giovedì 23 giugno 2011

Le mele di Adamo

La trama (con parole mie): Adam Pedersen, un neonazista dal temperamento violento, uscito dal carcere viene assegnato alla missione di Padre Ivan, un pastore protestante dall'incrollabile, naif ottimismo a proposito del Bene e di Dio dalla sua parte, nonostante tutte le prove cui la vita pare aver sottoposto lo stesso uomo di chiesa.
Nella piccola realtà della parrocchia, accanto ai disadattati Gunnar, Sarah e Khalid, Adam dovrà confrontarsi con il compito di realizzare una torta con le mele del grande albero che si staglia proprio di fronte alla chiesa: peccato che Satana, stando a quanto afferma Ivan, sarà sempre pronto a metterlo alla prova, almeno fino a quando Adam troverà lo stimolo giusto per credere, e dunque farcela.

Ricordo la prima volta che mi capitò, quasi per caso, di vedere questo film.
Mi aspettavo di trovarmi di fronte all'ennesimo polpettone radical chic di poco conto, ed al contrario rimasi sorpreso dalla freschezza del prodotto, dalle sue ottime intuizioni e dalla cattivissima ironia in grado di prendersi gioco dei massimi sistemi senza mai dare l'impressione di qualcosa che fosse anche solo lontanamente volgare o fine a se stesso.
Con il tempo, la rivalità ed il rapporto tra Adam e Ivan - già mitico grazie all'indimenticabile One eye di Valhalla rising - sono divenuti una sorta di piccolo cult per il sottoscritto, che non ha mai esitato a mostrare questo film ogni volta che se ne presentava l'occasione: così, dopo Julez ai tempi dell'inizio della nostra storia, è stato il turno di mio fratello prima e di Dembo, qualche sera fa. 
Tornare dopo almeno un paio d'anni dall'ultima visione alla missione di Ivan è stato come vivere per la prima volta quell'impertinente, inscalfibile, titanica fede talmente grottesca nella sua negazione della realtà da risultare a suo modo geniale, ed in grado di mettere in difficoltà lo spettatore quanto Adam, versione estremizzata ed estremista dello scetticismo rispetto alla materia religiosa, da sempre uno dei punti focali del Cinema danese - si pensi a Dreyer, tanto per citare il Maestro indiscusso della patria del Dogma, scomodato anche dalla critica a proposito di questo film, definito come un incontro tra lo stesso Dreyer e Tarantino -.
Ovviamente, il paragone tra Anders Thomas Jensen e i due veri e propri mostri sacri appena citati è qualcosa di quantomeno azzardato, eppure il regista, sfruttando un budget tutto sommato molto limitato ed una messa in scena che definirei quasi essenziale riesce a regalare una sequenza di scene memorabili - i corvi sull'albero e la conseguente sparatoria che vede coinvolto il gatto, il the con i biscotti preso da Ivan e Sarah, il vecchio Poul, il rapporto tra Adam con i suoi compagni neonazisti ed i pestaggi perpetrati ai danni di Ivan da parte dello stesso Adam, ma sono solo alcune - come raramente capita di avere occasione di vedere concentrate in un unica pellicola, sempre tenendo in secondo piano - ma mai dimenticandosi - delle riflessioni celate dalle stesse e dalle risate che spesso suscitano.
Il rapporto tra Adam e Ivan, così come quello tra Male e Bene, scetticismo e fede, violenza e filosofia del "porgi l'altra guancia" assume connotati molto più profondi di quanto la vena grottesca della pellicola non possa far apparire ad una visione superficiale, portando l'audience a confrontarsi con un ateo fermamente legato al potere della forza - non a caso, a mio parere, è stato scelto per il personaggio di Adam il background scomodo del neonazista - ed un credente in senso assoluto, capace, in nome della sua fede, di negare la stessa realtà quotidiana.
E dunque, chi avrà ragione dell'altro, in questa lotta che pare eterna e che si gioca in ben più di un campo? E davvero Ivan è meno pericoloso del suo antagonista? Il pastore è soltanto uno stupido dalle convinzioni deviate o un genio assoluto, illuminato da una forza di volontà incrollabile e da un controllo di sè da fare invidia a tutti i Jedi passati sul grande schermo ad un tempo?
Sinceramente, una risposta non c'è. E, probabilmente, non ci sarà mai.
Quel che è sicuro, è che, senza dubbio, Dio - o chi per Lui - sta tutto ed indiscutibilmente dalla parte di Ivan.
E di questo piccolo, grande film.
Talmente grande, che quasi riesce a convertirmi ogni volta.
Quasi.


MrFord


"How deep is your love?
How deep is your love?
I really meant to learn
cos we're living in a world of fools
breaking us down when they
all should let us be."
Take That - "How deep is your love" -

20 commenti:

  1. hai detto tutto! film carinissimo, condivido il giudizio

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  2. Me l'avevano consigliato qualche mese fa. Commedia nera molto carina; le scene che hai citato sono fantastiche. :D
    Mikkelsen bravo come al solito.

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  3. Roby, film davvero sorprendente. Me lo rivedo ogni volta volentieri.

    Ottimista, quelle scene sono una bomba, non mi stancherei mai di vederle.
    E Mikkelsen è ormai uno dei miei attori culto.

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  4. "Era un vecchio gatto stanco di vivere"

    Ti ricordo che l'hai consigliato anche a me, e mi è piaciuto un sacco. A proposito di personaggi mitici, per me Khalid merita una menzione speciale.
    Ma come mai la versione dei Take That?

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  5. o cazzo, c'è l'attore cane di valhalla rising!
    mi puzza tanto di film radical-ford :D

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  6. Bert, Khalid è un mito.
    Quando gambizza i nazisti o apostrofa il vecchio in chiesa è incredibile.
    E la scena del gatto indimenticabile.

    Ho inserito la versione dei Take that perchè è quella che ascolta Ivan.

    Cannibale, invece secondo me questo è un film che ha molti tratti cannibali - di quelli positivi -. Se riuscissi a guardarlo senza la tua solita spocchia sono convinto che ti piacerebbe! ;)

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  7. Ok, consiglio registrato. Vedrò questo film sul tenero neonazista, memore tuttavia del fatto che le vere mamme naziste facevano torte di mele leggendarie.

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  8. Stavo per venire a offrirti drink analcolici (immagino che siano peggio della violenza fisica) per la versione dei Take That quando ho visto la risposta che hai dato a bert. Il fatto che ci siano loro, comunque, non depone a favore della pellicola :D

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  9. me l'ero dimenticato sto film.
    molto molto carino. mi hai fatto venire voglia di rivederlo.

    era in questo che lui ha il ritratto di hitler che cade sempre?

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  10. Yanez, la cosa delle mamme naziste, leggendarie torte o meno, mi inquieta comunque parecchio. ;)

    Ubi, non posso non concordare.

    Ciku, stringatissima! ;)

    Gae, la pellicola merita, eccome. I Take That sono il tocco trash che serve come prolungamento dell'ironia del film stesso.

    Era proprio questo, il film, Frank. Tra l'altro, Ivan chiede ad Adam se Hitler sia o no un suo parente, e poi rincara con "guarda che Hitler io lo conosco bene, aveva la barba. Questo è il russo!" Impagabile.

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  11. Sì, veramente un bel film! Tanto bello che lo voglio assolutamente comprare.
    Pieno di scene mitiche, ma il taccheggiatore resta il mio preferito.
    Piccolo gioiellino.

    Per domani tutto confermato, per il dormire vediamo come sono messo a fine serata. Grazie per la disponibilità, ma oltre a non voler passare il sabato facendo la spola tra letto e cesso, nella mattinata ho una sacco di sbatti da fare e vorrei essere agile come uno scoiattolo.

    Quindi sei quasi convertito? Non mi andrai mica a messa questa domenica? ;)

    Preparati che c'è una SUPER sorpresa per te, venerdì.

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  12. Dembo, pensa che a me è piaciuto così tanto rivederlo che vorrei non avere il dvd per comprarlo. ;)

    Per domani, dunque, vediamo come siamo messi a fine serata. Intanto mi preparo e pregusto la sorpresa, di qualunque cosa si tratti.
    Solo una cosa: non portare il vecchio Mel! ;)

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  13. Non me lo ricordavo mica che erano loro... sarà per caso perché la canticchiavo anche io?

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  14. Bert, secondo me puoi tirarne fuori una versione anche migliore! Anzi, potreste fare un bel duetto tu e Vince! :)

    Cri, lo amo anche io!

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  15. Un piccolo capolavoro purtroppo poco noto,è piaciuto davvero molto anche a me.

    "e se non fosse il diavolo,ma Dio,a perseguitarti?Il diavolo non ha perso tempo con te,Ivan"

    Mitico!!!

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    Risposte
    1. Un cult totale, qui in casa Ford. Sottovalutato e troppo poco noto.
      E grandissimo Ivan!

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