lunedì 4 marzo 2013

A royal affair

Regia: Nikolaj Arcel
Origine: Danimarca
Anno: 2012
Durata: 137'




La trama (con parole mie): Caroline Mathilde, promessa sposa al sovrano di Danimarca Christian alle origini dell'epoca illuminista che cambierà l'Europa ed il mondo, si ritrova costretta dopo essere cresciuta in Inghilterra regina in un Paese soggiogato dalla Chiesa e dai dogmi ed alle prese con un compagno instabile e scombinato, almeno fino a quando come medico di corte viene reclutato Johann Friedrich Struensee, un sostenitore delle nuove correnti illuminate che fin dal principio esercita un'influenza favorevole su Christian così come su Caroline, che presto si innamora di lui.
L'idillio tra i due, tradotto in un'innovazione nelle leggi danesi come non se ne erano ancora conosciute ai tempi, da origine ad un tracollo quando la regina rimane incinta di Johann: i vecchi membri del Consiglio di Stato, ancora legati al loro antico potere, faranno tutto ciò che sarà possibile per ripristinare lo status quo.






Devo ammettere che, andando indietro con la memoria agli ultimi anni, non ricordo una gara così interessante rispetto alla selezione dei film candidati all'Oscar come miglior pellicola in lingua straniera come quella cui abbiamo appena assistito: nonostante la clamorosa esclusione di Quasi amici, infatti, la cinquina giunta alla notte più famosa e celebrata del Cinema ha regalato davvero ottima materia al pubblico - non quello italiano, ovviamente, che ha visto distribuita soltanto una delle cinque candidate - sfoderando stili ed affrontando vicende profondamente differenti tra loro.
L'ultimo a giungere sugli schermi del Saloon - divenuto il mio personale favorito - è stato questo A royal affair, pellicola danese diretta da Nikolaj Arcel - che grazie a questo titolo rompe il suo silenzio sulla scena internazionale e fa salire tantissimo le aspettative sul progetto legato all'adattamento cinematografico de Il potere del cane di Don Winslow, uno dei miei romanzi preferiti di tutti i tempi, che pare sia stato affidato proprio a lui - con una classe da veterano e che, oltre a fotografare una delle epoche più importanti per quanto riguarda il progresso sociale e culturale della civiltà occidentale - l'Illuminismo -, assume le sembianze di splendida metafora del Potere in tutte le sue forme, da quello politico a quello sentimentale, dall'anelito di libertà ai gemiti da letto.
Come se non bastasse, senza cadere nella trappola del film in costume tutto forma e niente sostanza, Arcel confeziona una sorta di thriller sentimentale che fa tesoro della lezione di pietre miliari come Barry Lyndon, L'età dell'innocenza e Ritratto di signora senza dimenticarsi di un pizzico di follia in pieno stile del Forman di Amadeus: supportato da un cast in ottima forma - e da un sempre grande e sempre più fordiano Mads Mikkelsen -, il regista esplora uno dei momenti più delicati della storia del suo paese presentandone i molteplici volti, sfruttando la voce narrante e lo struggimento della protagonista femminile, la regina Caroline Mathilde - soffocata nel suo ideale di donna emancipata da una società profondamente dogmatica e chiusa - così come la follia e l'imprevedibilità del suo forzato consorte Christian - in più di un senso vera vittima dell'evolversi degli eventi, lasciato solo nella sua eccentrica unicità e sconvolgimento interiore, sfruttato e circuito da tutti, chi per costrizione e chi per amicizia interessata -, il confronto tra la nobiltà bigotta e figlia degli schematismi religiosi ed un popolo abbandonato a se stesso e pronto ad essere manovrato senza dimenticare, ovviamente, il ruolo del suo più complesso personaggio, il medico personale di Christian ed amante di Caroline Mathilde Johann Friedrich Struensee.
Quest'ultimo, spirito libero e seguace dell'Illuminismo, diviene il simbolo più intenso della fallibilità umana e della vulnerabilità che in quanto appartenenti all'umanità stessa presentiamo nei confronti del Potere, del suo esercizio e della lotta a combatterlo: le idee rivoluzionarie e la fede nel popolo venute a contatto con le esigenze di un capo di stato creano una tempesta di conflitti da brivido, che barcolla lungo una corda tesa tra le citazioni dell'Amleto ed una censura prima abolita e dunque ripristinata, un amore troppo grande per essere sopportato da un'amicizia ed un mondo ancorato a principi che tutti violano in silenzio, ma nessuno può permettersi di affrontare a testa alta e alla luce del sole.
In questo senso, script e regia mostrano con classe e maestria i protagonisti della vicenda soprattutto nelle loro fallibilità, fornendo un ritratto del progresso - perchè di progresso si trattò, per la Danimarca, da quel momento in avanti, fino al colpo di stato che orchestrò il figlio di Christian - che passa attraverso passioni ed errori tutti umani volti ad un ideale che pare sempre troppo alto ma non per questo inaccessibile, quasi si trattasse di un viaggio in avanti nel tempo anche oltre l'epoca dei Lumi, alla ricerca di quel romanticismo incontrollabile che portò gli ideali delle Grandi Rivoluzioni dal macroscopico della società al microscopico - per così dire - del cuore.
A royal affair riesce, e con uno stile impeccabile, a raccontare la perfezione dell'imperfezione, il coraggio degli errori, il lato travolgente e scomodo dell'amore, la corruzione del Potere e l'esaltazione provocata dal suo esercizio - nel bene o nel male che sia -, la lotta per la Libertà che l'Uomo ha combattuto fin dall'alba dei tempi e che non riguarda e riguarderà mai soltanto l'esterno, le regole, i dogmi, il contesto entro il quale ci muoviamo, ma anche e principalmente noi stessi.
Perchè è sempre da quelle profondità in cui scaviamo quando rimaniamo soli e volgiamo lo sguardo al nostro cuore che tutto parte: che sia una rivoluzione, un capriccio, l'amore di una vita o la scopata di una notte.
O un regno per un cavallo.


MrFord


"I was dreaming in my dreaming
of an aspect bright and fair
and my sleeping it was broken
but my dream it lingered near
in the form of shining valleys
where the pure air recognized
and my senses newly opened."
Patty Smith - "People have the power" -


18 commenti:

  1. Spero di riuscire a recuperarlo. Potrebbe piacermi.

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    1. E' un film elegante ed emozionantissimo. Secondo me ti piacerà.

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  2. totale disaccordo, una noia mortale, molto meglio Anna Karenina senza ombra di dubbio, almeno lì stilisticamente siamo a livelli massimi.

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    1. Lorant, sono assai preoccupato per te: mi stai sfoderando gusti peggiori di quelli di Peppa Kid! ;)

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    2. pensa che il tuo andare daccordo culo e camicia con il cucciolo mi fa preoccupare assai di più! :D

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    3. Tu non me la racconti giusta: mi sa che sei il Cannibale travestito, e vi siete invertiti i ruoli giusto per farvi due risate! ;)

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    4. Vedremo cosa ci riservano le prossime visioni! :)

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    5. Lorant, ma ha ragione Ford...che sei per caso l'identità segreta del Cannibale? Mi bolli tutti film bellissimi come noiosi e inconsistenti, proprio non andiamo d'accordo...dì la verità, o sei l'identità segreta del Cannibale o il suo gemello più cattivo!

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    6. Alessia, una volta Lorant era un vero Expendable, non so cosa gli sia successo in questo 2013: forse si è cucciolizzato! Ahahahahaha!

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  3. non l'avevo mai nemmeno sentito nominare...
    eh si che sono i miei film questi...

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    1. Forse perchè non si sa ancora se e quando uscirà in Italia: purtroppo continua il grande lavoro della nostrana distribuzione! ;)

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  4. sì, bel film, mi è piaciuto.
    però adesso tutto questo entusiasmo per un film in costume mi pare un tantino esagerato, ti stai mica alessiacarmicinizzando? ;D

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    1. A me pare esagerato che io e te si concordi su un film che Lorant definisce noiosissimo, mentre entrambi massacriamo Lincoln che a lui è piaciuto. Si è ribaltato il mondo! ;)

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    2. eheh viva Lincoln sempre e cmq! :D

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    3. Viva le bottigliate a Lincoln, vorrai dire! ;)

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    4. siiiii! alessiacarmicinizzatevi tutti per il #teamARoyalAffair ! ahahahahah:D la mia recensione vi aiuterà:D http://firstimpressions86.blogspot.com/2013/01/a-royal-affair.html

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    5. Per quanto riguarda questo film non ho bisogno di essere "convinto": elegante, emozionante, perfetto in ogni dettaglio.
      Una sorpresa ottima.

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