domenica 31 marzo 2013

I'll sleep when I'm dead




La trama (con parole mie): ispirato dal post di ieri dedicato alle serate da divano con il Fordino, ho deciso di approfittare del weekend lungo per liberare un altro flusso di coscienza a proposito di un grandissimo cantautore dalle parti del Saloon da sempre su un piedistallo che ultimamente, tra Californication, aperitivi con mio fratello, momenti di riflessione ed altri di esplosione rispetto all'esterno, ha finito per vivere una seconda giovinezza di ascolti per il sottoscritto.
Dunque, spazio all'esploratore di Frontiera Warren Zevon, uno di quelli che come teneva i cavalli lui, non li tiene nessuno.


"Straight from the bottle, twisted again, I'll sleep when I'm dead", cantava il vecchio Warren nel 2002, quando i medici gli diagnosticarono un tumore ormai allo stadio terminale, e lui decise di continuare a vivere senza preoccuparsi di avere cure che l'avrebbero incapacitato scegliendo di andare avanti fino alla fine così come la Natura aveva deciso, occupando una puntata speciale del Letterman - show al quale fu sempre legato - dedicata esclusivamente a lui, ed incidendo un disco meraviglioso - The wind - riuscendo a vivere quasi un anno più di quanto era previsto, salutando questo mondo soltanto una manciata di giorni prima di un'altra leggenda, Johnny Cash, nel settembre 2003.
Dieci anni senza il Man in black, dieci anni senza Warren.
Pare incredibile che sia così, anche perchè la loro musica continua a tenerli più vivi che mai nel cuore del sottoscritto, ed ubriaco o no finisce sempre che camminando mentre vado e torno dal lavoro, esploro la vita ed i miei giorni, siano spesso canzoni che portano le suddette firme che continuo a cantare pensando di potermi sollevare ad un metro da terra o sprofondare due metri sotto.
"Everybody's desperate trying to make ends meet work all day, still can't pay the price of gasoline and meat 
Alas, their lives are incomplete", racconta il Nostro nella meravigliosa Mohammed's radio, uno di quei pezzi avanti almeno una trentina d'anni - ma non è l'unico, se si pensa a The envoy o Roland the headless Thomson gunner, attuali anche e soprattutto nel mondo di oggi, fatto di conflitti che partono dai servizi segreti e dalle grandi corporazioni e spurgano il loro pus nelle guerre che insanguinano luoghi lontani e sfigati di cui ai grandi capi finisce per fregare poco o nulla, a meno che la cosa non incida sui loro conti in banca.

Ma se ci penso, pare quasi non ci sia fine al talento e alla meraviglia che Warren, tra una ripresa ed una (ri)caduta nell'alcolismo regalò al suo pubblico, alla passione e alla voglia che esprimeva sul palco - il live Stand in the fire, registrato nel 1980, è pura dinamite, e quelle parole da cowboy che lo chiudono "you've all my love, vaja con dios", fanno ancora venire la pelle d'oca almeno quanto la risposta ai fan durante il bis "I don't have to go anywhere, here's my home" e la potenza espressa dalle ballad al piano fino ai passaggi decisamente più rock -: da Frank and Jesse James a Poor poor pityful me fino a Gorilla, you're a desperado, senza contare pezzi più che noti agli appassionati come Werewolves of London - forse la sua canzone di maggior successo, un mix perfetto di ironia e satira che mi riporta alla mente Un lupo mannaro americano a Londra, meraviglia di John Landis -, Splendid isolation - uno dei miei preferiti, "Michael Jackson in Disneyland don't have to share with nobody else, lock the gates Goofy take my hand, and lead me through the World of Self" -, Excitable boy - carico di humour nero e legato alla figura di un omicida -, Johnny strikes up the band - uno dei pezzi più importanti del legame che ho costruito con mio fratello, e che ho avuto la fortuna di sentirglielo cantare live (dal mio brotha, non da Zevon) - fino alla mitica Lawyers, guns and money - "And I'm down on my luck", pare quasi un monito -, che dalle vicende di Hank Moody alle peregrinazioni alcooliche nelle serate in cui mi perdo nei gin tonic dell'ormai mitico Umberto, dalla voglia, un giorno, di suonarla e cantarla con il Fordino, magari con l'accompagnamento di Julez al piano - Warren, in fondo, era più un pianista che non un cantante o un chitarrista -, alla capacità che questi brani hanno di scavarmi dentro, fare male o cullare - proprio come una sbronza, in fondo - ormai tutto fa parte della mitologia più sacra del Saloon, e non posso che omaggiare questa figura folle e scombinata, caotica e travolgente, un protagonista abituato alla sconfitta e alla polvere come quelli cui mi sono sempre associato, un Goonie del rock e della vita, uno di quei vecchi bastardi che si prende tutto - anche il caffè e l'ammazzacaffè, per dirla reinterpretando L'animale di Battiato - ma è al contempo disposto a dare anche di più.
Sicuramente non sarò mai un musicista, un compositore o un autore come te, Zev, ma ogni giorno, credimi, lotto per prendere e dare proprio nel rispetto della Frontiera che cavalchiamo, supportato anche dalle tue incredibili canzoni.
E per la mia famiglia, mio fratello, gli amici, i nemici, e anche per me, ci sarò sempre, nel bene e nel male.
I'll sleep when I'm dead, Warren.
I'll sleep when I'm dead.


MrFord


"I'm drinking heartbreak motor oil and Bombay gin
I'll sleep when I'm dead
straight from the bottle, twisted again
I'll sleep when I'm dead."
Warren Zevon - "I'll sleep when I'm dead" -



3 commenti:

  1. Come dimostrare meglio il mio amore se non seguendoti ancora? Parlami di Warren, parlami di te.

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    1. Te ne parlerò, ogni giorno. Sempre. Di me, ovviamente. ;)

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