Regia: Peyton Reed
Origine: USA
Anno: 2015
Durata: 117'
La trama (con parole mie): Scott Lang, informatico dal grande talento ma dall'inclinazione criminale, appena uscito dal carcere dopo tre anni di detenzione e con una figlia da riconquistare, con alcuni complici mette a segno un furto nella villa del dottor Hank Pym, che sul finire degli anni ottanta riuscì a sintetizzare speciali particelle in grado di mutare dimensioni e forma di chi vi è esposto, elaborando in parallelo un sistema per dialogare con gli insetti, in special modo le formiche.
Frodato dalle Stark Industries e messo alle strette dal suo ex allievo Darren Cross, il vecchio studioso si affida dunque alla figlia Hope ed al riluttante Scott per mettere a punto un piano che prevede il recupero dei suoi progetti originali prima che siano divulgati e sfruttati come armi da chi non ha a cuore la salvaguardia del mondo: il nuovo Ant-Man, però, affronterà la vicenda con un approccio decisamente diverso da quello del suo mentore.
Sono stato per anni - quasi venti, a dirla tutta - un assiduo lettore di fumetti, appassionato di tutta la produzione americana, europea, italiana, giapponese e chi più ne ha, più ne metta: proprio con la Marvel ed i suoi eroi colorati e dotati di superproblemi ebbe inizio, nel lontano novantuno, il mio percorso da fan delle nuvole parlanti, e per quanto assolutamente dedita al commercio ed alle vendite, sono rimasto legato alla grande M anche dopo aver abbandonato gli acquisti regolari.
Ai tempi, però, ricordo che il grosso degli eroi di respiro più ampio - come gli stessi Avengers - facevano fatica ad entrarmi nel cuore rispetto ai più "sfigati" Spider Man, Devil o X-Men, così come, tra i suddetti Vendicatori, consideravo assolutamente minori charachters come Ant-Man, che raggiungeva per il rotto della cuffia, ai miei occhi, lo status effettivo del supereroe.
Alla luce di questo, e dell'abbandono di Edgar Wright - autore della mitica Trilogia del Cornetto - in cabina di regia, mi aspettavo davvero poco o nulla dal lavoro di Peyton Reed, approcciato come fosse la più disastrata delle proposte da spiaggia in questa fine estate.
Fortunatamente, ero in torto.
Ant-Man, infatti - per merito anche del lavoro dello stesso Wright sulla sceneggiatura e di effetti speciali assolutamente all'altezza -, non solo ha finito per superare l'esame con simpatia e cialtronaggine, ma di fatto è riuscito perfino a ricordare al sottoscritto il primo e decisamente valido Iron Man, creando un abile mix tra l'approccio fracassone dei Vendicatori - ottimo il crossover con la lotta tra Ant-Man e Falcon, preludio di quello che saranno i prossimi lavori legati al Marvel Cinematic Universe - e quello scanzonato eppure drammatico di Spider Man.
Come se non bastasse, le vicende di Scott Lang e della premiata ditta Hank Pym e figlia - un'affascinante Evangeline Lilly versione Valentina di Crepax -, per quanto decisamente lontane dalla reale storia del personaggio sulla pagina, richiamano e non poco le atmosfere dei gloriosi eighties e portano in scena senza prendersi troppo sul serio un eroe per caso in grado di tenere benissimo il palcoscenico alternando simpatia, faccia di culo e sentimenti - gestito alla grande il legame con la figlia - regalando al pubblico momenti in grado di intrattenere al meglio perfino i nerd che si sarebbero probabilmente aspettati un maggiore rispetto di quelle che sono state le vicende originali del charachter: in questo senso, perfino Michael Douglas nel ruolo del Pym mentore funziona alla grande, nonostante si discosti molto da quello che è il suo corrispettivo degli albi a fumetti, decisamente più controverso e meno paterno.
Perfino i comprimari come Michael Pena e soci, sfruttati come spalle comiche di Rudd/Lang prima e del gruppo Ant-Man poi, funzionano, così come il Calabrone nel ruolo di nemesi ed i richiami a tutto quello che, probabilmente, ha ai tempi affascinato Edgar Wright e Peyton Reed come Tesoro mi si sono ristretti i ragazzi, più volte citato nelle prime recensioni di questo lavoro: nel complesso, dunque, assistiamo ad un viaggio divertito e divertente che non pretende di assurgere ai livelli dei Batman di Nolan ma che conferma l'altissima qualità media delle produzioni Marvel del mondo Avengers, conducendo gli spettatori un altro passo verso quella che sarà la tanto attesa "fase tre" del progetto degli Studios legati al mondo del Fumetto.
Nel frattempo, e nell'attesa, le formiche hanno detto, eccome, la loro.
MrFord
"Walk down the street
I'm thinking:
look at all the ants in a farm
I've got a sad-hearted feeling
to harm."
I'm thinking:
look at all the ants in a farm
I've got a sad-hearted feeling
to harm."
Eels - "Ant farm" -