Regia: Philiph Noyce
Origine: USA
Anno: 2014
Durata: 97'
Anno: 2014
Durata: 97'
La trama (con parole mie): in
un futuro controllato minuziosamente da un gruppo di anziani in cui
tutto è in bianco e nero e le emozioni uniformate almeno quanto le
distinzioni e le passioni, Jonas riceve l'incarico, con l'arrivo della
sua maggiore età, di divenire il custode dei ricordi dell'epoca passata,
il testimone dell'efficacia della realtà in cui è cresciuto.
Quando,
però, l'addestramento del ragazzo con il vecchio custode diventato
donatore inizia, per Jonas si aprirà un mondo traboccante colore e
sentimento che lo indurrà a ribellarsi passo dopo passo al sistema,
lottando affinchè il meccanismo che regola la precisione schematica
della società venga scardinato e tutte le imperfezioni
ritrovino la loro identità.
Riuscirà il poco più che adolescente nuovo custode dei ricordi a sovvertire la sua realtà?
O sarà il Sistema ad avere la meglio?
O sarà il Sistema ad avere la meglio?
La
questione del futuro distopico è da decenni uno dei principali spunti
non soltanto per quanto riguarda la fantascienza, ma anche per l'analisi
sociale del mondo in cui viviamo attualmente: dai più grandi autori del
genere fino ai blockbuster più commerciali immaginabili, il mondo del
Cinema si confronta in continuazione con questo filone, probabilmente
conscio delle potenzialità che esprime e delle riflessioni che è in
grado di far nascere nel pubblico.
Onestamente,
mi aspettavo davvero poco da questo The giver, considerata l'aura un pò
teen che lo circondava, ed altrettanto onestamente ammetto di aver
approcciato il lavoro di Noyce semplicemente per la curiosità di Julez e
perchè, dovendo tenere aggiornato il blog rispetto alle ultime novità,
poteva starci: e devo ammettere che, nel corso della prima parte,
nonostante tutto sapesse di già sentito - dall'utilizzo del bianco e
nero e del colore fino all'idea dell'organismo di controllo e del mondo
perfetto che perfetto non è -, Meryl Streep e la protagonista femminile
Odeya Rush fossero pressochè inguardabili e la realizzazione certamente
lontana dalla perfezione - soprattutto il montaggio -, ho finito per
ritrovarmi addirittura stupito in positivo dalla costruzione di una
vicenda assolutamente senza pretese rispetto al risultato complessivo ma
comunque a suo modo sopportabile.
Peccato
che, neppure il tempo di gustarsi un pò di sana retorica da "siamo
tutti imperfetti, ma il mondo ha comunque sempre una speranza" e chi più
ne ha, più ne metta - cosa, del resto, a proposito della quale potrei concordare anche io,
in linee molto generali - elargita dal sempre mitico e sempre fordiano
ex lebowski Jeff Bridges, ed ecco materializzarsi di colpo davanti agli
occhi degli occupanti del Saloon un crescendo finale terribile, ancora
più banale di quanto le premesse potessero presagire, privo di qualsiasi
tensione e soprattutto di logica neppure si trattasse dell'ultimo dei
prodotti horror che di norma fungono da carne da macello per le uscite
in sala estive.
La
progressiva presa di coscienza di Jonas e la sua escalation di rivolta
contro il Sistema e chi lo coordina divengono una sorta di barzelletta
in grado di demolire, peraltro grazie a piccoli dettagli, tutto il poco
di buono costruito in precedenza senza possibilità di appello,
dall'utilizzo scellerato del neonato Gabriel - che riesce, nell'ordine,
durante la sua fuga accanto al protagonista, a resistere ad una corsa a
perdifiato in moto con tanto di salto stile Expendables, a giorni e
giorni di viaggio senza mangiare, bere o avere il culo pulito, ad una
sorta di base jump in un fiume, ad una discesa in slitta con tanto di
caduta nella neve prima di giungere a destinazione - all'assurdità del
cambio repentino delle attitudini di tutti gli abitanti della società
perfetta ed alla sua stessa gestione - un mondo totalmente soggiogato e
controllato in cui tutto è ripreso nessuno effettua controlli in tempo
reale?
Le medicine e le iniezioni che inibiscono le emozioni di colpo, nel momento in cui il protagonista prende la decisione di ribellarsi, cominciano miracolosamente a non fare più lo stesso effetto, almeno sugli amici più stretti del buon Jonas -, fino al classico finale hollywoodiano che suona di presa per il culo enorme alla razionalità ed al buon senso, oltre che alla questione sentimentale sfruttata nel modo peggiore.
Le medicine e le iniezioni che inibiscono le emozioni di colpo, nel momento in cui il protagonista prende la decisione di ribellarsi, cominciano miracolosamente a non fare più lo stesso effetto, almeno sugli amici più stretti del buon Jonas -, fino al classico finale hollywoodiano che suona di presa per il culo enorme alla razionalità ed al buon senso, oltre che alla questione sentimentale sfruttata nel modo peggiore.
Ora, non ho letto
il romanzo e non conosco, nel dettaglio, gli eventuali cambiamenti e
rimaneggiamenti operati dagli sceneggiatori, ma senza dubbio una robetta
come questa - soprattutto nella seconda parte - potrebbe funzionare
giusto come anestetico pomeridiano per ragazzini non troppo concentrati
desiderosi giusto di poter raccontare agli amici di aver visto l'ultimo
film di moda del momento - schifezzuole come Colpa delle stelle
permettendo, ovviamente -.
Peccato,
perchè premesse di questo tipo, per quanto già sentite, hanno sempre la
possibilità di regalare qualche emozione "a colori".
Mentre qui siamo nel bianco e nero più profondo.
E neppure dei migliori.
MrFord
"Now a shadow scream my name
and in the daylight I could swear
we’re the same
but I’m just an ordinary human
(ordinary ways)
I’m just an ordinary human."
and in the daylight I could swear
we’re the same
but I’m just an ordinary human
(ordinary ways)
I’m just an ordinary human."
One Republic - "Ordinary human" -
Il film, pur non essendo interamente malvagio, ha perso molto del fascino del libro, che poi è la ragione principale per cui lo condanno. Il mondo rappresentato dal film è chiaramente distopico: c'è un controllo ferreo, una capa dura e cruda che non tollera disobbedienze, un lavaggio del cervello collettivo. La scelta di Jonas di scappare pare legittima, sensata, priva di sfumature, e quindi naturalmente suscita un normale "embè? ora il ragazzetto salva il mondo, che novità". Nel romanzo il mondo di Jonas è, per molti, sinceri, versi, idillico. Non ci sono colori (ma i lettori non lo sanno finchè non lo scopre anche Jonas: qualcosa di non rendibile nel film), non esistono le pulsioni sessuali e non vi sono ricordi del passato. Ma non c'è nemmeno odio, fame, violenza, malattie. Ai bambini non viene imposto di diventare qualcuno: li si osserva per anni, li si spinge a scegliere, e poi, in base alle loro caratteristiche, si decide quale futuro potrebbe andare meglio per loro. Non c'è passione, ma c'è affetto. Non esiste Il capo, ma un consiglio che accetta suggerimenti e poi discute (anche molto a lungo) qual è la cosa migliore da fare: nessuno bracca Jonas, nessuno "congeda" al primo errore, nessuno lo spinge ossessivamente a rispettare le regole. La ribellione di Jonas appare diversa perchè, in tutta sincerità, non è certo che abbia ragione. Il romanzo spinge a riflettere (quanto è lecito perdere per salvaguardare la vita?), il film si colloca invece stancamente nel filone dei distopici YA già largamente saccheggiato (le scenette d'amore con la ragazza, impossibili nel romanzo visti i 12 anni di Jonas, a cosa dovrebbero servire esattamente?) e quindi non riesce a comunicare pienamente la novita (il romanzo fu pubblicato nel 1992) e le sfumature originali. Joanne
RispondiEliminaJoanne, benvenuta e ottimo commento davvero: leggendolo mi è dispiaciuto ancora di più per lo spreco che è stato fatto di materiale effettivamente molto interessante.
EliminaUn peccato che non sia stato adattato da sceneggiatori e da un regista all'altezza.
bottigliate assolutamente doverose, anche io nel mio piccolo l'ho bottigliato a dovere, pubblicazione in stereo oggi!
RispondiEliminaLetto e confermato. Una vera ciofeca!
EliminaSi sentiva puzza di fail lontano un miglio, peccato perché nel commento sopra di Joanne si intravede del grosso potenziale nel romanzo che come al solito non viene usato a dovere....
RispondiEliminaFail? Epic fail, direi! Davvero un'occasione sprecatissima!
Eliminafilm senza infamia e senza lode.
RispondiEliminabottigliate persino eccessive. evidentemente non sai proprio più contro chi prendertela...
strano però che ti lamenti della mancanza di razionalità di questo film, quando gli expendables fanno le stesse cose del protagonista, solo che hanno 80 anni di più e quindi il tutto è 1000 volte più inverosimile :)
Gli Expendables, caro Peppa, possono tutto in quanto Expendables: dai loro film non mi aspetto certo realismo assoluto! ;)
EliminaDetto ciò, questo film, soprattutto nella seconda parte, è una vera schifezzina battuta soltanto dalla super schifezza Colpa delle stelle! ;)
io e mia figlia contiamo di vederlo
RispondiEliminaMiyazaki no e questo sì!? Doppie bottigliate! ;)
EliminaHa già detto tutto Joanne nel primo commento, il romanzo è davvero toccante ed emoziona. Questo filmetto, fin dal trailer, mi sembrava quanto di più distante ci potesse essere dal lavoro della Lowry e non lo guarderò perché di scrivere un post zeppo di insulti ne ho poca voglia...
RispondiEliminaTi capisco bene: risparmiati il tutto, specie se hai già letto il romanzo e specie se lo stesso è così interessante!
EliminaCome già scritto dal Bradipo, non mi ispira. Quindi rimando fino a data da destinarsi, in attesa di leggermi i libri.
RispondiEliminaSecondo me fai meglio a limitarti alla lettura! ;)
EliminaMannaggia, leggendo il commento di Joanne era meglio leggere il libro! Concordo con te sul fatto che la prima parte del film non era male, peccato davvero per il finale: frettoloso, poco coinvolgente...insomma, potevano metterci qualcosa in più! Della prima parte ho odiato solo le smorfie di Katie Holmes, tornata improvvisamente Joey Potter di Dawson's Creek... ;-)
RispondiEliminaTerribile Katie Holmes, anche se non quanto la Streep e la ragazzina.
EliminaE seconda parte da cancellare davvero!
ci avrei giurato che lo bottigliavi xD Effettivamente ho indovinato :D
RispondiEliminaCon questa roba non c'erano molte altre possibilità! ;)
EliminaProbabilmente aiutata dall'aspettarmi meno di zero,a me non è dispiaciuto...cerco che è una sagra del riciclo di altre idee,ma tutto sommato una sufficienza gliela dò.Ovvio che non regge il confronto con i film da cui pesca,che per me sono cult assoluti(Equilibrium,Gattaca,Pleasantville).Non includo Divergent,che pure ha molti punti in comune con questo, nella lista perchè quello era una vera porcheria.Anch'io ho pensato che era assurdissimo che il neonato sopravvivesse a tutto,ed un'altra cosa che non ho capito è perchè volessero tramandare le memorie...cioè,se le emozioni,i sentimenti,sono quello che minaccia il mondo,e nel mondo attuale li abbiamo soppressi,a che ci serve avere qualcuno che ricordi cosa vogliano dire?Non possiamo lasciar morire l'ultimo che ne ha memoria e basta?Vabbè qua di plotholes ce n'erano hai voglia,ma tutto sommato non mi dispiace averlo visto.
RispondiEliminaL'aspettativa bassa, effettivamente, a volte aiuta. In questo caso, almeno nella prima parte, è stato così anche per me.
EliminaPoi tutto è naufragato.
Interessante, comunque, la questione che sottolinei rispetto alle memorie.
Ho visto adesso che ero loggata col profilo/non profilo del mio Sire...ero io qui sopra ;)
EliminaQuindi, in un certo senso, sei stata nuova lettrice per un paio di commenti! ;)
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