martedì 18 ottobre 2016

Deepwater - Inferno sull'oceano (Peter Berg, USA/Hong Kong, 2016, 107')




Sarebbe bastata la coppia esplosiva composta da Mark Wahlberg e Kurt Russell per far salire l'hype rispetto ad un film come Deepwater Horizon - tradotto dai nostrani distributori con l'improbabile "Inferno sull'oceano" neanche fosse l'ultimo dei fracassoni film catastrofici -, e renderlo un papabile favorito di questo inizio autunno al Saloon.
Fortunatamente, però, le grandi divinità che regolano il Cinema tutto hanno deciso di giocare al rialzo con il sottoscritto, inserendo nell'equazione una drammatica storia tutta a stelle e strisce della quale il film è ricostruzione - il disastro della piattaforma che, oltre a dare il nome alla pellicola, nel duemiladieci divenne tristemente nota come la più terribile tragedia in termini ambientali della Storia marina degli USA - e Peter Berg, fordiano onorario grazie a produzioni seriali indimenticabili come Friday Night Lights, tamarrate selvagge della risma di Battleship ed action d'autore come Lone survivor.
E, devo ammetterlo, le attese non sono affatto state deluse.
Deepwater - Inferno sull'oceano è un solido, tosto ed ottimamente realizzato film d'azione drammatico a stelle e strisce, che funziona dal primo all'ultimo minuto, scorre alla grande, illustra un disastro senza nascondere le responsabilità che furono delle società che amministravano la stazione e ne gestivano la sicurezza e regala passaggi visivamente notevoli nella seconda parte, quando ha inizio il caos vero e proprio e tutti i lavoranti dell'impianto si trovano a dover lottare per la propria vita e per la ricerca di una via di fuga da quello che diviene a tutti gli effetti una manifestazione di quello che potremmo immaginare essere l'Inferno.
Come se tutto questo non bastasse, accanto alla presentazione dei personaggi ed alla cornice molto made in USA della prima parte, lo spettatore viene almeno fino all'inizio del disastro travolto da quello che è per me ribattezzato "effetto Titanic", ovvero la tensione data dall'inesorabilità dell'evoluzione della trama e dell'attesa del momento in cui la situazione precipiterà, che si tratti di un iceberg, per l'appunto, o come in questo caso del collasso di un sistema a causa dell'eccessiva avidità e spocchia di un gruppo di presunti esperti del settore.
Da quel momento Marc Wahlberg tira fuori il miglior Mark Wahlberg eroe ammeregano sempre pronto a lottare per la propria vita, il ritorno alla famiglia ed i colleghi, mentre Kurt Russell, non essendo più in età per quel tipo di impresa, sfodera una solida interpretazione d'appoggio che conferma per l'ennesima volta il livello di miticità - come direbbe Po - assoluto di questa icona degli anni ottanta.
Il risultato è una pellicola d'intrattenimento moderna eppure vecchio stile solida come una roccia, che andrà a nozze con tutti gli amanti della settima arte "born in the USA" e potrebbe a sorpresa anche soddisfare qualche spettatore abituato a proposte di nicchia, non fosse altro per la grande perizia tecnica messa al servizio della realizzazione o per la polemica contro le multinazionali responsabili, in nome del profitto, della morte di tanti lavoratori disposti ad accettare determinati incarichi ad alto rischio principalmente per portare a casa il pane.
Non si parlerà certo del film dell'anno, o di qualcosa destinato a fare la Storia della settima arte, ma se avessi un bel prodottone come questo almeno una volta a settimana sarei senza dubbio uno spettatore più felice, soprattutto perchè avrei modo di dimostrare quanto il tanto bistrattato Cinema made in USA di grana apparentemente grossa può dare al pubblico oltre all'intrattenimento.
Non tutti - registi, produzioni o Paesi - sarebbero in grado di fare altrettanto.
"Questione di riflessi", direbbe Kurt Russell.
Parole sante, dico io.




MrFord







8 commenti:

  1. Ripasserò a leggerti dopo aver visto il film, mi è caduto l'occhio solo sul numero di bicchieri e su "Questione di riflessi", il che mi fa ben sperare per la visione ;-) Cheers

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    1. Sono molto curioso, devo ammetterlo, di scoprire cosa ne penserai tu.
      Attendo! ;)

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  2. Dev'essere un'americanata talmente clamorosa ed eccessiva che l'hanno ignorato alla grande persino negli Usa. Più che di disastro della piattaforma, si può parlare di disastro ai botteghini, uahahah :D

    A quanto pare "il tanto bistrattato Cinema made in USA di grana apparentemente grossa" ormai non frega più manco gli ammeregani, giusto te Ford. ;)

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    1. Il fatto è che questo è un action d'autore, dunque il grande pubblico fa fatica a digerirlo tanto quanto i radical come te! ;)

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  3. Non ho proprio l'hype a 1000 ma diciamo che Berg mi sta simpatico e che sono cmq molto curioso di vederlo
    ;)

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    1. Vedrai che, invece, sarai molto soddisfatto.
      Fammi sapere! :)

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  4. Io ed il Khal abbiamo già pronto il popcorn delle grandi occasioni.
    Ed il livello di miticità di Kurt è fuori scala!!!

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    1. Almeno sul livello di miticità di Kurt non la pensi come quel tordo di Cannibal! ;)

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