voglio vederlo perché, anche se a prima vista sembra il più grande miscasting della storia recente, Shannon e Spacey sono due mostri di recitazione a prescindere.

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  2. Loro bravissimi, anche se poco somiglianti e sopra le righe, ma mi è sembrato uno spunto troppo piccolo per farci sopra un'ora e trenta di film. In generale, complici gli attori (anche un Pettyfer non spogliarellista/re del ballo del liceo), l'ho trovato piacevole. :)

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    1. A dire il vero io l'ho trovato interessante, e l'ora e mezza mi è passata spedita.
      Poi, certo, tanto ha fatto il cast.

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  3. Incredibile che con un soggetto così stringato, la regista abbia tirato fuori un film che comunque intrattiene.
    Spacey è fenomenale, ma Michael Shannon si mangia ogni scena, il più improbabile, ma comunque riuscito, Elvis visto di recente al cinema ;-) Cheers

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    1. Concordo in tutto e per tutto, Bara.
      Cheers anche a te.

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  4. Niente, io dopo una settimana l'ho già dimenticato. Nemmeno gli attori, bravissimi, han lasciato il segno, così diversi, così dentro ad altri personaggi.

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    1. Mi ricordavo il tuo post: io, invece, l'ho trovato interessantissimo e recitato alla grande.

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  5. "un gioiellino di ricostruzione storica come lo erano stati l'Hitchcock di Sacha Gervasi o il Marilyn di Simon Curtis"...
    ecco, due filmettini patinati e televisivi (nel senso peggiore del termine) che proprio non mi avevano convinto, così come invece questa rece mi ha convinto a continuare a tenermi lontano da questo film. Grazie Ford per avermi fatto risparmiare del tempo. ;)

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    1. Meglio così: non vorrei mai che parlassi male di un altro buon film, come tuo solito. ;)

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  6. Carino, divertente, recitato benissimo.. ma onestamente non è un film che mi ha entusiasmato!

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    1. Non ha entusiasmato neanche me, ma è un buon prodotto realizzato con perizia e recitato da dio.

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  7. E' stata una piacevole scoperta. L'ho apprezzato abbastanza :)

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  8. io ne ho sentito parlare piuttosto male, purtroppo, e la cosa mi è spiaciuta abbastanza, perché Kevin Spacey, per me, è una quasi assoluta garanzia...
    è il primo giudizio soggettivamente positivo che incrocio, tra rete e commenti...
    ormai l'hanno ritirato dalle sale, ma vedrò di mettermi in moto per recuperarlo

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    1. Secondo me la visione vale anche solo per il cast. Spacey e Shannon sono pazzeschi.

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