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lunedì 30 dicembre 2019

Ford Awards 2019: i film (N°20-11)



E giungiamo così alla classifica più importante dei Ford Awards e di ogni blog che si leghi alla settima arte: quella dedicata ai film usciti in sala nel corso del duemiladiciannove.
Personalmente, è stato uno degli anni passati più lontano dal Cinema che ricordi, con pochissimi - rispetto ai tempi in cui aprì il Saloon - film visti e la maggior parte del tempo dedicato, più che allo schermo, a famiglia, lavoro e palestra. Non sono però fortunatamente mancate le pellicole interessanti, di generi e tagli diversi, che si sono date appuntamento in questa Top 20 pronta oggi a cominciare la scalata alla vetta che consacrerà domani il film migliore dell'anno che sta per finire a detta di questo vecchio cowboy.


MrFord


N°20: CREED II di STEVEN CAPLE JR

Creed II Poster

Non potevo che aprire questa classifica con, come la definirebbe Cannibal, la classica fordianata: pur se inferiore al capitolo precedente, Creed II alimenta il mito - per quanto, si dice, ne abbia scritto la parola fine - di Rocky Balboa, riuscendo anche a rendere tridimensionali ed umane le figure del vecchio rivale del mitico Stallone Italiano Ivan Drago e quella di suo figlio, emarginati e cresciuti nell'odio in patria in tempi in cui ancora la Cortina di ferro la faceva da padrona.
Un film solido e pane e salame, di quelli che non posso non amare.


N°19: LE MANS '66 - LA GRANDE SFIDA di JAMES MANGOLD

Le Mans '66 - La grande sfida Poster

Entrato in classifica all'ultimo secondo, in modo totalmente inaspettato - pensavo si sarebbe inserito l'ultimo Star Wars, rivelatosi invece più anonimo - l'ultimo lavoro di James Mangold si rivela, per quanto molto, molto classico, un prodotto solido ed emozionante, il film perfetto per la corsa all'Oscar, il prodotto americano nella migliore accezione del termine.
Ottimo comparto tecnico, il fratellino minore di Rush si impone come un ritratto sentito di una figura - anzi, due -, almeno per i non addetti ai lavori quasi sconosciuta, e per un finale molto emozionante.


N°18: JOKER di TODD PHILLIPS

Joker Poster

In molti, probabilmente, piazzeranno Joker decisamente più in alto nelle classifiche di fine anno, spinti dai facili entusiasmi dopo la vittoria a Venezia della pellicola di Todd Phillips e dall'interpretazione indubbiamente notevole di Joaquin Phoenix: eppure, nonostante le intenzioni ed il lavoro decisamente importante svolto, continuo a pensare che Joker sia "soltanto" un buon film, attraverso il quale autori ed interprete si siano preoccupati più di mostrare quanto fossero in gamba che non di raccontare una storia che sentivano nel profondo di raccontare.
In qualunque modo la si voglia vedere, comunque, almeno un paio di sequenze restano da incorniciare.


N°17: YESTERDAY di DANNY BOYLE

Yesterday Poster

Al contrario di Joker, ci saranno molti che considereranno Yesterday una delusione, o una ruffianata di un autore un tempo di rottura come Danny Boyle: per quanto mi riguarda, questo film, per quanto pop e facile possa apparire, ha piazzato almeno un paio di sequenze che sono riuscite a toccarmi nel profondo e quasi a commuovermi per quanto mi hanno sentito coinvolto.
Una di esse - quella legata a John Lennon -, resterà impressa nei miei ricordi da spettatore ma soprattutto per aver raccontato una verità assoluta che mai come nel corso degli ultimi mesi ho sentito sulla pelle e nel cuore.


N°16: ROCKETMAN di DEXTER FLETCHER

Rocketman Poster

Ancora Musica protagonista e, dopo l'exploit di Bohemian Rhapsody dello scorso anno, un altro biopic su un mostro sacro del pop ben portato sullo schermo, con la giusta dose di passione, furberia ed intensità, dai suoi autori ed interpreti.
Costruito quasi come fosse un musical, Rocketman coinvolge, trascina, diverte e non rende troppo pesanti neppure le parti drammatiche, rendendo giustizia ad un artista che ha fatto la Storia della Musica come Elton John.


N°15: DRAGON TRAINER 3 - IL MONDO NASCOSTO di DEAN DEBLOIS

Dragon Trainer - Il mondo nascosto Poster

Nuovo capitolo del franchise dedicato alle gesta di Sdentato e Hiccup e nuovo successo per una serie profonda e coinvolgente, che non perde in qualità ed intensità capitolo dopo capitolo e riesce nella non facile impresa di far emozionare e riflettere gli spettatori a prescindere dalla loro età anagrafica.
Visto in sala con i Fordini, è stato un'esperienza visiva ed emotiva molto coinvolgente, in grado di raccontare passato e futuro, genitori e figli, alti e bassi della vita come non molti film "da grandi" sono in grado di fare.


N°14: AVENGERS - ENDGAME di ANTHONY E JOE RUSSO

Avengers: Endgame Poster

E con buona pace di Scorsese, entra in top 20 anche l'ultimo capitolo - per ora - della saga cinematografica degli Avengers, indubbiamente il migliore fino ad ora nonchè uno dei tre titoli meglio riusciti, emozionanti e coinvolgenti dell'intero Cinematic Universe.
In tre ore tre che in sala i Fordini hanno seguito con l'attenzione delle grandi occasioni si vedono sfilare tutti i protagonisti degli ultimi dieci anni di questo affresco realizzato dai Marvel Studios, pronti a darsi appuntamento in una battaglia epica come non se ne vedevano da Il ritorno del re, e che sfido chiunque sia stato bambino nel senso più profondamente peterpanesco a non guardare con gli occhi sgranati e la pelle d'oca per l'emozione.
Per non parlare di quel "ti amo tremila" che è già un cult totale.


N°13: SE LA STRADA POTESSE PARLARE di BARRY JENKINS

Se la strada potesse parlare Poster

Barry Jenkins, autore dell'emozionante Moonlight, già protagonista dei Ford Awards due anni or sono, torna sul grande schermo con una storia romantica di classe assoluta, che con mano delicata ma non priva di passione racconta non solo il legame tra due persone, ma un'epoca ed un contesto che sono alle spalle della società di oggi solo apparentemente.
Un film jazz fatto di atmosfere e stile, ma anche dal cuore pulsante che va ben oltre la vetrina per un autore che, con ogni probabilità, sa di essere talentuoso e di poter realizzare grandi cose.


N°12: COPIA ORIGINALE di MARIELLE HELLER

Copia originale Poster

Biopic insolito e dal taglio lontano dal format pop di questo tipo di pellicole, Copia originale è stata una delle sorprese più interessanti degli Oscar duemiladiciannove, sia in termini di scrittura che di interpretazione, guadagnando giustamente pareri quasi unanimi che si parli di critica radical o, come nel mio caso, no.
La storia di una truffa diventata cult neanche fosse uscita da Prova a prendermi che, purtroppo per lei, ha reso la giusta fama alla sua autrice quando ormai il Tempo aveva fatto il suo corso e richiesto il tributo che, inevitabilmente, trasforma tutti noi in un racconto, che sia vero o portato sulla pagina da qualcun'altro.
C'è solo da sperare, in questo caso, che il qualcun'altro sia bravo quanto Lee Israel.


N°11: COLD WAR di PAWEL PAWLIKOWSKI

Cold War Poster

Inserito con uno strappo alla regola - tecnicamente, uscì nelle sale italiane a fine dicembre duemiladiciotto -, il nuovo lavoro dell'autore dell'ottimo Ida è una storia d'amore profondamente autoriale che sulla carta avrebbe dovuto irritarmi almeno quanto un'esaltata recensione di una robetta teen firmata da Cannibal, e che al contrario si è rivelato un viaggio affascinante e magico all'interno di un mondo lontano e ad un tempo universale.
Un Casablanca da Cortina di ferro intepretato splendidamente, fotografato altrettanto, che ammalia ed ipnotizza, e regala un'ultima perla prima di entrare senza indugi nella top ten che ci aspetta domani...

lunedì 7 ottobre 2019

White Russian's Bulletin



Settimana di pausa nel recupero tarantiniano - comunque in cima alla lista delle mie priorità di visione - che ha portato al Saloon due nuove uscite e un paio di serie che erano da parecchio nel menù di casa Ford: e in bilico tra pellicole premiate, supereroi e vecchie glorie fordiane, non c'è stato davvero modo di annoiarsi.
Anche se i punti di vista potrebbero essere diversi da quelli raccolti in rete e sui social.


MrFord



THE BOYS - STAGIONE 1 (Amazon Original, USA, 2019)

The Boys Poster


Tratto da una serie firmata dal Garth Ennis di Preacher e legato per ispirazione a Watchmen, The Boys è giunto sugli schermi del Saloon quasi a sorpresa, nonostante il passato legato a doppio filo al mondo del Fumetto del sottoscritto: acclamata e ben accolta, la produzione Amazon centra il bersaglio grazie ad una serie di personaggi e trovate di grande efficacia, oltre ad una manciata di episodi - quelli iniziali - davvero notevoli.
Si spegne un pò alla distanza, ma senza dubbio presenta materiale che, se ben trattato, potrebbe trasformare The Boys in una delle realtà da supereroi più interessanti del passato recente, grazie principalmente al gruppo di outsiders protagonisti/antagonisti e ad un villain d'eccezione - il Patriota di Anthony Starr, che in barba al passato tagliato con l'accetta di Banshee ha svolto un lavoro d'interpretazione notevole -, oltre ad una visione che porta il mondo del superpotere strettamente a contatto con i difetti che tutti noi portiamo dentro da esseri umani.
E cosa accade quando un essere umano in grado di sfondare muri o volare o correre a velocità supersonica non è in grado di mantenere il controllo?
Who watch the Watchmen?, recitava la graphic novel cult di Alan Moore. Ci sarebbe da chiederselo.




WU ASSASSINS - STAGIONE 1 (Netflix, USA, 2019)

Wu Assassins Poster


Giunta sugli schermi di casa Ford principalmente grazie alla presenza nel cast di Iko Uwais e alla promessa di un sacco di calci rotanti, Wu Assassins ha finito per non rispettare appieno le attese: la produzione Netflix, ambientata in una San Francisco splendidamente ripresa, ha vissuto nel corso dei suoi dieci episodi una sorta di lotta tra la componente action e botte da orbi e quella fantasy, legata a doppio filo alla trama principale che vede il protagonista ritrovarsi ricettacolo del potere di Assassino dei Wu, esseri una volta umani divenuti sovrannaturali grazie al ritrovamento di reliquie in grado di donare loro caratteristiche uniche ma anche una propensione al "lato oscuro" non indifferente.
Personalmente, ho di gran lunga preferito la prima, legata agli stilemi classici del "buono contro cattivo" in ambiente metropolitano con tante mazzate e dose di pane e salame elevata rispetto alla seconda, più dispersiva, senza particolari idee e confusa, purtroppo pronta a prevalere nel ciclo di episodi che concludono la stagione, ancora senza una conferma a proposito di una seconda.
Faccio giusto tesoro delle evoluzioni di Uwais - uno dei migliori interpreti attuali del "Cinema di botte" - e di Katheryn Winnick, la Lagertha di Vikings.




JOKER (Todd Phillips, USA/Canada, 2019, 122')

Joker Poster

Ho fatto di tutto, nonostante le recensioni entusiastiche lette in ogni dove in rete e sui social, per non farmi influenzare dall'hype rispetto al Joker fresco vincitore del Leone d'Oro a Venezia, in modo da evitare l'eventuale delusione. Oggettivamente, c'è da congraturarsi con Todd Phillips per la confezione e la realizzazione di una pellicola dal sapore di anni settanta disturbante e molto autoriale, considerato il genere, e con Joaquin Phoenix per un'interpretazione ottima, almeno tre scene cult - la discesa dalla scalinata una volta completata la "mutazione" in Joker, gli omicidi in metropolitana e quello nello studio televisivo - ed un lavoro di oppressione rispetto allo spettatore più che efficace, eppure devo ammettere di essere uscito dalla sala emotivamente distaccato, con la sensazione di aver assistito ad un grande spettacolo con la grande pecca di essere stato studiato clamorosamente a tavolino.
Anche se non è giusto - perché si tratta di pellicole diverse - fare paragoni, questo Joker è più simile a quello macchiettistico di Nicholson nel primo Batman di Tim Burton che non a quello distorto e caotico di Heath Ledger nel Cavaliere Oscuro di Nolan, e proprio per questo, forse, non sono riuscito a sentire tutta la carica emotiva che avrebbe dovuto avere.
Resta senza dubbio un lavoro con i fiocchi, ma non quelli che restano stampati nella memoria.




RAMBO: LAST BLOOD (Adrian Grunberg, USA/Spagna/Bulgaria, 2019, 89')

Rambo: Last Blood Poster


La settimana è stata chiusa dal più consueto festival della tamarrata fordiana, quel Rambo che, come Rocky ed in modo ancora più pane e salame continua a non voler mollare e continuare a combattere, in barba ad età, mondo che cambia ed essere fuori tempo massimo.
Riprendendo il canovaccio di Taken alimentando pessimismo e violenza, il buon Sly riesuma uno dei suoi charachters simbolo in un tributo che ha poco senso in termini di scrittura e di logica narrativa ma è una gioia per gli occhi ed il cuore di tutti i fan che, come il sottoscritto, l'hanno visto attraversare mezzo mondo e spaccare culi a prescindere dalla latitudine geografica ed ora tornano ad apprezzarlo tra le mura di casa sua, spinto come il passato vuole dalla vendetta e dal desiderio di raddrizzare i torti.
Con ogni probabilità i radical chic o i finti intenditori di Cinema come Cannibal Kid protesteranno di fronte a un titolo come questo, eppure messi da parte i pregiudizi ed accettata l'operazione per quello che è, resta un festival del gore versione action come solo il Rambo precedente era stato.
Segno che, per quanto fantasmi, certi personaggi hanno ancora il diritto ed il dovere di far sentire la loro presenza al pubblico.


martedì 30 aprile 2019

Tuesday's child


Settimana delle uscite che, come per la precedente, arriva in anticipo e rompe gli schemi a causa delle festività di questo periodo: a fare compagnia al vecchio cowboy e al finto giovane Cannibal Kid per commentare i titoli pronti a scaldare il weekend in sala neanche fossimo a ridosso di un finale di stagione calcistica incerto, Riccardo Giannini, che di pallone - ma non solo, a quanto pare - mastica eccome.


MrFord



"Certo che a vivere come Ford si sta proprio bene!"

NON SONO UN ASSASSINO

"Un White Russian mentre mangi? Stai diventando peggio di quel beone di Ford!"
Riccardo: "Non sono un cineblogger", parafrasando il titolo di questo film. Ringrazio entrambi per la "convocazione", usando un termine calcistico; spero non abbiate da pentirvene. Veniamo a questo legal thriller italiano, tratto dal libro omonimo di Francesco Caringella: poliziotto accusato di aver ucciso un giudice, suo caro amico, e difeso da un avvocato in crisi, legato all'indagato e all'assassinato da un rapporto d'amicizia (ma ha sofferto, pare, il ruolo di "terzo incomodo"). Il penale è materia interessante per il sottoscritto e mi incuriosisce soprattutto questo enigma della chiave e del relativo cassetto contenente degli "scomodi segreti". Diciamo che Scamarcio e Boni sono due "top player" tra i nostri attori, mentre la Gerini mi sembra fuori ruolo come Pubblico Ministero. Ho paura che sia il classico film dal finale che ammazza e delude tutte le attese.
Cannibal Kid: Nemmeno io sono un cineblogger. Io sono Il Cineblogger per eccellenza, ahahah
Di certo non è un cineblogger Ford, che semmai può essere considerato un cinehater. O se non altro uno che odia i bei film. Questo Non sono un assassino rientrerà nella categoria dei bei film?
Un tempo avrei detto di no, solo che di recente la mia fiducia in Scamarcio è aumentata. Parecchio. Non dico sia diventato il CR7 del nostro cinema. Dopo i suoi ruoli da amante della cocaina in Loro, Euforia e nel recente esaltante Lo spietato, lo accosterei piuttosto a Diego Armando Maradona. Nientepopodimeno che. Alessio Boni invece è un po' il Dybala della cinematografia italiana: discontinuo, ma a tratti capace di ottimi numeri. In più c'è Edoardo Pesce, rivelazione alla Kean in Dogman. La Gerini invece è come Montolivo: è partita bene (con Verdone) e poi si è rivelata una ciofeca.
Con una formazione così, questo legal-thriller non garantisce una vittoria certa, ma un discreto spettacolo quello sì.
Ford: non sono un radical chic come Cannibal, e nonostante le sorprese che può riservare Scamarcio - che io avevo già ben visto ai tempi dei tempi in Romanzo criminale, da ottimo osservatore - non credo che questo film finirà per rivelarsi l'ennesima produzione italiana esaltata dalla cricca di Peppa Kid neanche fosse destinata a chissà quali traguardi.
Più che altro, rischierà per vedersi svanire tra le mani un sogno che non sembrava neppure tanto più nel cassetto. Un po' me la Juventus con la Champions.

I FRATELLI SISTERS

"Com'è che Ford abita così lontano?" "Non vuole che casa sua sia raggiunta da una qualsiasi automobile!"
Riccardo: Western bizzarro, non tanto per l'humor nero che lo contraddistingue: anche "100 modi per morire nel west" di Seth MacFarlane ne aveva a fiumi (fino a cadere nell'irresistibile demenzialità stile Griffin), ma quest'ultima pellicola rispettava comunque alcuni canoni del Western. Ecco, "I fratelli Sisters" mi sembra veramente uscire dai binari, per offrire una storia interessante (incentrata non solo su duelli e inseguimenti, ma anche sulla ricerca dell'oro). D'altro canto il Western è oramai un genere "defunto", quindi bisogna inventarsi qualcosa per fare un Western nel 2019. C'è Phoenix, nel momento in cui tutti attendono di vederlo nei panni del Joker. Nel complesso ciò che mi incuriosisce e questa assenza di distinzioni tra buoni e cattivi, niente bianco e nero, ma tante sfumature di grigio. Certo, l'epicità del "Grande Silenzio" (il grande spaghetti western senza buoni) è tutt'altra cosa, ma va benissimo così!
Cannibal Kid: Uno dei film più rischiosi dell'anno. Per la mia vita. Io il western non lo sopporto. Un genere troppo vecchio, troppo superato, troppo... fordiano. Anche se questo sembra essere diverso dal solito, anche se alla regia c'è un regista che apprezzo parecchio come Jacques Audiard, anche se nel cast ci sono due miei idoli come Joaquin Phoenix e Jake Gyllenhaal, anche se in rete si trova già da diverse settimane, ancora non ho trovato il coraggio di vederlo. E forse mai lo troverò.
Ford: nonostante sia in rete da parecchio non sono ancora riuscito, da buon ritardatario, a recuperare quello che potrebbe essere il film della settimana, ed uno dei più fordiani di questo periodo. Audiard è un regista che ho sempre apprezzato, così come Phoenix e Gyllenhaal e l'ottimo gregario John C. Reilly, il Western è una specie di seconda pelle, direi che gli ingredienti per un ottimo cocktail da Saloon ci sono proprio tutti.

STANLIO & OLLIO

"Solo un bianchino triste?" "Che vuoi che ti dica!? L'open bar l'ha organizzato Cannibal!"
Riccardo: Ritroviamo John C. Reilly, uno dei due fratelli Sisters, nei panni di Oliver "Ollio" Hardy. Devo dire che i due attori protagonisti (Stan "Stanlio" Laurel è Steve Coogan) sono perfetti nella parte! Ammetto però che da bambino non sono mai stato un fan del duo, uno spettatore assiduo; ricordo con piacere più che altro alcune loro "comparsate" in alcune bellissime storie di Topolino. Ho letto velocemente la loro biografa ed effettivamente ci sono tanti momenti tristi. Immagino quindi sia un film da guardare con una buona scorta di fazzoletti, una storia sull'amicizia e sugli ostacoli da essa affrontati. Mi piace porre il focus sulla difficile convivenza dei due personaggi comici con le vere persone (da quello che si evince sul trailer, mi sembra un tema principale): aspetto a me caro quello dello "sdoppiamento" della personalità.
Cannibal Kid: Altro titolo rischiosissimo, altro lavoro che mi spaventa parecchio, considerando che la comicità vecchio stile (quindi anch'essa fordiana) di Stanlio e Ollio non l'ho mai retta manco per sbaglio, altro lavoro interpretato dall'antidivo John C. Reilly, a sorpresa il grande protagonista di questa settimana cinematografica. Un attore che ho amato molto ai tempi di Magnolia, ma che da allora non mi ha più convinto un granché. Difficilmente con una doppietta di pellicole come questa ritornerà nelle mie grazie.
Ford: titolo potenzialmente interessante, che regala il giusto "spotlight" ad un attore capace e sottovalutato come Reilly, che non essendo esattamente un re del ballo di fine anno della scuola è ovviamente snobbato da quella divetta di Katniss Kid. Non sono mai stato un grande fan di Stanlio e Ollio, ma nutro discrete speranze affinchè questo film possa rivelarsi quantomeno interessante nel raccontare quello che c'era dietro "le maschere".

ATTACCO A MUMBAI - UNA VERA STORIA DI CORAGGIO

"Perdonami, non volevo consigliarti quel film consigliato da Cannibal!"
Riccardo: Il film ricostruisce gli attentati terroristici a Mumbai, in India, il 26 novembre 2008. I fari sono puntati su quanto accadde nell'hotel di lusso "Taj Mahal Palace". Ci sarà spazio, immagino, per diverse sotto-storie e personaggi. Ma decisamente un genere di film che non mi attrae affatto. Nel 2019 trovo sorpassato questo modo di fare cinema. Meglio un docu-film a tutti gli effetti sui fatti reali (tanto più a soli 10 anni dai loro avvenimenti).
Cannibal Kid: Anche io non amo molto i film ispirati alla cronaca, che spesso finiscono per essere troppo limitati dall'obbligo di aderire ai fatti realmente successi. Riccardo lo definisce un modo sorpassato di fare cinema e io, considerando che si tratta del tipo di film prediletto negli ultimi anni dall'idolo fordiano Clint Eastwood, non posso che essere d'accordo. Questa ennesima storia di eroismo non è girata da lui, ma mi attira allo stesso modo dei suoi ultimi spenti lavori. Ovvero pochissimo.
Ford: se fosse stato girato da Clint, o Michael Mann, o qualche altro vecchio leone del Cinema made in USA, probabilmente la mia curiosità sarebbe stata più consistente. Purtroppo non è così, dunque prevedo che questo Attacco a Mumbai sarà più che altro un attacco alla pazienza e a chi si aspetta una cronaca e si ritroverà la consueta storia retorica all'ammeregana. Peccato, perchè in questi casi mi tocca quasi dare ragione al mio rivale.

NON CI RESTA CHE RIDERE

"Ford ci detesta, festeggiamo! Andiamo tutti a Casale da Cannibal!"
Riccardo: Alessandro Paci dirige e interpreta questo film, a fianco dell'amicone Massimo Ceccherini, praticamente un insieme di barzellette - credo e spero - legate da una trama (comunque risibile). Personalmente non sono un gran fan del filone della comicità\commedia toscana, nonostante la mia passione per uno dei film capostipiti del filone: "Berlinguer ti voglio bene". Nel caso di Ceccherini e Paci, sono due "mediani" che si sono fatti "fantasisti" mettendosi in proprio, per usare una metafora calcistica, ma i risultati sono sempre stati deludenti. Il Benigni irriverente e Carlo Monni erano di tutt'altra categoria. Di sicuro un film che eviterò senza esitazioni.
Cannibal Kid: Alessandro Paci sinceramente non so manco chi sia. E non ho particolarmente voglia di scoprirlo. Massimo Ceccherini invece (purtroppo) lo conosco e non mi è mai piaciuto per niente. Da quando so che Ford lo detesta ancora più di quanto detesti me, devo però ammettere che ha cominciato a starmi un pochino simpatico. Tranquilli, raga, non abbastanza da guardarmi un suo film, o da smettere di considerarlo uno scarpone totale, sia del cinema che della comicità.
Ford: mancava, in una settimana tutto sommato non malaccio, la classica poracciata italiana di quelle che, per usare un paragone calcistico, vengono in mente quando mettiamo il nostro catenaccio a confronto con un calcio totale. Un pò come se lo spento Milan uscito dalla Coppa Italia fosse sceso in campo contro l'Ajax sorpresa della Champions. Considerata, poi, la presenza di Ceccherini, forse il personaggio cinematografico italiano che più detesto in assoluto, la frittata è fatta. Non mi resta che ignorare l'esistenza di questo film e passare oltre.

giovedì 27 dicembre 2018

Ford . Awards 2018: del peggio del nostro peggio



Come ogni anno, inizia nel pieno delle Feste la carrellata dei Ford Awards, che dai tempi dell'apertura del Saloon ha perso per strada un paio di categorie - videogiochi e libri, che per questioni di tempo purtroppo ora hanno molto meno spazio a causa degli impegni che si moltiplicano - e a questo giro di giostra si presenta in una versione sicuramente più ridotta, complice il fatto che, soprattutto negli ultimi sei mesi, tra famiglia, lavoro e palestra - ed uscite non proprio esaltanti - il Cinema ha subito una forte ridimensionata nelle gerarchie di casa Ford.
Non potevo comunque mancare un appuntamento cui tengo particolarmente, e sperando di essere più presente nel duemiladiciannove inizio come di consueto dalla categoria del peggio, quest'anno dedicata - per carenza di candidati particolarmente brutti - più alle delusioni che non a titoli effettivamente ed oggettivamente brutti. 
Con ogni probabilità, date le scelte, questa potrebbe essere la classifica potenzialmente più chiacchierata.


MrFord


N°10: HELL FEST

Hell Fest Poster

Apre la carrellata Hell Fest, visto in una serata relativamente di recente ed emblema di quelli che possono essere considerati film brutti ed inutili incapaci di lasciare il segno anche in termini di incazzatura. Di norma questa decina sarebbe infarcita di cosette come questa, ma quest'anno, complice anche il ristretto numero di visioni, sono mancate anche loro. E poco male.


N°9: JUSTICE LEAGUE

Justice League Poster

Ennesima dimostrazione che i tentativi cinematografici di casa DC non sono neppure lontanamente all'altezza di quelli Marvel e del suo Cinematic Universe giunge la risposta della scuderia di Superman agli Avengers, pessima praticamente sotto ogni punto di vista se non per la presenza della Wonder Woman di Gal Gadot, unica a salvarsi dal tracollo. 


N°8: THE GREATEST SHOWMAN

The Greatest Showman Poster

Presentato neanche fosse una sorta di novello Moulin Rouge!, la storia di Barnum e della nascita del suo circo è un "abile" mix di tutto il peggio che ci si possa aspettare da una produzione su larga scala: retorica, forzature, luoghi comuni e chi più ne ha, più ne metta. 
E meno male che, sulla carta, si dovrebbero esaltare la diversità ed il suo fascino.


N°7: JURASSIC WORLD - IL REGNO DISTRUTTO

Jurassic World - Il regno distrutto Poster

Tanto mi aveva sorpreso e divertito il rilancio del brand di Jurassic Park qualche anno fa, tanto è suonato inutile e deludente questo sequel: serioso e troppo poco fracassone, ambientato sulla terraferma e non sulla classica isola tropicale che ospita il parco dal quale inesorabilmente fuoriescono dinosauri come se piovesse, mi ha colpito in negativo soprattutto per la firma di Bayona, che usciva dal bellissimo Sette minuti dopo la mezzanotte dello scorso anno. Uno spreco.


N°6: END OF JUSTICE - NESSUNO E' INNOCENTE

End of Justice - Nessuno è innocente Poster

Altro titolo, altro regista promettente clamorosamente scivolato: Gilroy, autore dell'ottimo The Jackal, affronta un legal drama supportato dal mitico Denzellone risultando più che altro tronfio e freddo, presentando uno script che ha moltissime lacune ed un prodotto patinato ma assolutamente incapace di emozionare, far riflettere o, molto più banalmente, mostrarsi come un bel film.


N°5: IL GIUSTIZIERE DELLA NOTTE

Il giustiziere della notte Poster

Inutile, potenzialmente dannoso, prevedibile ed implausibile.
Il remake del classico con Charles Bronson firmato da Eli Roth ed interpretato da Bruce Willis - pure due fordiani ad honorem - delude sotto tutti i punti di vista, e rappresenta una delle visioni più dimenticabili dell'anno, oltre che pericolosa rispetto ad un certo tipo di pubblico influenzabile e sensibile - per così dire - a determinati temi "giustizialisti".


N°4: A BEAUTIFUL DAY 

A Beautiful Day - You Were Never Really Here Poster

"Ora cominciano gli incontri seri", si recitava in Senza esclusione di colpi.
A beautiful day, osannato dalla critica ed accolto come una sorta di manna dal cielo da molti appassionati, è stato per me uno dei film più sbagliati dell'anno: a partire dal titolo italiano - in inglese ed assolutamente inutile - fino ad un ritmo che definire soporifero è un eufemismo, si salva solo per la consueta ottima interpretazione di Joaquin Phoenix. 
Per il resto, un'accozzaglia di belle immagini che lo qualifica in tutto e per tutto come il Drive dei wannabe cult.


N°3: HEREDITARY - LE RADICI DEL MALE

Hereditary: Le radici del male Poster

Avrei potuto fare copia/incolla delle righe scritte per A beautiful day cambiando il nome di Joaquin Phoenix con quello di Toni Collette e non sarebbe cambiato praticamente nulla.
Ottimo prodotto, buone idee, un paio di sequenze notevoli, sulla carta un potenziale cult e poi tutto che scompare come una bolla di sapone minuto dopo minuto, vanificando speranze e aspettative: questo, probabilmente, passerà alla storia del Saloon come l'anno in cui mi sono trovato più contro all'opinione della critica dai tempi del mio massacro a The tree of life.


N°2: A STAR IS BORN

A Star Is Born Poster

Ecco un altro titolo che, potenzialmente, sulla carta avrebbe potuto dimostrarsi come uno dei più fordiani dell'anno: musica a partire dal country, alcool, storia d'amore tormentata, il testimone passato da Eastwood a Bradley Cooper. Insomma, un mix da cocktail indimenticabile.
E invece la versione di A star is born firmata dal Cooperone all'esordio in regia è un vero e proprio concentrato di drammi sparati ad alto volume neanche fossimo dentro a Studio Aperto, in un crescendo che rende il tutto fastidioso ed eccessivo.
Neppure Lady Gaga, tanto esaltata, mi è parsa così incredibile. E lo dico da fan del suo lavoro come cantante.


N°1: LA FORMA DELL'ACQUA

La forma dell'acqua Poster

Non poteva esserci altro titolo in cima alla classifica del mio personale peggio del duemiladiciotto: il film di Del Toro non è certo brutto, è ottimamente realizzato e portato in scena, e cattura l'attenzione dall'inizio alla fine. Peccato che sia smielato, derivativo, retorico, fastidioso: una sorta di versione fantasy di Amelie fuori tempo massimo.
Incredibile quanto, considerati tutti questi difetti, sia riuscito nell'impresa di raggirare un sacco di quei cinefili "duri e puri" che, di norma, con le storie d'amore strappalacrime sono sempre pronti a prodigarsi in fiumi di insulti: ogni volta che ripenso a quella visione, mi sento come Michael Shannon nel film, unico, peraltro, a rivelarsi interessante.


I PREMI

Peggior regista: J. A. Bayona per Jurassic World - Il regno distrutto
Peggior attore: uno qualsiasi dei protagonisti maschili, Hell Fest
Peggior attrice: Amy Forsyth per Hell Fest
Premio "parrucchino di Nicholas Cage" per il personaggio trash: il cyborg di Justice League
Effetti "discount": Hell Fest
Premio "dolcetto o scherzetto" per il costume più agghiacciante: il cyborg di Justice League
Stile de paura: Lynne Ramsey per A beautiful day
Premio "veline": Lady Gaga per A star is born
Peggior scena d'amore: una qualsiasi tra quelle de La forma dell'acqua
Premio "pizza, spaghetti e mandolino": la masturbazione nella vasca da bagno, La forma dell'acqua

lunedì 7 maggio 2018

A beautiful day - You were never really here (Lynn Ramsay, UK/Francia/USA, 2017, 89')




Si potrebbero dire e scrivere davvero molte cose, a proposito di un film come You were never really here - tralasciando, ovviamente, l'assurda aggiunta al titolo italiana -: è un prodotto di grande eleganza, diretto e fotografato alla grande, reso potente dal un come di consueto bravissimo Joaquin Phoenix, quasi poetico da quell'atmosfera malinconica e decadente tipica del romanzo noir dei losers e dei margini.
Si potrebbero fare paragoni importanti come quelli gettati in pasto alla campagna promozionale, da Taxi Driver a Drive, passando per Leon, oppure pensare a Cianfrance o Andrea Arnold, e tutti quei nomi molto cool del Cinema alternativo pur se mainstream.
Eppure la cosa che più mi pare sensata è citare quella che sarebbe stata la recensione di Julez, una volta giunta al termine della visione: "Questo film è proprio una merda".
Non perchè, a conti fatti, lo sia per demeriti artistici, oppure oggettivi.
Quanto, piuttosto, perchè è l'esempio perfetto delle produzioni senz'anima che puntano all'estetica senza avere un cuore, e preferiscono confondere lo spettatore che non trasmettere il bisogno e la necessità di raccontare una storia.
E a quel punto, almeno per quanto mi riguarda, poco importa che la fotografia sia ottimamente curata, o che siano presenti immagini poetiche o potenzialmente potenti.
You were never really here, sostanzialmente, è un film che non aveva bisogno di essere girato, uguale a molti altri decisamente più in grado di restare negli occhi e nel cuore dell'audience, che ripesca oggetti e situazioni di culto - dal protagonista disadattato al martello che ricorda tanto Old Boy ed il già citato Drive - e tenta - senza riuscirci - di suscitare quantomeno curiosità nel pubblico portando sullo schermo una vicenda trita e ritrita condita delle consuete - per le produzioni finto alternative - divagazioni a metà tra il trip d'acido e la noia, che rendono gli ottantanove minuti più o meno pari al doppio della loro effettiva durata.
Un vero peccato, perchè seppur con qualche dubbio, ho approcciato la visione con la speranza che si potesse tramutare nel film fordiano di questo spento periodo, e mi sono ritrovato a dover combattere un'ardua battaglia contro il sonno e gli abbiocchi che con metodo quasi da serial killer tornavano a bussare alle mie palpebre ogni sette, otto minuti, sperando che tutto potesse avere una svolta rivelatoria in grado di salvare il salvabile e concedere quantomeno un pò di sano movimento fino ai titoli di coda.
Personalmente, avrei preferito - come sempre più spesso mi accade di pensare ultimamente - incrociare il cammino di una pellicola in grado di smuovere l'ispirazione dei giorni migliori, o di solleticare post come fu per A quiet place poco legati al film ma comunque sentiti, e invece ora, con il sonno di nuovo ad incombere, devo faticare decisamente di più per riuscire a dare corpo a qualcosa che renda, al contrario, l'idea di un titolo così poco intenso come questo, che pare quasi la tipa superfiga con la quale finalmente riesci ad uscire per poi scoprire che ride poco, non è ironica, è tremendamente noiosa e magari non scopa neppure così bene.
Una di quelle serate che non vedi l'ora si concludano per rifugiarti tra le mura domestiche, pensando che non ci sarà domani.
O di svegliarti graziato da un bellissimo giorno di primavera con la sensazione di aver lasciato alle spalle un brutto sogno.
O ancora peggio, uno di quelli che non si ricordano neppure sforzandosi.



MrFord



venerdì 4 maggio 2018

Friday's child



Ed eccoci giunti, nella nuova tradizione che mi vede in ritardo di un giorno, all'appuntamento con la rubrica dedicata alle uscite in sala, per l'occasione condotta da questo vecchio cowboy, il suo rivale Cannibal Kid ed un altro vecchio scampolo della blogosfera, Caden Cotard.
Le uscite avranno stimolato nuove rivalità? O la razionalità avrà preso il sopravvento e perfino i due più acerrimi nemici della rete, per una volta, avranno trovato un punto d'incontro?


"E' passato quel bestione di Ford e si è mangiato tutto, Joaquin." "Meglio lui che Cannibal, quello non avrebbe mangiato niente ma sarebbe rimasto a rompere le palle."


GAME NIGHT - INDOVINA CHI MUORE STASERA?

"Abbiamo impiegato un paio d'ore a costruire questa torre. Ora ci metterà mano Cannibal, e tutto crollerà in un istante."

Caden: Lo spettatore, verrebbe voglia di rispondere al titolo.
In realtà vedendo il trailer sembra di trovarsi davanti ad una cosa carina, un mix di generi probabilmente riuscito, talmente riuscito che ha portato le possibilità che io lo veda dallo 0% allo 0,734%
Cannibal Kid: C'è Jason Bateman, attore che non mi sta particolarmente simpatico, quindi anche per me le possibilità di concedergli una visione sono le stesse del “matematico” Caden Cotard, ovvero dello 0,734%.
Hey, un momento. C'è anche Rachel McAdams?
Allora le possibilità salgono improvvisamente al 100%!
Quanto a chi vorrei morisse stasera, un'idea ce l'avrei...
Ford: credo ci siano le probabilità dello 0,734% che possa piacermi questo film. Dello 0%, invece, che possa piacermi Cannibal.

A BEAUTIFUL DAY - YOU WERE NEVER REALLY HERE

"Katniss Kid, mi raccomando, non avvicinarti per nessun motivo a Caden Cotard."

Caden: Dopo 6 lunghissimi anni torna finalmente alla regia la Ramsey, regista, tra l'altro, di quel grandissimo film che fu "E ora parliamo di Kevin".
Come se non bastasse prende come attore principale Dio Phoenix.
E niente, bastano sti due elementi (più un paio di immagini) a darmi la quasi certezza di fiondarmi in sala.
Cannibal Kid: Film già visto e presto arriverà il mio post in proposito. Sarà una beautiful recensione come quelle di Caden, o una schifezza come quelle di Ford? uahahah
Ford: questo film pare uno di quei titoli in grado di promettere tutto, e non portare a casa nulla. Le premesse perchè si possa far bene ci sono, ma l'eventuale cannibalata incombe. In quel caso, cercherò di non essere lì.

CI VUOLE UN FISICO

"Puoi scordarti che faccia guidare te o Ford. Non voglio certo morire."

Caden: Il trailer mostra un film abbastanza innocuo ma anche abbastanza piccolo e dolce per farsi voler bene. Sapete quanto stia lontano dalle commedie, non parliamo di quelle italiane. Ma qui c'è la sensazione, almeno, di aver voluto raccontare una piccola storia senza tante ambizioni. E i due volti mi pare funzionino.
Cannibal Kid: Caden si dichiara lontano dalle commedie italiane, qualche tempo fa pure io avrei detto lo stesso, e Ford ancora di più. Negli ultimi tempi però il vento sta girando e tutti e tre sembriamo meglio disposti nei confronti del genere. Soprattutto quel finto musone di Ford. Qui non c'è la sua nuova eroina Ambra, però a sorpresa si potrebbe trattare di una piccola gradevole visione per tutti e tre.
Ford: tra Caden e Cannibal mi pare si sia esaurita la dose massima di melassa per questa rubrica, quindi direi che continuerò a rimanere nella mia posizione di pseudo duro ed ignorerò questa proposta.

MANUEL

"Butto un pò di White Russian nell'impianto di irrigazione. Pare che faccia bene alle piante."

Caden: Sembra quasi (ma davvero, ho letto solo una riga) una specie di Mommy italiano. In ogni caso un film impegnato, difficile, probabilmente molto sentito da chi l'ha girato.
Sono sempre affascinato dai film con queste tematiche, i giovani e le loro difficoltà. Non ho visto il trailer proprio perchè non escludo a priori la visione.
Cannibal Kid: Il Mommy italiano?
Caden, avevi la mia curiosità, ora hai la mia attenzione. E speriamo non si riveli una di quelle sparate assurde e senza fondamento di cui siamo capaci giusto io e Ford.
Ford: dopo la melassa, le sparate. Questa settimana Caden e Cannibal, i nuovi M&M'S, vogliono davvero farmi riconsiderare la presenza in questa rubrica!

ARRIVANO I PROF

"Quei tre bloggers mi pare si atteggino troppo a professoroni." "Hai ragione, soprattutto quel Caden Cotard."

Caden: Ho visto due cose di Silvestrini, e mi sono entrambe piaciute un sacco (Stuck e Monolith).
Stavolta però non ce la faccio...
Soggetto respingente, Bisio vestito in quella maniera, la stangona di colore che dovrebbe esse una prof.
Ci andrei solo per Nichetti.
Anzi, manco per lui.
Cannibal Kid: Monolith l'ho trovato guardabile più che altro per l'affascinante protagonista Katrina Bowden, ma a livello di regia e sceneggiatura mi è sembrato giusto la copia scialba di una produzione a stelle e strisce già di livello medio-bassa. Questo Arrivano i prof se non altro mi sa di tipica minchiatona italiana al 100%, che non cerca di scimmiottare gli ammeregani come fa il (finto) cowboy from Lodi alias Mr. James Ford. Del cast non reggo Bisio e non ho mai filato il redivivo Nichetti, che manco sapevo fosse ancora vivo, in compenso mi sta simpatico Lino Guanciale. Tutto sommato, considerata l'ambientazione liceale, potrei persino osare una visione.
Ford: filmetto italiano inutile tipico della nostrana tradizione, firmato dal Silvestrini di Monolith, che ho visto e recensirò a breve. Sinceramente, ne faccio a meno.

DOPO LA GUERRA

"Poverino, ha visto un film consigliato da Cannibal, ed è caduto in depressione."

Caden: Ah, politica, guerre armate, ex terroristi, riforme del lavoro, cronaca sociale.
Un bel mix di cose che rendono Dopo la guerra una specie di kryptonite per il buon Giuseppe.
Di sicuro, però, è un bel film, visto che l'ha preso il Postmodernissimo de Perugia (che è come dire un tempo "l'ha detto la tv" per confermare che una cosa fosse vera).
Cannibal Kid: Le commedie all'italiana questa settimana ci possono stare. La pellicola pseudo impegnata italiana anche no.
Ford: i film italiani, per questa settimana, farò finta non siano usciti.

L'ISOLA DEI CANI

"Mi dispiace, ragazzi. Ma esiste solo un Cucciolo Eroico, ed è inimitabile."

Caden: Ho sempre sperato di amare Wes Anderson ma niente, ancora mai scoccata del tutto la scintilla.
Magari succederà con questa stop motion.
Le sensazioni sono buonissime, il soggetto intrigante, i cani fantastici.
Lo vedrò al 100%.
Cannibal Kid: Wes Anderson l'ho amato per davvero soltanto per Moonrise Kingdom, ma apprezzato comunque decisamente anche per quasi tutti i suoi altri lavori. Eccetto quella palla di Steve Zissou, più noioso di un entusiasmante action a caso sponsorizzato da White Russian. Questo si preannuncia come un gioiellino carino, ma scatterà l'amore?
Considerando che io e i cani abbiamo un rapporto come io e Ford, la vedo difficile...
Ford: Wes Anderson mi è sempre piaciuto, nonostante non lo ritenga una sorta di guru come tanti radical chic. Questo L'isola dei cani potrebbe rivelarsi un piccolo cult, e in un periodo smorto come questo, ce ne sarebbe davvero bisogno. D'altro canto, sono anni che si sarebbe bisogno del ritiro del Cannibale, eppure è ancora qui.

COSA DIRA' LA GENTE

"Con i miei fingo di essere tutta casa e religione, ma in realtà sono seguace del cannibalesimo."

Caden: Argomento straordinariamente attuale, anche in Italia. Penso al caso della povera ragazza bresciana di pochi giorni fa del quale, vedendo il trailer, sono incredibili le somiglianze. Ragazze che vorrebbero vivere normalmente nel paese che l'ha viste nascere e crescere ma devono fare il conto con il mondo dal quale viene la loro famiglia, un mondo di tradizione e cultura completamente diverso dal nostro.
Non mi era ancora mai capitato di vedere al cinema questo argomento, almeno con queste dinamiche. Insieme al film della Ramsey questo è per me il più interessante di tutti.
Bellissima lei.
Cannibal Kid: Argomenti d'attualità e cinema non sempre vanno d'accordo. Anzi, spesso si rischia di cadere nella trappola del film necessariamente con un messaggio morale. E l'unico messaggio che interessa a me è: “distruggere Mr. Ford!”.
Ford: la linea di demarcazione tra sensazionalismo e voglia di raccontare una storia è sempre molto labile. Sinceramente, non ho voglia di scoprire da che parte sta questo film.

EVA

"Ma quando cominciano a servirci white russian, in questo postaccio radical chic!?"

Caden: Avevo già preso una grossa fregatura con Elle, film amatissimo da tutti e che io trovai davvero sconclusionato, malgrado la grandissima Huppert.
E ancora una volta, a leggere due righe di trama, pare che la grande attrice francese interpreti un ruolo sessualmente travagliato.
Sento puzza di seconda fregatura, parecchia puzza di seconda fregatura.
Cannibal Kid: T'è piaciuto Monolith e non Elle?
Caden, stai per caso cercando di rubare a Ford il posto di blogger cinematografico più incompetente della rete? Guarda che c'ho già provato io, ma ancora non ci sono riuscito.
Quanto al film, spero che si riveli una gran bella francesata radical-chic di quelle che piacciono a me, pu**ana Eva!
Ford: a me non è piaciuto Elle, e neppure Monolith. Direi, dunque, che posso saltare questo.
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