Regia: John Cameron Mitchell
Origine: USA
Anno: 2006
Durata: 101'
La trama (con parole mie): James e Jamie, giovane coppia gay alle prese con i problemi emotivi del primo, prende la decisione di aprire gli orizzonti lasciando che nuove conquiste entrino a far parte della quotidianità. Comunicando con la terapista Sofia i due scoprono che quest'ultima ha vissuto tutta la vita senza essere in grado di avere un orgasmo, finendo per trasformare il rapporto tra specialista e pazienti in amicizia: decisi infatti ad aiutare la donna, i due le mostreranno lo Shortbus, un locale dove si riuniscono i più svariati elementi della comunità underground e non solo di New York all'interno del quale si celebra e festeggia la libertà di amare e fare sesso con chiunque si desideri, e di farlo nel modo più divertito e divertente possibile.
Le vite dei tre, dunque, si incroceranno con quelle della dominatrix Severin, del giovane voyeur Caleb e di Ceth, che sconvolgerà l'equilibrio di James e Jamie mentre Sofia cercherà una nuova strada che la condurrà lontana dal marito.
Negli anni in cui fui preda da timidezza da Noi siamo infinito, ricordo che il mio rapporto con il sesso era molto costretto, legato, forse ancora figlio del retaggio cattolico che, volenti o nolenti, noi europei dobbiamo prima o poi affrontare per capire chi siamo e dove stiamo andando: ricordo benissimo un pomeriggio estivo di parecchi anni fa - dovevo avere una quindicina d'anni - in cui una ragazza del parco di quelle da baci sulle panchine e qualche mano allungata ma non troppo mi invitò a casa sua per vedere un film e, quando giunti alla metà non le ero ancora saltato addosso, mi disse candidamente: "Se vuoi ti dico come finisce".
Beata gioventù. Capitasse oggi, penso, potrebbe finire a lingua in bocca già sulla porta.
Il bello, comunque, del sesso - come della vita -, è che non si finisce mai di imparare, ed essendo un linguaggio molto intimo finisce per mostrare molto di chi siamo e di chi abbiamo di fronte - o sotto, o sopra, o dove volete -: ai tempi dell'uscita in sala di Shortbus ero in un periodo di piena rivoluzione della mia esistenza, al principio di una delle fasi più wild - ed occasionali, parlando in termini di compagne di letto - del mio viaggio.
Fin dalla prima visione, e da quella sequenza d'apertura legata, più che ai numeri ed alle posizioni a letto provate da Sofia e dal marito, all'autopompino di James, ho voluto un gran bene a Shortbus, portato sullo schermo dal John Cameron Mitchell di Hedwig - che avevo adorato ai tempi dei tempi -, una grande, divertita, divertente - anche nei suoi risvolti drammatici - dichiarazione d'amore al sesso come espressione della nostra identità, qualcosa per la quale non abbiamo nulla di cui vergognarci, ma della quale godere come fosse un'incarnazione della Libertà come concetto, che si parli di fisicità, sentimento, pensiero, individualità.
E dunque, dai primi dubbi sul voyeur Caleb alla preoccupazione per le inclinazioni autodistruttive dello stesso James, perfino i pensieri più negativi vengono buttati fuori come l'aria durante uno sforzo fisico sfruttando il principio secondo il quale, inevitabilmente, una volta veicolata bene l'energia non si può che stare meglio, anche se stanchi e stremati, e proprio venendo - nel senso letterale del termine - tutto si apra in un meraviglioso momento estatico in grado di farci volteggiare in aria o sprofondare nel più pacifico e profondo dei sonni.
Shortbus è tutto questo e molto altro, è una poesia d'amore a New York e l'inno americano cantato nel culo del proprio partner, è la gioia di mostrare le proprie inclinazioni, perversioni, fantasie senza la paura di essere giudicati, o stare facendo qualcosa che possa causare male a chi ci sta intorno, a noi stessi o al prossimo: un inno alla vita ed alle scopate che è un barbarico YAWP all'indirizzo di chi ancora nega, o seppellisce, o finge non esistano pulsioni selvatiche e profonde, e profondamente umane, come quella del desiderio.
Dovesse mai capitarvi di sentire che la strada è perduta, che l'orizzonte è troppo stretto ed oscuro in termini fisici o sentimentali, allora mollate gli ormeggi, toglietevi tutti i vestiti e godetevi visioni come questa: può essere che, almeno a tratti, vi faccia male, ma alla fine vi verrà una tale voglia di gridare di piacere da farvi dimenticare qualsiasi ferita precedente.
Beata gioventù. Capitasse oggi, penso, potrebbe finire a lingua in bocca già sulla porta.
Il bello, comunque, del sesso - come della vita -, è che non si finisce mai di imparare, ed essendo un linguaggio molto intimo finisce per mostrare molto di chi siamo e di chi abbiamo di fronte - o sotto, o sopra, o dove volete -: ai tempi dell'uscita in sala di Shortbus ero in un periodo di piena rivoluzione della mia esistenza, al principio di una delle fasi più wild - ed occasionali, parlando in termini di compagne di letto - del mio viaggio.
Fin dalla prima visione, e da quella sequenza d'apertura legata, più che ai numeri ed alle posizioni a letto provate da Sofia e dal marito, all'autopompino di James, ho voluto un gran bene a Shortbus, portato sullo schermo dal John Cameron Mitchell di Hedwig - che avevo adorato ai tempi dei tempi -, una grande, divertita, divertente - anche nei suoi risvolti drammatici - dichiarazione d'amore al sesso come espressione della nostra identità, qualcosa per la quale non abbiamo nulla di cui vergognarci, ma della quale godere come fosse un'incarnazione della Libertà come concetto, che si parli di fisicità, sentimento, pensiero, individualità.
E dunque, dai primi dubbi sul voyeur Caleb alla preoccupazione per le inclinazioni autodistruttive dello stesso James, perfino i pensieri più negativi vengono buttati fuori come l'aria durante uno sforzo fisico sfruttando il principio secondo il quale, inevitabilmente, una volta veicolata bene l'energia non si può che stare meglio, anche se stanchi e stremati, e proprio venendo - nel senso letterale del termine - tutto si apra in un meraviglioso momento estatico in grado di farci volteggiare in aria o sprofondare nel più pacifico e profondo dei sonni.
Shortbus è tutto questo e molto altro, è una poesia d'amore a New York e l'inno americano cantato nel culo del proprio partner, è la gioia di mostrare le proprie inclinazioni, perversioni, fantasie senza la paura di essere giudicati, o stare facendo qualcosa che possa causare male a chi ci sta intorno, a noi stessi o al prossimo: un inno alla vita ed alle scopate che è un barbarico YAWP all'indirizzo di chi ancora nega, o seppellisce, o finge non esistano pulsioni selvatiche e profonde, e profondamente umane, come quella del desiderio.
Dovesse mai capitarvi di sentire che la strada è perduta, che l'orizzonte è troppo stretto ed oscuro in termini fisici o sentimentali, allora mollate gli ormeggi, toglietevi tutti i vestiti e godetevi visioni come questa: può essere che, almeno a tratti, vi faccia male, ma alla fine vi verrà una tale voglia di gridare di piacere da farvi dimenticare qualsiasi ferita precedente.
MrFord
Partecipano all'iniziativa arcobaleno:
http://incentralperk.blogspot.com/2015/08/weekend.html Lisa Costa Weekend
http://insidetheobsidianmirror.blogspot.com/2015/08/otto-or-up-with-dead-people.html
http://nonceparagonecinema.blogspot.com/2015/08/rainbow-day-pride-2014.html
http://www.pensiericannibali.com/2015/08/priscilla-la-vagina-piu-o-meno-del.html
http://lafabricadeisogni.blogspot.com/2015/08/rainbow-day-la-moglie-del-soldato.html
http://bollalmanacco.blogspot.com/2015/08/rainbow-day-cruising-1980.html
http://www.delicatamenteperfido.com/2015/08/dallas-buyers-club-recensione.html
http://solaris-film.blogspot.com/2015/08/rainbow-day-i-segreti-di-brokeback.html
http://directorcult.blogspot.com/2015/08/rainbow-day-appropriate-behavior.html
http://castellodiif.blogspot.com/2015/08/e-adesso-sta-con-lei.html
Partecipano all'iniziativa arcobaleno:
http://incentralperk.blogspot.com/2015/08/weekend.html Lisa Costa Weekend
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"We are from heat
the electric one
does it shock you to see, he left us the sun?
the atoms in the air
organisms in the sea
the Sun, and yes, man
are made of the same things."
the electric one
does it shock you to see, he left us the sun?
the atoms in the air
organisms in the sea
the Sun, and yes, man
are made of the same things."
Pharrell Williams - "Freedom!" -
un grande grandissimo film, complimenti per la recensione :)
RispondiEliminaGrazie, e ancora auguri! :)
EliminaNon l'ho mai guardato,credo che all'epoca il Khal mi avesse fatto un discorso tipo "se voglio guardare un film su gente che scopa guardo un porno XD"
RispondiEliminaSi vabbè,non è la stessa cosa.
Ad Hedwig voglio un gran bene,potrebbe entrare nel giro dei miei recuperi mattutini,questo,anche se il trailer lo fa sembrare una roba indie/deprimente XD
Sul sesso non mi pronuncio,perchè amo fare finta di essere una donna per bene.
Ma grazie a dio non sono cattolica ;)
Se ti è piaciuto Hedwig, questo ti piacerà anche di più.
EliminaQuanto al resto, il fatto che tu non sia cattolica qui al Saloon è solo che una cosa positiva! :)
Mai visto questo, al tempo dell'uscita ero piccino, ma devo recuperarlo insieme ad Hedwig. Bel post e bell'iniziativa, questa mattina. :)
RispondiEliminaL'iniziativa è merito di Arwen, e il film è da vedere, anche più di Hedwig.
EliminaGoditeli entrambi!
Visto millemila anni fa, ricordo solo cazzi e sborra ovunque.
RispondiElimina"inno americano cantato in culo al proprio partner"
Questa è da tauaggio in gotico sul petto
;-)
Ahahaha beh, fortunatamente io il petto l'ho già tutto tatuato! ;)
EliminaE fossi in te lo rivedrei, è una pacchia! :)
Solo a metà? A me un tipo è "saltato" addosso dopo DUE FILM, quando ho detto "vabbé, io vado eh, CIAONE".
RispondiEliminaA parte queste storie di vita vissuta, questo film mi manca ma sembra interessante, ergo segno!
Parlando di storie di vita vissuta,io sono riuscita a guardare tutto Purple rain col Khal(in cameretta sua)senza saltarci addosso a vicenda,avevamo credo 16 anni,ed io ero la ragazza del suo migliore amico...meno male che anni dopo abbiamo recuperato,e con sazi interessi XD
EliminaEvidentemente i film non portano troppo bene, quando si tratta di voler saltare addosso! ;)
EliminaAd ogni modo, Bolla, segna e recupera!
Ma no,è che siamo stati bravi,io ero impegnata ed il mio moroso era molto amico del Khal,sennò hai voglia XD
EliminaBravi o no, il film non ha portato bene - almeno nell'immediato -! ;)
Eliminache dire? condivido praticamente ogni parola sul film. mi è quasi venuta voglia di rivederlo...
RispondiEliminaRivederlo è sempre un piacere. Garantisco.
EliminaUh che bel pezzo, ci stava di brutto anche la citazione di Walt Whitman.
RispondiEliminaIl film lo recupererò al 100%
Muchas gracias!
EliminaRecupero obbligato, sono sicuro che ti piacerà!
Shortbus è tutto questo e molto altro, è una poesia d'amore a New York e l'inno americano cantato nel culo del proprio partner: condivido in pieno! Gran bel film e gran bella recensione, visto al cinema un secolo fa e ricordo che mi aveva comunicato un senso di solitudine e di incomunicabilità. Oltre alle trombate on the rock. :)
RispondiEliminaSenza dubbio parte anche da solitudine ed incomunicabilità, ma diventa solare proprio grazie all'approccio alla vita e al sesso: riguardalo!
EliminaE' lì che aspetta il suo momento da una vita, ancora da quando in videoteca la locandina mi incuriosiva... Prima o poi (e spero molto prima, che poi) me lo vedrò!
RispondiEliminaSpero per te che sia prima: ne vale proprio la pena.
EliminaE tu cosa hai risposto alle due signore? ;)
RispondiEliminaAvevo voglia di vederlo, però poi tu mi pare ne avessi parlato bene, e allora avevo rinunciato.
RispondiEliminaPoi adesso mi era tornata la voglia di recuperarlo, ma tu ne parli di nuovo bene e quindi niente. Mi sa che non lo vedrò mai.
Almeno fino a che tu ne parlerai ahahah :)
Ahahah secondo me ti piacerebbe. Forse il nostro punto d'incontro è il Cinema gay! ;)
EliminaAmmetto di non averlo visto e mi sto cospargendo il capo di cenere... Ma com'è quella cosa dell'autopompino?
RispondiEliminaL'autopompino è un vero numero che opera uno degli attori protagonisti al limite del contorsionismo con tanto di gran finale.
EliminaUna scena che, per quanto insolita possa apparire, è sicuramente cult.
...mi viene in mente quella leggenda metropolitana sulla abitudini autoerotiche di Gabriele D'Annuncio....
EliminaAhahaha e qui non c'è stato neanche bisogno di togliersi la costola! ;)
EliminaIl film non l'ho visto, ma la tua recensione l'ho trovata meravigliosa, soprattutto quando hai raccontato delle tue prime schermaglie amorose.
RispondiEliminaIo posso solo dire che nel momento del mio primo bacio ci fu il terremoto e fummo costretti a tornarcene a casa di corsa. :-P
Ahahah beh, a proposito di terremoti ho anch'io un aneddoto sessuale divertente, ma a questo punto me lo riservo per la prossima volta! ;)
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