Ancora una volta, la varietà farà da padrona, con proposte molto diverse l'una dall'altra, che ognuna a suo modo sono riuscite a trovare la via migliore per rimanere impresse nella memoria.
Chi raccoglierà, alla fine, il testimone di The Wolf of Wall Street?
N°10: VIZIO DI FORMA di PAUL THOMAS ANDERSON
Paul Thomas Anderson è senza dubbio una delle realtà "giovani" più interessanti del panorama statunitense, e fin dai tempi di Boogie Nights è uno dei protetti assoluti del Saloon.
Vizio di forma, tratto da un romanzo cult che ho adorato, è un viaggione allucinato, allucinante, grottesco e divertente che richiama Il grande Lebowski e i noir vecchia scuola, pronto a lasciarvi a bocca aperta per lo stupore o il livello di alcool e droghe.
N°9: YOUTH di PAOLO SORRENTINO
Paolo Sorrentino è forse il regista italiano attuale che preferisco.
Da Il divo a L'uomo in più, passando per La grande bellezza, il cineasta partenopeo non sbaglia un colpo - o quasi -, e di norma il suo nome finisce sempre nella top ten fordiana dell'anno.
Questo Youth, riflessione magica sul Tempo e sulla vecchiaia, nonostante un paio di passaggi un pò troppo radical, colpisce, e a fondo.
Soprattutto un "vecchio" come me.
N°8: FOXCATCHER - UNA STORIA AMERICANA di BENNETT MILLER
Bennett Miller, che qualche anno giunse ad un passo dalla vetta della classifica con l'ottimo Moneyball, torna a fare capolino tra i migliori grazie ad un racconto dolente e solo apparentemente glaciale - in realtà, di grande, grande pancia - ispirato ad una drammatica storia vera.
Il confronto con se stessi ed il Potere, la solitudine, la ricchezza che non può comprare l'amore: tutto in una pellicola "sportiva" che si rivela ad altissima tensione emotiva.
N°7: AMERICAN SNIPER di CLINT EASTWOOD
Clint Eastwood è sempre Clint Eastwood.
Ispirandosi all'autobiografia ed alla vita di Chris Kyle, il cecchino più letale della Storia dell'Esercito americano, il mio nonno cinematografico sforna un film di rara potenza, tecnicamente perfetto ed emotivamente come una bomba pronta ad esplodere.
Ricordo l'ingresso in sala con molti esaltati da Paintball pronti ad inneggiare alla guerra e l'uscita, con la gente tutta in silenzio.
Una delle riflessioni più acute del passato recente sulla grande piaga della Guerra.
N°6: STAR WARS EPISODIO VII - IL RISVEGLIO DELLA FORZA di J.J. ABRAMS
La sorpresa più gradita dell'anno, ed il regalo di Natale definitivo gentilmente offerto da J.J. Abrams.
Dopo aver rivitalizzato Star Trek, il creatore di Lost spolvera spirito e personaggi della prima, indimenticabile trilogia di Star Wars consegnando alle nuove generazioni non solo il film che ne è l'erede legittimo, ma anche, forse, il migliore dai tempi de L'impero colpisce ancora.
Visivamente sontuoso, personaggi azzeccati, ritmo indiavolato, divertimento e grande epica.
Imperdibile.
N°5: KREUZWEG - LE STAZIONI DELLA FEDE di DIETRICH BRUGGERMANN
Da ateo miscredente quale sono, i film legati al concetto di Fede finiscono sempre per stimolarmi, e non poco. Kreuzweg, costruito sull'idea della Via Crucis e figlio di lunghi piani sequenza ed inquadrature fisse, è una delle riflessioni più drammatiche, profonde ad importanti - ma anche attuali - che il Cinema potesse regalare al suo pubblico.
Un crescendo pazzesco che segna uno standard che non sarà facile superare.
N°4: MAD MAX - FURY ROAD di GEORGE MILLER
Il ritorno sul grande schermo di Mad Max rappresentava senza dubbio un evento, ma anche una grande incognita.
George Miller, già regista dei precedenti capitoli delle avventure dell'ex poliziotto perso nel mondo post-apocalittico del deserto australiano, fuga qualsiasi dubbio confezionando una vera e propria corsa all'ultimo fotogramma tra le più serrate che ricordi, una sorta di concentrato di Red Bull in forma di settima arte, tratteggiando per l'occasione anche uno dei charachters più importanti dell'anno, Furiosa.
N°3: BLACKHAT di MICHAEL MANN
Michael Mann è da sempre uno dei registi di riferimento del sottoscritto, in grado di mescolare il Cinema di Hong Kong, con i suoi lampi di crudeltà circondati da una calma apparente, e lo spettacolo pirotecnico delle stelle e strisce.
Blackhat, come sempre per i nuovi lavori del Maestro accolto tiepidamente, è l'ennesima conferma del talento straordinario di uno dei tecnici più specializzati del Cinema, che come i buoni alcolici sedimenta e si lascia scoprire un passo alla volta, senza fretta.
E poi, di colpo, in un fotogramma si scova tutta la sua grandezza.
N°2: SICARIO di DENIS VILLENEUVE
Denis Villeneuve spacca, e su questo non ho mai avuto dubbi.
Certo, con Enemy un brivido di terrore aveva percorso la mia schiena, ma il regista canadese ha tenuto subito a precisare di che pasta sia fatto.
E ha scelto di farlo con Sicario, pellicola enorme per potenza e realizzazione che pare Zero Dark Thirty mescolato a Il potere del cane.
Mica roba da poco.
N°1: INSIDE OUT di PETE DOCTER e RONALDO DEL CARMEN
Ed eccolo, il film dell'anno per White Russian.
Se non ricordo male, è la prima volta dalla creazione del Saloon che a trionfare ai Ford Awards è una pellicola d'animazione: qualche anno fa l'impresa era quasi riuscita ad Up!, giunto alle spalle di Gran Torino, e mi pare quasi la chiusura di un cerchio vedere lo stesso regista occupare il gradino più alto del podio a questo giro di giostra.
Inside out è magia, poesia, innocenza e divertimento, una gioia per gli occhi e per il cuore.
E' puro Cinema. E da queste parti, di fronte al puro Cinema, ci si leva il cappello.
I PREMI
Miglior regia: Michael Mann per Blackhat
Miglior attore: Jake Gyllenhaal per Southpaw e Vincent Lindon per La legge del mercato
Miglior attrice: Lea Van Hacken, Kreuzweg
Scena cult: l'addio di Bing Bong, Inside Out
Miglior colonna sonora: Vizio di forma
Premio "leggenda fordiana": Furiosa, Mad Max - Fury Road
Oggetto di culto: la spada laser con l'elsa, Star Wars Episodio VII - Il risveglio della Forza
Premio metamorfosi: Jake Gyllenhaal per Southpaw
Premio "start the party": il primo sangue di Chris Kyle, American Sniper
Premio "be there": la Frontiera USA/Messico, Sicario
MrFord