domenica 9 ottobre 2016

El abrazo de la serpente (Ciro Guerra, Colombia/Venezuela/Argentina, 2015, 125')




I confini, siano essi mentali, fisici o naturali, dalle rivincite degli outsiders alle scoperte dei grandi esploratori, e l'atto di varcarli sono da sempre una passione per nulla celata del sottoscritto, al Cinema e non solo: nel corso dell'avvicinamento all'ultima notte degli Oscar, avevo notato tra le pellicole candidate come Miglior film straniero questo El abrazo de la serpente, che fin dal trailer e dalla trama aveva colpito l'immaginario del sottoscritto, tanto da spingermi a tifare in qualche modo per lui, nonostante avessi indicato come favorito il poi trionfatore Il figlio di Saul.
Per nulla preso in considerazione dalla distribuzione italiana e recuperato grazie come di consueto all'Internet, sono riuscito dopo mesi di "corteggiamento silenzioso" a mettere gli occhi su questo lavoro dai ritmi lenti ed ipnotici in grado di mescolare l'Aguirre di Herzog, la visionarietà di Malick e Kubrick - la sequenza onirica che precede l'epilogo è una meraviglia -, il crepuscolo di Dead Man e tutta l'autorialità che funziona da queste parti, fatta di suggestioni ed interpretazioni, ma anche e soprattutto di una ricerca che porti al cuore dell'Uomo e della Natura, per la quale anche l'estetica e le immagini finiscono per essere al servizio della sostanza, quasi si crescesse minuto dopo minuto, fotogramma dopo fotogramma.
Senza dubbio parliamo di un film non facile, in alcuni passaggi in grado di spiazzare anche un veterano di questo tipo di pellicole come il sottoscritto, che a mio parere non va approcciato con l'idea di poterlo - o doverlo - comprendere necessariamente in toto, quanto più di seguirlo al ritmo lento di una canoa spinta dai remi nel cuore del Rio delle Amazzoni, uno dei fiumi più affascinanti e magici al mondo, culla di civiltà sterminate dall'arrivo della "civiltà" nel corso degli ultimi secoli, alcune perdute e scomparse, giunte a noi grazie al lavoro, al sacrificio ed al coraggio di esploratori pronti ad abbandonare tutto per mettersi sulle tracce di questi popoli ma anche, in una certa misura, di se stessi.
Osservare il rapporto dello sciamano in bilico tra passato, presente e futuro con la Natura, il Cosmo e l'invasione dei bianchi lascia ad un tempo spiazzati ed affascinati, così come se lo stesso viene comparato con il personaggio di Macuta, indio "civilizzato" scampato alle brutalità delle piantagioni di gomma, pronto ad esplodere facendo della violenza un riscatto sociale contro gli sfruttatori ed i colonizzatori celebrati da targhe commemorative e colonie religiose eppure responsabili della fine di un mondo che doveva essere magico ed affondare le sue radici al cuore della civiltà e della Storia: abbandonarsi ed abbandonare almeno nel corso della visione il nostro retaggio culturale e lasciare che questo serpente ci abbracci, liberando il giaguaro in agguato dentro di noi, potrebbe essere un'esperienza non solo cinematografica, ma anche e soprattutto "mistica", per quanto un discorso di questo tipo possa suonare strano buttato sulla pagina da un tamarro pane e salame come il sottoscritto.
Del resto, che dire, io sono uno "stupido uomo bianco": eppure, serpente o giaguaro, abbraccio o artiglio che lacera le carni, subisco il fascino del Tempo che si ferma nel momento in cui viene valicato un confine.
Interiore, culturale o geografico che sia.




MrFord




14 commenti:

  1. È lì che giace dentro l'hard disk da settimane, prima o poi dovrò decidermi a guardarlo. Che ultimamente con tribù sciamaniche e antiche civiltà del passato sono praticamente di casa...
    ;)

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    1. Come mai sei di casa con le tribù sciamaniche!?
      E a proposito di sciamani, dobbiamo sentirci per quello che sai. ;)

      Detto questo, il film è un gran trip!

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    2. Ahaha è che ultimamente mi sono preso con le civiltà antiche e tutte le varie teorie sul possibile contatto alieno avvenuto in tempi remoti: maya, aztechi, sumeri e via dicendo...
      Per quella roba lì devo un attimo vedere, ma mi sembra di aver capito che è un momento di magra..
      Ti faccio sapere ;)

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    3. Tranquillo, senza fretta.
      E dobbiamo comunque organizzare per vederci, quantomeno al mio compleanno! :)

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  2. Sento puzza di film più noioso dell'anno, o forse anche di tutti i tempi.

    Ford, sei sempre più radical-chic ed elitario a ogni post che passa. Alla faccia del pane e salame... ;)

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    1. Senza dubbio per te potrebbe esserlo.
      E quello è l'indicatore della bontà di un film. ;)

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  3. Mi hai perso al Colombia/Venezuela/Argentina!

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    1. Ahahahaha a volte hai quasi più pregiudizi del Cannibale! ;)

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    2. Magari qualche sera che non riesco a prendere sonno lo guardo XD

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    3. Ridi, ridi: e poi magari diventa il tuo film preferito! ;)

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    4. A vedere il trailer non sembra neppure TROPPO una palla.Certo che in bianco e nero....però anche Schindler's list e Frankenstein jr erano in bianco e nero,eppure mi son piaciuti!Chissà.Certo che se lo propongo al Khal sai che dito medio,ed io x il mattino non posso mettere altra roba in lista!

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    5. Ci sono un sacco di grandi film in bianco e nero, e ci metto anche un paio dei miei preferiti in assoluto come I sette samurai e La morte corre sul fiume, o M - Il mostro di Dusseldorf. Quindi fai tu. ;)

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