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giovedì 26 marzo 2020

10 Russians



Oggi è un giorno speciale, qui al Saloon.
Esattamente, ora più ora meno, dieci anni fa, nasceva quasi per gioco questo spazio.
Uno spazio che è vissuto al mio fianco, è cambiato con me, e sulla sua pelle ha provato tutte le esperienze della blogosfera, dagli anni in cui ogni giorno nascevano spazi di ogni genere, e si sentiva pulsare questo piccolo universo di vitalità, ad oggi, quando noi pochi rimasti siamo una sorta di dinosauri, mangiati dai social e dal nuovo che avanza.
Onestamente, aspettavo di arrivare a questa data per chiudere baracca e burattini e lasciare nel miglior modo possibile. Ora, invece, mi trovo ad affrontare cambiamenti molto più importanti, e questo piccolo spazio diventa un sostegno al quale aggrapparsi, un compagno di viaggio che ha visto la mia vita evolversi, e continuerà ad esserne testimone.
Per l'occasione, ho deciso di ripercorrere la Storia del Saloon recuperando, con qualche eccezione, i dieci vincitori di ogni categoria dei Ford Awards, e ho deciso di sottoporli ad una sorta di sondaggio, prima di dire la mia in proposito: di seguito elencherò i titoli che hanno fatto sognare, in bene o in male, questo vecchio cowboy nel corso della decade, chiedendo ad ognuno di voi una sua personale top ten in proposito, prima che io cominci a postare le mie.
Nel frattempo, ringrazio tutti voi per avermi accompagnato ed accompagnarmi, Julez per ogni cosa e i Fordini per, dicendola sempre come Rocky, farmi vivere un'altra volta.
Ai tempi, pensavo che per i dieci anni qui ci sarebbe stata una grande festa. Ora ha più il sapore della serata intima, ma poco importa. Siamo qui. Sono qui.
Ed è questo che conta.


MrFord



WHITE RUSSIAN'S DECADE - LIBRI

2010 - Il potere del cane di Don Winslow
2011- Il leopardo di Jo Nesbo
2012 - La ragazza senza volto di Jo Nesbo
2013 - Polizia di Jo Nesbo
2014 - Cujo di Stephen King
2015 - La vera storia del pirata Long John Silver di Bjorn Larsson
2016 - Il cartello di Don Winslow
2017 - Benedizione di Kent Haruf
2018 - N. A. (in sostituzione della non assegnazione il migliore dei secondi, Mucho Mojo di Joe R. Lansdale)
2019 - Il coltello di Jo Nesbo


WHITE RUSSIAN'S DECADE - SERIE TV

2010 - Lost
2011 - Romanzo Criminale
2012 - Breaking Bad
2013 - Spartacus (Breaking Bad vinse per il secondo anno consecutivo)
2014 - True Detective
2015 - Narcos 
2016 - The Young Pope
2017 - The Handmaid's Tale
2018 - La casa di carta
2019 - Chernobyl


WHITE RUSSIAN'S DECADE - NON USCITI IN ITALIA

2010 - N. A. (sostituito da Wind River, migliore dei secondi posti)
2011 - Mother di Bong Joon Ho
2012 - Holy Motors di Leo Carax
2013 - Mud di Jeff Nichols
2014 - The Raid 2 di Gareth Evans
2015 - Rudderless di William H. Macy
2016 - Swiss Army Man di Dan Kwon & Daniel Scheinert
2017 - A ghost story di David Lowery
2018 - Roma di Alfonso Cuaron
2019 - Lords of chaos di Jonas Akerlund


WHITE RUSSIAN'S DECADE - IL PEGGIO

2010 - Gamer di Neveldine & Taylor
2011 - Tekken di Dwight H. Little
2012 - Detachment di Tony Kaye
2013 - Il cecchino di Michele Placido
2014 - Under the skin di Jonathan Glazer
2015 - Mortdecai di David Koepp
2016 - Bad Moms di Jon Lucas & Scott Moore
2017 - Cinquanta sfumature di nero di James Foley
2018 - La forma dell'acqua di Guillermo Del Toro
2019 - La Llorona di Michael Chaves


WHITE RUSSIAN'S DECADE - IL MEGLIO

2010 - Inception di Christopher Nolan
2011 - Drive di Nicholas Winding Refn
2012 - Killer Joe di William Friedkin
2013 - Re della terra selvaggia di Behn Zeitlin
2014 - The wolf of Wall Street di Martin Scorsese 
2015 - Inside Out di Pete Docter & Ronnie Del Carmen
2016 - Captain Fantastic di Matt Ross
2017 - Victoria di Sebastian Schipper
2018 - Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino
2019 - Parasite di Bong Ho Joon

martedì 29 ottobre 2019

(Quasi) 40



Si dice spesso che ai cambi di decina corrisponda un bilancio, un pò come quando alla fine dell'estate si fanno i propositi per il "nuovo anno", usando il calendario che resta dentro dai tempi della scuola.
Ci si guarda indietro, prima ancora di guardare avanti, per capire o almeno cercare di farlo quale strada abbiamo preso, o stiamo percorrendo.
Oggi compio quaranta cazzo di anni, ma non ho voglia di fare bilanci, voltarmi indietro, pensare troppo ai ricordi: più realisticamente, nonostante il mio conclamato obiettivo sia quello di arrivare a vivere fino a centotre anni, sono giunto a quel "mezzo del cammin" di cui scriveva un signore piuttosto famoso qualche secolo fa, e quindi, da buon ingordo di tutto quello che ci fa battere il cuore, ho deciso che la mia estate non è ancora finita, neanche per sbaglio.
Un paio di giorni fa, nel percorso che in casa Ford si è deciso di far fare ai Fordini rispetto alla "serata Cinema", abbiamo affrontato per la prima volta La storia infinita, e ho potuto rivedere la scena cult per eccellenza di quella pellicola che nel corso dell'infanzia mi vedeva identificarmi con Bastian, timido e "goonie", e che ora, invece, mi ha portato da un'altra parte.
Quando, tra le rovine, si fronteggiano i due emissari dell'Imperatrice e del Nulla, il giovane guerriero recita guardando in faccia il suo nemico: "Se tanto dobbiamo morire, preferisco morire lottando. Attaccami, Gmork, io sono Atreyu!".
A prescindere da come vada a finire - immagino che chiunque passi di qui l'abbia visto almeno una volta -, questo è quello che sento ora. Prima o poi anche uno come me viene vinto dal Tempo, nonostante il fatto che, in alcuni momenti della nostra vita, ci sentiamo invincibili, al di sopra di tutto.
Ma sinceramente, non mi importa.
Quello che importa è che voglio vivere, il più a fondo possibile.
A volte non ci rendiamo neppure conto di quanto sia importante l'elastico che ci lega alla vita, oppure pensiamo non sia abbastanza forte, o pensiamo di non essere abbastanza forti noi stessi.
Per quanto mi riguarda, a prescindere dal passato, dai bilanci, dall'età, da tutto quello che posso o potete metterci, ho voglia di vivere come mai prima. 
E sono pronto a farlo con tutto me stesso, "bevendo finchè non avrò più sete", come canta Kid Rock, lottando, soffrendo, amando il più a fondo possibile.
E se per farlo dovrò fare il culo a qualche Gmork di troppo, lo farò senza farmi troppi problemi.
In alto i calici, ragazzi. 
Si dice che al cambio di decina si debba bere sempre un pò di più.


MrFord

venerdì 31 marzo 2017

Fordina Unchained - Un anno dopo




Credo sia la prima volta, che inizio per tre volte un post, lo cancello e ricomincio.
Di norma, quando scrivo, sono un fiume in piena, non mi preoccupo troppo di quello che esce, se non che esca, ed il giorno prima della pubblicazione rileggo il tutto velocemente giusto per rifinire.
Ma questo, Becca, è un post diverso da tutti gli altri.
Oggi è il giorno del tuo primo compleanno, e come tre anni fa feci per tuo fratello, oggi tocca a te prenderti tutto il Saloon per festeggiare.
Amici e conoscenti me lo dicevano, quasi fosse un monito.
Ad uno che è sempre stato un vero stronzo - per quanto le bastonate in amore le abbia prese anch'io, come è naturale e giusto che sia - una figlia femmina cambia completamente l'esistenza.
E devo ammettere che è proprio vero.
Come quando adesso mi vedi entrare in una stanza, o arrivare al nido per portarti a casa in bicicletta - e quanto ti piace, con le braccia alzate come fossimo sulle montagne russe! - e gattoni a velocità impressionante e poi ti fermi con le mani protese e lo sguardo che pare già di una donna che sa quali corde pizzicare, per avere un uomo ai suoi piedi, per chiedermi - se così si può definire - di prenderti in braccio, ed io sono lì, a tua disposizione, e penso che sarà sempre così, anche quando non avrò più la forza di muovermi e tu e AleLeo, almeno spero, sarete al mio fianco per salutarmi un'ultima volta.
In un certo senso, anche quando alla ventesima sveglia notturna ti farei bere una bella boccia di sambuca per farti dormire dodici ore di seguito e lasciarci riposare, penso che tu sia, e non me ne voglia la mamma, la donna della mia vita: il percorso che proprio lei ha iniziato, con me, lo stai proseguendo tu ora, anche se non te ne rendi conto, anche se non te ne ricorderai, mentre a me resteranno per sempre negli occhi i tuoi balli scatenati, i tuoi riccetti - così diversi dai capelli liscissimi di Ale -, quegli occhi che certi giorni paiono azzurri come il mare ed altri ambrati come le foglie in autunno, quasi fossero un cocktail tra tutti quelli della famiglia, ed altri grigi, quel momento in cui, appena affacciata al mondo, con il cordone stretto intorno al collo apparivi violacea e senza voce, e ho dovuto combattere il terrore di vivere una seconda volta quello che era accaduto per la nostra piccola Agnese, rimanere saldo in attesa che mi gridassi: "Io sono qui".
Ed ora, dodici mesi dopo, posso dire che ci sei, eccome.
Ci sei con le risate fragorose che più di tutti tuo fratello riesce a strapparti, con le dita negli occhi ai tuoi compagni del nido - e non solo a loro -, con la mania per i telecomandi, i dvd dei cartoni animati usati come racchette da neve mentre ti muovi in tutta la casa ed i miei volumetti di Planetes - chissà perchè, poi, proprio quelli, tra tutti quelli che potresti avere a portata di mano -, con la furbizia tipica delle piccole donne, con i momenti in cui ti prendo in braccio, la notte, e piano piano ti abbandoni appoggiata al mio petto, ed io sogno il momento stupendo e dolorosissimo in cui dovrò accompagnarti da un altro uomo che prenderà il mio posto e, chissà, magari ti renderà madre a tua volta.
O a una donna, e non cambierebbe nulla, ai miei occhi.
Ora scherzo spesso e volentieri rispetto al fatto che probabilmente sarò molto geloso di te, quando sarai più grande - ed è curioso, perchè io geloso non lo sono affatto -, e mentre con AleLeo costruisco una complicità maschile quando ti guardo sento crescere qualcosa che va oltre qualsiasi sentimento abbia mai provato per qualsiasi donna, e di nuovo mi perdoni mamma, che ora mi starà mandando qualche maledizione ma che sa  bene cosa intendo, quanto abbiamo lottato per averti - ed avervi -, quanto ti abbiamo voluta, quanto è stato magico quella mattina di metà agosto duemilaquindici pedalare da Bellaria a Igea Marina per le beta, sentirsi dire dall'infermiera ai prelievi che secondo lei saremmo stati (ancora) genitori, e andare a ritirare i risultati nel pomeriggio con Ale che, alla nostra domanda "Sì o no?" rispose sicuro "Sì!".
Senza contare, comunque, che tutto questo non ti deve precludere e non ti precluderà la visione di tutti gli action movies del tuo vecchio, dei western, del wrestling e di tutto quello che mi definisce: dovessi diventare una Sly al femminile, non potrei che esserne felice.
Anche se l'importante, alla fine, è che tu possa essere felice per come sarai, qualsiasi cosa deciderai di fare.
E che, alla fine, io ci sarò sempre.
In fondo, per quanto "pop" e banale potrà suonare, tu sei la mia (e nostra) "ragazza magica".
Buon (primo) compleanno, Patatina.
Che anche per te sia l'inizio di un viaggio ben più lungo dei centotre che sogno per me.




MrFord

giovedì 29 ottobre 2015

36 candles

La trama (con parole mie): oggi - anche se ormai è quasi domani - è il mio trentaseiesimo compleanno. Il quinto che festeggio anche sulle pagine del blog.
Niente dissertazioni, oggi. Niente riflessioni sulla vita ed il tempo che passa. Niente Gli Spietati, o sguardi quasi malinconici su una blogosfera sempre meno popolata, che mi fanno guardare al Saloon e a pochi altri come avamposti di sopravvissuti ad un'epoca che sta tramontando.
Ho voglia di festeggiare.
Dunque, dato che, nonostante i numerosi riferimenti, non l'ho mai fatto, ho pensato di giocarmi la carta del post alcoolico, una personale top ten con le bevande - cocktail o straight - preferite del vecchio cowboy.
Buona sbronza a tutti.









N°10: Pastis

Figlio della grande tradizione marsigliese, il Pastis fa parte dello straordinario mondo dell'anice che io adoro in tutte le sue versioni: normalmente più da aperitivo che non da post-pasti, lo adoro soprattutto quando mi capita di andare a trovare i miei in montagna. 
Tarda mattinata, aria fresca, baretto locale, arachidi, patatine e un bel Ricard - o due - per carburare come si conviene.


N°9: Jack&Coca

Ho sempre amato il Jack Daniels, per quanto non sia certo una bevanda da purista. Ed ho sempre amato il suo sposarsi con la Coca Cola. La sua variante gemella, con il Jim Beam, è altrettanto sponsorizzata da queste parti. 
Per le serate "cowboy style", con questo cocktail si va sempre sul sicuro.


N°8: Bourbon liscio

A proposito di Jack Daniels e Jim Beam, anche il bourbon liscio sfonda una porta aperta da queste parti. Dai due blockbuster appena citati in tutte le loro varianti - Single barrell, Gentleman e Honey per il Jack, Devil's cut o Black per il Jimmy - fino a etichette poco note in Italia - Grandaddy, Maker's mark, Knob Creek - tutto fa molto, molto Saloon.


N°7: Gin Tonic

Fino a qualche anno fa, non amavo particolarmente le bevande secche, come il Gin, la Vodka - fatta eccezione per il White Russian, ovviamente - e simili, ed in parte non le amo particolarmente neppure ora - Tequila, Mezcal e derivati continuano a non essere in cima alla mia lista -, ma grazie alla grande varietà di etichette e sapori ed alle conseguenze sul day after - più mal di testa che nausea -, il Gin Tonic è diventato il mio cocktail favorito per le sbronze da battaglia nei localacci dove non si sanno preparare i cocktails.
Poi, certo, se invece del Larios qualche anima pia dietro il bancone mi sceglie il Bombay, il Tanqueray o qualche chicca particolare, tanto di guadagnato.


N°6: Cuba libre

Il mio secondo cocktail da combattimento preferito. Diretto, dolce, accogliente.
Non si potrebbe chiedere di più.
Anche perchè ha il grande pregio di sposarsi alla grande sia con il dolce che con il salato, quindi in fase di happy hour o di post-cena va benissimo ugualmente.
E non posso ancora dimenticare la sbronza colossale subito dopo la finale dei Mondiali del duemilasei.


N°5: Stinger

Un cocktail da appassionati, forse la cosa più di classe che posso sfoderare nel mio bagaglio alcoolico. Reso noto negli anni trenta e divenuto uno dei riferimenti perfino di James Bond - nonostante sia meno noto del Martini - questo perfetto connubio di Cognac e crema di menta può stendere senza farsi notare troppo.
Killing me softly, direi.


N°4: Rum liscio

Non solo Cuba Libre, per questo vecchio cowboy.
Ho sempre adorato i rum agricoli, ma in generale non mi faccio mancare, se capita, qualche assaggio di pezzi da novanta del settore: dallo stranoto Zacapa al Diplomatico, passando per il Bally, sono ancora qui che guardo nella mia vetrinetta degli alcolici, alla sezione dedicata, per l'appunto, ai rum, la bottiglia di panamense diciotto anni che mio fratello mi regalò qualche anno fa.
Chissà, prima o poi mi deciderò a godermi anche quella.


N°3: Single malt

L'orgasmo più godurioso delle bevute straight.
Un single malt da godersi alternando ogni sorso con uno di acqua ghiacciata, o anche senza.
Un tripudio di sapori e retrogusti che quando si chiudono gli occhi pare di essere nelle Highlands, o nel cuore di una foresta, o nel pieno di una battaglia, neanche fossimo vichinghi.
Dal Lagavulin all'Oban, dall'Old Puteney all'Highland Park, dai torbati ai più smooth, c'è un vero e proprio mondo dietro "la parte degli angeli".
Un mondo che sono felice di dover ancora in gran parte scoprire, e che ha dalla sua una facilità maggiore del sottoscritto nell'aprire anche bottiglie di un certo livello senza troppa paura.


N°2: Sambuca

Curioso che, dopo i rum e i whisky "alti", ad occupare il posto d'onore di questa personale classifica sia uno degli amari più operai che esistano, la sambuca.
Del resto, adorando l'anice, non poteva che essere qui.
Forse l'alcolico che ho più bevuto e più bevo nella vita, essendo un dopo pranzo assicurato o quasi, nonchè l'unico, in caso di esagerazione, ad avere il potere supremo di spegnimento del sottoscritto, neanche avesse accesso all'interruttore di emergenza.
Dolce e saporita, magica e goduriosa, è l'equivalente di un massaggio prima del sesso.
O dopo. 


N°1: White Russian

Non poteva che trovarsi qui, il cocktail simbolo del Saloon.
Reso noto da Il grande Lebowski, ha solo un difetto: non si sposa particolarmente bene con il caldo estivo, è esclusivamente after dinner e rende la mattina dopo un'eventuale sbronza un vero festival da chiusi in bagno.
Eppure è un vero tripudio di sapore, goduria, sensazione di progressiva e piacevole resa a fronte dell'inevitabile botta che arriva dopo la dolcezza di superficie: un pò come essere sedotti da una timida che poi, una volta giunti in camera da letto, vi smonta pezzo per pezzo neanche foste una Chevrolet del cinquantasette.
Se non l'avete mai provato, fatelo per il sottoscritto. Almeno stasera.



MrFord



 



mercoledì 29 ottobre 2014

35 times to be Ford

La trama (con parole mie): oggi è il mio trentacinquesimo compleanno. Normalmente, e seguendo la tradizione del Saloon, farei il consueto punto della situazione tramite flusso di coscienza prima di abbandonarmi alla ormai classica dissertazione a proposito de Gli spietati, che ogni anno decido di rivedere proprio in questo giorno. Per questo giro di giostra, però, ho pensato a qualcosa di diverso che potesse raccogliere il testimone di un tentativo fatto qualche tempo fa che aveva finito per divertirmi parecchio: ho deciso dunque di pubblicare il secondo test fordiano della storia di White Russian, al quale mi piacerebbe vedervi tutti sottoposti - perfino, e forse soprattutto, il Cannibale -.
La cosa è semplice come dovrebbero essere tutte quelle pane e salame: dieci domande a risposta multipla che, a seconda della maggioranza di risposte che darete, definiranno a quale tipologia di eroe fordiano appartenete.
Non ci sono scelte giuste o sbagliate, solo quelle cui vi sentirete più vicini.
In alto i calici e bando alle ciance, dunque.
Fatevi sotto e stupitemi.







Prima di ogni altra cosa, però, ringrazio Julez per lo splendido artwork sull'immagine che apre il post e, ovviamente, per tutto il resto. Quello che si vede e quello che non si vede.
E poi il Fordino. Per dirla "alla Balboa", averti è stato come nascere un'altra volta.



1) Da bravi ed impavidi fordiani, vi apprestate a fare il vostro ingresso in un locale per la consueta e robusta serata alcolica con i fiocchi, conquistando immediatamente il bancone: cosa ordinate?

A) Bourbon. Liscio.
B) La cosa più forte che possano servire.
C) Whisky di malto almeno dodici anni. Con un bicchiere di acqua gelata a parte.
D) Un White Russian.


2) Essendo dei predatori amanti della caccia, vi ritrovate attratti da una fanciulla. E lei da voi. La location potrebbe essere sempre quella del locale, o immaginate il setting che volete. Il succo è: come approcciate?

A) Non mi muovo da dove sono. Lo sguardo resta fisso su di lei, e se lei vorrà, verrà da me.
B) A grandi passi colmo la distanza, mi siedo accanto a lei e vado dritto al punto.
C) E' solo l'inizio della serata. Arriveranno il tempo e l'occasione giusti.
D) Sfoggiando il più scaltro dei sorrisi avanzo a passo lento, senza consumare energie in eccesso: un paio di perle alcoliche e la mia innata stronzaggine faranno il resto.


3) La Musica è una componente importante, della vita al Saloon. Almeno quanto il Cinema. Per tenere alto il morale e scuotere un pò l'anima, scegliete:

A) The man in black di Johnny Cash.
B) Thunderstruck degli AC/DC.
C) Born to run di Bruce Springsteen.
D) Mr. Bad Example di Warren Zevon.


4) Una volta superato lo scoglio della rottura del ghiaccio, quale risorsa è la vostra arma migliore per giungere con successo alla conquista della serata?

A) Il fascino della sicurezza in se stessi.
B) I muscoli resi gonfi dall'allenamento quotidiano.
C) Lo sguardo un pò triste del viaggiatore solitario.
D) Una volta rotto il ghiaccio, è tutto in discesa. Praticamente siamo già a letto.


5) Essere fordiani implica anche una grande passione per il viaggio. Quale sarà la vostra prossima meta?

A) Il Gran Canyon, con una Cadillac, la strada lunga e dritta, la chitarra e una bottiglia.
B) Ho sentito che c'è parecchio movimento in Medio Oriente con i ragazzi dell'Isis. Penso di fare un salto laggiù per calmare un pò le acque.
C) Australia: natura incontaminata e gente pronta a ricominciare a costruire quasi da zero.
D) Messico: tequila, oceano e senoritas.


6) Il vostro nemico si erge di fronte a voi - a meno che non sia quel pusillanime del Cucciolo Eroico -: quale arma userete per dargli una bella ripassata?

A) Ho un paio di pistole che non vedono l'ora di fare fuoco.
B) Due o tre calci rotanti ben assestati, e tutti a casa.
C) Prima valuto, e intanto ne incasso almeno un paio. Attraverso un momento di difficoltà e dunque, nel nome del riscatto, chiudo la pratica con un Ram Jam.
D) Non alzo un dito. Per sistemare l'ominide bastano cervello lesto e lingua lunga.


7) Quale rimane il vostro decennio preferito?

A) Gli anni ottanta. Dell'ottocento.
B) Gli anni ottanta. Unici e soli.
C) Gli anni settanta.
D) Gli anni zero. Ma non è detto che, con il carburante giusto, non si possa anche viaggiare nel Tempo.


8) Come finisce la vostra serata ideale?

A) Sul portico di casa, con un bicchiere e un sigaro.
B) Una bella rissa da bar.
C) Il tramonto, una canzone malinconica, il sogno di una vita piena e felice.
D) A letto con due donne. Magari sbronzo.


9) Da qui a una quarantina d'anni, come vi vedete?

A) Avete presente Walt Kowalski?
B) In forma almeno quanto sono ora. Giusto con qualche ruga in più.
C) Completamente preso dalla mia famiglia, che sarà numerosa e ricca di figli e nipoti.
D) "Il Drugo sa aspettare", amico. E saprà anche invecchiare.


10) Si chiude con i massimi sistemi: pregio e difetto in coppia. Quale tra queste vi caratterizza maggiormente?

A) La presenza e il distacco.
B) L'energia e il caos.
C) La sensibilità e la fragilità.
D) L'ironia e la dipendenza.



MrFord



Maggioranza di risposte A: IL COWBOY

Siete tipi tutti d'un pezzo, non amate girare attorno alle cose, date l'impressione di essere delle guide, ma nessuno ha davvero il coraggio di dirvelo per paura di essere scacciato in malo modo.
In un certo senso, siete i più pane e salame tra i pane e salame.
Fordiani appartenenti a questa categoria: Johnny Cash, John Wayne, John Ford, William Munny, Rylan Givens.




Maggioranza di risposte B: L'EXPENDABLE

Tamarri, residuati dei gloriosi eighties, casinisti, sempre sopra le righe. Voi, il basso profilo non sapete neppure dove sta di casa. Genuini quanto irruenti.
Per voi non esiste altro che l'azione, e quando non si tratta di pompare i muscoli il primo obiettivo è quello di passare il tempo a combinare guai con i vostri compagni di testosterone.
Fordiani appartenenti a questa categoria: Arnold Schwarzenegger, Jean Claude Van Damme, Barney Ross e gli Expendables, John McClane, tutti i gruppi hair metal anni ottanta.




Maggioranza di risposte C: L'OUTSIDER

Goonies cresciuti, voi siete quelli che, di norma, per arrivare al successo o ad una qualsiasi conquista si devono fare un culo da record, mangiando merda fino alla nausea per poter assaporare il successo. Siete gli uomini di fatica del Saloon, i suoi maratoneti, i veri viaggiatori della Frontiera.
Fordiani appartenenti a questa categoria: Bruce Springsteen, Rocky, Randy The Ram, Sylvester Stallone, Matthew McConaughey.



Maggioranza di risposte D: IL DEGENERATO
Siete l'anima della festa, il playboy impenitente, il tipo figo che le donne vogliono portarsi a letto e gli uomini avere sempre accanto per una serata divertente. Ma siete anche degli inguaribili stronzi egoisti. Il vostro fascino rischia di svanire la mattina dopo una notte da leoni, e voi che siete svegli e lo sapete per allora siete, di norma, già lontani parecchio, in cerca di un'altra preda.
Fordiani appartenenti a questa categoria: Warren Zevon, Charles Bukowski, Hank Moody, il Drugo, Barry Lyndon.


venerdì 17 gennaio 2014

Fordino Unchained - Un anno dopo


La trama (con parole mie): quasi un anno fa - perchè erano esattamente le ventitre e diciassette, quindi sono in anticipo di parecchie ore - si affacciava in questo mondo caotico ed incasinato il piccolo Alessandro Leone, arrivato lottando da queste parti come sono sempre stati abituati a fare anche i suoi vecchi.
Era impossibile, oggi, non pensare di dedicargli l'intera giornata, che poi è quello che accade normalmente, quando con Julez rimbalziamo da una parte all'altra della casa inseguendolo, ora che ha imparato a camminare.
Un anno così intenso da valere come una decina di altri, anche i più ricchi di esperienze ed avvenimenti.
Ed un modo per rinascere attraverso i suoi occhi, che ridono con lui e sono i più profondi che abbia mai incrociato.



La sera del sedici gennaio dello scorso anno, al termine di una giornata il più possibile intensa volta ad incitare il futuro Fordino ad uscire dal pancione per evitare a Julez lo stripping il giorno dopo - e le signore mamme sapranno, spero non per esperienza, di cosa si tratta - con mobili spostati, pulizie di primavera, muffa eliminata, gioco, sesso ed attesa, ci sedemmo sul divano - come abbiamo fatto quest'anno per celebrare la ricorrenza - lanciandoci nella visione di Django Unchained, filmone tra i migliori della stagione passata nonchè ennesima conferma del talento di Tarantino.
Evidentemente il piccolo Ford deve essersi sentito smosso dal grande Cinema, perchè soltanto un'ora dopo essere andati a dormire ha cominciato a manifestare la volontà di dare inizio al piano per avvicinarsi a questo lato della barricata: da quel momento è stato come salire su una giostra, dalla doccia fatta in piena notte aspettando che Julez si sentisse pronta per andare in ospedale al viaggio in macchina - fortunatamente per le strade di una Lodi deserta -, fino al parcheggio fatto fare alla signora Ford perchè troppo teso per andare ad infilare la macchina tra altre due senza dare una ripassata alle fiancate di entrambe.
E poi, neanche ci si trovasse in un film, il pronto soccorso deserto, la visita all'alba, la rottura delle acque, le prime contrazioni importanti, l'attesa che si prospettava prima dell'ingresso in sala parto, le ostetriche che mi spediscono a casa a riposare un paio d'ore, il ritorno, l'arrivo dei genitori e di mio fratello, la sala parto ed il cambio turno dell'ostetrica - e Julez avrebbe aneddoti curiosi da raccontare su quest'ultima -, la peridurale, il grido "ESCI, CAZZO!", i capelli che spuntano, la musica alla radio, il cordone ombelicale tagliato, il primo momento in cui l'ho avuto in braccio.
Fa davvero strano, ora, pensare a quel piccoletto violaceo con gli occhi gonfi di tre chili scarsi diventato una sorta di inesauribile dinamo - alla quale piace comunque da morire dormire - di dieci che ora cammina per tutta la casa inseguendo i gatti con i pugni stretti, quasi si stesse concentrando, pronto ad indicare con l'indice quello che vuole o a prenderti per mano per diventare il suo compagno d'avventura nell'esplorazione del mondo.
Da che mi ricordo, anche nei miei periodi di peggiore "wilderness", ho sempre voluto diventare padre, e ora che gioco con AleLeo, lo vedo crescere, sorridere, mostrare i quattro dentini e ballare sul tempo delle sigle delle serie tv che passano qui al Saloon, non mi pare esista soddisfazione più grande o sentimento più intenso di questo: non c'è niente, nella vita, neppure la cotta più cotta o il sesso più sesso, che possa essere paragonato alla meraviglia di poter crescere un figlio, e anche nei momenti di difficoltà, quando la stanchezza prende il sopravvento e vorresti solo avere mezzora di totale solitudine ed indipendenza, per dormire o farti una vagonata di cazzi tuoi, scopri che, da quel primo momento in cui ci si ritrova faccia a faccia e occhi negli occhi, sarà per tutta la vita, e senza eguali.
Questo primo anno è stato il più importante della mia esistenza, perchè senza dubbio ho conosciuto, e so che Julez non me ne vorrà, il più profondo e vero significato dell'Amore.
Quello senza secondi fini, perchè nasce tra le nostre mani.
Grazie, Alessandro Leone.
Io, di mio e con tutti i miei - enormi - limiti, sarò sempre qui per stare al tuo fianco, fino a quando non verrà per me il momento dell'ultimo giro di giostra.
E mi sono divertito così tanto finora che spero presto ti possano fare compagnia altri Fordini.
E che un giorno tu possa provare la stessa gioia che provo io ora guardandoti crescere giorno dopo giorno.
Buon (primo) compleanno.
E che possa essere l'inizio di un viaggio ben più lungo dei centotre anniversari che sogno per me.


MrFord



martedì 29 ottobre 2013

Fordino unchained Vol. 5: happy birthday, dad! Edition


La trama (con parole mie): oggi è il mio compleanno. Normalmente dedicherei questo post alla consueta visione de Gli spietati, o a tutto quello che smuove le mie passioni e che, di norma, celebro sempre con questa ricorrenza.
Eppure quest'anno c'è qualcosa di più, oltre alla trentaquattresima candelina sulla torta.
Anzi, qualcuno.
Qualcuno che ha cambiato completamente la mia vita e le regole del mondo, dell'amore, di qualsiasi cosa possa immaginare.
Proprio lui, il Fordino.


C'è stato un tempo, da pre-adolescente, in cui odiavo le feste.
Finivo sempre a litigare con qualcuno, cercare lo scontro e creare scompiglio, e spesso e volentieri giungevano inevitabili anche le lacrime.
Tutto questo perchè la timidezza mi impediva di godere delle cose come avrei voluto, quasi ci fosse un motivo per il quale vergognarsi, nel farlo.
Fortunatamente le esperienze - positive o negative che fossero - sono riuscite ad aiutarmi a porre le basi per quello che sono ora, fino a vedermi, a volte, eccedere dall'altra parte.
Sono ben lontano dalla perfezione - e non finirò mai di ringraziare per questo -, ma del resto il bello della nostra umanità sta proprio in tutti gli squilibri che portiamo in dote a chi proprio per gli stessi impara ad amarci, finendo per sentirsi legato ai difetti quasi più che ai pregi.
E dunque torno con la mente a William Munny e a Gli spietati, Capolavoro firmato Clint Eastwood nonchè tra i film più importanti della mia vita, che si chiude proprio con l'interrogativo legato al perchè una giovane donna di buona famiglia potesse essersi innamorata di un assassino senza cuore e senza regole.
Oggi rivedrò l'ormai leggendario Unforgiven - questo il titolo originale - per la prima volta da padre, e chissà, se non sarà troppo in movimento, per la prima volta insieme a mio figlio: dentro di me spero non sarà l'ultima, e che tra dieci, venti o trenta compleanni lui sia ancora al mio fianco, in questo giorno, a gustarsi quello che è uno dei cardini della cultura cinematografica - e non solo - del suo vecchio.
Ma in realtà, se volete proprio saperlo, quando lo guardo, o vedo come Julez riesce ad addormentarlo con la velocità e la perizia di nessun'altro in famiglia, o rispondo ai suoi sorrisi, ai richiami, ai suoni che per lui sono già parole, o lo osservo sfrecciare con il girello avanti e indietro per tutta la casa, neppure Clint in persona potrebbe distogliermi.
In questo senso, ho un aneddoto divertente da raccontare a proposito di casa Ford: sono sempre stato molto legato, alle mie collezioni di cd e dvd, direi a livello maniacale.
Entrambe sono divise per categorie ed in rigoroso ordine alfabetico, ed in nessun caso un album o un film escono dalla porta senza la certezza che possa riportarli indietro in giornata: non li presto, al massimo li condivido per una visione.
Da quando, invece, AleLeo ha iniziato ad esplorare il mondo a partire da queste quattro mura, ho capito che sarebbe stato impossibile non metterli a sua disposizione: di norma, per quello che può raggiungere, raccoglie e lancia ogni titolo che si trova per le mani, dopo averne studiato forma e colori, e senza preoccuparsi se a finire da qualche parte sotto i suoi piedini siano Frank Zappa o Emir Kusturica.
Nello specifico, ho notato che dvd e bluray sono più masticabili, mentre con i cd si ha più la sensazione del lancio del disco - in senso letterale e figurato -.
Ed anche in questo caso, più che preoccuparmi di quale fine possano fare Tom Waits - per la gioia della signora Ford - o Le vite degli altri - del resto le ultime lettere dell'alfabetico sono nella parte più bassa ed accessibile delle librerie -, sorrido guardando il suo interesse e la sua curiosità rispetto al mondo, per piccoli mucchietti di plastica che hanno dato un significato alla mia vita, alle suddette esperienze ed ai ricordi e che per lui sono solo gioco, consistenza, scoperta.
Nell'ormai lontano 1990, Rocky/Stallone, nel quinto capitolo della sua saga, ringraziava suo figlio Junior/Sage perchè "averlo avuto era stato come rinascere un'altra volta": essere padre è sempre stato un mio desiderio, ma non avevo mai compreso a fondo il significato di quella frase fino ad ora.
E lo faccio guardandolo fare gioiosamente a pezzi quegli oggetti che sono stati il bagaglio del mio viaggio fino ad ora.
L'esistenza del vecchio cowboy è tutta in quelle mani.
E lui è il regalo migliore che potrò sperare di ricevere ad ogni mio compleanno da ora in avanti.


MrFord


"Why leave now? Let's party for the rest of the night! 
eleven o'clock, Twelve o'clock, One o'clock, Two 
me tired? Well boo-hoo! 
I'm starting to fall in love with you."

Warren Zevon - "The rest of the night" - 



lunedì 29 ottobre 2012

James Ford Superstar

La trama (con parole mie): ed eccoci qui. Come ogni ventinove ottobre, per un giorno recensioni, interviste, Blog Wars e quant'altro vengono lasciate da parte per i festeggiamenti legati al compleanno del sottoscritto, giunto ad un giro di boa piuttosto importante, quello della dipartita di un certo rivoluzionario cavellone di un paio di millenni fa fotografato certamente meglio da De Andrè che da Mel Gibson.
Dunque accomodatevi tutti al Saloon, e bevete - almeno idealmente - al mio fianco quanto più potete.



Come sapete, qui dalle mie parti ci sono alcune ricorrenze che mi permettono di mescolare anche più del solito il Cinema alla vita: il primo maggio cerco sempre di rivedere Hong Kong Express, il solstizio d'estate è di solito la volta de Il grande Lebowski, in agosto non mi faccio mai mancare Point break, quest'anno ho sfruttato Little Miss Sunshine per annunciare la mia futura paternità, e al mio compleanno è praticamente una sorta di festa nella festa la visione de Gli spietati.
Il Capolavoro di Clint Eastwood, nonchè uno dei miei film del cuore in assoluto, scandisce di solito l'inizio dell'autunno ed una rinnovata presa di coscienza del mio amore "di pancia e di cuore" per la settima arte: momenti come il confronto tra William Munny e Kid sull'uccidere sotto quell'albero che pare un monumento ad un genere che sta per essere sepolto sono i motivi per i quali amo così tanto tuffarmi nella meraviglia del grande schermo fin da quando ero bambino.
A volte, perdendoci in quelle storie, nei personaggi, nelle vite e nelle morti, in qualche modo perdiamo - o ritroviamo - noi stessi.





E se da un lato questo duemiladodici ce la sta mettendo tutta per farmi tenere i cavalli - Peckinpah, un altro di quei motivi - e ad inizio duemilatredici potrei ritrovarmi senza un lavoro -, ci sono cose decisamente più grandi ed importanti che riescono a darmi la forza di godere dei piaceri che la vita offre ed evitare - anche se a fatica - di prendere a cazzotti - o bottigliate - gente che se lo meriterebbe, giusto per ristabilire un pò gli equilibri: devo comunque ringraziare tutte queste situazioni e personaggi così scomodi, perchè negli ultimi dodici mesi ho riscoperto un certo qual piacere nella lotta e nella Resistenza, che la parte più caotica della mia anima ha bisogno di portarsi sulle spalle per evitare di soffocarmi con tutta la sua energia.
Ma la cosa principale, ovviamente, è quella che aspettavo da tanto tempo, forse da una vita.
Parlo ovviamente del Fordino in arrivo, dell'esperienza unica che sarà crescere un figlio e cercare per lui di essere sempre presente e sempre forte abbastanza, di dargli tutto quello che potrò incondizionatamente, e provare una nuova dimensione dell'essere un Uomo.
Prima, comunque, che diventi troppo sentimentale, come ogni buon cowboy che si rispetti torno a sollevare il calice il più in alto possibile, e brindare a questo nuovo inizio e anche a voi che, di passaggio o in pianta stabile, amici e nemici, avversari e compagni, siete qui con me.


Muchas gracias,
MrFord


"Here I go again
straight up out the motel
hock my guitar out of a pawn shop jail
if I quit, I'm just rolling the dice
couldn't pass up the red beans and rice
singing
oh, my my
see them girls shake their ass
underneath the sunrise
oh, my my
taste the sugar on their lips
underneath that moonlight
well I've never met the devil with a one-eyed dog
you can lead a blind man out of Vietnam
everybody's beggin, everybody wants a chance
stuck in a storm, we'll do a rain dance."
Ryan Bingham - "Sunrise" -


sabato 29 ottobre 2011

32 (is my number)


La trama (con parole mie): ne più ne meno, il 29 ottobre di trentadue anni fa nasceva il buon, vecchio Ford. 
Per oggi, dunque, spazio ai festeggiamenti, alle bevute, ai ricordi e ai piccoli rituali legati a questa ricorrenza da inesorabile scorpione con ascendente scorpione.
Vi inviterei tutti questa sera per una bella sbevazzata tutti insieme, ma data l'impossibilità dell'impresa, direi che il meglio possibile potrebbe essere che ognuno di voi mi dedichi una bella, goduriosa, divertente e possibilmente sguaiatissima sbronza.








Onestamente, non saprei bene da cosa cominciare.
Del resto, se ho aperto un blog quasi esclusivamente di Cinema vorrà pur dire qualcosa: in particolare, che se non in riferimento alla visione di una pellicola, probabilmente come narratore di me stesso e delle imprese che quotidianamente mi vedono protagonista rischierei di essere una vera e propria scarpa vecchia.
Inizialmente pensavo che questo post sarebbe stato velato di una sorta di malinconia da amarcord autunnale, ripensando a quando, alle elementari e alle medie, compivamo gli anni nel corso del mese almeno in dieci, ed i vari papà organizzavano sempre gigantesche feste comunitarie con giochi, premi e tabelloni vari, o al mio periodo selvaggio, quando passai le serate di quella caldissima fine ottobre 2006 praticamente sempre ubriaco, o quando per i trenta Julez mi portò nel profondo della periferia milanese in un vecchio capannone per affrontare il mio primo approccio al wrestling lottato.
Poi, influenzato da giornate non troppo piacevoli al lavoro, l'idea è mutata profilando una sorta di sfogo che liberasse un pò di quello che si nasconde dietro il cowboy, mostrando il lato più (auto)distruttivo, stronzo e da outsider del sottoscritto, lo stesso che lotto ogni giorno per tenere sempre il più possibile in letargo in modo che non scombini - in negativo, ovviamente - la mia vita.
Ma, come ben sa il mio fratellino Dembo, quelli come noi sono Balboa nati, e neanche il tempo di crogiolarmi un pò nell'autocompatimento che già ero tornato a girare (quasi) al massimo, con le mie sveglie alle sei del mattino per fare palestra, i libri ad attendermi nei viaggi in treno, i pensieri e la lotta per domarli, l'idea che, prima o poi, il viaggio più importante di tutti inizierà, e tutto il resto sembrerà davvero essere stato fin troppo poco, e sarà una vera goduria continuare a muovere i miei passi in quella direzione.
Quindi eccomi qui, a parlare di tutto e di niente e con la curiosità e la voglia di festeggiare, come negli ultimi quattro anni, su una barca alcolica che unisce idealmente la frontiera del saloon allo spirito piratesco che è una parte fondamentale di tutti gli esploratori della vita come il sottoscritto.
Il tutto, ovviamente, senza dimenticare di prepararmi una bella fonda di carnazza al sangue che ricordi a me stesso e a chi mi è vicino quanto "corpo" c'è in tutto lo "spirito" che posso mettere nelle cose.
Del resto, dalle mie parti il bicchiere è sempre pieno, e un morso non si nega mai.
Quindi, che siate conquistatori dei sette mari o stanchi mandriani impolverati, alzate tutti i calici e brindate con me, fino in fondo e fino all'ultimo goccio.
Come sempre.


MrFord

"Oh, I am weak.
Oh, I know I am vain.
Take this weight from me,
Let my spirit be unchained."
Johnny Cash - "Unchained" -

P.S. Chiudo con una videocitazione - in originale, giusto per apprezzare il timbro clintiano - di quello che è il mio film di compleanno per antonomasia, nonchè una delle pellicole fordiane del cuore, Gli spietati, che attorno al 29 ottobre di ogni anno cerco sempre di rivedere per ricordarmi un pò chi sono, e finire per scoprire sempre qualcosa in più.



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