Regia: Richard Loncraine
Origine: USA
Anno: 2014
Durata: 92'
Durata: 92'
La trama (con parole mie): Ruth e Alex sono una vecchia coppia sposata da quarant'anni e residente a Brooklyn, in un vecchio stabile senza ascensore che li ha accolti già dai tempi in cui le unioni miste erano viste come fumo negli occhi in gran parte degli States.
A fronte dell'invecchiamento e degli acciacchi, i due - in particolare Ruth - paiono decisi a vendere l'appartamento che conserva tutti i loro ricordi per acquistarne un altro con più comodità per persone della loro età, magari facendo ritorno a Manhattan: e tra l'intervento subito dalla loro cagnolina alle visite aperte organizzate tra le loro mura e nelle case che decidono di visitare, entrambi i protagonisti trovano spazio per i ricordi costruiti in quarant'anni di legame, dai momenti più tristi a quelli più felici.
Con il progressivo avanzare dell'età media sul pianeta - almeno nelle zone più fortunate - e la ridefinizione dei cinquantenni come i nuovi quarantenni, i film ad argomento "terza età alla riscossa" hanno progressivamente ritagliato uno spazio sempre maggiore in sala negli ultimi anni, contaminando generi come l'action - la mirabolante saga degli Expendables -, la commedia - Last Vegas -, il crime movie - Uomini di parola - e, con questo Ruth&Alex - terribile l'adattamento italiano -, anche il film romantico.
Personalmente trovo che l'abuso di queste proposte abbia finito per mettere fin troppo alla prova il pubblico, senza contare l'effettiva qualità non sempre altissima delle stesse: personalmente, avrei tranquillamente evitato questa visione se non che, in una sera dall'eccessivo minutaggio nella pratica di messa a nanna del Fordino ha finito per restringere il cerchio al solo lavoro di Richard Loncraine con protagonisti i due arcinoti volti di Diane Keaton e Morgan Freeman giocata sul filo sottile della nostalgia e della simpatia dei due personaggi dagli stessi interpretati.
Il risultato non è stato malvagio quanto potessi aspettarmi, quanto più che altro abbastanza insipido e privo di una vera identità: regista e sceneggiatori, infatti, paiono non aver avuto affatto le idee chiare su come sviluppare la trama, mantenendosi sui ritmi della commedia, su quelli della riflessione legata al tempo che inesorabilmente passa, sulla dichiarazione d'amore a New York neanche fossimo in un film firmato da Woody Allen o il film indie leggero in grado di strizzare comunque l'occhio a tematiche attuali come la situazione del mercato immobiliare o la crescente paura alimentata dalle cicatrici lasciate dall'undici settembre.
Gli stessi protagonisti, in bilico tra memoria - confortevoli come una coperta, comunque, i loro ricordi di una vita passata insieme, in particolare la sequenza del ritratto di Ruth e quella della discussione rispetto all'impossibilità della stessa di avere figli -, energia ancora da vendere - incontenibile il sarcasmo di Freeman nel corso delle visite libere - ed incertezza sul futuro paiono non trovare un posto effettivo neppure nella pellicola, che annaspa tra comprimari irritanti - le due agenti immobiliari - ed altri potenzialmente interessanti ma dimenticati per strada - la bambina con la madre appassionata di riposini nelle case che visita senza avere la minima speranza di poterle comprare -.
Un filmetto, dunque, incapace di produrre i danni che mi auspicavo alla vigilia ma che non ha davvero nulla per rimanere davvero impresso nella memoria, se non il pensiero che, prima o poi, saremo noi a faticare a salire un buon numero di piani di scale e diverremo i vicini anziani di qualche giovane coppia nella quale finiremo, volenti o nolenti, per specchiarci, guardando alla loro età con nostalgia o con il sorriso che solo chi ha vissuto davvero destina ai propri figli e nipoti o a tutti quelli che potrebbero esserlo.
Personalmente trovo che l'abuso di queste proposte abbia finito per mettere fin troppo alla prova il pubblico, senza contare l'effettiva qualità non sempre altissima delle stesse: personalmente, avrei tranquillamente evitato questa visione se non che, in una sera dall'eccessivo minutaggio nella pratica di messa a nanna del Fordino ha finito per restringere il cerchio al solo lavoro di Richard Loncraine con protagonisti i due arcinoti volti di Diane Keaton e Morgan Freeman giocata sul filo sottile della nostalgia e della simpatia dei due personaggi dagli stessi interpretati.
Il risultato non è stato malvagio quanto potessi aspettarmi, quanto più che altro abbastanza insipido e privo di una vera identità: regista e sceneggiatori, infatti, paiono non aver avuto affatto le idee chiare su come sviluppare la trama, mantenendosi sui ritmi della commedia, su quelli della riflessione legata al tempo che inesorabilmente passa, sulla dichiarazione d'amore a New York neanche fossimo in un film firmato da Woody Allen o il film indie leggero in grado di strizzare comunque l'occhio a tematiche attuali come la situazione del mercato immobiliare o la crescente paura alimentata dalle cicatrici lasciate dall'undici settembre.
Gli stessi protagonisti, in bilico tra memoria - confortevoli come una coperta, comunque, i loro ricordi di una vita passata insieme, in particolare la sequenza del ritratto di Ruth e quella della discussione rispetto all'impossibilità della stessa di avere figli -, energia ancora da vendere - incontenibile il sarcasmo di Freeman nel corso delle visite libere - ed incertezza sul futuro paiono non trovare un posto effettivo neppure nella pellicola, che annaspa tra comprimari irritanti - le due agenti immobiliari - ed altri potenzialmente interessanti ma dimenticati per strada - la bambina con la madre appassionata di riposini nelle case che visita senza avere la minima speranza di poterle comprare -.
Un filmetto, dunque, incapace di produrre i danni che mi auspicavo alla vigilia ma che non ha davvero nulla per rimanere davvero impresso nella memoria, se non il pensiero che, prima o poi, saremo noi a faticare a salire un buon numero di piani di scale e diverremo i vicini anziani di qualche giovane coppia nella quale finiremo, volenti o nolenti, per specchiarci, guardando alla loro età con nostalgia o con il sorriso che solo chi ha vissuto davvero destina ai propri figli e nipoti o a tutti quelli che potrebbero esserlo.
MrFord
"Don't know what's comin' tomorrow
maybe it's trouble and sorrow
but we travel the road, sharin' our load
side by side."
maybe it's trouble and sorrow
but we travel the road, sharin' our load
side by side."
Ray Charles - "Side by side" -
Le romanticate che ti sponsorizzo io no,e poi ti spari questa cacata sui vecchi?Ah,cosa posso dirti se non:ben ti sta XD
RispondiEliminaNon ispirava manco a me,che sono più vecchia di te ed innamorata di New York....
Ahahah in realtà me la sono sparata per una questione di minutaggio: a volte, la sera, quando il sonno incombe e voglio comunque vedere un film, si deve giocare a trovare quello che dura meno. ;)
EliminaIo amo particolarmente i film coi vecchietti, tenerissimi, ma questo l'ho saltato anch'io. E loro, per carità, bravissimi, mi sono sempre stati un po' sulle scatole.
RispondiEliminaConcordo in pieno, su di loro e sul film. Ma come scrivevo sopra, quella sera non avevo nulla che durasse così poco. ;)
EliminaAbbastanza anonimo, abbastanza indolore, abbastanza inutile, parola di anziana. :)
RispondiEliminaAssolutamente d'accordo. Parola di quasi anziano. :)
EliminaSe codesta fiera del vecchiume s'è beccata le bottigliate qui da te (anche se ormai le tue bottigliate sono diventate dure quanto un cazzotto dato da Topo Gigio), da me cosa succederebbe?
RispondiEliminaSi beccherebbe la disinfestazione? :)
Chissà, magari finirebbe pure per piacerti! ;)
EliminaMa che peccato vedere due attori con un passato così glorioso coinvolti in queste porcherie!
RispondiEliminaIn realtà non è neanche una porcheria: semplicemente un film molto dimenticabile. ;)
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