Se, nel grande mondo del Cinema, tutti i trailer da esaltazione o i film sostenuti da un hype alle stelle mantenessero le aspettative che si creano nel pubblico, allora probabilmente noi appassionati saremmo incredibilmente più felici: in questo senso, quando ventilarono le prime voci rispetto alla realizzazione di una pellicola dedicata ai "bad guys" della DC Comics, all'interno della quale i suddetti villains al servizio del governo finivano per diventare un'alternativa agli eroi, sperai che si potesse materializzare il momento in cui mi sarei goduto uno dei titoli potenzialmente più interessanti del genere degli ultimi anni pronto a sostenerlo ed esaltarlo.
Peccato che, fin dalle prime recensioni, tutto pareva essersi risolto in un mezzo buco nell'acqua, una bolla di sapone neppure lontanamente paragonabile all'equivalente made in Marvel Deadpool, che qualche mese fa raccolse fior di consensi anche qui al Saloon: così, stroncatura dopo stroncatura, ho finito per giungere al momento della visione con aspettative praticamente azzerate, in modo da pararmi letteralmente il culo da cocenti delusioni.
E quale grande impresa è riuscita a compiere, infine, questa Suicide Squad?
A deludere ugualmente, non riuscendo a scampare alle bottigliate neppure facendo conto del suddetto tentativo di protezione del deretano di questo vecchio cowboy: Ayer, che pure non mi dispiace, probabilmente limitato pesantemente dalla produzione, finisce per presentare un titolo che di cattivo ha poco o niente, quasi come se il PG avesse deciso che all'improvviso sangue, botte, ironia nerissima e politicamente scorretto fossero banditi dalle sale, scritto e montato, per dirla come in Boris, alla cazzo di cane, all'interno del quale anche i personaggi più interessanti - come la Harley Quinn della notevole Margot Robbie - finiscono per diventare macchiette, in cui Will Smith fa il Will Smith della peggior specie - e a me sta anche simpatico, figuratevi - ed il tanto chiacchierato Joker di Jared Leto finisce per prendersi una sonora dose di schiaffi in faccia dai precedenti decisamente più illustri di Jack Nicholson e soprattutto Heath Ledger, che con la sua versione della nemesi storica di Batman ha settato uno standard che il pur dotato Leto manca clamorosamente neanche fosse uscito a bere in mia compagnia ed avesse ordinato un acqua naturale.
La stessa - bella, sia chiaro - colonna sonora è infarcita di brani tanto cult quanto abusati, da Seven Nation Army a Paranoid, ed i characters cardine - interpretati da Viola Davis e Joel Kinnaman - appaiono meno empatici ma più carismatici della nemesi della Suicide Squad, la floscissima Incantatrice di Cara Delavigne, sciapa come la sua interprete: peccato davvero, perchè con uno script adeguato ed una mano davvero cattiva questo sarebbe potuto divenire un supercult del genere, ridefinendo completamente il panorama supereroistico al Cinema, considerato che la sovraesposizione dello stesso nel corso delle ultime stagioni sta cominciando a stancare - così come i tentativi di scopiazzare selvaggiamente il progetto del Cinematic Universe della Marvel, ripreso anche qui grazie alle apparizioni del Batman di Affleck e del Flash di Ezra Miller, protagonisti del prossimo film dedicato alla Justice League, risposta di casa DC agli Avengers della Casa delle idee -.
Dunque, più che i "cattivi" protagonisti del film, la vera Suicide Squad mi è parsa, alla fine, essere quella della produzione di questo esperimento decisamente fallito.
MrFord