domenica 10 marzo 2013

Spartacus

Regia: Stanley Kubrick
Origine: USA
Anno: 1960
Durata: 184'




La trama (con parole mie): il trace Spartacus, schiavo fin dalla nascita, viene venduto a Batiatus allo scopo di diventare un gladiatore. Dopo essere stato addestrato, l'uomo finisce a capo di una ribellione che sconvolge la vita politica di Roma, nel cuore della quale è da tempo accesa la rivalità tra il senatore di origine plebea Gracco ed il patrizio Crasso, che si contendono i favori del giovane Giulio Cesare in ascesa.
La rivolta, partita da Capua, scuote tutta la parte meridionale dell'Italia, e pare non avere rivali fino a quando i pirati Cilici, corrotti dal governo romano, negano l'aiuto promesso ai ribelli, costringendoli a tornare sui loro passi ed affrontare in campo aperto l'esercito della "Caput mundi" al completo.
Tutto finirà nel sangue, con Spartacus crocefisso con i suoi fedelissimi lungo la Via Appia: eppure la sua donna Varinia ed il figlio appena nato conquisteranno l'agognata libertà, e l'esempio fornito da questa lotta varrà per generazioni e generazioni che verranno.





Nella purtroppo non numericamente consistente filmografia di Stanley Kubrick il caso di Spartacus appare quasi come un'eccezione, la mosca bianca del percorso artistico di un regista votato ad un'autorialità sfrenata lontana anni luce da quello che era - e significava - il kolossal dell'epoca d'oro dei grandi Studios.
Frutto di una realizzazione conflittuale che portò all'abbandono del primo regista scelto per il progetto - Anthony Mann, un altro grandissimo - e che conobbe fasi di scontro tra il protagonista e produttore Kirk Douglas e lo sceneggiatore Dalton Trumbo - che proprio grazie a Douglas e Kubrick tornò al lavoro su un grande progetto dopo gli anni di galera e di esilio dal mondo hollywoodiano proprio per la sua fama di dissidente a seguito dell'esplosione del maccartismo -, quello che è senza dubbio il kolossal più autoriale mai realizzato - neppure Ridley Scott e Oliver Stone, con i loro Il gladiatore e Alexander, riuscirono altrettanto bene nell'impresa - rivisto a distanza di anni è riuscito a colpirmi anche più di quanto già non fece quando lo affrontai per la prima volta, quando decisi che non potevo limitare la mia conoscenza di Kubrick ai vertici della sua arte.
La vicenda dello schiavo trace di recente ripresa anche dall'ottima - e decisamente più tamarra - serie televisiva, già di suo estremamente coinvolgente per tutti quelli abituati a confrontarsi con il Potere ed il suo esercizio dalla parte sbagliata della barricata - quella di chi lo subisce, per intenderci - è resa dalla sceneggiatura di Trumbo straordinariamente attuale, ironica e pungente e con molti riferimenti ai drammi personali vissuti dallo scrittore/sceneggiatore, che sfrutta il personaggio di Gracco - un sempre magnifico Charles Laughton, attore di razza e regista del Capolavoro La morte corre sul fiume - per denunciare i disagi che lui stesso dovette vivere nell'esilio che gli costò "l'essere contro" così come nel mostrare i risvolti più drammatici e "scabrosi" del Potere in quella che, allora, era la città - e la civiltà - di riferimento di tutto il mondo conosciuto, Roma - geniale la sequenza del confronto tra il patrizio Crasso, un elegantissimo Laurence Olivier, e lo schiavo Antonino, un giovanissimo Tony Curtis, a proposito delle preferenze sessuali presentate come scelte culinarie, e la questione degli appetiti che la morale non è in grado di saziare -.
Come se tutto questo non bastasse, un cast di prim'ordine per i tempi - oltre agli attori già citati e ovviamente a Kirk Douglas, ricordiamo anche Peter Ustinov, che vinse un Oscar come migliore attore non protagonista nei panni di Batiatus -, una fotografia spettacolare - premiata anch'essa dall'Academy -, i titoli di testa e parte delle coreografie in battaglia realizzate dal geniale Saul Bass ed ovviamente tutta la tecnica di Stanley Kubrick contribuirono - e contribuiscono ancora oggi - a fare di Spartacus la produzione di riferimento del suo genere, superando anche pietre miliari come Ben Hur o I dieci comandamenti.
La lotta di Spartacus e degli schiavi ribelli attraverso l'Italia dei tempi contro un Impero che ancora doveva conoscere il suo inesorabile declino assume contorni epici coinvolgenti dalle sequenze d'introspezione a quelle di battaglia - che influenzarono decine di film successivi, dai Capolavori di Kurosawa Ran e Kagemusha fino al più recente Braveheart -, e nel finale assume contorni struggenti con la resa "all'unisono" degli schiavi tutti autoproclamatisi Spartacus ed il confronto finale tra lo stesso trace e Crasso, incapace di comprendere il potere che il ribelle esercita sulla donna della quale anch'egli ha finito per innamorarsi.
Un'epopea che non sarà forse quello che ci si aspetterebbe da Kubrick - che continuerà anche in seguito a prendere le distanze da questo progetto -, ma che dimostra una volta ancora quanto una mano come quella del Maestro era in grado di fare anche a partire da un genere quasi per definizione blockbusteriano: certo, alle sue spalle hanno avuto fondamentale importanza la determinazione di Douglas quanto la penna di Trumbo, eppure il regista newyorkese non avrebbe avuto assolutamente nulla da rimproverarsi rispetto alla realizzazione di quello che, probabilmente, è uno dei film epici definitivi della Storia del Cinema.
Stanley Kubrick è lo Spartacus della settima arte.
E grazie a lui, lo siamo un pò anche noi.


MrFord


"Tu ti lamenti ma chi ti lamenti
pigghia lu bastuni e tira fora li denti.
E Cristu ci rispunni di la cruci: 
chi forsi su spizzati li to' vrazza
cu voli la giustizia si la fazza
ca tantu nuddu la farà ppi tia."
Domenico Modugno - "Malarazza" -



23 commenti:

  1. Ma sai che, avendo casualmente scoperto far parte della mia videoteca casalinga (a mia insaputa), quasi quasi me lo guardo oggi?
    E, combinazione per combinazione, ieri sera ho guardato la morte corre sul fiume. Come dici? Echissenefrega? ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La morte corre sul fiume è un Capolavoro. Grande.

      Attendo di sapere come ti sembrerà questo, che secondo me è invecchiato alla grandissima.

      Elimina
    2. Finito di vedere in questo istante.
      Hai perfettamente ragione, non sente minimamente il peso degli anni, dialoghi ancora attualissimi.

      Elimina
    3. Merito di Trumbo, senza dubbio.
      Grande film davvero.

      Elimina
  2. beh, poison hai un parterre di visioni niente male...LA morte corre sul fiume e Spartacus renderebbero bella qualsiasi domenica...Spartacus forse è il film meno kubrickiano della sua carriera, pare che non lo amasse molto soprattutto perchè non era tutto sotto il suo controllo come pretese da qui in avanti...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bradipo, ho appena finito di sistemare la "videoteca casalinga". A parte la polvere dei secoli nelle retrovie, ho trovato cose che voi umani...

      Elimina
    2. Bradipo, per quanto Kubrick abbia amato poco questo film, rivederlo gli ha fatto acquistare ancora più valore. Tostissimo.

      Elimina
  3. l'unico film su commissione di kubrick e certo non una delle sue pellicole più memorabili...
    dai che finiti questi film minori stanno finalmente per arrivare i pezzi pregiati! quelli più radical-chic! (che tu probabilmente esalterai meno rispetto a questi non imprescindibili e troppo fordiani primi film...)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A parte il fatto che Kubrick non andrebbe mai contestato in assoluto, questi primi film sono stati i semi che hanno permesso ai successivi di fiorire come sono fioriti.
      La base della piramide, in un certo senso.

      Elimina
  4. Non c'è Gladiatore che tenga, né Braveheart, né tanto meno Alexander... Spartacus è una spanna sopra tutti!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sonia, dici bene. Uno dei capisaldi dell'epica. Bellissimo.

      Elimina
  5. Uno dei più riusciti e bei kolossal americani di tutta la storia del cinema.

    RispondiElimina
  6. Uno dei film del maestro che mi è piaciuto di meno. Non che sia brutto, ma preferisco altro. Non come "Barry Lindor" che mi annoia a morte ogni volta.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Frank, sicuramente è il film meno "kubrickiano" di Kubrick, ma resta una pellicola enorme, nel suo genere.

      Per il resto, farò finta di non aver sentito per quanto riguarda Barry Lyndon, un vero ed inarrivabile Capolavoro nonchè il mio preferito del Maestro.

      Elimina
  7. nessuno farà giustizia per te... parole sante quelle di Domenico Modugno. Spartacus rispecchia in pieno il farsi giustizia. Sono cresciuto con il mito di Spartaco, il film invece lo vidi molto tempo dopo. Inoltre non ho mai visto la serie TV!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Eh, già, Vincent. La Malarazza spacca.
      Spartacus è anche un mio mito, e ti dico: guarda la serie, merita alla grande.
      E' tamarra, violentissima e coinvolgente.

      Elimina
  8. Un altro che mi manca di Kubrick. E la cosa peggiore è che ce l'ho pure in dvd, è lì che mi guarda in questo momento.

    Ho deciso che appena finisce la serie tv (che bomba è la 3 serie?) me lo guardo al volo.


    RispondiElimina
    Risposte
    1. Fratello, la terza sta spaccando. Bellissima.
      E questo recuperalo, che funziona alla grande!

      Elimina
  9. Uno dei film meno riusciti di Kubrick... ma grazie al cazzo! Ben fatto, e con un finale di un'epicità unica!
    E rimango dell'opinione che la serie tv sia una merdata pazzesca <3

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Giacomo, più che meno riuscito direi meno kubrickiano, ma ugualmente realizzato alla grandissima.

      E guarda che la serie tv è davvero tosta e valida: non ti fermare all'apparenza tamarra!

      Elimina
    2. Sulla serie tv ci bottiglieremo alla grande continuamente, mi sa XD

      Elimina
    3. Per me non c'è problema: sono un bottigliatore da arena! ;)

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...