Regia: David Slade
Origine: Usa
Anno: 2005
Durata: 104'
La trama (con parole mie): Hayley, quattordicenne acuta, sveglia ed incline alla provocazione, dopo tre settimane di chat fissa un incontro con Jeff, fotografo poco più che trentenne.
I due si incontrano al centro commerciale, e sempre in bilico tra la curiosità ed il doppio senso approfondiscono il loro appena nato rapporto rompendo il ghiaccio fino a decidere con una scusa di recarsi a casa dell'uomo, che alterna momenti da pseudo fratello maggiore ad altri in cui pare sul punto di cedere alla tentazione rappresentata dalla giovane studentessa.
Nel momento in cui l'alcool pare poter mettere la ragazzina in pericolo, i ruoli si ribaltano, e Jeff si ritrova prigioniero di Hayley, disposta a tutto pur di svelare il segreto celato dall'uomo, legato alla scomparsa di un'altra giovanissima.
Se c'è una cosa che va riconosciuta senza dubbio a David Slade in questo suo pur non riuscito tentativo di portare sullo schermo un tema certo non comodo, è il coraggio.
Ad Hard candy non mancano, oltre al suddetto, una robusta dose d'inventiva accompagnata da una buona padronanza della macchina da presa, interpretazioni importanti dei protagonisti - l'Ellen Page di Juno in versione teen letale spalleggiata da Patrick Wilson - ed una dose assolutamente consistente di riflessioni suscitate negli spettatori.
Eppure, come un incantesimo che si spezza, con il passare dei minuti si assiste ad un progressivo sgretolarsi dei propositi - o quelli che parevano tali - iniziali della pellicola sacrificati per un più sicuro climax che porti a quella che, in qualche modo, pare essere la soluzione più facile: il ribaltamento di ruoli che tanto riesce a turbare prima che Hayley cominci a scatenare il suo desiderio di vendetta su Jeff perde progressivamente di spessore a causa di tentativi non riusciti di mantenere alta la tensione - l'inutile parte affidata a Sandra Oh - e ad un gioco al massacro che si rivela assolutamente ingiustificato perchè mosso da quella che fin dal principio avrebbe potuto assumere i connotati della semplice, fredda vendetta.
Il gioco da "Cappuccetto rosso al contrario" della ragazzina, dunque, diviene sterile quanto la tortura psicologica e non inflitta alla sua vittima, sviluppata - stando alle parole e alle azioni di Hayley - per strappare una confessione a Jeff quando, a conti fatti, la stessa risulta inutile se non ai fini della provocazione da parte del regista: idee niente male come quella d'ispirazione hanekiana di non mostrare in campo l'effettiva violenza perdono consistenza rispetto ad alcune scelte discutibili dal punto di vista della sceneggiatura - i riferimenti e l'utilizzo del primo grande amore di Jeff risultano forzati quanto la scelta di far comparire la donna nel finale, presenza totalmente ingiustificata rispetto a quanto rivelato in precedenza nello script - finendo, più che creare un disturbo nello spettatore rispetto ai temi trattati, per alimentare l'irritazione legata alla mancata "sincerità artistica" dell'autore, alimentata dai dubbi che il tutto sia frutto di un'operazione studiata a tavolino e nei dettagli per fare la parte del regista figo e alternativo che ne sa sempre una più dei poveri stronzi che guardano ammirati i suoi film.
E questo, in casa Ford, non è mai un bene.
Restano il plauso per i già segnalati interpreti - ben diretti e decisamente ispirati -, la cura quasi maniacale per la messa in scena e la fotografia - ottimo l'uso dei colori nei giochi di controcampo nel pieno dei dialoghi - ed un'inquietudine di fondo sollevata dalle domande della prima - e più efficace - metà della pellicola: era Hayley a cacciare Jeff o viceversa? Dove finisce la provocazione ed inizia la vera e propria violenza - non necessariamente fisica -? Jeff ragiona solo seguendo i suoi bassi istinti o rischia il più possibile come se fosse convinto di poter resistere al proibito rappresentato da Hayley?
Se Slade avesse continuato su questi binari evitando di trasformare il suo lavoro in un più banale thriller di vendetta, forse saremmo ancora qui a chiederci fino a che punto potrebbe spingerci una Natura che spesso può essere molto più pericolosa e bassa di quanto si sia disposti ad ammettere.
MrFord
"She is standing by the water
as her smile begins to curl
in this or any other summer
she is something all together different
never just an ordinary girl."
Counting crows - "Hard candy" -
Se c'è una cosa che va riconosciuta senza dubbio a David Slade in questo suo pur non riuscito tentativo di portare sullo schermo un tema certo non comodo, è il coraggio.
Ad Hard candy non mancano, oltre al suddetto, una robusta dose d'inventiva accompagnata da una buona padronanza della macchina da presa, interpretazioni importanti dei protagonisti - l'Ellen Page di Juno in versione teen letale spalleggiata da Patrick Wilson - ed una dose assolutamente consistente di riflessioni suscitate negli spettatori.
Eppure, come un incantesimo che si spezza, con il passare dei minuti si assiste ad un progressivo sgretolarsi dei propositi - o quelli che parevano tali - iniziali della pellicola sacrificati per un più sicuro climax che porti a quella che, in qualche modo, pare essere la soluzione più facile: il ribaltamento di ruoli che tanto riesce a turbare prima che Hayley cominci a scatenare il suo desiderio di vendetta su Jeff perde progressivamente di spessore a causa di tentativi non riusciti di mantenere alta la tensione - l'inutile parte affidata a Sandra Oh - e ad un gioco al massacro che si rivela assolutamente ingiustificato perchè mosso da quella che fin dal principio avrebbe potuto assumere i connotati della semplice, fredda vendetta.
Il gioco da "Cappuccetto rosso al contrario" della ragazzina, dunque, diviene sterile quanto la tortura psicologica e non inflitta alla sua vittima, sviluppata - stando alle parole e alle azioni di Hayley - per strappare una confessione a Jeff quando, a conti fatti, la stessa risulta inutile se non ai fini della provocazione da parte del regista: idee niente male come quella d'ispirazione hanekiana di non mostrare in campo l'effettiva violenza perdono consistenza rispetto ad alcune scelte discutibili dal punto di vista della sceneggiatura - i riferimenti e l'utilizzo del primo grande amore di Jeff risultano forzati quanto la scelta di far comparire la donna nel finale, presenza totalmente ingiustificata rispetto a quanto rivelato in precedenza nello script - finendo, più che creare un disturbo nello spettatore rispetto ai temi trattati, per alimentare l'irritazione legata alla mancata "sincerità artistica" dell'autore, alimentata dai dubbi che il tutto sia frutto di un'operazione studiata a tavolino e nei dettagli per fare la parte del regista figo e alternativo che ne sa sempre una più dei poveri stronzi che guardano ammirati i suoi film.
E questo, in casa Ford, non è mai un bene.
Restano il plauso per i già segnalati interpreti - ben diretti e decisamente ispirati -, la cura quasi maniacale per la messa in scena e la fotografia - ottimo l'uso dei colori nei giochi di controcampo nel pieno dei dialoghi - ed un'inquietudine di fondo sollevata dalle domande della prima - e più efficace - metà della pellicola: era Hayley a cacciare Jeff o viceversa? Dove finisce la provocazione ed inizia la vera e propria violenza - non necessariamente fisica -? Jeff ragiona solo seguendo i suoi bassi istinti o rischia il più possibile come se fosse convinto di poter resistere al proibito rappresentato da Hayley?
Se Slade avesse continuato su questi binari evitando di trasformare il suo lavoro in un più banale thriller di vendetta, forse saremmo ancora qui a chiederci fino a che punto potrebbe spingerci una Natura che spesso può essere molto più pericolosa e bassa di quanto si sia disposti ad ammettere.
MrFord
"She is standing by the water
as her smile begins to curl
in this or any other summer
she is something all together different
never just an ordinary girl."
Counting crows - "Hard candy" -
Una vera delusione!
RispondiEliminaa me era piaciuto :(
RispondiEliminaStepharon, concordo. Peccato. Io ne avevo sempre sentito parlare bene.
RispondiEliminaQueen, inizialmente anche a me, nella seconda parte invece pare proprio naufragare.
film non memorabile ma comunque interessante, volto proprio a infastidire quelli che hanno una visione disneyana della vita come te.
RispondiEliminaforse è meglio che invece di hard candy, ti guardy candy candy, ford!
uahahahahaha
http://pensiericannibali.blogspot.com/2010/10/candy-shop.html
Più che infastidirmi, mi è sembrato uno spreco rispetto ad un'idea che poteva essere davvero originale e disturbante.
EliminaPer quanto riguarda, Candy Candy lo vedevo eccome! Morti e drammi a manetta, una vera ficata!
Ma che te lo dico a fare!? A te sarebbe piaciuto quel damerino di Anthony, mentre io mi esaltavo con Terence! ;)
Non mi aspettavo le bottigliate per questo film.
RispondiEliminaÈ vero che nella seconda parte c'è un leggero calo, ma tutto sommato mi era piaciuto.
Peccato che poi Slade si sia messo a fare Twilight. :/
Evidentemente ho visto lungo su quella che sarebbe stata la sua carriera successiva! ;)
EliminaNon so, è partito discretamente, ma si è inesorabilmente afflosciato. Peccato.
Mmm...eppure l'idea di fondo è bellissima!
RispondiEliminaVisto che qualcuno dice che lo ha gradito, voglio vederlo anche io! Poi se mi deluderà, pazienza, "chi è causa del suo mal pianga se stesso" ;)
Melinda, provaci.
EliminaLe tematiche e le idee sono interessanti, peccato che secondo me siano state rese male.
Vedremo che effetto farà a te.
Anche io ho il film in lista d'attesa. Mi incuriosiva, poi di Slade avevo visto 30 giorni di buio che avevo trovato divertente.
RispondiEliminaFirma, anche a me 30 giorni di buio tutto sommato ha divertito. Per questo avevo aspettative piuttosto alte, che come vedi dalle bottigliate sono state deluse. ;)
EliminaA me era piaciuto moltissimo. Certo le tue obiezioni sono espresse perfettamente ma io ricordo invece di aver gridato al miracolo per la sceneggiatura perchè un film che può essere trasportato quasi pari pari in teatro, è senz'altro ben scritto.
RispondiEliminaNon lo so, sinceramente l'avevo trovato proprio un gran film.
Un saluto.
Dae, mi ricordo il tuo post.
EliminaPosso capire il punto di vista rispetto alla teatralità, e la regia non è male.
Il mio disappunto è legato al fatto che, rispetto alle idee di partenza, ha finito per spegnersi cadendo nel troppo scontato e "buonista", in qualche modo.
Ma sono sempre punti di vista, no?
Guarda, mi trovi qua...
EliminaAvevo scritto la rece? Ti giuro che non mi ricordo, ora controllo.
Assolutamente, solo punti di vista, tra l'altro i tuoi appunti sono condivisibili.
Noto che anche te c'hai 9 ore di anticipo nell'orario di ommenti post. E io che è giorni che provo a risolvere...
Blogger ci ha messo la bellissima opzione del "rispondi" ma ha fatto casino con gli orari, in qualche modo doveva compensare...
No, infatti, non l'ho scritta. Però ne ho parlato più di una volta, ti sarai (ci saremo) confuso per quello. Ciao!
EliminaDae, sai che forse allora ne avevo letto quando avevi scritto in proposito al Cannibale?
EliminaComunque la questione dei commenti è stranissima, anche io non sono riuscito a venirne ancora a capo!