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martedì 31 marzo 2020

White Russian's Bulletin - Decade Edition



La prima volta che ho pensato ai dieci anni del blog avevo in mente un sacco di progetti, tra sondaggi, classificone, post in serie e quant'altro: poi le cose sono cambiate, la blogsfera si è desertificata, le motivazioni sono scemate e ultimamente la vita vissuta ha preso direzioni nuove e complesse.
Ci tenevo, però, a presentare un Bulletin speciale, che partisse dalle liste dei dieci migliori di ogni categoria dei Ford Awards per indicare quelli che sono stati i miei personali film, serie e libri del decennio trascorso da queste parti, senza che comparissero anche le altre nove posizioni, ma celebrando i vincitori tra i vincitori, ringraziandoli per aver reso più speciale la mia permanenza qui ed alimentando la passione che da sempre ho per piccolo e grande schermo, così come per quei "piccoli oggetti rettangolari che si chiamano libri".
Ecco, dunque, il meglio del meglio del Saloon degli ultimi dieci anni. Sperando, ovviamente, di ritrovarci qui a brindare tra altri dieci.


MrFord


FORD AWARD DECADE EDITION - LIBRI

Iperborea - La vera storia del pirata Long John Silver - Björn Larsson

I Ford Awards dedicati ai libri sono stati, negli scorsi dieci anni, dominati in lungo e in largo da Don Winslow (due volte vincitore) e Jo Nesbo (quattro volte vincitore), percorsi da Joe Lansdale - che non si è mai piazzato sul gradino più alto del podio ma che continua ad essere uno dei fordiani ad honorem più fordiano ad honorem che ci sia - e spezzati da rivelazioni vecchie e nuove. Ma nessun romanzo è mio quanto La vera storia del pirata Long John Silver, che oltre ad essere un lavoro straordinario di scrittura, è il ritratto del personaggio in cui - alcool a parte - mi sono più ritrovato in tutta la mia Storia di lettore.
Come, se non ricordo male, scrissi nel post ai suoi tempi, io sono Long John Silver.
Il vecchio Barbecue vive ed è attaccato alla vita, è uno stronzo senza ritegno ma è anche profondamente se stesso, si è costruito sulla sua esperienza e sulla stessa ha dato e preso, senza lamentarsi dei giri di chiglia, delle frustate, dei tesori e delle vittorie.
Si è preso tutto, Long John Silver. Si è preso la vita.
Quello che cerco di fare sempre anche io.


FORD AWARD DECADE EDITION - SERIE TV

Breaking Bad: storia, successo e importanza della serie di Vince ...

La decina delle serie tv è stata forse la più difficile da prendere in esame per questo premio speciale, considerato che si partiva dall'ultima stagione di Lost, passando attraverso cose come True Detective, The Young Pope e Chernobyl, senza contare secondi posti d'eccezione come Sons of Anarchy e Spartacus. Eppure, se i naufraghi più noti del piccolo schermo hanno rappresentato una rivoluzione ed il decennio precedente, nulla può essere paragonato all'evoluzione di Breaking Bad, l'unica serie televisiva che ricordi aver incrementato, stagione dopo stagione, la sua qualità, l'intensità e la potenza, diventando un riferimento per chiunque voglia scoprire quello che, a tutti gli effetti, è ormai diventato il mondo gemello del Cinema.
L'epopea di Walter White e Jesse Pinkman è una lezione di scrittura, profondità, tensione, nonchè una delle tre serie fondamentali di sempre, insieme al già citato Lost e Twin Peaks.


FORD AWARD DECADE EDITION - FILM NON DISTRIBUITI IN ITALIA

Swiss Army Man - Film (2016) - MYmovies.it

Come spesso accade, nel nostro Paese capita che titoli interessanti, premiati o anche solo potenzialmente accattivanti vengano ignorati dalla distribuzione, finendo per essere recuperati solo grazie al tam tam della blogosfera, una delle cose più belle che l'esperienza di avere un blog di Cinema riserva: tra le cinque categorie, questa è stata quella sulla quale sono stato più sicuro e veloce.
Swiss Army Man, per me, è uno dei più grandi film degli ultimi dieci anni, un Capolavoro vero, un'opera d'arte giocata e costruita sull'emozione e sulla vita, dalla profondità enorme, che ancora oggi, a distanza di anni, mi commuove solo al ricordo.
Potrei stare qui a scrivere per ore, ma non varrebbe neppure lontanamente l'emozione di una visione che, almeno per quanto mi riguarda, è stata un passaggio fondamentale di tutta la mia vita di appassionato. E non solo.
Swiss Army Man è pura magia. E come ogni magia che si rispetti, va vissuta sulla pelle.


FORD AWARD DECADE EDITION - IL PEGGIO

Detachment - Il distacco - Film (2011) - MYmovies.it

Per quanto riguarda il decisamente meno ambito dei premi, quello destinato al peggio, ho deciso di puntare su un film che, in realtà, non è certo il peggiore della decina di vincitori: se, però, di film brutti ne esistono e ne esisteranno sempre, portando a volte addirittura ad una certa ilarità, titoli che abusano del loro potere e potenzialità non riusciranno mai, almeno da queste parti, a pensare positivo.
Detachment, uno tra i primi grandi bottigliati illustri del Saloon - e ne sono passati, da The tree of life a La forma dell'acqua -, è un film che, a mio parere, abusa intellettualmente degli spettatori e degli strumenti che poteva avere, rappresentando, di fatto, una sorta di abuso sessuale spirituale.
Ricordo ancora bene quanto mi fece incazzare, e quanto continuo e continuerò a bottigliare tutti quei film e registi che vorranno giocare a fare finta di essere accanto al pubblico pur mettendosi un gradino - e oltre - sopra neanche fossero i peggiori tra i politici.


FORD AWARD DECADE EDITION - IL MEGLIO

The Wolf of Wall Street - Film (2013) - MYmovies.it

Anche la decina dedicata ai migliori film presentava numerosi grossi calibri, titoli che sono divenuti e diverranno i cult delle prossime generazioni di cinefili: ma dentro di me, sapevo quale sarebbe stato il nome che chiamava a gran voce. Anzi, ululava.
The Wolf of Wall Street è stato una vera e propria epifania, e ricordo ancora di averlo iniziato bello stravaccato sul divano e di averlo finito seduto per terra davanti alla televisione: Scorsese e Di Caprio allo stato puro, ritmo da lancio con il paracadute, scrittura esemplare, un crescendo che, parlando del mitico Marty, non vedevo dai tempi di Quei bravi ragazzi e Casinò. 
In dieci anni che hanno portato alla ribalta titoli e nomi nuovi, da Nolan a Refn passando per il più recente vincitore Bong, il film della decade per me è figlio di quella che ormai può essere considerata classicità: ma da buon vecchio, non posso che appoggiare e spalleggiare questo lupo che, nonostante la giungla intorno, sa ancora bene come farsi sentire.
E cazzo, quando lo fa, arriva dritto al cuore.



sabato 31 marzo 2018

Fordina Unchained - Ti "mamo" due volte






Oggi è uno dei due giorni più speciali dell'anno, per me.
Due anni fa, anche se sono in anticipo rispetto a quel primo pomeriggio, ti affacciavi in questo mondo pronta a sconvolgere il mio mondo: questo perchè, come spesso mi è capitato di affermare, raccontare, scrivere, per uno stronzo come me avere una figlia significa, in quache modo, trovare la donna della propria vita senza tutte le complicazioni che i legami sentimentali comportano.
E' come se tutto l'amore che un uomo possa provare per una donna fosse privato delle dinamiche e dei casini del sesso, delle differenze, di qualsiasi cosa si possa vivere con l'altra metà del cielo: ed eccoci qui, dal mattino quando vuoi che sia io a venirti a prendere nel letto a quando mentre gioco con AleLeo ti siedi tra le mie gambe, come indecisa se seguire in tutto e per tutto tuo fratello o cercare di catturare totalmente la mia attenzione, dai baci mucca a tutti i tuoi no, che sai dire così bene e spero continuerai a rifilare a tutti quelli che vorranno, inevitabilmente, portarti via da me.
E so che un giorno arriverà quel momento, ma fino ad allora continuerò a pensare di essere io l'unico che vorrai vicino, che ti sostiene e sosterrà, ti prenderà in braccio anche solo per un capriccio, ti darà vinta quasi qualsiasi cosa perchè uno sguardo, un tocco della mano, un momento solo nostro è qualcosa che nessuna donna abbia mai conosciuto - neppure la mamma, figurati - riuscirà mai a regalarmi: e se ripenso al novembre scorso a Bologna, quando ti sei addormentata sul mio petto neanche fossi neonata, o alla furbizia che sfrutti per capire tutto e ancora ostinarti a dire solo qualche parola, o agli schiaffi che non esiti a mollare, penso che quello che ci attende sarà difficile e tosto ma anche incredibilmente pieno, e non posso essere altro che grato per quello che mi regali ad ogni sguardo.
Vorrei scrivere ancora, e ancora, ma credo che qualsiasi mia parola perda ogni significato rispetto a quelle che pronunci, pur se grazie ad una suggeritrice unica, in questo filmato.
Ti "mamo" anch'io, non hai davvero idea di quanto.
Buon compleanno, Patatina.



Papà


venerdì 31 marzo 2017

Fordina Unchained - Un anno dopo




Credo sia la prima volta, che inizio per tre volte un post, lo cancello e ricomincio.
Di norma, quando scrivo, sono un fiume in piena, non mi preoccupo troppo di quello che esce, se non che esca, ed il giorno prima della pubblicazione rileggo il tutto velocemente giusto per rifinire.
Ma questo, Becca, è un post diverso da tutti gli altri.
Oggi è il giorno del tuo primo compleanno, e come tre anni fa feci per tuo fratello, oggi tocca a te prenderti tutto il Saloon per festeggiare.
Amici e conoscenti me lo dicevano, quasi fosse un monito.
Ad uno che è sempre stato un vero stronzo - per quanto le bastonate in amore le abbia prese anch'io, come è naturale e giusto che sia - una figlia femmina cambia completamente l'esistenza.
E devo ammettere che è proprio vero.
Come quando adesso mi vedi entrare in una stanza, o arrivare al nido per portarti a casa in bicicletta - e quanto ti piace, con le braccia alzate come fossimo sulle montagne russe! - e gattoni a velocità impressionante e poi ti fermi con le mani protese e lo sguardo che pare già di una donna che sa quali corde pizzicare, per avere un uomo ai suoi piedi, per chiedermi - se così si può definire - di prenderti in braccio, ed io sono lì, a tua disposizione, e penso che sarà sempre così, anche quando non avrò più la forza di muovermi e tu e AleLeo, almeno spero, sarete al mio fianco per salutarmi un'ultima volta.
In un certo senso, anche quando alla ventesima sveglia notturna ti farei bere una bella boccia di sambuca per farti dormire dodici ore di seguito e lasciarci riposare, penso che tu sia, e non me ne voglia la mamma, la donna della mia vita: il percorso che proprio lei ha iniziato, con me, lo stai proseguendo tu ora, anche se non te ne rendi conto, anche se non te ne ricorderai, mentre a me resteranno per sempre negli occhi i tuoi balli scatenati, i tuoi riccetti - così diversi dai capelli liscissimi di Ale -, quegli occhi che certi giorni paiono azzurri come il mare ed altri ambrati come le foglie in autunno, quasi fossero un cocktail tra tutti quelli della famiglia, ed altri grigi, quel momento in cui, appena affacciata al mondo, con il cordone stretto intorno al collo apparivi violacea e senza voce, e ho dovuto combattere il terrore di vivere una seconda volta quello che era accaduto per la nostra piccola Agnese, rimanere saldo in attesa che mi gridassi: "Io sono qui".
Ed ora, dodici mesi dopo, posso dire che ci sei, eccome.
Ci sei con le risate fragorose che più di tutti tuo fratello riesce a strapparti, con le dita negli occhi ai tuoi compagni del nido - e non solo a loro -, con la mania per i telecomandi, i dvd dei cartoni animati usati come racchette da neve mentre ti muovi in tutta la casa ed i miei volumetti di Planetes - chissà perchè, poi, proprio quelli, tra tutti quelli che potresti avere a portata di mano -, con la furbizia tipica delle piccole donne, con i momenti in cui ti prendo in braccio, la notte, e piano piano ti abbandoni appoggiata al mio petto, ed io sogno il momento stupendo e dolorosissimo in cui dovrò accompagnarti da un altro uomo che prenderà il mio posto e, chissà, magari ti renderà madre a tua volta.
O a una donna, e non cambierebbe nulla, ai miei occhi.
Ora scherzo spesso e volentieri rispetto al fatto che probabilmente sarò molto geloso di te, quando sarai più grande - ed è curioso, perchè io geloso non lo sono affatto -, e mentre con AleLeo costruisco una complicità maschile quando ti guardo sento crescere qualcosa che va oltre qualsiasi sentimento abbia mai provato per qualsiasi donna, e di nuovo mi perdoni mamma, che ora mi starà mandando qualche maledizione ma che sa  bene cosa intendo, quanto abbiamo lottato per averti - ed avervi -, quanto ti abbiamo voluta, quanto è stato magico quella mattina di metà agosto duemilaquindici pedalare da Bellaria a Igea Marina per le beta, sentirsi dire dall'infermiera ai prelievi che secondo lei saremmo stati (ancora) genitori, e andare a ritirare i risultati nel pomeriggio con Ale che, alla nostra domanda "Sì o no?" rispose sicuro "Sì!".
Senza contare, comunque, che tutto questo non ti deve precludere e non ti precluderà la visione di tutti gli action movies del tuo vecchio, dei western, del wrestling e di tutto quello che mi definisce: dovessi diventare una Sly al femminile, non potrei che esserne felice.
Anche se l'importante, alla fine, è che tu possa essere felice per come sarai, qualsiasi cosa deciderai di fare.
E che, alla fine, io ci sarò sempre.
In fondo, per quanto "pop" e banale potrà suonare, tu sei la mia (e nostra) "ragazza magica".
Buon (primo) compleanno, Patatina.
Che anche per te sia l'inizio di un viaggio ben più lungo dei centotre che sogno per me.




MrFord

domenica 26 marzo 2017

7 White Russians Up



E così, anche quest'anno, ci siamo arrivati.
Sinceramente, non l'avrei neppure immaginato, quella sera del ventisei marzo duemiladieci.
E neppure lo scorso anno, quando in questo periodo cominciavo a considerare l'idea di mollare, prima di prendermi un'estate più vacanziera e tornare rigenerato in una blogosfera pur - purtroppo - lontana da quella del periodo duemiladodici/tredici.
E invece, eccomi qui.
White Russian compie oggi sette anni fatti di film, serie tv, bevute, incontri, grasse risate e lacrime amare.
La sera in cui mi misi al computer per imboccare questa nuova strada io e Julez eravamo ancora senza figli, non sapevamo se ne avremmo avuti - voluti, quello sempre -, lavoravamo nella stessa azienda - pur se in settori e con competenze diverse - ed avevamo abbandonato Milano da non più di un paio di mesi, Lost doveva ancora giungere al termine, avevamo meno tatuaggi ed ero sicuramente meno grosso di adesso.
Curioso, quanto le cose cambino in un intervallo di tempo relativamente breve - per quanto, e l'esperienza me l'ha provato in più occasioni, a volte in un anno si concentrano così tanti eventi che pare di averne vissuti quattro o cinque -, e quante persone e situazioni entrino a far parte della nostra vita.
Ad ogni modo, per festeggiare questa giornata ho pensato di raccontare qualcosa in più su chi sta da questa parte della tastiera, senza sbrodolare una biografia o uno di quei post tipicamente fordiani bersagliati da Cannibal, quanto, più che altro, buttare nella mischia un pò di "Ford Facts".
Potrebbero essere dieci, come una sorta di classifica.
Dunque, in alto i calici, amici e nemici: al termine di questa bevuta potrete dire di conoscermi un pò di più.


1) Per quanto ora sia un bevitore da competizione, il mio rapporto con l'alcool è nato soltanto attorno ai ventitre/ventiquattro anni, per esplodere definitivamente superati i venticinque.
Da adolescente, quando tutti, tra compagni di scuola, fidanzate ed amici, cercavano di sballarsi in ogni modo, io conducevo una strenua lotta da straight edge, probabilmente, come ogni bravo teenager, per farmi notare.
Tendenzialmente, mi rendeva solo un pò più stronzo.
Di recente, per dare un contegno economico ed un contentino al mio corpo che invecchia, ho deciso di dedicarmi all'astensione per due giorni la settimana, che non sono un problema considerato che, in casa, nelle vetrinette che sono uno degli angoli sacri del sottoscritto, si trova circa un'ottantina di bottiglie, che riescono anche a restare (quasi) piene - ovviamente senza contare la scorta di birre in dispensa -.

2) Un altro angolo sacro di casa Ford è la sezione Cinema, che conta svariate migliaia di dvd e bluray divisi tra Cinema internazionale, Cinema italiano, Horror, Serie tv, Cofanetti e Cinema d'animazione. Tutti i settori sono in rigoroso ordine alfabetico, fatta eccezione ormai per quello dei cartoni, continuamente in subbuglio a causa dei Fordini.

3) Quando non bevo, il mio equivalente a quello che potrebbe essere il whisky è il the, che adoro per colazione ma anche la sera, in particolare se tra le sue sfumature è presente una nota di menta - come nel caso delle miscele arabe, tra le mie preferite -.

4) Se i pomodori - due a pasto, non si scappa - e la carne sono due le colonne sulle quali si basa l'alimentazione del sottoscritto, con il passare degli anni l'elemento dato dal piccante in tutte le sue forme è diventato quasi un rito. Di recente ho acquistato un vasetto di polvere di uno dei peperoncini più tosti al mondo, e quando la uso - molto poca, considerate potenza e costo in proporzione alla quantità - per il sugo della pasta, mi pare di aver bevuto una ventina di Red Bull. Una bomba.

5) Così come per l'alcool, anche la pratica della palestra è una cosa nata con l'avanzare dell'età: pur avendo sempre fatto sport, da ragazzino e più in generale da giovane sono sempre stato lontano dall'idea di mettermi a fare pesi, e sono sempre stato, infatti, una specie di grissino ambulante. Negli ultimi dieci anni, allenandomi costantemente, sono aumentato di più di venti chili.

6) Come molte persone amanti dei tatuaggi e parecchio tatuate, non tengo il conto del numero di volte in cui un ago ha iniettato dell'inchiostro sotto la mia pelle, ma ricordo bene i momenti che hanno portato ad ognuno di quelli che ho. Curioso che, dopo il primo - estate duemiladue - ho atteso quattro anni e la rivelazione che fu Barcellona - estate duemilasei - per capire che senza mi sentirei molto più "nudo". Gli spazi cominciano a ridursi, ma non per questo ho intenzione di fermarmi.

7) Patisco parecchio le altezze e mi sento profondamente a disagio quando qualcuno che, al contrario, non ha questo problema, si sporge dalla cima di un monumento o di qualsiasi luogo in cui ci si trovi in quel momento. Per cercare di vincere questa paura, non mi sono mai risparmiato quando, nel corso di un viaggio, ho avuto occasione di "scalare" qualcosa, dal World Trade Center all'Harbour Bridge di Sidney - in quel caso ero anche il primo della cordata dopo la guida -, senza considerare, sempre in Australia, l'esperienza di parasailing con Julez ed i tuffi da dieci metri durante le giornate di canyoning in compagnia di Julez e di Dembo.

8) Per quanto la nostra classe politica faccia di tutto per ostacolarmi e molti dei miei eroi a stelle e strisce siano o siano stati Repubblicani convinti, non ho mai votato una volta in vita mia la Destra.

9) Nell'estate del duemilaundici ho preso - con consistente ritardo - la patente di guida, più che altro per utilità nel caso in cui dovesse esserci bisogno estremo ed urgente.
In realtà odio guidare, che si tratti di macchina, moto o motorino, e stare al volante è una delle cose che mi provoca più tensione - di norma io sono easy su quasi tutto -: la notte in cui Julez ebbe le prime contrazioni che portarono alla nascita del Fordino, guidai la macchina fino all'Ospedale di Lodi - che sarà a cinque minuti scarsi da casa nostra - per poi scendere e far parcheggiare la signora Ford con il pancione, perchè temevo di sfondare la nostra macchina così come quelle nelle sue immediate vicinanze.

10) Da quando sono nati i Fordini sono diventato decisamente più sensibile a film, musica e romanzi: ora mi capita molto, molto più spesso di commuovermi. E capita anche che accada in stereo con Julez.



MrFord

giovedì 24 dicembre 2015

Ford Awards 2015: le serie

La trama (con parole mie): seconda giornata della maratona dedicata ai Ford Awards, che come di consueto, dopo i romanzi, vede protagoniste le serie televisive passate sugli schermi del Saloon da gennaio ad oggi. Non si parla di titoli, dunque, necessariamente nuovi, bensì di quelli che, con una o più stagioni, hanno riempito occhi e cuore di questo vecchio cowboy ricordando quanto, a volte, il piccolo schermo riesca a giocarsela alla pari - se non in vantaggio - con il grande.
E dalla realtà estrema alla fantasia più sfrenata, dai sentimenti all'azione, i dieci titoli qui presenti hanno rappresentato un tassello importante - per non dire fondamentale - del mio duemilaquindici.


N°10: JUSTIFIED



Prosegue il recupero di Justified, che si conferma come uno dei titoli più fordiani in assoluto del panorama del piccolo schermo, pronto a battere per entrare in top ten prodotti come Black Sails, Banshee o Daredevil, continuando a mantenere alta la sua qualità ed altissimo il livello di coolness del suo protagonista Raylan Givens, sempre affiancato dalla nemesi/rivale/quasi amico Boyd Crowder.




Serie dalle vicissitudini travagliate in fase produttiva ma quasi sempre convincente dal punto di vista della qualità: salvata da Netflix, che si è preoccupata di dare ai fan un finale dignitoso, impreziosita da una terza stagione pazzesca e da una coppia di protagonisti perfetti come outsiders, è stata recuperata integralmente nel corso dell'anno e sempre apprezzata.
Un nuovo classico nel panorama del thriller da piccolo schermo.




Un cocktail ottimamente riuscito tra l'appena segnalata The Killing e Broadchurch, un viaggio allucinante nel dramma di due genitori alla ricerca del loro bambino scomparso, costretti ad affrontare l'oscurità scoperchiata in una piccola comunità francese proprio a seguito della loro tragedia. Realismo estremo, ottime interpretazioni, un tema scottante ed una riflessione assolutamente profonda a proposito della terrificante banalità del Male.

N°7: BALLERS



La sorpresa del piccolo schermo fordiano per questo duemilaquindici: atmosfera scanzonata e velatamente malinconica, un The Rock in grandissimo spolvero, situazioni che paiono mescolare Pain&Gain e Californication, sport, sesso ed alcool, il tutto ambientato nella splendida cornice di Miami.
In altre parole, una vera e propria manna dal cielo creata ad hoc per la goduria del sottoscritto, già in fervente attesa per la seconda stagione, che è già un must see della prossima estate.




Dopo una prima annata strepitosa che è valsa alla creatura di Nic Pizzolatto il Ford Award per la miglior serie duemilaquattordici, al secondo giro di giostra True Detective ha dovuto fare i conti con pregiudizi, aspettative, eccessivi ridimensionamenti.
Per quanto mi riguarda, è stata una delle produzioni più umane e potenti dell'anno, e seppur non perfetta, splendida nel portare alla ribalta un personaggio femminile caratterizzato alla grandissima - la Bezzerides di Rachel McAdams - e far mangiare la polvere al grande schermo con episodi dal taglio assolutamente perfetto.

N°5: SHAMELESS



Al Saloon ci sarà sempre un tavolo pronto per i Gallagher.
La famiglia più amata del piccolo - e forse grande - schermo dai Ford torna alla ribalta con una quinta stagione all'altezza della strepitosa quarta, come sempre una certezza quando ci si ritrova a parlare di Famiglia, fratellanza, amore, amicizia e tutte quelle cose clamorosamente normali pronte a diventare eccezionali proprio perchè vissute nel profondo e con passione da tutti noi outsiders che amiamo incondizionatamente la vita. Una porta più che aperta: sfondata.




Qualitativamente parlando, la saga di Hank Moody ha conosciuto certo giorni migliori nelle sue prime, strepitose annate, che nelle due stagioni di chiusura del serial.
Eppure sarebbe stato ingiusto non celebrare uno dei charachters che più ho amato e mi ha rappresentato nel corso degli ultimi anni, giunto a salutarmi con un episodio finale da commozione proprio nel periodo della perdita del mio grande amico Emiliano, che con me e mio fratello aveva amato Hank Moody, la musica, la scrittura, l'alcool, Bukowski, Warren Zevon e le donne.
Salute, vecchio Hank.
Mi mancherai.


N°3: FARGO



L'antagonista di True Detective a tutte le premiazioni dello scorso anno, nata da una costola del mitico cult dei Coen eppure dallo stesso indipendente: non ho ancora avuto modo di recuperare la seconda stagione, che probabilmente farà capolino al Saloon il prossimo anno, ma ho trovato questa prima divertente e cattiva, scritta, diretta ed interpretata alla grande.
Scene cult a profusione, ed una riflessione di fondo sull'oscurità della Natura umana da brividi.





La decisione più sofferta dei Ford Awards di quest'anno è stata lasciar scivolare i SamCro dal gradino più alto del podio nella stagione del loro addio.
Jax e i suoi mi mancheranno da impazzire, così come mi mancherà una delle mie serie preferite di sempre: eppure, per parafrasare proprio il "maledetto" protagonista, "oggi i cattivi perdono".
Dunque, anche se, con il cuore, la serie del duemilaquindici per eccellenza è stata Sons of anarchy, mi accontento di lasciare alla creatura di Kurt Sutter la seconda piazza, conscio del fatto che i colori dei SamCro li porterò per sempre addosso, sulla pelle e nel cuore.

N°1: NARCOS


Se qualcuno mi avesse detto, soltanto un paio d'anni or sono, che un giorno una realtà come Netflix, nata dalla rete, avrebbe realizzato una serie in grado di riportare alla mente le atmosfere di Capolavori assoluti come Breaking bad o Il potere del cane, avrei riso. Forte.
Invece, senza perdersi in stronzate da adolescenti che vogliono imitare Tony Montana ed ispirandosi alle vicende reali di uno dei trafficanti più noti e leggendari che siano esistiti, Pablo Escobar, i ragazzacci della suddetta Netflix tirano fuori dal cilindro una proposta che riesce ad essere avvincente, imperdibile, universale - per aver catturato anche Julez, che di droghe e traffico delle stesse non vuole sapere nulla neanche se si tratta di fiction - ed assolutamente cult.
Se il livello dovesse mantenersi lo stesso, o addirittura salire il prossimo anno, allora il paragone con le imprese di Walter White non suonerà più così irreale.


I PREMI



Preferito fordiano: Hank Moody, Californication

Miglior personaggio: Jax Teller, Sons of anarchy

Miglior sigla: Narcos

Uomo dell'anno: Wagner Moura, Narcos

Donna dell'anno: Rachel McAdams, True Detective

Scena cult: "El plomo o la plata", Narcos

Migliore episodio: Papa's Goods, Sons of anarchy e Omega Station, True detective

Premio ammazzacristiani: Lorne Malvo, Fargo

Miglior coppia: Mireille Enos e Joel Kinnaman, The Killing
Cazzone dell'anno: Levon, Californication
Cattivo dell'anno: Pablo Escobar, Narcos


MrFord

mercoledì 23 dicembre 2015

Ford Awards 2015: i libri

La trama (con parole mie): come ogni anno, con l'avvicinarsi del giro di boa giunge anche uno degli appuntamenti più attesi del sottoscritto, ovvero i Ford Awards, le classifiche che, di fatto, tirano le somme di un'intera stagione di letture e visioni.
Per la prima volta dall'apertura del Saloon non figurano i Videogames, ridotti ormai agli scampoli di giornate di stanca o particolarmente libere che, chissà, Fordina permettendo, potrebbero tornare a fare capolino da queste parti tra dodici mesi.
Nel frattempo, do fuoco alle polveri con la top ten dei romanzi letti nel corso di questo duemilaquindici, che, lo ammetto, fatta eccezione per un paio di delusioni, è stato davvero soddisfacente, ed accolgo i Gallagher come simbolo di questa edizione dei Ford Awards.
Nel frattempo, quale titolo raccoglierà l'eredità di Cujo?


N°10: SCARAFAGGI di JO NESBO



L'appuntamento con i Ford Awards letterari non può far mancare il suo interprete più celebrato al Saloon, Jo Nesbo. Per il secondo anno consecutivo, pur non occupando le posizioni più alte della graduatoria, il buon Jo piazza in classifica il secondo romanzo in termini cronologici dedicato alle avventure del suo charachter più riuscito, Harry Hole, per la prima volta pubblicato in Italia. 
Ancora acerbo, come il precedente Il pipistrello, ma già mitico.


N°9: AMERICAN SNIPER di CHRIS KYLE, JIM DEFELICE, SCOTT MCEWAN



Da una figura controversa come quella di Chris Kyle, il cecchino più letale della Storia dell'Esercito statunitense al centro di un altrettanto controverso e splendido film firmato da Clint Eastwood, una biografia in grado di colpire per sincerità, passione e forza anche quando gli ideali espressi sono diametralmente opposti a quelli di chi li legge.
Un modo costruttivo ed interessante di scoprire quello che c'è dall'altra parte della barricata, e che potrebbe essere profondamente diverso da noi, almeno fino ad un certo punto: perchè, in fondo, siamo tutti umani guidati dalle stesse passioni.


N°8: IL CONFESSORE di JO NESBO



Secondo gettone raccolto dall'autore più premiato a livello letterario di questi anni al Saloon, che piazza un romanzo notevole ed un protagonista che non si dimentica, pur non riuscendo, di fatto, ad eguagliare le vette offerte dal detective Hole.
Il confessore, comunque, resta un one shot potente e come sempre perfetto nel descrivere le ombre dell'anima ed uno dei concetti più cari allo scrittore norvegese: quello della dipendenza.
Un romanzo sul peccato e sui peccatori, che da peccatore non ho potuto non amare.


N°7: TOKYO VICE di JAKE ADELSTEIN



Una delle sorprese più gradite di quest'anno: giunto al Saloon su suggerimento di un collega, a scatola chiusa, si è rivelato una lettura appassionante ed uno spaccato strepitoso legato alla cultura metropolitana nipponica, dalla Yakuza alle differenze lavorative tra uomini e donne, passando per il cibo e le usanze. 
Jake Adelstein, reporter d'assalto, affronta la vita in un altro Paese facendola propria, imparando dalla novità a costruire una propria tradizione.

N°6: SHOTGUN LOVESONGS di NICKOLAS BUTLER



L'amicizia, la Grande Frontiera made in USA raccontata come in una ballad strappacuore di Springsteen, i dolori e le gioie della crescita, vicende ordinarie che diventano straordinarie grazie alla semplicità della vita e della passione: tutto questo e molto altro in un romanzo certo non perfetto, ma tra i più sentiti che ricordi del passato recente.
Uno Stand by me versione adulta che tocca tutte le corde del cuore di chi sta attraversando quell'età in cui si è ancora nel mezzo, formati ma ancora all'inizio del proprio percorso "da grandi".


N°5: MISSING - NEW YORK di DON WINSLOW



Alle spalle una serie di romanzi non tra i suoi migliori, uno dei favoriti del Saloon, Don Winslow, torna alla ribalta con un crime movie dal ritmo tesissimo e decisamente pane e salame, reso ancora più tosto da un protagonista tra i migliori degli ultimi anni, Frank Decker, degno erede della grande tradizione di Hole e della coppia formata da Hap&Leonard.
Un road movie in salsa thriller che colpisce al cuore i padri, ma che ha il potere ed il grande respiro che solo il vecchio Don sa dare alle pagine.


N°4: COMPAGNO DI SBRONZE di CHARLES BUKOWSKI



Il vecchio Hank Bukowski non poteva mancare ai piani alti della classifica delle letture dell'anno, grazie ad uno dei titoli della sua bibliografia più importanti che ancora mancava al sottoscritto, e che ha assunto un significato ancora maggiore perchè giunto da queste parti nell'anno della fine di Californication - che deve un sacco al buon Buck - e della morte del mio amico Emiliano, che come il sottoscritto e mio fratello ha amato alla follia questo vecchio ubriacone che di tanto in tanto amava tenere la penna in mano.
Data l'anarchia di Buckowski, non tutti i racconti valgono davvero, ma quelli che lo fanno, sono lampi di genio assoluto.
Bagnati di sesso, alcool e vita. Come piace a me.

N°3: HONKY TONK SAMURAI di JOE R. LANSDALE



Un altro dei grandi protetti del Saloon dal punto di vista letterario è Joe Lansdale, che non ringrazierò mai abbastanza per aver creato Hap e Leonard, tra i miei personaggi preferiti sulla pagina scritta di sempre. Il nuovo capitolo della loro saga, giunto a cinque anni di distanza dal precedente, non delude le attese, pur non assestandosi tra i miei preferiti. 
O almeno questo è quello che ho creduto, considerando qualche posizione in meno in questa classifica, fino ad una quarantina di pagine dalla conclusione: poi il vecchio Joe sfodera uno dei finali più belli ed emozionanti che si potessero immaginare, ed apre una breccia grande quanto la Frontiera nel cuore del sottoscritto e di tutti i suoi fan. Lacrime, sangue ed emozione. Tutto in salsa Hap&Leonard.


N°2: L'ISOLA DEL TESORO di ROBERT LOUIS STEVENSON



Un Classico senza tempo che, all'epoca della scuola, ho sempre evitato per partito preso rispetto alle letture imposte, e che ho riscoperto proprio come un tesoro ora, che del periodo degli studi ho solo un vago ricordo: un romanzo di formazione ed avventura che è il capostipite di un genere, una meraviglia per gli occhi, l'immaginazione ed il cuore, che spero davvero che i miei figli potranno leggere ed amare come ho amato io dalla prima all'ultima riga.
Stevenson, con la sua visione da esploratore e pioniere, ha consegnato ai lettori di qualsiasi epoca un'epopea che è impossibile dimenticare. E non amare.





Raramente, nel corso della mia vita, ho trovato riscontro di me stesso in un personaggio come nel Long John Silver tratteggiato da Bjorn Larsson.
Pensandoci bene, solo Barry Lyndon aveva avuto lo stesso potere, su di me.
Questo, senza troppi fronzoli, è uno dei romanzi della mia vita.
Long John Silver, compagnone e spietato, egoista e generoso, esplosivo e sfuggente, con il suo amore incondizionato per la vita, è quanto di più simile esista al sottoscritto che si possa immaginare: un pirata per volontà che sfugge al ruolo di Capitano perchè l'unico ad avere il potere di deporlo deve rimanere lui stesso, un figlio della Libertà in grado di legarsi indissolubilmente a qualcuno o compiere le bassezze più atroci per vendicarsi di qualcun'altro.
Long John Silver è il Capitano della sua anima.
Ed io della mia.
La nave migliore con la quale possiamo partire alla volta del mondo.



I PREMI

Miglior autore: Bjorn Larsson
Miglior personaggio: Long John Silver, La vera storia del pirata Long John Silver
Miglior antagonista: Jim Hawkins, L'isola del tesoro
Scena cult: il momento in cui Long John Silver diventa "Barbecue", La vera storia del pirata Long John Silver, ed il finale di Honky Tonk Samurai
Premio "brutti, sporchi e cattivi": i Distruttori, Honky Tonk Samurai
Premio stile: Jake Adelstein, Tokyo Vice
Miglior personaggio femminile: Vanilla Ride, Honky Tonk Samurai
Miglior non protagonista: Henry, Shotgun Lovesongs
Momento action: il tentativo di autopompino, Compagno di sbronze
Atmosfera magica: la festa danzante di paese, Shotgun Lovesongs



MrFord

giovedì 29 ottobre 2015

36 candles

La trama (con parole mie): oggi - anche se ormai è quasi domani - è il mio trentaseiesimo compleanno. Il quinto che festeggio anche sulle pagine del blog.
Niente dissertazioni, oggi. Niente riflessioni sulla vita ed il tempo che passa. Niente Gli Spietati, o sguardi quasi malinconici su una blogosfera sempre meno popolata, che mi fanno guardare al Saloon e a pochi altri come avamposti di sopravvissuti ad un'epoca che sta tramontando.
Ho voglia di festeggiare.
Dunque, dato che, nonostante i numerosi riferimenti, non l'ho mai fatto, ho pensato di giocarmi la carta del post alcoolico, una personale top ten con le bevande - cocktail o straight - preferite del vecchio cowboy.
Buona sbronza a tutti.









N°10: Pastis

Figlio della grande tradizione marsigliese, il Pastis fa parte dello straordinario mondo dell'anice che io adoro in tutte le sue versioni: normalmente più da aperitivo che non da post-pasti, lo adoro soprattutto quando mi capita di andare a trovare i miei in montagna. 
Tarda mattinata, aria fresca, baretto locale, arachidi, patatine e un bel Ricard - o due - per carburare come si conviene.


N°9: Jack&Coca

Ho sempre amato il Jack Daniels, per quanto non sia certo una bevanda da purista. Ed ho sempre amato il suo sposarsi con la Coca Cola. La sua variante gemella, con il Jim Beam, è altrettanto sponsorizzata da queste parti. 
Per le serate "cowboy style", con questo cocktail si va sempre sul sicuro.


N°8: Bourbon liscio

A proposito di Jack Daniels e Jim Beam, anche il bourbon liscio sfonda una porta aperta da queste parti. Dai due blockbuster appena citati in tutte le loro varianti - Single barrell, Gentleman e Honey per il Jack, Devil's cut o Black per il Jimmy - fino a etichette poco note in Italia - Grandaddy, Maker's mark, Knob Creek - tutto fa molto, molto Saloon.


N°7: Gin Tonic

Fino a qualche anno fa, non amavo particolarmente le bevande secche, come il Gin, la Vodka - fatta eccezione per il White Russian, ovviamente - e simili, ed in parte non le amo particolarmente neppure ora - Tequila, Mezcal e derivati continuano a non essere in cima alla mia lista -, ma grazie alla grande varietà di etichette e sapori ed alle conseguenze sul day after - più mal di testa che nausea -, il Gin Tonic è diventato il mio cocktail favorito per le sbronze da battaglia nei localacci dove non si sanno preparare i cocktails.
Poi, certo, se invece del Larios qualche anima pia dietro il bancone mi sceglie il Bombay, il Tanqueray o qualche chicca particolare, tanto di guadagnato.


N°6: Cuba libre

Il mio secondo cocktail da combattimento preferito. Diretto, dolce, accogliente.
Non si potrebbe chiedere di più.
Anche perchè ha il grande pregio di sposarsi alla grande sia con il dolce che con il salato, quindi in fase di happy hour o di post-cena va benissimo ugualmente.
E non posso ancora dimenticare la sbronza colossale subito dopo la finale dei Mondiali del duemilasei.


N°5: Stinger

Un cocktail da appassionati, forse la cosa più di classe che posso sfoderare nel mio bagaglio alcoolico. Reso noto negli anni trenta e divenuto uno dei riferimenti perfino di James Bond - nonostante sia meno noto del Martini - questo perfetto connubio di Cognac e crema di menta può stendere senza farsi notare troppo.
Killing me softly, direi.


N°4: Rum liscio

Non solo Cuba Libre, per questo vecchio cowboy.
Ho sempre adorato i rum agricoli, ma in generale non mi faccio mancare, se capita, qualche assaggio di pezzi da novanta del settore: dallo stranoto Zacapa al Diplomatico, passando per il Bally, sono ancora qui che guardo nella mia vetrinetta degli alcolici, alla sezione dedicata, per l'appunto, ai rum, la bottiglia di panamense diciotto anni che mio fratello mi regalò qualche anno fa.
Chissà, prima o poi mi deciderò a godermi anche quella.


N°3: Single malt

L'orgasmo più godurioso delle bevute straight.
Un single malt da godersi alternando ogni sorso con uno di acqua ghiacciata, o anche senza.
Un tripudio di sapori e retrogusti che quando si chiudono gli occhi pare di essere nelle Highlands, o nel cuore di una foresta, o nel pieno di una battaglia, neanche fossimo vichinghi.
Dal Lagavulin all'Oban, dall'Old Puteney all'Highland Park, dai torbati ai più smooth, c'è un vero e proprio mondo dietro "la parte degli angeli".
Un mondo che sono felice di dover ancora in gran parte scoprire, e che ha dalla sua una facilità maggiore del sottoscritto nell'aprire anche bottiglie di un certo livello senza troppa paura.


N°2: Sambuca

Curioso che, dopo i rum e i whisky "alti", ad occupare il posto d'onore di questa personale classifica sia uno degli amari più operai che esistano, la sambuca.
Del resto, adorando l'anice, non poteva che essere qui.
Forse l'alcolico che ho più bevuto e più bevo nella vita, essendo un dopo pranzo assicurato o quasi, nonchè l'unico, in caso di esagerazione, ad avere il potere supremo di spegnimento del sottoscritto, neanche avesse accesso all'interruttore di emergenza.
Dolce e saporita, magica e goduriosa, è l'equivalente di un massaggio prima del sesso.
O dopo. 


N°1: White Russian

Non poteva che trovarsi qui, il cocktail simbolo del Saloon.
Reso noto da Il grande Lebowski, ha solo un difetto: non si sposa particolarmente bene con il caldo estivo, è esclusivamente after dinner e rende la mattina dopo un'eventuale sbronza un vero festival da chiusi in bagno.
Eppure è un vero tripudio di sapore, goduria, sensazione di progressiva e piacevole resa a fronte dell'inevitabile botta che arriva dopo la dolcezza di superficie: un pò come essere sedotti da una timida che poi, una volta giunti in camera da letto, vi smonta pezzo per pezzo neanche foste una Chevrolet del cinquantasette.
Se non l'avete mai provato, fatelo per il sottoscritto. Almeno stasera.



MrFord



 



mercoledì 29 ottobre 2014

35 times to be Ford

La trama (con parole mie): oggi è il mio trentacinquesimo compleanno. Normalmente, e seguendo la tradizione del Saloon, farei il consueto punto della situazione tramite flusso di coscienza prima di abbandonarmi alla ormai classica dissertazione a proposito de Gli spietati, che ogni anno decido di rivedere proprio in questo giorno. Per questo giro di giostra, però, ho pensato a qualcosa di diverso che potesse raccogliere il testimone di un tentativo fatto qualche tempo fa che aveva finito per divertirmi parecchio: ho deciso dunque di pubblicare il secondo test fordiano della storia di White Russian, al quale mi piacerebbe vedervi tutti sottoposti - perfino, e forse soprattutto, il Cannibale -.
La cosa è semplice come dovrebbero essere tutte quelle pane e salame: dieci domande a risposta multipla che, a seconda della maggioranza di risposte che darete, definiranno a quale tipologia di eroe fordiano appartenete.
Non ci sono scelte giuste o sbagliate, solo quelle cui vi sentirete più vicini.
In alto i calici e bando alle ciance, dunque.
Fatevi sotto e stupitemi.







Prima di ogni altra cosa, però, ringrazio Julez per lo splendido artwork sull'immagine che apre il post e, ovviamente, per tutto il resto. Quello che si vede e quello che non si vede.
E poi il Fordino. Per dirla "alla Balboa", averti è stato come nascere un'altra volta.



1) Da bravi ed impavidi fordiani, vi apprestate a fare il vostro ingresso in un locale per la consueta e robusta serata alcolica con i fiocchi, conquistando immediatamente il bancone: cosa ordinate?

A) Bourbon. Liscio.
B) La cosa più forte che possano servire.
C) Whisky di malto almeno dodici anni. Con un bicchiere di acqua gelata a parte.
D) Un White Russian.


2) Essendo dei predatori amanti della caccia, vi ritrovate attratti da una fanciulla. E lei da voi. La location potrebbe essere sempre quella del locale, o immaginate il setting che volete. Il succo è: come approcciate?

A) Non mi muovo da dove sono. Lo sguardo resta fisso su di lei, e se lei vorrà, verrà da me.
B) A grandi passi colmo la distanza, mi siedo accanto a lei e vado dritto al punto.
C) E' solo l'inizio della serata. Arriveranno il tempo e l'occasione giusti.
D) Sfoggiando il più scaltro dei sorrisi avanzo a passo lento, senza consumare energie in eccesso: un paio di perle alcoliche e la mia innata stronzaggine faranno il resto.


3) La Musica è una componente importante, della vita al Saloon. Almeno quanto il Cinema. Per tenere alto il morale e scuotere un pò l'anima, scegliete:

A) The man in black di Johnny Cash.
B) Thunderstruck degli AC/DC.
C) Born to run di Bruce Springsteen.
D) Mr. Bad Example di Warren Zevon.


4) Una volta superato lo scoglio della rottura del ghiaccio, quale risorsa è la vostra arma migliore per giungere con successo alla conquista della serata?

A) Il fascino della sicurezza in se stessi.
B) I muscoli resi gonfi dall'allenamento quotidiano.
C) Lo sguardo un pò triste del viaggiatore solitario.
D) Una volta rotto il ghiaccio, è tutto in discesa. Praticamente siamo già a letto.


5) Essere fordiani implica anche una grande passione per il viaggio. Quale sarà la vostra prossima meta?

A) Il Gran Canyon, con una Cadillac, la strada lunga e dritta, la chitarra e una bottiglia.
B) Ho sentito che c'è parecchio movimento in Medio Oriente con i ragazzi dell'Isis. Penso di fare un salto laggiù per calmare un pò le acque.
C) Australia: natura incontaminata e gente pronta a ricominciare a costruire quasi da zero.
D) Messico: tequila, oceano e senoritas.


6) Il vostro nemico si erge di fronte a voi - a meno che non sia quel pusillanime del Cucciolo Eroico -: quale arma userete per dargli una bella ripassata?

A) Ho un paio di pistole che non vedono l'ora di fare fuoco.
B) Due o tre calci rotanti ben assestati, e tutti a casa.
C) Prima valuto, e intanto ne incasso almeno un paio. Attraverso un momento di difficoltà e dunque, nel nome del riscatto, chiudo la pratica con un Ram Jam.
D) Non alzo un dito. Per sistemare l'ominide bastano cervello lesto e lingua lunga.


7) Quale rimane il vostro decennio preferito?

A) Gli anni ottanta. Dell'ottocento.
B) Gli anni ottanta. Unici e soli.
C) Gli anni settanta.
D) Gli anni zero. Ma non è detto che, con il carburante giusto, non si possa anche viaggiare nel Tempo.


8) Come finisce la vostra serata ideale?

A) Sul portico di casa, con un bicchiere e un sigaro.
B) Una bella rissa da bar.
C) Il tramonto, una canzone malinconica, il sogno di una vita piena e felice.
D) A letto con due donne. Magari sbronzo.


9) Da qui a una quarantina d'anni, come vi vedete?

A) Avete presente Walt Kowalski?
B) In forma almeno quanto sono ora. Giusto con qualche ruga in più.
C) Completamente preso dalla mia famiglia, che sarà numerosa e ricca di figli e nipoti.
D) "Il Drugo sa aspettare", amico. E saprà anche invecchiare.


10) Si chiude con i massimi sistemi: pregio e difetto in coppia. Quale tra queste vi caratterizza maggiormente?

A) La presenza e il distacco.
B) L'energia e il caos.
C) La sensibilità e la fragilità.
D) L'ironia e la dipendenza.



MrFord



Maggioranza di risposte A: IL COWBOY

Siete tipi tutti d'un pezzo, non amate girare attorno alle cose, date l'impressione di essere delle guide, ma nessuno ha davvero il coraggio di dirvelo per paura di essere scacciato in malo modo.
In un certo senso, siete i più pane e salame tra i pane e salame.
Fordiani appartenenti a questa categoria: Johnny Cash, John Wayne, John Ford, William Munny, Rylan Givens.




Maggioranza di risposte B: L'EXPENDABLE

Tamarri, residuati dei gloriosi eighties, casinisti, sempre sopra le righe. Voi, il basso profilo non sapete neppure dove sta di casa. Genuini quanto irruenti.
Per voi non esiste altro che l'azione, e quando non si tratta di pompare i muscoli il primo obiettivo è quello di passare il tempo a combinare guai con i vostri compagni di testosterone.
Fordiani appartenenti a questa categoria: Arnold Schwarzenegger, Jean Claude Van Damme, Barney Ross e gli Expendables, John McClane, tutti i gruppi hair metal anni ottanta.




Maggioranza di risposte C: L'OUTSIDER

Goonies cresciuti, voi siete quelli che, di norma, per arrivare al successo o ad una qualsiasi conquista si devono fare un culo da record, mangiando merda fino alla nausea per poter assaporare il successo. Siete gli uomini di fatica del Saloon, i suoi maratoneti, i veri viaggiatori della Frontiera.
Fordiani appartenenti a questa categoria: Bruce Springsteen, Rocky, Randy The Ram, Sylvester Stallone, Matthew McConaughey.



Maggioranza di risposte D: IL DEGENERATO
Siete l'anima della festa, il playboy impenitente, il tipo figo che le donne vogliono portarsi a letto e gli uomini avere sempre accanto per una serata divertente. Ma siete anche degli inguaribili stronzi egoisti. Il vostro fascino rischia di svanire la mattina dopo una notte da leoni, e voi che siete svegli e lo sapete per allora siete, di norma, già lontani parecchio, in cerca di un'altra preda.
Fordiani appartenenti a questa categoria: Warren Zevon, Charles Bukowski, Hank Moody, il Drugo, Barry Lyndon.


venerdì 4 aprile 2014

Dieci pensieri per il sesto giro di Pensieri Cannibali

La trama (con parole mie): oggi si celebra un avvenimento importante per la blogosfera. Sei anni fa, infatti, per mia disgrazia - anche se, ai tempi, il Saloon era ancora meno di un'idea - quello scellerato di Marco Goi, meglio noto come Cannibal Kid, dava il via a quello che ora - sempre per mia e anche vostra, cari lettori, disgrazia - è diventato uno dei più importanti blog legati al Cinema - e non solo - in Italia.
Dato che in questi giorni si è parlato di organizzare qualcosa per i festeggiamenti, da buon nemico non potevo tirarmi indietro dalla partecipazione. Ed ecco quello che ne è uscito.





Negli ultimi tempi, al mio storico rivale qui nella blogosfera, nemesi del fordismo e di tutto quello che è pane e salame, è presa la mania delle liste, e dunque abbiamo assistito - e partecipato, in alcuni casi - alle carrellate legate ai titoli che più il delicato Peppa Kid ha amato, odiato, seguito, nascosto per darsi un tono.
Dunque ho deciso, per festeggiare come si deve il suo sesto bloggheranno, di dedicargli una top ten a mia volta, considerato quanto poco "social" è il vecchio cowboy e che non ci sarebbero state possibilità concrete di trasferire i brindisi su Twitter, Facebook e chi più ne ha, più ne metta.
La selezione dei dieci film, però, sarà un pò particolare, dato che, da buon nemico, non potevo certo comporre una "playlist" cinefila con proposte pronte a solleticare il palato da radical chic del mio rivale: dunque, nella speranza di fargli andare di traverso un pezzo di fetta di torta o un sorso di qualsiasi robetta annacquata sia abituato a bere, concentrerò la mia attenzione su una manciata di film pronti a fargli venire la pelle d'oca. E non in senso buono.
Ecco dunque che, con grande gioia, inauguro ufficialmente la lista dei dieci film anti-Cannibal.
Auguri, caro il mio miglior nemico. E cento di questi film.


10. AFTER EARTH di M. Night Shyamalan


Shyamalan, che ai tempi del suo esordio stupì con Il sesto senso e fino a The village parve perfino essere un regista interessante, ha regalato negli ultimi anni più di un titolo finito nella top ten del peggio dell'anno compilata dal mio rivale. Per rincarare la dose, ho deciso di scegliere il suo lavoro più recente, impreziosito dalla presenza della parte maschile della dinastia Smith.

9. COBRA di George P. Cosmatos


Non poteva mancare, in una lista anti-Cannibal, l'idolo fordiano per eccellenza Sylvester Stallone in compagnia del suo labbro mobile: dato che alcuni dei film con protagonista il buon Sly, in realtà, hanno finito per soddisfare anche il mio rivale, ho deciso di optare per uno di quelli che, senza dubbio, lascerebbero sconvolto il suo animo da piccola protagonista di Hunger Games: Cobra.

8. SENZA ESCLUSIONE DI COLPI di Newt Arnold


Altro giro, altro idolo fordiano pronto a rifilare un paio di calci rotanti al Cucciolo Eroico.
Dopo Stallone, anche Van Damme si aggiunge ai festeggiamenti con uno dei suoi film più rappresentativi: botte da orbi, trama risibile, allenamenti buoni giusto per esaltare i tamarri della mia risma. Insomma, tutto confezionato ad arte per irritare il più fighetto tra i blogger cinefili.

7. L'IMPLACABILE di Paul Michael Glaser


Non c'è due, senza tre: Sly e JCVD alle spalle, ecco irrompere alla sua maniera in questa lista Schwarzenegger, simbolo di uno stile di vita - e politico - quanto mai lontano da quello del Cannibale, che ovviamente non poteva mancare nella selezione giusta per annichilirlo. Fino all'ultimo sono stato indeciso se inserire Conan, ma alla fine ho optato per il divertentissimo L'implacabile, che devo aver visto un paio di centinaia di volte e che, se non ricordo male, lui non ha mai visto. Potrebbe rimediare proprio per l'occasione.

6. VALHALLA RISING di Nicolas Winding Refn


Tra i pochi registi in grado di mettere d'accordo il sottoscritto ed il suo rivale numero uno troviamo Nicolas Winding Refn, che solo in un caso riuscì a portare toni degni della miglior Blog War: si trattava di Valhalla rising, applaudito come un cult visionario qui al Saloon e come uno dei film più noiosi della Storia dalle parti del mio antagonista. Inutile dire che Mads Mikkelsen, uno degli idoli fordiani, non poteva mancare per rendere più ricco il piatto odierno.

5. WAR HORSE di Steven Spielberg


Cavallo goloso War horse è senza dubbio - anche per il vecchio Ford, inutile negarlo - uno dei film peggiori mai confezionati da Spielberg: ricordo con enorme piacere la sofferenza che costò al Cannibale scrivere a proposito di questo polpettone, che diviene dunque una delle portate principali di questo banchetto da cerimonia. 

4. LE STREGHE DI SALEM di Rob Zombie


Rob Zombie, idolo di casa - almeno fino a questo film - al Saloon e molto poco digerito su Pensieri Cannibali, ha realizzato il suo Capolavoro - al contrario, ovviamente - con Le streghe di Salem, divenuto immediatamente uno scult vero e proprio agli occhi di Cannibal. Considerato l'effetto prodotto sul mio rivale ai tempi della visione, non potevo non portarlo a ridosso del podio.

3. CLOUD ATLAS di Andy e Lana Wachowsky e Tom Tykwer


Il numero uno del peggio Cannibale 2013, film che da queste parti si è amato molto, per durata, tematiche ed irritazione suscitata nel mio antagonista meriterebbe una reiterata visione dello stesso fino allo sfinimento, con tanto di continue apparizioni di Tom Hanks a rendere la medicina ancora più amara.

2. AVATAR di James Cameron


Probabilmente uno dei registi più detestati dal Kid è James Cameron, pioniere con i suoi Terminator ed affermatosi affondando il Titanic, che con Avatar confezionò il primo, grande evento - in termini di effetti speciali, impatto sul pubblico, sensazioni - della seconda decina degli anni zero.
Ovviamente, io lo adorai, e il Cannibal lo detestò. Parecchio.
Ovviamente, eccolo qui a rendere omaggio al mio rivale.

1. THE TREE OF LIFE di Terrence Malick


Come coniglio preso dal cilindro e numero di prestigio per il finale ho deciso di puntare su The tree of life, cosiddetto Capolavoro di Terrence Malick.
E per quale motivo, voi direte, dato che si tratta di uno dei titoli più amati da Cannibal Kid negli ultimi anni!?
Principalmente perchè è stato uno dei fulcri della nostra rivalità, uno degli spartiacque principali dei conflitti in campo cinematografico che abbiamo portato avanti fin dalla sua uscita, e non ultimo perchè spero, in tutta onestà, che un giorno il mio miglior nemico possa rendersi conto di quale enorme, clamorosa, inequivocabile pippa sia.



MrFord




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