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lunedì 16 dicembre 2019

White Russian's Bulletin



Altra settimana di transizione, per il Bulletin, figlio dell'ormai stanchezza da divano che mi coglie inesorabilmente la sera, degli impegni in famiglia, al lavoro e con la palestra che portano via gran parte delle energie mentali e fisiche: prima, però, di avventurarci nelle classifiche di fine anno, sono riuscito comunque a portare a casa un altro sabato sera Cinema con i Fordini, una serie e una novità da sala. Di questi tempi, direi un bottino abbastanza importante.


MrFord



LE MANS '66 - LA GRANDE SFIDA (James Mangold, USA/Francia, 2019, 152')

Le Mans '66 - La grande sfida Poster


Come chi mi conosce o frequenta il Saloon da un pò di tempo ben sa, il mio rapporto con i motori non è esattamente idilliaco: anzi, per usare un eufemismo, direi che meno sto con le mani su un volante e meglio sto. Eppure, paradossalmente, fin da bambino sono sempre stato affascinato dalle storie legate ai grandi piloti - soprattutto di Formula Uno -, associando le stesse alle imprese sportive che, probabilmente per merito della passione di mio padre per lo sport in genere, sono state parte di una mitologia domestica importante negli anni della mia formazione.
James Mangold, ottimo artigiano del Cinema che negli anni mi ha regalato piccole gioie come Identità o Walk the line, porta sullo schermo una vicenda che non conoscevo, quella della storica edizione del sessantasei della ventiquattro ore di Le Mans, una delle gare automobilistiche con maggior fama e memoria storica di sempre: in particolare, quell'edizione portò a confronto i due colossi Ford e Ferrari, e a collaborare l'ex asso del volante Carroll Shelby ed il meccanico e spigoloso pilota Ken Miles. Mangold, sfruttando una struttura molto classica ed appoggiandosi a due certezze come Damon e Bale - e devo ammettere che, nonostante il talento, in questo caso ho apprezzato di più il primo -, porta in scena il classico racconto in pieno stile Oscar che coinvolge ed emoziona, una sorta di versione old school di Rush cui manca forse l'impatto di una rivalità effettiva - di fatto, è la storia di un'amicizia - ma riesce comunque a raccontare una storia e ad emozionare.
Curiosa l'interpretazione macchiettistica del team Ferrari, sempre "troppo italiano", o quantomeno italiano visto da occhi a stelle e strisce, ma è un peccato veniale all'interno di un lavoro sicuramente ben strutturato.




JACK RYAN - STAGIONE 1 (Prime Video, USA, 2018)

Jack Ryan Poster

Pescato dal catalogo Prime, che ultimamente in casa Ford sta facendo da concorrente a Netflix, e giunto più in sordina del previsto da queste parti - in fondo si parla di territori molto fordiani -, la versione da piccolo schermo di Jack Ryan, eroe nato dalla penna di Tom Clancy, ha portato una ventata di action spionistica quasi più cinematografica che seriale, convincendo episodio dopo episodio portando in scena una vicenda dal sapore di primi Anni Zero senza per questo sembrare datata o fuori tempo massimo, risultando solida sia per quanto riguarda il comparto tecnico che per il cast - e pensare che non sono un fan di John Krasinski e Abbie Cornish - ed alimentando una tensione che con gli ultimi episodi cresce con buona intensità.
Un prodotto dunque interessante che potrebbe raccogliere il testimone dell'ormai classico 24 regalandone però al pubblico una versione più realistica e meno da fumetto, legata a tematiche importanti come la guerra al terrorismo e rappresentata da un main charachter che unisce la componente fisica dell'eroe di genere ad una mentale che, in questi casi, non ci si aspetta proprio.




STAR WARS EPISODIO IV - UNA NUOVA SPERANZA (George Lucas, USA, 1977, 121')

Guerre stellari Poster

Il sabato sera Cinema dei Fordini questa settimana ha iniziato uno dei percorsi più importanti per un cinefilo, anticipato rispetto a quanto pensassi dall'esaltazione mostrata soprattutto dalla Fordina per il trailer del nono e ultimo capitolo della Saga, motivata principalmente da Chewbacca, diventato l'idolo della più piccola del Saloon.
A fronte, dunque, degli oltre quarant'anni dall'uscita e della stanchezza, sono rimasto sorpreso di quanto bene abbiano preso questo cult i ragazzi, incuriositi da particolari e personaggi differenti - uno tutto per i droidi, l'altra tutta per Chewbacca, uniti contro un Darth Vader che ancora vedono come il Male assoluto - ed ora curiosi di proseguire nel cammino delle avventure di Luke Skywalker e soci: senza ombra di dubbio Una nuova speranza resta una pietra miliare del genere e non solo, capace di raccontare una storia universale trasformandola in un giocattolone magico che colpisce ad ogni età e a prescindere dai propri gusti in fatto di strade da percorrere.
E' forse il film simbolo ed il più completo della Saga, quello che giustamente viene preso come modello e riferimento, è sempre una pacchia da guardare e nonostante gli anni invecchia alla grandissima: non è il mio favorito - e sono curioso di scoprire come prenderanno i Fordini L'impero colpisce ancora, a questo proposito -, ma indubbiamente è un titolo che non può mancare nella formazione di un amante della settima arte.
Che la Forza sia con noi.

lunedì 27 febbraio 2017

The Great Wall (Zhang Yimou, Cina/USA, 2016, 103')





Quando penso a Zhang Yimou, la mente corre sempre ad uno dei titoli che hanno dato inizio alla grande scoperta del sottoscritto come spettatore rispetto al Cinema orientale, Lanterne rosse: erano gli anni a cavallo dell'inizio del Nuovo Millennio, ed alle spalle l'infanzia passata a macinare un film dopo l'altro con mio fratello cominciavo a cercare un'identità come spettatore partendo dalla scoperta dei Classici e dei film "d'autore", che avrebbero dominato le mie visioni per almeno cinque o sei anni.
Lanterne rosse, per l'appunto, oltre a rivelare al mondo la bellezza straordinaria di Gong Li, portava alla ribalta un autore tra i più influenti del panorama cinese, che nel corso delle stagioni riuscì a raccontare storie molto semplici - da Keep Cool a Mille miglia lontano - ed altre legate alla tradizione, alla magnificenza ed alla meraviglia visiva - Hero, La foresta dei pugnali volanti, La città proibita -: dunque era lecito, nonostante una certa discontinuità venuta a galla negli ultimi anni e malgrado una produzione imponente e senza dubbio "ingombrante", aspettarsi qualcosa di quantomeno interessante da questo The Great Wall, pubblicizzato, va detto, più per la presenza di Matt Damon - con Pedro Pascal a fargli da spalla - che non per quella del cineasta cinese.
Peccato che, visione alle spalle, questo non solo risulti il film peggiore di Zhang tra quelli che ho visto finora, ma anche uno dei più brutti del duemiladiciassette: un'accozzaglia priva di identità subordinata al desiderio - presumo sempre della produzione - di portare in sala un potenziale blockbuster che mostra quanto dannosa può essere l'impronta ammeregana rispetto ad un lavoro che dovrebbe attingere alla tradizione popolare di un altro paese - a prescindere da quale sia -, all'interno della quale un praticamente perfetto, invincibile, infallibile e finto cattivo Matt Damon mostra alla popolazione locale quanto è semplice per lui sgominare un'orda di mostri che paiono un incrocio di tutti i meno riusciti della categoria della Storia recente del Cinema, conquista il cuore - pur non consumando - della generalessa d'acciaio e rinuncia - SPOILER - al bottino per salvare il compagno ed amico.
Una porcata fatta e finita, dunque, dal primo all'ultimo minuto, recitata per piacere del portafoglio - Willem Defoe imbarazzante, ma non fanno tanto meglio i due protagonisti -, pessima dal punto di vista degli effetti e della ricostruzione, scritta da cagnacci maledetti e costruita per giustificare una scena d'azione - prevedibile - dopo l'altra fino ad una battaglia finale che mi ha ricordato World War Z - e non è un bel complimento -.
Sinceramente spero davvero che la responsabilità di questa robaccia sia tutta da imputare alla già citata e bistrattata produzione, perchè in caso contrario significherebbe aggiungere un altro nome alla purtroppo nutrita lista degli ex grandi registi finiti bolliti per scarsità di idee, passione e voglia, e se così fosse sarei davvero dispiaciuto, non fosse altro per l'amore che nutro per il Cinema orientale e per il grande merito che ha avuto Zhang Yimou nel processo che ha portato il suddetto sugli schermi e nel cuore di questo vecchio cowboy.
Nel frattempo, almeno in parte, posso consolarmi: se la Grande Muraglia, infatti, resta una delle opere architettoniche più impressionanti della Storia, destinata ad essere ricordata per sempre, questo The Great Wall finirà nel dimenticatoio in tempi brevissimi, per tornare a mostrarsi giusto in tempo per la classifica del peggio di quest'anno, per fare ritorno poi all'abisso di pochezza dal quale pare essere uscito.




MrFord




 

giovedì 23 febbraio 2017

Thursday's child







Nuova settimana di uscite e nuova puntata della rivalità ultimamente non così accesa tra il sottoscritto e Cannibal Kid, nella speranza che alcuni titoli che arriveranno in sala questa settimana possano rinverdire i fasti delle Blog Wars e non il clima di quasi accordo delle ultime settimane.
A meno che questi imminenti Oscar non compiano la magia di cambiare una delle lotte all'ultimo sangue più all'ultimo sangue della rete.


"Evvai! Ford ha battuto ancora una volta Cannibal!"



T2 Trainspotting

"Ford e Cannibal d'accordo!? Adesso nessuno esce di qui fino a quando non abbiamo scoperto come cazzo è possibile!"

Cannibal dice: Attesa alle stelle per il sequel di Trainspotting, uno dei sommi cult degli anni '90, il decennio più amato su Pensieri Cannibali e più detestato su White Russian. A smorzare l'entusiasmo c'è la consapevolezza che potrebbe essere un diludendo clamoroso. Questo rischioso seguito allora creerà dipendenza come il primo film, oppure manderà in overdose come una brutta scorpacciata di filmacci consigliati da Ford?
Ford dice: ai tempi della sua uscita e dell'ascesa a cult generazionale, avevo snobbato Trainspotting, visto come una specie di Graal da molti miei amici finti o veri alternativi che fossero allora, ma lo apprezzai parecchio qualche anno dopo, quando riuscii a vederlo con gli occhi di chi è più cresciuto, paradossalmente.
Il rischio di questo sequel è che sputtani proprio quel ricordo. Quello che spero, è che non lo faccia, e sia cresciuto insieme a chi lo ricorda come me. O perfino come Cannibal.

 

Jackie

"Non prestare i tuoi giocattoli a Ford e Cannibal. Quelli sono due mostri, te li rompono tutti."

Cannibal dice: E dopo il sequel di Trainspotting, ecco il nuovo film con protagonista Natalie Portman. Che questa sia la settimana cinematografica più cannibale dell'anno, e forse del decennio, per la gioia mia e la disperazione di Ford?
Ford dice: Pablo Larraìn è un regista che ha saputo, dopo un inizio pessimo almeno agli occhi del sottoscritto - il sopravvalutatissimo Tony Manero -, guadagnarsi uno spazio di tutto rispetto al Saloon.
Riuscirà a confermare tutto il buono con questa sua prima produzione "all-american"? Stando alle recensioni, potrebbe essere.
Io spero solo di non essere ancora una volta d'accordo con Cannibal in questo inizio anno.

 

The Great Wall

"Ford avrebbe preferito Stallone!? Adesso gli faccio cambiare idea a suon di frecce!"

Cannibal dice: Kolossal storico-action cinese che sembra costruito apposta per far felice Ford e per abbattersi (im)pietosamente contro il mio muro. Anche se lui probabilmente avrebbe ingaggiato Stallone, ma gli toccherà accontentarsi di Matt Damon. Io invece mi sa che passo... alla grande.
Ford dice: film che ho già visto e che sulla carta potrebbe rappresentare una fordianata spaziale, considerate l'action medievaleggiante e Zhang Yimou in regia.
Sarà andata davvero così? A breve la risposta.

 

Barriere

"Certo che quel Cannibal Kid ne spara, di stronzate, vero cara?"

Cannibal dice: Tra le barriere di Matt Damon e quelle di Denzel Washington, direi che preferisco queste ultime. Tra i film nominati all'Oscar 2017 di miglior film è uno dei pochi che mi mancano, ma vedrò di rimediare entro la notte delle stelle e bagnare così il naso a Mr. James Ford.
Ford dice: tra i nominati per il miglior film di quest'anno, Barriere è uno dei due che ancora mancano al mio appello.
Viaggiando però nel tempo tra quando scrivo queste righe e quando saranno pubblicate, dovrei averlo già visto in tempo per affrontare preparato almeno rispetto alle categorie principali la Notte degli Oscar.
A Cannibal Kid, invece, auguro una lunga notte senza Cinema. Per una decina d'anni almeno.


Beata ignoranza
 


Cannibal dice: Dall'alto della sua beata ignoranza, Ford bollerà facilmente questa come l'ennesima commediola italiana da evitare come la peste. Io che sono molto più illuminato e di larghe vedute, so invece che Massimiliano Bruno è uno che sa girare film non male e poi c'è Marco Giallini, dopo Perfetti sconosciuti e Rocco Schiavone idolo totale di Pensieri Cannibali, quindi la visione scatta quasi obbligatoria.
Ford dice: il Cinema italiano recente, per non so neppure io bene quale motivo, pare cominciare ad essere fin troppo sopravvalutato. Nonostante Marco Giallini, dunque, uno dei pochi nostrani in grado di mettere d'accordo il sottoscritto ed il Cucciolo Eroico, penso che salterò in attesa, chissà, di un recupero tappabuchi.

 

La marcia dei pinguini – Il richiamo

I pinguini abbandonano l'Antartide. Cannibal e Ford hanno deciso di trasferirsi tra i ghiacci.

Cannibal dice: Anche i documentari possono essere vittime della mania di fare sequel a tutti i costi? A quanto pare sì e così ecco che arriva il secondo episodio de La marcia dei pinguini, osannato docu premio Oscar da cui io ho sempre marciato alla larga, così come è bene fare ogni volta che nell'aria si sente puzza di fordianata.
Ford dice: ai tempi della sua uscita in sala, nonostante le strizzate d'occhio al grande pubblico grandi come un iceberg, trovai molto ben realizzato La marcia dei pinguini.
Inutile dire che un sequel, se non per raschiare il fondo del barile, non pareva proprio necessario.
Così come non pare necessaria la presenza di Cannibal in rete.

 

Bandidos e balentes – Il codice non scritto

"Un altro finito male per i consigli cinematografici di Cannibal!"

Cannibal dice: Thriller ambientato nella Sardegna degli anni '50 che lascio volentieri a Ford, ajò!
Ford dice: quando si parla di banditi, io sono sempre in prima fila. Questa volta, però, complice la Notte degli Oscar imminente ed il bisogno di contraddire sempre e comunque il mio rivale, credo rinfodererò le pistole e mi dedicherò ad altro.

 

martedì 13 settembre 2016

Jason Bourne (Paul Greengrass, UK/Cina/USA, 2016, 123')


L'action spionistico è un genere che, da queste parti, è considerato una sorta di evergreen: da Il giorno dello sciacallo a I tre giorni del condor, passando per Casinò Royale, posso dire di aver collezionato più soddisfazioni che delusioni nel corso degli anni da consumatore di questo tipo di pellicole, saga di Jason Bourne compresa: se si eccettua, infatti, quel Legacy girato senza il protagonista e volto della stessa Matt Damon, che pure non era così male a conti fatti, nessuno dei tre film precedenti a questo aveva mancato il bersaglio.
E, a ben vedere, non lo fa neppure quest'ultimo lavoro di Paul Greengrass.
Peccato che, per quello che potrebbe essere considerato proprio come il Casinò Royale dell'ex smemorato Jason - un rilancio in piena regola del personaggio passato dall'essere una sorta di eroe romantico ad una vera e propria macchina da guerra da poche battute ma essenziali per qualificarsi come spaccaculi totale, come fu per James Bond in quell'occasione -, tecnica, regia e plot che più classico non si potrebbe a parte, sia mancata, in fondo, la partecipazione.
Assistere all'ennesima cavalcata apparentemente suicida - ma poi ci si crede davvero, in questi casi, ai potenziali pericoli per il main charachter? - di Bourne pare infatti una presa di coscienza della perizia della messa in scena, dalla bellissima fuga in moto per le strade di Atene all'inseguimento in macchina attraverso quelle di Las Vegas, tra uno sparo, un paio di colpi molto ben assestati ed intrighi da alti papaveri della CIA invischiati fino al collo in faccende sporche ed una riflessione sull'utilizzo dei social network e l'importanza della privacy, senza, però, che purtroppo ci sia un vero coinvolgimento emotivo da parte dell'audience.
Dal primo minuto all'ultimo, infatti, non vi è alcun dubbio - o quantomeno, io non l'ho avuto - rispetto al fatto che, in un modo o nell'altro, l'ex agente segreto ribelle metterà nel sacco tutti quelli che l'hanno prima sfruttato e dunque gettato via, che il loro assassino numero uno - un Vincent Cassel appena sotto il fuori tempo massimo, considerato che non parliamo di qualcuno specializzato in carriera nei ruoli da action hero - potrà mai impensierirlo davvero, così come l'ormai onnipresente e forse un pò troppo sovraesposta Alicia Vikander possa passare da cattiva al cento per cento: godersi la visione di Jason Bourne, dunque, equivale ad una sorta di enorme, gigantesco, scontatissimo spoiler privo di colpi di scena ed emozioni, confezionato alla grande ma incisivo solo nella sua esecuzione, quasi come se un incontro di lotta clandestino finisse al primo pugno quando ci si poteva aspettare una battaglia strenua da lacrime e sangue.
Sinceramente non so se imputare tutto questo alla scarsa empatia di Bourne come charachter o alla mancanza di quella scintilla in grado di trasformare un personaggio in un cult quanto e più dei film dei quali è protagonista, ma il fatto è che se non siete appassionati di questo genere finirete per rompervi i cosiddetti in due ore di inseguimenti, sparatorie ed intrighi atti a sottolineare una volta ancora l'abilità quasi impossibile da contrastare dell'eroe ribelle, mentre se il vostro pane quotidiano è lo spy movie movimentato avrete l'impressione - non proprio piacevole - della minestra riscaldata.
Niente di irreparabile, sia chiaro.
Me lo sono anche goduto.
Ma da uno che rompe culi a colazione, pranzo, cena e forse anche mentre dorme pesante dopo una sbronza colossale, io mi aspetto decisamente molto di più.



MrFord



giovedì 1 settembre 2016

Thursday's child

La trama (con parole mie): oggi è il primo settembre, data significativa da sempre per il rientro dalle vacanze ed il ritorno alla normalità. Dopo un'estate passata a spassarmela e a prendermi un periodo di relax anche e soprattutto dal blog, e soprattutto dopo il clamoroso buco sulla puntata della settimana scorsa di questa rubrica, torno alla ribalta rigenerato e pronto, come sempre, a dare battaglia anche nei commenti alle uscite in sala al mio rivale di sempre Cannibal Kid.

"Sarà meglio fermare Ford prima che si metta alla guida di un qualsiasi veicolo."
Io prima di te

"Quel bruto di Ford ti ha ridotto proprio male, Peppa. Ci penso io a guarirti."
Cannibal dice: Io prima di Ford avevo un bel blog immacolato. Dopo che Ford ha cominciato a infestarlo, occupando (in maniera non richiesta) questa rubrica dedicata alle uscite settimanali, Pensieri Cannibali ha invece subito un crollo qualitativo notevole. Se non altro il giovedì.
Quanto al film l'ho già visto e presto arriverà la recensione cannibale. Credevate forse che potessi perdermi una pellicolona sentimentale strappalacrime con Emilia Clarke?
Ford dice: io prima di Cannibal non pensavo che potessero esistere critici cinematografici in grado di spararle così grosse, e ora che è diventato praticamente la mia mascotte, non posso più liberarmene.
Questa roba sentimentale strappalacrime mi attira quanto una maratona di film teen cannibali, ma considerato che Julez non vede l'ora di vederlo, mi sa che mi toccherà.



Jason Bourne

"Ford, te l'ho già detto: piuttosto che lasciarti guidare, mi faccio massacrare in un incontro di wrestling."
Cannibal dice: Vidi il primo The Bourne Identity tanto tempo fa e l'unica cosa che ricordo è che il protagonista è uno smemorato, proprio come me. Sto però pensando di farmi una maratona per recuperare tutte le sue pellicole, unicamente per poter arrivare preparato a vedere Alicia Vikander nel nuovo capitolo. E ora passo la parola a James Ford...
James Ford???
E chi diavolo è?
Proprio non lo ricordo.
Ford dice: la saga di Bourne, per quanto non all'altezza di quella di Mission: Impossible, non mi è mai dispiaciuta, e fatta eccezione per l'ultimo ed un po' spompo episodio ha sempre garantito un'azione solida e tosta come piace a me e non piace al Cannibale.
Spero, dunque, che il trend sia confermato anche a questo giro.



La famiglia Fang

"Ford e Cannibal sono proprio una famiglia strana: non posso resistere dal riprenderli."

Cannibal dice: La famiglia F...
Fiuuuuuuu...
Per un attimo avevo letto La famiglia Ford e mi stavo già preparando per l'horror più agghiacciante dell'anno. E invece è La famiglia Fang, la classica famiglia indie americana stramba in cui mi sarebbe tanto piaciuto crescere.
Ford dice: titolo apparentemente alternativo che potrebbe essere anche interessante, se non sembrasse una copia scialba del mitico Little Miss Sunshine, o un Cannibal qualsiasi rispetto al qui presente nonchè solo ed unico - per fortuna vostra - Ford.



Lolo – Giù le mani da mia madre

"Se non sei in grado di bere quanto Ford, vecchio, scordati mia madre!"
Cannibal dice: Nuovo film da regista per Julie Delpy, la radical-chicchissima attrice francese della trilogia di Prima dell'alba. La sua pare una commedia romantica transalpina dal sapore estivo che farà accapponare la pelle a Ford e quindi la devo troppo vedere!
Ford dice: commedia francese radical chic!? Puzza di cannibalata? Non mi azzarderei ad avvicinarmici neppure sbronzo marcio.



Un padre, una figlia

"Katniss Kid, io non sono una bestia come Ford, e non ti toccherei neanche con un fiore."
Cannibal dice: Nuovo film di Cristian Mungiu, regista sardo... anzi no, rumeno acclamato per 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni, una di quelle pellicole che devo sempre recuperare, ma che poi non guardo perché mi sanno tanto di roba fordiana pseudo autoriale e molto noiosa.
Ford dice: Mungiu è un regista con le palle quadrate da queste parti molto, molto stimato. Questo suo nuovo lavoro, dunque, prima o poi troverà spazio qui al Saloon, magari anche trainando il recupero del precedente Oltre le colline, che devo ancora vedere.



Effetto acquatico – Un colpo di fulmine a prima svista

"Tu meno in forma di Cannibal? Non farmi ridere: Peppa lo strapazza anche un poppante!"
Cannibal dice: Dal titolo italiano che pare rubato a un post di Pensieri Cannibali potrebbe sembrare una vaccata clamorosa. Considerando però che è una commedia sentimentale franco-islandese, potrebbe anche rivelarsi una bella sorpresa.
Ford dice: altra commedia, e di nuovo la Francia pronta a mettere lo zampino neanche fosse Cannibal per rovinare anche le più contenute delle aspettative. Dovessi recuperarlo, lo farò con tutte le cautele del caso.



Black – L'amore ai tempi dell'odio

"Prova ancora a leggere questa rubrica prima su Pensieri Cannibali che su White Russian, e ti faccio un  buco in fronte."
Cannibal dice: Film belga che sembra una specie di Romeo + Giulietta ambientato nella Bruxelles multietnica di oggi e che pare avere le carte in regola per rivelarsi una visione meritevole. Anche Ford è davvero meritevole... ma solo di un calcio nel culo.
Ford dice: film belga incentrato sulle differenze razziali che pare molto interessante ed attuale, e spero vivamente non si riveli una delle solite radicalchiccate da Pensieri Cannibali, sempre pronte a distruggere tutte le illusioni del vecchio, sano, buon Cinema fordiano.



Il vincente

"Per quale festeggiamento userà questo vestito, signore?" "Per celebrare la sconfitta di Cannibal Kid, ovviamente!"
Cannibal dice: Non so molto riguardo al film Il vincente. L'unica cosa che so è che SICURAMENTE non parla di Mr. Ford, ahahah!
Ford dice: a parte il fatto che si tratta di una pellicola italiana di nicchia - che, dunque, da queste parti parte con l'handicap -, l'unica cosa che so di questo film che è SICURAMENTE non parla di Cannibal Kid. Ahahahahaha!


lunedì 19 ottobre 2015

Sopravvissuto - The martian

Regia: Ridley Scott
Origine: USA
Anno: 2015
Durata: 141'





La trama (con parole mie): Mark Watney, astronauta membro del gruppo di scienziati della Missione Ares, destinati a rimanere su Marte per un mese circa, durante un'evacuazione del rifugio a causa di una violenta tempesta viene colpito da un detrito che lo lascia privo di sensi e distrugge il sensore biometrico della tuta. Creduto morto dai compagni che abbandonano la postazione e ripartono alla volta della Terra, Mark si risveglia ancora vivo e solo, costretto a razionare il cibo ed ingegnarsi in modo da approntare una coltivazione di fortuna e ripristinare le comunicazioni con la NASA.
Individuato dai suoi colleghi e capi sulla Terra, ha inizio un lungo percorso che prevede un piano di recupero che possa garantire la sopravvivenza dell'esule e, dunque, lo veda raggiunto da scorte sufficienti a coprire il tempo che lo separa da una nuova spedizione su Marte.
Questo, ovviamente, a meno di imprevisti.








Esistono pochi registi al mondo in grado di vantare un inizio di carriera fulminante come quello di Ridley Scott: I duellanti, Alien e Blade runner, infatti, non solo si imposero da subito come cult imprescindibili, ma ancora oggi - soprattutto i due sci-fi - vengono guardati e rispettati da appassionati ed addetti ai lavori come pietre miliari.
Peccato che, nonostante i successi ed i premi raccolti, il cineasta inglese non si sia più ripetuto a quei livelli, finendo per essere considerato - a tratti a ragione - come un tecnico impareggiabile che ormai, però, aveva fatto il suo tempo e detto tutto quello che aveva da dire: nonostante tutto, scivoloni compresi, non sono comunque mai riuscito a non volergli bene, e da robette come Un'ottima annata a troppo bistrattati colpi di testa trash come The counselor ho continuato a sostenerlo apprezzando opere artigianali ma efficaci come American gangster o Robin Hood.
Questo Sopravvissuto - The martian, trainato dalla fama di un romanzo - che non ho ancora letto, occorre sottolinearlo - considerato un must e sceneggiato da un giovane rampante come Drew Goddard - il genietto dietro lo splendido Quella casa nel bosco - è giunto in sala accolto dunque dal dubbio: avrebbe sancito una rinascita del vecchio leone Scott, o la sua definitiva cancellazione dalle liste dei nomi da seguire?
La risposta, visione alle spalle, pende senza dubbio più dalla parte della prima e più rosea ipotesi, e pur non avendo avuto lo stesso sconvolgimento dalla visione come fu per i già citati Alien e Blade Runner, The martian è risultato un solido, avvincente, ben equilibrato film di fantascienza old school, emozionante quanto basta per piacere al pubblico mainstream, curato nel minimo dettaglio con tanto di strizzate d'occhio agli appassionati ed introspettivo abbastanza da stimolare anche il pubblico più radical filosofeggiante: e dagli effetti speciali - splendida la ricostruzione della superficie di Marte - al cast - efficace Matt Damon, azzeccato ed all star il resto degli interpreti, seppur pesi un pò il sacrificio in termini di minutaggio di Jessica Chastain -, passando per lo script e l'equilibrio tra la versione marziana di Cast away e la missione di salvataggio, il risultato è quello di una sorta di fratello più pane e salame di Interstellar, all'interno del quale, più che perdersi per ritrovarsi, si finisce per specchiarsi nella volontà di portare a casa la pelle e nel desiderio estremo di vivere e resistere del protagonista, dalle scoperte ai fallimenti, fino alla preparazione per il tentativo di recupero che potrebbe anche costargli la vita - realizzato con un ottimo montaggio, firmato nientemeno che da Pietro Scalia, altro veterano del Cinema, che vede gli studi prodotti nei laboratori della NASA ed applicati da Mark su Marte -.
Uno sci-fi old school che funziona dunque in toto, e per quanto poco probabile risulti la fase finale dell'operazione di recupero importa relativamente: in fondo, la fantascienza esiste - come il Cinema stesso - anche e soprattutto per farci sognare, e guardare a quei momenti magici guidati dai sospiri quasi malinconici di chi ha provato sulla pelle l'adrenalina che nessun altro potrà mai provare e torna alla normalità per poterlo "solo" raccontare: un pò come se un supereroe appendesse il costume al chiodo e dovesse vivere a misura del mondo per tutto il resto della sua esistenza.
Eppure, anche così - ed è bellissima la panoramica sui membri della missione alla vigilia della Ares successiva alla loro, con le esistenze e le scelte che le hanno condizionate a fare da cornice -, nessun brivido e nessuna missione disperata o spazio siderale finisce per eguagliare la meraviglia della vita che avanza nel più semplice e naturale dei modi.




MrFord




"Hanno detto c'è un guasto banale , ma Mc Kenzie può ancora arrivare , ed intanto si è perso il contatto , c'è chi dice "C'è stato un impatto".
Son passati 2 anni a settembre, di Mc Kenzie non resta più niente, solo un nastro che ha registrato una voce di un uomo impaurito.
"Hel me, help me, help me !" . Poi silenzio non si sente niente più. Solo "Help me,help me, help me! Soccorso! Help me!". Poi silenzio e niente più."
Elio e Le Storie Tese - "Help me" - 





giovedì 1 ottobre 2015

Thursday's child

La trama (con parole mie): la stagione cinematografica è ormai ufficialmente tornata a pieno regime in termini di proposte potenzialmente interessanti, in cerca di qualche colpo di coda buono per scombinare almeno in parte le classifiche di fine anno.
Purtroppo chi non è cambiato, e continua a proporre commenti ed opinioni chiaramente discutibili è il mio antagonista nonchè co-conduttore di questa rubrica, Cannibal Kid: possibile, però, che questa settimana si finisca per essere d'accordo quantomeno su un titolo!?


"Cannibal, siamo arrivati a Casale: adesso sono tutti cazzi tuoi."
Sopravvissuto - The Martian

"L'ho sempre detto che lasciare il volante a Ford è un'idea pessima!"
Cannibal dice: Ridley Scott è uno dei registi più sopravvalutati nella Storia del Cinema. Blade Runner a parte, i suoi film non mi hanno mai detto molto. Di recente poi è sprofondato nel ridicolo con robe tragicomiche come The Counselor - Il procuratore. Le aspettative nei confronti di un suo nuovo film per quanto mi riguarda sono quindi sempre più basse del basso, e se a ciò aggiungiamo il fatto che Matt Damon è un attore che non mi entusiasma e le vicende ambiente nello spazio ancora meno, potrei bottigliare questo The Martian manco come fa Ford con un bel film a caso. Però c'è da segnalare un grande trio di attrici: Jessica Chastain più Kate Mara più Mackenzie Davis della serie Halt and Catch Fire. Inoltre la sceneggiatura è firmata da Drew Goddard, quello di Quella casa nel bosco. E a questo punto il film vaga nello spazio delle future visioni come una enorme incognita.
Ford dice: Ridley Scott è sempre stato una scommessa. Partito alla grandissima con un trittico che farebbe invidia a qualsiasi regista - I duellanti, Alien, Blade Runner - e poi rivelatosi decisamente altalenante nei risultati, l'inglesaccio resta comunque un riferimento, e considerato che il romanzo dal quale è tratto questo film è un vero cult per gli appassionati del genere e la sceneggiatura è affidata a quel furbone di Goddard, penso che qualche sorpresa potrebbe riservarla.
Staremo a vedere.
Cannibal, invece, purtroppo di sorprese non ne regala mai. È sempre lo stesso, inesorabile radical chic allergico al Cinema vero.



Padri e figlie

"Non piangere, Katniss Kid. Ora qui c'è papà Russell Ford."
Cannibal dice: Mi si passi il mio solito paragone assurdo, ma la carriera di Gabriele Muccino ha seguito una parabola simile a quella di Ridley Scott. Un passato valido e un presente ridicolo. Questo suo nuovo film ammeregano con Russell Crowe, Amanda Seyfried e Aaron “Jesse Pinkman” Paul puzza di boiata buonista grande come una casa. Mi attirerebbe quasi, se solo stroncarlo non sembrasse un'impresa più semplice ancora del prendere per i fondelli Ford.
Ford dice: Muccino, che ormai pare si sia bollito il cervello in terra ammeregana, non è mai stato uno dei miei favoriti neppure nel suo momento migliore, ormai risalente ad una quindicina di anni fa. Considerato l'effetto che mi hanno fatto i suoi ultimi lavori e il già fitto novero dei candidati al Ford Award per il peggior film dell'anno, penso mi risparmierò la sofferenza.



Straight Outta Compton

"Ma questi testi rap penosi chi li ha scritti, Peppa Kid!?"
Cannibal dice: La mia visione della settimana. Pellicola sul gruppo rap N.W.A che negli Usa si è rivelata il biopic musicale di maggiore successo di sempre e che nell'Italietta invece passerà probabilmente inosservata. Sarebbe un peccato perché potrebbe essere uno dei filmoni dell'anno. Per gli appassionati di hip-hop, ma non solo. Non state quindi a sentire le opinion di quel Fordon e correte a guardare Straight Outta Compton.
Ford dice: ho sempre adorato gli N.W.A., un gruppo rap di quelli che i ragazzini ed i finti ragazzini di oggi come Cannibal si possono letteralmente sognare. Ricordo quanto ascoltai, ai tempi, la raccolta dei loro successi, superata come numero di ascolti soltanto da Black Sunday dei Cypress Hill, il mio disco rap preferito in assoluto.
Inutile dire che questo film sarà in cima alla lista per questa settimana, mentre decisamente più utile sapere che è molto atteso sia da me che dal pusillanime Peppa.



APPuntamento con l'amore

"Buono questo White Russian! Quasi quasi vado a bermelo da Ford!" "Ma tu sei pazza, quello è un bruto, e si beve anche il tuo!"
Cannibal dice: Al di là di un titolo italiano che manco io mi sognerei di tirare fuori per un mio post, questo APPuntamento con l'amore/Two Night Stand si preannuncia come una romcom moderna e piacevole, ovvero tutto ciò che Ford odia. Un motivo in più per non perdersela.
E che qualcuno spieghi a Ford, se ne è capace, cos'è una app.
Ford dice: a prescindere dall'agghiacciante titolo italiano - una roba che non potrebbe inventarsi neppure il mio antagonista per il titolo di un suo come di consueto sconclusionato post - questa romcom sulla carta abbastanza interessante mi lascia decisamente tiepidino, specie considerando che il mio bonus per il genere l'ho già giocato, in questo periodo, per il più che discreto Trainwreck.



Io e lei

"Te l'ho già detto mille volte: niente White Russian dopo pranzo, che poi mi arrivi a sera ubriaca marcia!"
Cannibal dice: Un film italiano su una coppia lesbo?
Il cinema nostrano è finalmente entrato nel 2015?
Ford, a questo punto il presente aspetta solo te...
Ford dice: film italiano apparentemente moderno? Fantascienza pura. Almeno quanto Cannibal che fornisce pareri cinematografici sensati.



Pecore in erba

"Prendo appunti: questo Ford ne sa una più del Cannibal!"
Cannibal dice: Pellicola italiana presentata nella sezione Orizzonti a Venezia 2015 che pare una roba piuttosto singolare: una commedia sul tema dell'antisemitismo.
Hey, ma La vita è bella non è già stato fatto?
Ford dice: ogni settimana, quando mi ritrovo a scrivere i commenti ai film per questa rubrica, mi chiedo per quanto andremo avanti ad affrontare almeno tre o quattro pellicole italiane alla settimana delle quali non si sentiva minimamente bisogno.
Temo per sempre.



A Napoli non piove mai

"Ford, Cannibal, smettetela di sbraitare l'uno contro l'altro! Vi si sente in tutta la via!"
Cannibal dice: Sul manifesto promozionale del film campeggia la scritta “La commedia più solare dell'anno”. Una mossa davvero astuta farla uscire adesso che è ormai autunno. Gli esperti di marketing della pellicola hanno per caso assunto James Ford come consulente straordinario?

Ford dice: sempre a proposito del Cinema italiano, direi che ormai piove sul bagnato. Un po' come se si parla dell'eccesso di ego del mio co-conduttore.


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