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martedì 15 maggio 2018

Game night - Indovina chi muore stasera? (John Francis Daley/Jonathan Goldstein, USA, 2018, 100')








Nel corso degli anni sugli schermi di casa Ford sono passate decine - e forse centinaia - di pellicole da neuroni in vacanza perfette per la decompressione da stanchezza nel corso della settimana lavorativa, alcuni decisamente pessimi, altri completamente inutili ed altri ancora che certo non saranno destinati a fare la storia o costituire tasselli importanti della memoria ma che hanno finito per rendere al meglio il loro servizio: Game night - tralascio ogni commento a proposito dell'aggiunta voluta dalla distribuzione italiana - è senza ombra di dubbio parte di quest'ultimo gruppo.
Firmata - in parte - dallo stesso John Francis Daley del guilty pleasure trash personale di qualche anno fa Come ti rovino le vacanze, questa commedia finto nera pronta a ricongiungersi con tutti i voleri del Cinema a grande diffusione funziona nel suo genere dall'inizio alla fine, tiene un ritmo invidiabile e diverte non poco pur rimanendo nel totalmente implausibile e sopra le righe, sfrutta al meglio un gruppo di attori che senza ombra di dubbio si saranno divertiti un mondo a girarlo - è sempre un piacere vedere Rachel McAdams così come Kyle Chandler, indimenticato Coach Taylor di Friday Night Lights - e non porta sullo schermo alcuna pretesa di andare oltre quella che è la sua area di competenza.
In un certo senso, pare quasi di assistere ad una versione comedy di The Game - sopravvalutato film anni novanta per molti divenuto cult - zeppa di citazioni, momenti decisamente spassosi - l'estrazione del proiettile, tanto per citarne uno - ed una serie di situazioni perfette per adattarsi anche e soprattutto al pubblico delle coppie, unendo le speranze di norma maschili di confrontarsi con un pò di azione e quelle di norma femminili di un messaggio o un punto cui arrivare che non sia il semplice esibirsi in pirotecniche sequenze d'azione o gesti al limite dell'incredibile.
Fa il suo ritorno sullo schermo, inoltre, un altro ex grande protagonista del piccolo schermo, quel Michael C. Hall che prima del tracollo delle ultime due annate aveva fatto sognare i fan con Dexter, pronto a rendere ancora più vivace un finale giocato sui colpi di scena ed i continui cambi di prospettiva, degna conclusione di una pellicola senza pause che ha finito per sorprendermi in positivo soprattutto considerate le scarse aspettative che nutrivo fin dalla prima visione del trailer: certo, non aspettatevi qualcosa in grado di cambiare la vostra annata da cinefili, o che possa ispirare post di quelli che si scrivono con il cuore in mano, quanto più che altro uno di quei prodotti che pare una poltrona massaggiante o un piatto particolarmente buono al termine di una giornata non necessariamente andata male, ma che chiede il suo tributo in termini di stanchezza e voglia di staccare la spina da ogni responsabilità mentale.
In questo senso le vicende dei protagonisti fungono da catalizzatore d'attenzione, generatore di risate e antistress per chiunque si accomodi sul divano, aiutando l'audience a dimenticare - o quantomeno non fare troppo caso - a quello che li ha strapazzati durante tutto il giorno e farà lo stesso dalla mattina dopo: come spesso mi è capitato di sottolineare, il Cinema è anche questo, e quando l'idea del popcorn movie finisce per tradursi in intrattenimento senza pretese per quanto mi riguarda tutto fila liscio come l'olio, e pur senza grandi partecipazioni emotive, opere artistiche o colpi di genio, si finisce per crollare nel letto sereni.
E non è cosa da poco.
Anzi, direi che è proprio un bel gioco, come quelli che si fanno tra amici in quelle serate in cui ci si sente leggeri e liberi dai pensieri che si lasciano fuori dal tabellone.



MrFord



venerdì 4 maggio 2018

Friday's child



Ed eccoci giunti, nella nuova tradizione che mi vede in ritardo di un giorno, all'appuntamento con la rubrica dedicata alle uscite in sala, per l'occasione condotta da questo vecchio cowboy, il suo rivale Cannibal Kid ed un altro vecchio scampolo della blogosfera, Caden Cotard.
Le uscite avranno stimolato nuove rivalità? O la razionalità avrà preso il sopravvento e perfino i due più acerrimi nemici della rete, per una volta, avranno trovato un punto d'incontro?


"E' passato quel bestione di Ford e si è mangiato tutto, Joaquin." "Meglio lui che Cannibal, quello non avrebbe mangiato niente ma sarebbe rimasto a rompere le palle."


GAME NIGHT - INDOVINA CHI MUORE STASERA?

"Abbiamo impiegato un paio d'ore a costruire questa torre. Ora ci metterà mano Cannibal, e tutto crollerà in un istante."

Caden: Lo spettatore, verrebbe voglia di rispondere al titolo.
In realtà vedendo il trailer sembra di trovarsi davanti ad una cosa carina, un mix di generi probabilmente riuscito, talmente riuscito che ha portato le possibilità che io lo veda dallo 0% allo 0,734%
Cannibal Kid: C'è Jason Bateman, attore che non mi sta particolarmente simpatico, quindi anche per me le possibilità di concedergli una visione sono le stesse del “matematico” Caden Cotard, ovvero dello 0,734%.
Hey, un momento. C'è anche Rachel McAdams?
Allora le possibilità salgono improvvisamente al 100%!
Quanto a chi vorrei morisse stasera, un'idea ce l'avrei...
Ford: credo ci siano le probabilità dello 0,734% che possa piacermi questo film. Dello 0%, invece, che possa piacermi Cannibal.

A BEAUTIFUL DAY - YOU WERE NEVER REALLY HERE

"Katniss Kid, mi raccomando, non avvicinarti per nessun motivo a Caden Cotard."

Caden: Dopo 6 lunghissimi anni torna finalmente alla regia la Ramsey, regista, tra l'altro, di quel grandissimo film che fu "E ora parliamo di Kevin".
Come se non bastasse prende come attore principale Dio Phoenix.
E niente, bastano sti due elementi (più un paio di immagini) a darmi la quasi certezza di fiondarmi in sala.
Cannibal Kid: Film già visto e presto arriverà il mio post in proposito. Sarà una beautiful recensione come quelle di Caden, o una schifezza come quelle di Ford? uahahah
Ford: questo film pare uno di quei titoli in grado di promettere tutto, e non portare a casa nulla. Le premesse perchè si possa far bene ci sono, ma l'eventuale cannibalata incombe. In quel caso, cercherò di non essere lì.

CI VUOLE UN FISICO

"Puoi scordarti che faccia guidare te o Ford. Non voglio certo morire."

Caden: Il trailer mostra un film abbastanza innocuo ma anche abbastanza piccolo e dolce per farsi voler bene. Sapete quanto stia lontano dalle commedie, non parliamo di quelle italiane. Ma qui c'è la sensazione, almeno, di aver voluto raccontare una piccola storia senza tante ambizioni. E i due volti mi pare funzionino.
Cannibal Kid: Caden si dichiara lontano dalle commedie italiane, qualche tempo fa pure io avrei detto lo stesso, e Ford ancora di più. Negli ultimi tempi però il vento sta girando e tutti e tre sembriamo meglio disposti nei confronti del genere. Soprattutto quel finto musone di Ford. Qui non c'è la sua nuova eroina Ambra, però a sorpresa si potrebbe trattare di una piccola gradevole visione per tutti e tre.
Ford: tra Caden e Cannibal mi pare si sia esaurita la dose massima di melassa per questa rubrica, quindi direi che continuerò a rimanere nella mia posizione di pseudo duro ed ignorerò questa proposta.

MANUEL

"Butto un pò di White Russian nell'impianto di irrigazione. Pare che faccia bene alle piante."

Caden: Sembra quasi (ma davvero, ho letto solo una riga) una specie di Mommy italiano. In ogni caso un film impegnato, difficile, probabilmente molto sentito da chi l'ha girato.
Sono sempre affascinato dai film con queste tematiche, i giovani e le loro difficoltà. Non ho visto il trailer proprio perchè non escludo a priori la visione.
Cannibal Kid: Il Mommy italiano?
Caden, avevi la mia curiosità, ora hai la mia attenzione. E speriamo non si riveli una di quelle sparate assurde e senza fondamento di cui siamo capaci giusto io e Ford.
Ford: dopo la melassa, le sparate. Questa settimana Caden e Cannibal, i nuovi M&M'S, vogliono davvero farmi riconsiderare la presenza in questa rubrica!

ARRIVANO I PROF

"Quei tre bloggers mi pare si atteggino troppo a professoroni." "Hai ragione, soprattutto quel Caden Cotard."

Caden: Ho visto due cose di Silvestrini, e mi sono entrambe piaciute un sacco (Stuck e Monolith).
Stavolta però non ce la faccio...
Soggetto respingente, Bisio vestito in quella maniera, la stangona di colore che dovrebbe esse una prof.
Ci andrei solo per Nichetti.
Anzi, manco per lui.
Cannibal Kid: Monolith l'ho trovato guardabile più che altro per l'affascinante protagonista Katrina Bowden, ma a livello di regia e sceneggiatura mi è sembrato giusto la copia scialba di una produzione a stelle e strisce già di livello medio-bassa. Questo Arrivano i prof se non altro mi sa di tipica minchiatona italiana al 100%, che non cerca di scimmiottare gli ammeregani come fa il (finto) cowboy from Lodi alias Mr. James Ford. Del cast non reggo Bisio e non ho mai filato il redivivo Nichetti, che manco sapevo fosse ancora vivo, in compenso mi sta simpatico Lino Guanciale. Tutto sommato, considerata l'ambientazione liceale, potrei persino osare una visione.
Ford: filmetto italiano inutile tipico della nostrana tradizione, firmato dal Silvestrini di Monolith, che ho visto e recensirò a breve. Sinceramente, ne faccio a meno.

DOPO LA GUERRA

"Poverino, ha visto un film consigliato da Cannibal, ed è caduto in depressione."

Caden: Ah, politica, guerre armate, ex terroristi, riforme del lavoro, cronaca sociale.
Un bel mix di cose che rendono Dopo la guerra una specie di kryptonite per il buon Giuseppe.
Di sicuro, però, è un bel film, visto che l'ha preso il Postmodernissimo de Perugia (che è come dire un tempo "l'ha detto la tv" per confermare che una cosa fosse vera).
Cannibal Kid: Le commedie all'italiana questa settimana ci possono stare. La pellicola pseudo impegnata italiana anche no.
Ford: i film italiani, per questa settimana, farò finta non siano usciti.

L'ISOLA DEI CANI

"Mi dispiace, ragazzi. Ma esiste solo un Cucciolo Eroico, ed è inimitabile."

Caden: Ho sempre sperato di amare Wes Anderson ma niente, ancora mai scoccata del tutto la scintilla.
Magari succederà con questa stop motion.
Le sensazioni sono buonissime, il soggetto intrigante, i cani fantastici.
Lo vedrò al 100%.
Cannibal Kid: Wes Anderson l'ho amato per davvero soltanto per Moonrise Kingdom, ma apprezzato comunque decisamente anche per quasi tutti i suoi altri lavori. Eccetto quella palla di Steve Zissou, più noioso di un entusiasmante action a caso sponsorizzato da White Russian. Questo si preannuncia come un gioiellino carino, ma scatterà l'amore?
Considerando che io e i cani abbiamo un rapporto come io e Ford, la vedo difficile...
Ford: Wes Anderson mi è sempre piaciuto, nonostante non lo ritenga una sorta di guru come tanti radical chic. Questo L'isola dei cani potrebbe rivelarsi un piccolo cult, e in un periodo smorto come questo, ce ne sarebbe davvero bisogno. D'altro canto, sono anni che si sarebbe bisogno del ritiro del Cannibale, eppure è ancora qui.

COSA DIRA' LA GENTE

"Con i miei fingo di essere tutta casa e religione, ma in realtà sono seguace del cannibalesimo."

Caden: Argomento straordinariamente attuale, anche in Italia. Penso al caso della povera ragazza bresciana di pochi giorni fa del quale, vedendo il trailer, sono incredibili le somiglianze. Ragazze che vorrebbero vivere normalmente nel paese che l'ha viste nascere e crescere ma devono fare il conto con il mondo dal quale viene la loro famiglia, un mondo di tradizione e cultura completamente diverso dal nostro.
Non mi era ancora mai capitato di vedere al cinema questo argomento, almeno con queste dinamiche. Insieme al film della Ramsey questo è per me il più interessante di tutti.
Bellissima lei.
Cannibal Kid: Argomenti d'attualità e cinema non sempre vanno d'accordo. Anzi, spesso si rischia di cadere nella trappola del film necessariamente con un messaggio morale. E l'unico messaggio che interessa a me è: “distruggere Mr. Ford!”.
Ford: la linea di demarcazione tra sensazionalismo e voglia di raccontare una storia è sempre molto labile. Sinceramente, non ho voglia di scoprire da che parte sta questo film.

EVA

"Ma quando cominciano a servirci white russian, in questo postaccio radical chic!?"

Caden: Avevo già preso una grossa fregatura con Elle, film amatissimo da tutti e che io trovai davvero sconclusionato, malgrado la grandissima Huppert.
E ancora una volta, a leggere due righe di trama, pare che la grande attrice francese interpreti un ruolo sessualmente travagliato.
Sento puzza di seconda fregatura, parecchia puzza di seconda fregatura.
Cannibal Kid: T'è piaciuto Monolith e non Elle?
Caden, stai per caso cercando di rubare a Ford il posto di blogger cinematografico più incompetente della rete? Guarda che c'ho già provato io, ma ancora non ci sono riuscito.
Quanto al film, spero che si riveli una gran bella francesata radical-chic di quelle che piacciono a me, pu**ana Eva!
Ford: a me non è piaciuto Elle, e neppure Monolith. Direi, dunque, che posso saltare questo.

giovedì 1 settembre 2016

Thursday's child

La trama (con parole mie): oggi è il primo settembre, data significativa da sempre per il rientro dalle vacanze ed il ritorno alla normalità. Dopo un'estate passata a spassarmela e a prendermi un periodo di relax anche e soprattutto dal blog, e soprattutto dopo il clamoroso buco sulla puntata della settimana scorsa di questa rubrica, torno alla ribalta rigenerato e pronto, come sempre, a dare battaglia anche nei commenti alle uscite in sala al mio rivale di sempre Cannibal Kid.

"Sarà meglio fermare Ford prima che si metta alla guida di un qualsiasi veicolo."
Io prima di te

"Quel bruto di Ford ti ha ridotto proprio male, Peppa. Ci penso io a guarirti."
Cannibal dice: Io prima di Ford avevo un bel blog immacolato. Dopo che Ford ha cominciato a infestarlo, occupando (in maniera non richiesta) questa rubrica dedicata alle uscite settimanali, Pensieri Cannibali ha invece subito un crollo qualitativo notevole. Se non altro il giovedì.
Quanto al film l'ho già visto e presto arriverà la recensione cannibale. Credevate forse che potessi perdermi una pellicolona sentimentale strappalacrime con Emilia Clarke?
Ford dice: io prima di Cannibal non pensavo che potessero esistere critici cinematografici in grado di spararle così grosse, e ora che è diventato praticamente la mia mascotte, non posso più liberarmene.
Questa roba sentimentale strappalacrime mi attira quanto una maratona di film teen cannibali, ma considerato che Julez non vede l'ora di vederlo, mi sa che mi toccherà.



Jason Bourne

"Ford, te l'ho già detto: piuttosto che lasciarti guidare, mi faccio massacrare in un incontro di wrestling."
Cannibal dice: Vidi il primo The Bourne Identity tanto tempo fa e l'unica cosa che ricordo è che il protagonista è uno smemorato, proprio come me. Sto però pensando di farmi una maratona per recuperare tutte le sue pellicole, unicamente per poter arrivare preparato a vedere Alicia Vikander nel nuovo capitolo. E ora passo la parola a James Ford...
James Ford???
E chi diavolo è?
Proprio non lo ricordo.
Ford dice: la saga di Bourne, per quanto non all'altezza di quella di Mission: Impossible, non mi è mai dispiaciuta, e fatta eccezione per l'ultimo ed un po' spompo episodio ha sempre garantito un'azione solida e tosta come piace a me e non piace al Cannibale.
Spero, dunque, che il trend sia confermato anche a questo giro.



La famiglia Fang

"Ford e Cannibal sono proprio una famiglia strana: non posso resistere dal riprenderli."

Cannibal dice: La famiglia F...
Fiuuuuuuu...
Per un attimo avevo letto La famiglia Ford e mi stavo già preparando per l'horror più agghiacciante dell'anno. E invece è La famiglia Fang, la classica famiglia indie americana stramba in cui mi sarebbe tanto piaciuto crescere.
Ford dice: titolo apparentemente alternativo che potrebbe essere anche interessante, se non sembrasse una copia scialba del mitico Little Miss Sunshine, o un Cannibal qualsiasi rispetto al qui presente nonchè solo ed unico - per fortuna vostra - Ford.



Lolo – Giù le mani da mia madre

"Se non sei in grado di bere quanto Ford, vecchio, scordati mia madre!"
Cannibal dice: Nuovo film da regista per Julie Delpy, la radical-chicchissima attrice francese della trilogia di Prima dell'alba. La sua pare una commedia romantica transalpina dal sapore estivo che farà accapponare la pelle a Ford e quindi la devo troppo vedere!
Ford dice: commedia francese radical chic!? Puzza di cannibalata? Non mi azzarderei ad avvicinarmici neppure sbronzo marcio.



Un padre, una figlia

"Katniss Kid, io non sono una bestia come Ford, e non ti toccherei neanche con un fiore."
Cannibal dice: Nuovo film di Cristian Mungiu, regista sardo... anzi no, rumeno acclamato per 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni, una di quelle pellicole che devo sempre recuperare, ma che poi non guardo perché mi sanno tanto di roba fordiana pseudo autoriale e molto noiosa.
Ford dice: Mungiu è un regista con le palle quadrate da queste parti molto, molto stimato. Questo suo nuovo lavoro, dunque, prima o poi troverà spazio qui al Saloon, magari anche trainando il recupero del precedente Oltre le colline, che devo ancora vedere.



Effetto acquatico – Un colpo di fulmine a prima svista

"Tu meno in forma di Cannibal? Non farmi ridere: Peppa lo strapazza anche un poppante!"
Cannibal dice: Dal titolo italiano che pare rubato a un post di Pensieri Cannibali potrebbe sembrare una vaccata clamorosa. Considerando però che è una commedia sentimentale franco-islandese, potrebbe anche rivelarsi una bella sorpresa.
Ford dice: altra commedia, e di nuovo la Francia pronta a mettere lo zampino neanche fosse Cannibal per rovinare anche le più contenute delle aspettative. Dovessi recuperarlo, lo farò con tutte le cautele del caso.



Black – L'amore ai tempi dell'odio

"Prova ancora a leggere questa rubrica prima su Pensieri Cannibali che su White Russian, e ti faccio un  buco in fronte."
Cannibal dice: Film belga che sembra una specie di Romeo + Giulietta ambientato nella Bruxelles multietnica di oggi e che pare avere le carte in regola per rivelarsi una visione meritevole. Anche Ford è davvero meritevole... ma solo di un calcio nel culo.
Ford dice: film belga incentrato sulle differenze razziali che pare molto interessante ed attuale, e spero vivamente non si riveli una delle solite radicalchiccate da Pensieri Cannibali, sempre pronte a distruggere tutte le illusioni del vecchio, sano, buon Cinema fordiano.



Il vincente

"Per quale festeggiamento userà questo vestito, signore?" "Per celebrare la sconfitta di Cannibal Kid, ovviamente!"
Cannibal dice: Non so molto riguardo al film Il vincente. L'unica cosa che so è che SICURAMENTE non parla di Mr. Ford, ahahah!
Ford dice: a parte il fatto che si tratta di una pellicola italiana di nicchia - che, dunque, da queste parti parte con l'handicap -, l'unica cosa che so di questo film che è SICURAMENTE non parla di Cannibal Kid. Ahahahahaha!


mercoledì 16 marzo 2016

The gift - Regali da uno sconosciuto

Regia: Joel Edgerton
Origine: USA, Australia
Anno: 2015
Durata: 108'






La trama (con parole mie): Simon e Robyn sono una coppia di successo - lui esperto di sicurezza informatica, lei designer di interni - appena trasferitisi da Chicago a Los Angeles per ricominciare a seguito del cambio di lavoro di lui e della volontà di lasciarsi alle spalle la gravidanza finita male di lei l'anno precedente. Quando, in un negozio, incontrano per caso Gordo, vecchio compagno di liceo di Simon, e quest'ultimo comincia a ricoprire la coppia di attenzioni e regali, Robyn resta incuriosita mentre il marito pare rifiutare l'uomo, memore del fatto che ai tempi della scuola venisse considerato strambo e poco raccomandabile.
Quando proprio Simon tenta di chiudere i rapporti con Gordo ed il cane della coppia sparisce, l'inquietudine cresce, e rischia di esplodere fino a quando, di colpo, il quadrupede fa ritorno e tutto pare tornare alla normalità: ma cosa si nasconde dietro l'ossessione di Gordo per la coppia? E quali segreti cela lo stesso Simon?









Se, neppure troppo tempo fa, qualcuno mi avesse garantito che sarei uscito più che soddisfatto dalla visione di un film non solo interpretato - non l'ho mai considerato particolarmente dotato in questo senso -, ma anche scritto e diretto da Joel Edgerton, ragazzone australiano salito alla ribalta qualche anno fa grazie a Warrior - anche se, di fatto, la sua performance migliore resta a mio parere quella offerta in Il grande Gatsby -, avrei potuto giurare che il tasso alcolemico nel sangue del diretto interessato fosse decisamente fuori scala.
E invece, dopo aver raccolto i saggi consigli di Ink, Lazyfish e Dembo, e recuperato The gift - Regali da uno sconosciuto, stendendo un velo pietoso sull'adattamento italiano, mi sono dovuto ricredere: facendo riferimento ad un impianto classico da thriller "di persecuzione" - da Misery ad Attrazione fatale, per intenderci -, Edgerton scrive e dirige con discreta perizia un lavoro che tiene più che bene dall'inizio alla fine, ed offre un punto di vista originale rispetto a questo tipo di pellicole grazie al "twist" legato al passato di Simon e Gordo, pronto a ribaltare più di un punto di vista dell'audience e trasformare radicalmente la pellicola nella sua seconda parte.
Il fatto, poi, di analizzare almeno in parte una tematica scottante ed attuale come quella del bullismo filtrandola attraverso i concetti di solitudine, vendetta e visione ideale di una famiglia che non si può o potrà avere - ed aver incluso nel cocktail anche il dramma vissuto da Simon e Robyn con la perdita del bambino - funziona alla perfezione e permette non solo al regista di osare con un paio di momenti ad alta tensione e salto sulla sedia, ma anche di lavorare sulla sua stessa interpretazione di Gordo e su quella di un sorprendente Jason Bateman, che negli ultimi anni siamo stati più abituati a vedere al lavoro in parti molto più leggere e scanzonate.
Altro punto a favore del film è dato dall'utilizzo, come arma, prima ancora della violenza fisica, quella verbale unita alla calunnia, spesso e volentieri in grado di colpire e lasciare segni più profondi di un livido o un taglio: arbitro della contesa e punto di vista più vicino al pubblico diviene dunque il personaggio di Robyn, pronta ad attraversare l'ora e quaranta abbondante della visione in uno stato di costante tensione emotiva, che si parli di Gordo o di Simon, proprio mentre è alla ricerca di una strada che la riporti a guardare il mondo con la testa alta e la voglia di ricominciare dopo una perdita come quella subita prima del trasferimento in California.
Un esperimento riuscito, dunque, che pur non considerabile all'altezza dei Classici del genere - non siamo certo di fronte ad un novello Hitchcock - convince ed avvince per tutta la sua durata, e solletica il dubbio nel sottoscritto se il futuro di Joel Edgerton non sia più roseo dietro la macchina da presa - o da scrivere - che non a favore della stessa: non sarebbe certo il primo attore rivelatosi più incline ad una carriera "dietro le quinte" - l'idolo fordiano Eastwood è l'esempio più eclatante in questo senso -, e, forse, a quel punto non sarebbe più così improbabile aspettarsi da un film di Joel Edgerton qualcosa di assolutamente positivo.




MrFord




"La calunnia è un venticello
un'auretta assai gentile
che insensibile sottile
leggermente, dolcemente,
incomincia a sussurrar.
Piano piano terra terra
sotto voce sibilando
va scorrendo, va ronzando
nelle orecchie della gente."
Gioacchino Rossini - "La calunnia è un venticello" - 







martedì 13 maggio 2014

Disconnect

Regia: Henry Alex Rubin
Origine: USA
Anno: 2012
Durata: 115'




La trama (con parole mie): Rich e Lydia Boyd, genitori di Abbie e Ben, assistono impotenti al dramma di quest'ultimo, ingannato da due compagni di scuola ed indotto ad un tentativo di suicidio, trovandosi a dover scoprire cosa ha portato il loro figlio minore ad isolarsi rispetto a loro e al mondo; Jason, uno dei due responsabili, sente la mancanza della figura del padre Mike, incaricato da una coppia sconvolta dalla morte del loro bambino di scoprire chi potrebbe essersi inserito nei loro conti correnti lasciandoli senza soldi, mentre una giornalista in rampa di lancio di un'emittente locale che per le questioni legali si affida proprio a Rich Boyd: la reporter in questione, Nina, è infatti contattata dall'FBI dopo aver realizzato un servizio sullo sfruttamento dei giovani pronti ad esibirsi davanti ad una webcam partendo dalla testimonianza di Kyle.
Le loro vicende si intersecheranno dando origine a nuovi drammi e potenziali rinascite.






Fin dai tempi della mia scoperta del Maestro Altman e delle tempeste di emozioni che furono Boogie nights e Magnolia firmati da Paul Thomas Anderson - di fatto, l'erede del buon Robert -, ho sempre avuto un occhio di riguardo per i film corali, in grado di trasformare gioie e dolori dei loro personaggi in affreschi dal potenziale emotivo enorme.
Nella mia storia relativamente recente di spettatore, ricordo bene l'amore a prima vista che esplose per Amores Perros - unico, vero grande film di Inarritu - e l'irritazione che suscitò invece Crash - Contatto fisico, sopravvalutato drammone made in USA clamorosamente premiato con l'Oscar: Disconnect, uscito non troppo tempo fa in sala e lasciato in sospeso dal sottoscritto proprio per evitare di affrontarlo con aspettative eccessivamente alte, si pone a metà strada tra i due estremi.
Pellicola interessante e a tratti solida, con idee di base decisamente buone - dalla scelta di raccontare l'incomunicabilità e l'isolamento nel mondo "smart" in cui viviamo a quella di far recitare il cast solo attraverso le espressioni durante le sessioni di chat - eppure non abbastanza coraggiosa da compiere quel passo oltre in grado di fugare ogni dubbio rispetto al facile sfruttamento del dramma e ad una traccia di fondo che possa far considerare questo come un titolo comunque consolatorio: un buon prodotto, dunque, ma dalle potenzialità decisamente superiori alla resa definitiva, soprattutto per quanto riguarda le intenzioni di sceneggiatori e regista, che paiono premere sull'acceleratore solo ed esclusivamente nei momenti in cui loro stessi si sentono più sicuri e certi di non perdere parte dell'audience lungo il tragitto.
Da questo punto di vista, Disconnect rischia in più di una sequenza di incorrere nelle bottigliate delle grandi occasioni - alla riunione che precede il finale della famiglia Boyd al capezzale di Ben giuro di aver avuto i brividi rispetto ad un eventuale "miracolo" strappalacrime da stelle e strisce della peggior specie, fortunatamente scongiurati - tanto quanto in altre di toccare le corde giuste del cuore di questo vecchio cowboy - dall'ottima descrizione del rapporto tra padri e figli a quella del superamento del dolore della coppia formata da Skarsgaard e dalla Patton, costretti a fare fronte alla metabolizzazione della morte del figlio, che mi ha ricordato il potentissimo e splendido Alabama Monroe -.
Le emozioni non mancano, e non ci troviamo certo di fronte ad una vera e propria delusione, eppure al termine della visione la sensazione di essere stati in qualche modo fregati resta, quasi fossimo anche noi uno dei protagonisti, alle prese con le vicissitudini di una vita certo non tenera, in grado di dispensare dolori profondi e gioie decisamente rare: in questo senso Disconnect rende bene l'idea dei bocconi amari che spesso e volentieri tocca masticare per andare avanti, nonostante, almeno in una certa misura, lo stesso film possa essere considerato uno di questi.
Restano comunque una discreta confezione ed un buon lavoro del cast, così come il pensiero non tanto a proposito della portata dell'impatto della rete e della comunicazione online globale, quanto dell'effettiva incapacità che, a volte, sviluppano le persone soprattutto rispetto alla comunicazione con chi sta loro accanto: la forza di ritrovare - o di scoprire per la prima volta - quella stessa comunicazione, accesa da eventi drammatici, conosce in questo modo una sorta di nuova primavera.
Suona come una ritirata, o un correre ai ripari, per certi versi: ma è terribilmente umano.
Come questo film.
Con tutti i difetti che finisce per portarsi sulle spalle.



MrFord



"Life's a tangled web
of cell phone calls and hashtag I-don't-knows
and you you're so caught up
in all the blinking lights and dial tones
I admit I'm a bit of a victim in the worldwide system too
but I've found my sweet escape when I'm alone with you."
5 seconds of summer - "Disconnected" - 





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