domenica 15 novembre 2015

The Killing - Stagione 4

Produzione: Netflix
Origine: USA, Canada
Anno: 2014
Episodi:  6





La trama (con parole mie): Linden e Holder, dopo gli sconvolgenti fatti legati al caso del Pifferaio Magico e del loro superiore nonchè ex amante di Linden Skinner, scopertosi essere serial killer ed ucciso da Sarah, vivono sul filo a causa dell'occultamento del cadavere di quest'ultimo e dell'indagine affidata all'ex collega di Holder, Reddick, volta a ritrovare proprio Skinner.
Come se non bastassero i peccati ed i demoni interiori a mettere in crisi la coppia di detectives, un nuovo, terrificante caso sale alla ribalta della cronaca, e torna a chiamarli in causa in prima linea: un'intera, ricca famiglia di Seattle, infatti, è sterminata nella propria casa a colpi di pistola, e soltanto il figlio maggiore, Kyle Stansbury, sopravvive all'eccidio dopo aver apparentemente tentato il suicidio.
Ma quali sono i segreti di questa famiglia apparentemente perfetta? E quali nasconde l'Accademia militare all'interno della quale studia Kyle?
Riusciranno Holder e Linden a risolvere il caso e mantersi in equilibrio di fronte alla loro crisi e all'indagine che potrebbe privarli del lavoro e non solo?










Una delle scoperte migliori nell'ambito del piccolo schermo del passato recente del Saloon, da sempre legato al noir e al genere "morti ammazzati", è stata The Killing, serie dalle sfortunatissime vicissitudini produttive decisamente troppo poco nota al grande pubblico nonostante un valore decisamente superiore alla media, in ogni stagione in grado di indagare sulle oscurità dell'animo umano con grande profondità principalmente grazie a due protagonisti caratterizzati alla grande, i detectives Linden e Holder.
Salvata da Netflix - che merita sicuramente un plauso per questo - dalla cancellazione dopo la terza stagione in modo da regalare ai suoi fan quantomeno un finale degno di questo nome, The Killing giunge al suo quarto giro di giostra - l'ultimo, purtroppo -, presentando sei episodi come di consueto molto drammatici legati ad un delitto efferato ed ai consueti squilibri dei due investigatori protagonisti, più che mai segnati dai tragici eventi che li hanno visti, sul finire della stagione precedente, affrontare il loro capo nonchè ex amante di Sarah Linden, Skinner, colpevole dei delitti del Pifferaio Magico.
In questo senso la loro lotta per convivere con il senso di colpa e la coscienza di aver, di fatto, tradito il loro ruolo di tutori dell'ordine, che conduce entrambi a sprofondare nei demoni personali prima di trovare la forza di reagire e tornare a galla, ha un senso e da senso all'intera proposta, fin dai primi episodi legata a doppio filo all'improbabile coppia di altrettanto improbabili segugi, dalla fragile e disequilibrata Linden all'ex tossico ed ingovernabile Holder, che da queste parti ha finito per chiudere la sua partecipazione a The Killing identificato con mio fratello data la somiglianza in certe espressioni - ed anche rispetto alle intemperanze -, tanto da portare perfino il Fordino a ribattezzare questa proposta e chiederci se a cena avremmo visto "lo zio Dario".
Nonostante, però, le buone intuizioni, i due main charachters sempre interessanti e l'intervento di Netflix, il risultato è stato, a mio parere, al di sotto delle annate precedenti, complici i pochi episodi disponibili per approfondire sia i problemi di Linden e Holder, sia il nuovo caso sul quale si ritrovano al lavoro e la necessità di scrivere comunque la parola fine al serial, imposizione che ha, di fatto, dato la sensazione di acceleratore premuto affinchè un epilogo potesse permettere ai due protagonisti di salutare degnamente il pubblico.
Un piccolo passo falso che, comunque, non toglie troppo valore ad un titolo che è stato, a mio parere, tra i più importanti del genere nel passato recente del piccolo schermo, e che anche se in misura minore regala ottimi momenti anche in questi sei episodi conclusivi, legati principalmente all'analisi della vita nella scuola militare di Kyle ed agli abusi in termini di bullismo che avvengono tra quelle stesse mura.
Figure, inoltre, come quella del Colonnello Margaret Rayne si inseriscono perfettamente nella galleria di comprimari di enorme spessore di questo titolo, da Ray Seward e Skinner nella terza stagione ai Larsen nelle prime due, senza dimenticare Darren Richmond, politico protagonista della vicenda legata alla morte di Rosie Larsen soprattutto nella prima stagione tornato proprio nell'ultimo episodio in una comparsata che ha il sapore effettivo dell'omaggio e del saluto ai fan.
Senza dubbio, con tutti i loro squilibri ed alti e bassi, Linden e Holder saranno sempre ricordati con piacere, qui al Saloon, ed andranno ad arricchire le fila della schiera di personaggi nati dal piccolo schermo che non hanno nulla da invidiare a quelli più blasonati del grande.




MrFord




"Gunfire in the street
where we used to meet
echoes out a beat
when the bass goes "bomb"
right over my head
step over the dead
remember what you said."
Nine Inch Nails - "The good soldier" -





6 commenti:

  1. Come dissi quando commentasti le altre stagioni: potrei decidere di recuperarla.
    Ottimi i NIN! ;)

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  2. La stagione meno potente, resta comunque una serie molto bella :)

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  3. Stagione non eccezionale, ma anch'io ricorderò Linden & Holder con piacere e pure con un po' di malinconia.

    Certo che questa serie dev'esserti proprio piaciuta parecchio, per averla finita ad "appena" un anno e qualcosa dalla sua effettiva conclusione... O ti starai mica velocizzando?

    Naaah! :)

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    1. Chi può dirlo!? Magari il futuro sarà quello di un Ford velocizzato! ;)

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