Visualizzazione post con etichetta Nanni Moretti. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Nanni Moretti. Mostra tutti i post

giovedì 6 dicembre 2018

Thursday's child


Si avvicina la fine dell'anno e con lei le classiche rubriche legate a classifiche, meglio e peggio, ma prima che il duemiladiciotto cinematografico e non ci saluti, ecco uno degli ultimi appuntamenti con le uscite in sala firmato da questo vecchio cowboy e dal finto giovane Cannibal Kid, per l'occasione affiancati da un nome storico della blogosfera, La Firma Cangiante.
Sarà riuscito quest'ultimo a districarsi nella foresta tropicale d'insulti e provocazioni che è la rivalità di lungo corso dei conduttori ed ideatori della rubrica?

"Caro Ford, credo che questo sia il metodo più congeniale per scriverti."
ROMA

"Proprio divertente questo Tiro al Cannibale: Ford ha avuto una grande idea!"

La firma cangiante: Dopo anni di onorata (?) carriera questa rubrica cogestita dal Ford e dal Cannibale arriva come prevedibile a raschiare il fondo del barile, e così... eccomi qui! Da dove si comincia? Ah sì... Roma di Alfonsino Cuarón. Beh, per alcuni contano le dimensioni, per me conta il nome del regista (per fortuna il titolo del film per me conta meno). Cuarón potrebbe non deludere, cast pressoché sconosciuto per una vicenda ambientata in un periodo non semplice per la popolazione messicana. Si, perché no? Potrebbe interessarmi, i presupposti per un buon film ci sono tutti. Tra l'altro il progetto che sta dietro al film Roma (quartiere di Città del Messico) rientra in uno scambio culturale Messico/Italia; a breve Sorrentino dirigerà Largo Messico, la storia di un homeless costretto a bivaccare sulle panche dell'omonima piazzetta di Roma. Bravi ragazzi, viva l'incrocio delle culture e delle idee! (che comunque non sempre porta buoni frutti, vedi questa rubrica ad esempio).
Cannibal Kid: Cuarón, nun fa' lo stupido stasera. E nemmeno tu, caro Dario... volevo dire Firma cangiante. Questa rubrica non porterà buoni frutti, questa settimana ad esempio ahahah, ma di solito sì. Più che altro per merito mio. Non certo di un Mr. Ford che ormai è più attapirato di una canzone di Adele. La pellicola Roma ha tutti i presupposti per essere maggica e per conquistarsi un posto d'onore in una classifica di fine anno. Sarà quella dei migliori film, o quella dei film più sopravvalutati?
Largo Messico di Sorrentino io comunque me lo vedrei volentieri!
Ford: Cuaron è un regista da sempre interessante, questa pellicola ha avuto un'ottima accoglienza e i presupposti perchè rappresenti uno degli ultimi acuti di un pessimo anno cinematografico - neanche l'avesse organizzato Cannibal - ci sono tutti. Speriamo dunque di non restare troppo delusi.
Nel frattempo caro Firma posso dirti che il fondo del barile era già stato raschiato in principio quando ho iniziato a collaborare con Peppa Kid. Ahahahahahh!

COLETTE

"Se non mi fai comparire subito davanti un White Russian, la mia firma cangiante sarà il segno dell'anello che porto sulla tua fronte."

La firma cangiante: Mi sarebbe sempre piaciuto fare il direttore del casting e provare a sostituire Keira Knightley con Rin Tin Tin per vedere di quanto (e non "se", badate bene) sarei riuscito a migliorare la qualità del film. Poi mi han detto che Rinty purtroppo è morto. Rex allora? Niente, pare che anche lui non se la passi troppo bene. Una sagoma di cartone di Rantanplan? Mi hanno detto di sì, con quella concorriamo all'Oscar nella categoria miglior attrice protagonista (la sagoma). Colette? Grazie, come se avessi accettato.
Cannibal Kid: Vedo che La firma ha la stessa considerazione di Keira Knightley che io ho di Sylvester Stallone. O di qualunque altro attorucolo esaltato da Ford. Fosse soltanto per la sua agghiacciante performance in The Dangerous Method gli darei anche ragione. Solo che Keira, pur non avendomi mai convinto al 100%, è pure capace di interpretazioni e di film se non altro dignitosi. Sarà questo il caso di Colette?
Bau bau!
Ehm... una voce nella mia testa mi dice di no.
Ford: per me la Knightley vale solo in ruoli come quello di qualche anno fa in Domino, quando è più action, maschiaccia e cazzuta. Per il resto, di Colette mi frega relativamente poco, mentre resto in attesa, ovviamente, di Creed 2.

LA CASA DELLE BAMBOLE - GHOSTLAND

"Ecco cosa succede ad accettare di entrare in casa Goi!"

La firma cangiante: No, no. Paura, l'horror in sala no! Questo poi già dal titolo evoca case e bambole, argomenti troppo perturbanti per me, no, no. A meno che per "bambole" non si intenda altro, il Kid qui potrebbe venirmi in aiuto? Kid, di che tipo di "bambole" si parla qui? Ah, non sono quelle "bambole"? Ok, allora niente cinema, si va da Ford a farsi una birra. L'horror in sala non fa per me, già a casa frequento poco il genere. Figuriamoci!
Cannibal Kid: Ancora una storia di case infestate? E questa volta addirittura da delle minacciose bambole?
Uh, che paura!
Sarei tentato di liquidare il tutto con uno sbadiglio, ma dopo The Haunting of Hill House potrei concedere un'altra opportunità a questo sottogenere dell'horror sottosviluppato, ma che può ancora riservare sorprese. Ford, tu invece puoi continuare a pettinare le bambole. Ah no, scusa. Tu le chiami “action figures”.
Ford: effettivamente, dopo Hill House una possibilità si potrebbe dare anche a questo, anche se ho come l'impressione che si potrebbe rivelare una cannibalata buona giusto a spaventare qualche pusillanime come il mio co-conduttore, e non sto parlando ovviamente di Firma, che è ovviamente invitato a farsi una birra - ma anche due o tre - a casa Ford. Senza bambole.

IL CASTELLO DI VETRO

"Lo vedi quel puntino nel cielo? E' Cannibal: Ford l'ha spedito in orbita con una mossa di wrestling."

La firma cangiante: Questo è un film che mi da l'impressione di poter crollare su sé stesso con facilità, come un castello di carte, anzi di vetro. La famiglia disfunzionale (lasciamole a Wes Anderson), il padre sui generis, il ritorno all'infanzia... rischioso. Però Woody Harrelson mi ispira molta simpatia, tutte quelle chiome rosse nelle immagini promozionali anche (ah, le chiome rosse!), c'è pure la Watts che è decisamente meglio della Knightley (e anche di Rin Tin Tin), magari me ne pentirò ma io una possibilità gliela darei.
Cannibal Kid: Film che ho visto circa un anno fa e che ora quando nessuno se lo aspettava raggiunge finalmente le sale italiane. Pur non essendo qualcosa di indimenticabile, infatti non è che lo ricordi benissimo, mi era sembrata una visione niente male, impreziosita da un ottimo cast in cui oltre a Woody Harrelson svetta anche il premio Oscar Brie Larson. È una pellicola che mi sento di consigliare persino a quell'adoratore del brutto cinema che risponde al nome di James Ford, visto che racconta una storia simile al suo adorato Captain Fantastic. Non raggiunge lo stesso livello, ma se non altro è decisamente superiore al recente noioso e sopravvalutato Senza lasciare traccia.
Ford: Woody Harrelson e Naomi Watts più famiglia disfunzionale? Una possibilità ci sta tutta, considerato anche che tra queste pagine portiamo avanti da anni una delle famiglie più disfunzionali della blogosfera, formata ovviamente da me, Cannibal e dall'ospite di turno. Tra l'altro, come Naomi Watts il buon Cannibal lo vedo proprio bene.

ALPHA: UN'AMICIZIA FORTE COME LA VITA

Una rara immagine del primo incontro tra Ford e il Cucciolo Eroico.

La firma cangiante: Mi sarebbe sempre piaciuto fare il direttore del casting e provare a sostituire un qualsiasi animale con Keira Knightley per vedere di quanto (e non "se", badate bene) sarei riuscito a peggiorare la qualità del film. Purtroppo tutti preferiscono i vari quadrupedi alla cara Keira (nome molto diffuso tra i cani tra l'altro) e non me lo lascerebbero fare. Peccato. Il binomio uomo/animale su grande schermo è per me motivo sufficiente per comprare birra e patatine e starmene a casa tranquillo sul mio divano nuovo.
Cannibal Kid: Alessandro Bianchi la settimana scorsa ha massacrato Pieraccioni. La firma in questa puntata sta distruggendo la povera Keira, che in effetti un nome un po' da cane ce l'ha... Forse dovrei trovarmi anch'io un nuovo nemico, visto che le battute su Mr. Ford ormai sono più scontate di quelle sui carabinieri. L'autore di questa porcheria buonista che racconta dell'amicizia tra un ragazzo e un lupo ai tempi del Paleolitico potrebbe essere un valido candidato.
Non ho fatto battute su Ford e il Paleolitico?
Hey, mi sa che sono già oltre la nostra rivalità, un po' come lui è oltre il buongusto e la pubblica decenza.
Ford: ho incrociato per caso il trailer di questa roba buonista che trovo strano Cannibal non abbia scritto a caso che mi esalterà, e ho immediatamente pensato al divano, la birra, le patatine e una bella serata di wrestling. In barba ai cani maledetti.

NON CI RESTA CHE VINCERE

"Amico, tiri peggio di quanto guidi Ford o di quanto possa fare Cannibal su un ring. Quanto a Firma, non saprei proprio."

La firma cangiante: Mah, un canovaccio già visto che rischia di cadere nel ricattatorio o peggio ancora nel pietismo. In linea di massima sono progetti nelle intenzioni anche lodevoli questi che coinvolgono i disabili, quando ben realizzati tanto di cappello, ma direi che me lo tengo al massimo per un futuro passaggio televisivo. Mi farò dire da Kid e Ford se ne vale la pena, leggerò le loro rece e i loro consigli e mi regolerò di conseguenza facendo il contrario. Sperando che siano concordi tra loro altrimenti non saprò cosa fare. Non ci avevo pensato. Userò la monetina.
Cannibal Kid: Un film spagnolo sui disabili che promette di essere meglio di quello recente di quel ruffiano di Ruffini, ma non è che ci vada molto. È un po' come battersi contro Ford: si vince facile in qualunque circostanza. Tranne che su un ring di wrestling. Lì mi sa che me le prenderei di brutto.
Ford: qui si vince facile. Basta evitare la visione neanche si trattasse del più radical dei film consigliato da Cannibal. Tutto in discesa.

SANTIAGO, ITALIA

"Questa Santiago, dalla distanza, non pare molto meglio di Lodi o Casale Monferrato."

La firma cangiante: Settimana di uscite buone come ripasso di storia e geografia. Lo zio Nanni può piacere e può non piacere, indubbiamente del rispetto lo merita. Questa uscita mi dà l'idea di potersi ritagliare un discreto spazio di interesse. Quasi, quasi...
Cannibal Kid: Di Nanni Moretti non ho mai guardato i film cult anni '70 e '80. Non ancora, almeno. Gli altri, da Caro diario in poi, li ho visti tutti e mi sono piaciuti tutti. Non me ne voglia, però questo suo documentario sul ruolo dell'ambasciata italiana nel Cile degli anni '70 mi interessa quasi meno dei racconti di Ford su come sia passato dall'essere un ribelle tormentato e maledetto a un padre di famiglia borghese e radical-chic.
Ford: sono sempre stato molto sensibile all'argomento Golpe in Cile, e potenzialmente questo documentario firmato dal magari poco simpatico ma sicuramente valido Moretti potrebbe essere un altro pezzo interessante da aggiungere a quel puzzle drammatico. Spero proprio di riuscire a recuperarlo.

LA PRIMA PIETRA

"La risposta è dentro di voi, però è sbagliata."

La firma cangiante: Commedia italiana, scontro di civiltà, c'è Guzzanti ma ho paura che in un progetto come questo ne uscirà un po' ridimensionato e imbavagliato. Non so, io a vederlo non ci vado, e mi giocherei quasi quasi 1 a 10 che non ci andranno nemmeno Ford e il Kid. Poi Ford non ci andrà e amen, il Kid invece non ci andrà ma dirà di esserci andato per fregarmi i soldi della giocata. E mi giocherei quasi quasi 10 a 1 che finirà proprio così. In ogni caso la prima pietra non sarò io a scagliarla.
Cannibal Kid: La storia di una complicata recita di Natale in una scuola elementare. Promette di essere una vicenda più tormentata dell'adolescenza tormentata di Ford ed è per questo motivo che sono già corso al cinema a vederlo in anteprima. Quindi cara Firma Cangiante, sgancia i soldi!
No, non è vero. Il film non l'ho visto e manco ho intenzione di farlo. Va beh, ho capito. Questa settimana è meglio risparmiare i soldi che non ho vinto dalla Firma, stare lontano dai cinema e aspettare che Roma esca su Netflix.
Ford: di Guzzanti ho tanti ricordi piacevoli, ma in questo caso non mi dispiace quasi per nulla dare forfait e godermi qualche altra serata dedicandomi al gioco più fordiano degli ultimi anni, Red Dead Redemption 2, da vero cowboy e in barba a Cannibal e a tutti i finti teen.

mercoledì 30 dicembre 2015

Ford Awards 2015: i film (N°20-11)

La trama (con parole mie): prosegue la marcia verso la testa della classifica dei migliori film dell'anno secondo White Russian, con le posizioni dalla venti alla undici.
Siamo, dunque, a ridosso della Top 10, con titoli che, a sorpresa o a conferma delle aspettative della vigilia, hanno guadagnato la loro posizione con il sudore della fronte: dal Cinema d'autore a quello mainstream, ecco i secondi migliori dieci film dell'anno ad insindacabile parere del vecchio cowboy.
La varietà la farà da padrona, dunque preparatevi ad incontrare pellicole tutte l'una completamente diversa dall'altra.


N°20: IXCANUL - VOLCANO di JAYRO BUSTAMANTE



Dal cuore della cultura Maya, ormai considerata ai margini anche in un paese problematico come il Guatemala, una pellicola dolente legata ai concetti di Natura, Creazione, Vita, madri e figlie.
Realismo estremo, eppure una magia emotiva che quasi tracima dallo schermo. Sorpresa.

N°19: LOUISIANA - THE OTHER SIDE di LUCA MINERVINI



Nell'edizione più chiacchierata del Festival di Cannes legata alla presenza dei tre assi italiani - Moretti, Garrone e Sorrentino - la pellicola di Luca Minervini, passata nella rassegna Un certain regard, centra il bersaglio grazie ad un grande cuore ed uno sguardo disincantato sul lato oscuro di un Paese che, di norma, vende quasi esclusivamente sogni.

N°18: LA FAMIGLIA BELIER di ERIC LARTIGAU



A sorpresa, almeno rispetto alle aspettative che il sottoscritto covava alla vigilia, questo piccolo, grande film franco/belga si guadagna una posizione più che invidiabile nella classifica di fine anno grazie ad un perfetto mix di risate ed emozioni e ad un paio di sequenze che sono riuscite a portare alle lacrime perfino questo vecchio cowboy.

N°17: LA LEGGE DEL MERCATO di STEPHANE BRIZE'



Ancora una volta Francia, ancora una volta una sorpresa.
Con uno stile a metà tra i Dardenne e Loach, Brizè racconta il dramma del mondo del lavoro attuale sfruttando al massimo un'interpretazione magistrale del suo protagonista Vincent Lindon.
Una pellicola che fotografa la società attuale e colpisce dritta alla bocca dello stomaco.

N°16: IL VIAGGIO DI ARLO di PETER SOHN



E' strano che la Pixar produca due pellicole nel corso della stessa stagione, e considerato il successo e la qualità della prima, pensavo che Il viaggio di Arlo si sarebbe rivelato una proposta di serie b buona giusto per le operazioni commerciali ed i più piccoli.
Niente di più sbagliato. Una storia di amicizia e formazione sentita e toccante, dal respiro profondamente classico ma non per questo noiosa o scontata.

N°15: FAST AND FURIOUS 7 di JAMES WAN 



Cosa potrei dire, di Fast 7, se non che si tratta di uno dei film d'azione definitivi di questo nuovo millennio, migliore della sua serie e tra i pochi a poter pensare di formare una generazione di appassionati del genere?
Come se non bastasse, il "lungo addio" a Paul Walker, messe da parte le tamarrate senza ritegno, resta uno dei momenti più commoventi del duemilaquindici. 
A tutto gas.

N°14: IDA di PAWEL PAWLIKOWSKI



Alle spalle il mio periodo da radical chic d'autore estremo, le pellicole d'essai hanno sempre dovuto superare prove decisamente ardue, per conquistare davvero gli occhi ed il cuore del sottoscritto.
Ida le ha superate brillantemente, grazie ad una fotografia strepitosa, riflessioni profonde, un incedere che tratteggia il ritratto di due donne diverse eppure a loro modo indimenticabili.
Tra i migliori presenti all'ultima Notte degli Oscar.

N°13: MIA MADRE di NANNI MORETTI



Nonostante, nel corso della sua carriera, non mi abbia sempre convinto, e lui mi stia profondamente sul cazzo, Nanni Moretti, quando vuole, sa quali tasti toccare per scuotere fin nell'anima.
Lo fa, e molto bene, con Mia madre, forse non il suo miglior lavoro, ma senza dubbio uno dei più interessanti della stagione, nonchè ossigeno puro per il malandato Cinema italiano.

N°12: EX MACHINA di ALEX GARLAND



Questo duemilaquindici che ci sta salutando senza dubbio passerà alla Storia come l'anno del revival, almeno nei concetti, ma anche come quello del riscatto della fantascienza, classica o no che sia.
Ex machina, algido e glaciale, rappresenta uno dei punti più alti che il genere abbia consegnato al suo pubblico negli ultimi anni: sci-fi psicologica della miglior specie con un trio di protagonisti che non si dimenticano.

N°11: PREDESTINATION degli SPIERIG BROTHERS



Restiamo nell'ambito della fantascienza con un thriller "temporale" che tocca alcune delle tematiche più importanti legate alla vita dell'Uomo: lo scorrere dell'esistenza, l'ineluttabilità, la crescita, il confronto con il mondo e con se stessi.
Giunto quasi a sorpresa sugli schermi italiani e quelli del Saloon, il lavoro degli Spierig Brothers è stato un fulmine a ciel sereno in un'estate decisamente povera di proposte.

To be continued...

mercoledì 3 giugno 2015

Mia madre

Regia: Nanni Moretti
Origine: Italia
Anno: 2015
Durata:
106'






La trama (con parole mie): Margherita, una regista alle prese con la realizzazione del suo ultimo lavoro, la separazione dal compagno, il rapporto con la figlia ed il fratello Giovanni, a sua volta in crisi rispetto alla carriera, si trova a doversi confrontare con la malattia ed il sopraggiungere della morte della madre, Ada, insegnante di latino amata da suoi studenti, donna piena di vita anche bloccata in un letto d'ospedale.
Nel continuo altalenarsi tra il set e la terapia intensiva, l'energia che scema della genitrice e quella che fiorisce della figlia, Margherita si trova a dover gestire l'ingombrante attore americano chiamato ad interpretare l'antagonista nel suo film, a confrontare il passato ed il futuro, l'idea di essere sola e quella, di fatto, di non esserlo.
Come giungerà, dunque, l'ultimo giorno?
E cosa accadrà quando il sipario sarà calato, le riprese terminate, l'ultimo respiro esalato?










In tutta onestà, non ho mai pensato al momento in cui dovrò affrontare la morte di mia madre.
Ricordo però molto bene quando lei perse la sua.
Era l'inizio di marzo del novantuno, io mi avviavo a chiudere il mio primo anno alle medie, e mia nonna, che si era ammalata la primavera precedente e aveva dato segni di grande miglioramento in estate, dal periodo delle feste natalizie non aveva fatto altro che peggiorare.
Quella mattina, come al solito, io e mio fratello facevamo colazione in sala, latte e biscotti con la videocassetta di uno dei tanti film che già vedevamo a ripetizione, quando suonò il telefono, e mia madre uscì correndo.
Pensai a cosa sarebbe potuto accadere per tutta la mattina, a scuola, e quando mi affacciai al suono della campanella vidi mio padre, che, considerato il lavoro, non aveva mai la possibilità di venirmi a prendere durante la settimana.
Il mio primo pensiero, paradossalmente, fu che era morto mio nonno, magari per lo spavento: in fondo era più vecchio, aveva avuto già problemi di salute, era quello che avevo sempre immaginato se ne sarebbe andato per primo.
Quando scesi e mio padre mi disse che invece era stata la nonna, a morire, rimasi in silenzio, come avvolto da un guscio, fino alla porta di casa: mi aprì mia madre, con gli occhi gonfi di lacrime. Il tempo di buttare lo sguardo in cucina, con mio nonno seduto al tavolo, e su di lei, e scoppiai a piangere.
Ricordo quei momenti come se fosse ieri, ancora oggi.
Allo stesso modo, non ho mai pensato neppure al momento in cui sarà il Fordino, a doverci dire addio. A quale sensazione si proverà ad essere chi se ne va, e non chi resta. In parte perchè, da fervente appassionato ed ingordo di vita, vorrei rimandare quel momento il più a lungo possibile, in parte perchè, in qualche modo, non credo sia giusto affrontare questo tipo di cose in anticipo.
Dal canto suo, dato che questo post dovrebbe parlare anche del suo lavoro, Nanni Moretti deve aver pensato che uno dei momenti più drammatici ed importanti delle nostre vite - considerando il ciclo naturale delle cose - valeva un tentativo, quantomeno, di confronto.
E nonostante il ritmo eccessivamente dilatato, alcune sbavature - volute o no - del montaggio, una Margherita Buy come sempre poco sopportabile, sento di pensare che il tentativo sia valso ogni pena, ogni lacrima, ogni momento di sconforto che questo tipo di percorsi inevitabilmente portano in dono.
In un certo senso, Mia madre rappresenta, per Moretti, quello che per Virzì era stato La prima cosa bella: una dichiarazione d'amore, un ricordo affettuoso, un omaggio al legame che stabiliamo con la persona che ci ha dato la vita, e che a prescindere dalle differenze, dall'esperienza e dalla strada che si decide di percorrere, resta un riferimento dall'istante in cui nasciamo a quello in cui ci ritroviamo a dover abbandonare il palcoscenico, e sperare in una chiusura dignitosa.
E poi si potrebbe parlare dei pregi e dei difetti del film, della partecipazione a Cannes accanto agli altri due moschettieri del Cinema d'autore italiano Sorrentino e Garrone, dello stesso Moretti - che avrà ottime intuizioni dietro la macchina da presa, ma che davanti alla stessa, per me, resta sempre un cane maledetto - e della sua più o meno velata antipatia, del gigioneggiante ma ugualmente interessante John Turturro, della misurata e bravissima Giulia Lazzarini, della semplicità disarmante di alcuni passaggi - la lezione di motorino alla figlia - e del significato dell'intera pellicola, ma poco importerebbe.
Mia madre racconta un dramma ed un'emozione, un passaggio fondamentale della crescita come individui che tutti, amanti del Cinema oppure no, in grado di sopportare Moretti ed il suo modo di raccontare oppure no, o quasi, finiremo un giorno o l'altro per affrontare.
In fondo, è questa la Natura.
Queste le regole del viaggio.
Questa la passione di una storia.
La propensione al domani.
Sempre e comunque.
Anche quando un domani non ci sarà.




MrFord




"I could be right, I could be wrong
it hurts so bad it's been so long
mama, I'm comin' home."
Ozzy Osbourne - "Mama I'm comin' home" - 





lunedì 25 maggio 2015

Cannes 2015

La trama (con parole mie): si è concluso ieri sera il sessantottesimo Festival di Cannes, forse l'appuntamento più prestigioso tra i grandi rendez vous di ogni stagione cinematografica.
La Giuria presieduta dai Fratelli Coen si è trovata di fronte una selezione di autori e titoli sulla carta decisamente interessante, che vedeva tra le sue fila ben tre cineasti italiani, i celebrati Nanni Moretti, Paolo Sorrentino e Matteo Garrone.
Come si sarà dunque conclusa la kermesse? Sarà riuscita la compagine italiota a portare a casa almeno uno dei premi?
Senza dubbio, e qualunque sia stata la decisione finale della Giuria, ci sarà, come sempre, da discutere.







E così, i giochi sono fatti anche quest'anno, per quel che riguarda la Palma d'oro.
I quotidiani italiani, online e non, portano già in prima pagina lo "scandalo" di una sconfitta del nostrano trio delle meraviglie composto da Moretti, Sorrentino e Garrone, lasciati completamente a secco di riconoscimenti - a meno che non si sfrutti come salvagente il premio della giuria ecumenica a Moretti -, come se la loro presenza bastasse a giustificare una vittoria, o quasi.
Non essendo ancora riuscito a confrontarmi con nessuno dei lavori portati dai nostri in concorso - personalmente, in ordine di preferenza, spero di confrontarmi al più presto con Youth, Mia madre e dunque Il racconto dei racconti - o tantomeno con gli altri - vincitori e non - scrivo sull'onda dell'impressione e dell'emozione, e non posso che essere soddisfatto - nonostante il campanilismo che in questi casi desta sempre qualche sospetto, quasi l'organizzazione faccia comunque pressioni sulla Giuria - della vittoria di Audiard, un regista con grandi palle che nel corso della sua carriera è andato in crescendo, che ricordo ai tempi in cui scoprii grazie a Sulle sue labbra così come allo strepitoso Il profeta ed al passionale Un sapore di ruggine e ossa.


Un brindisi se lo guadagna anche il premio in ex aequo per l'interpretazione femminile, giunto a valorizzare il nuovo lavoro della regista Maiwenn, che non vedo l'ora di affrontare considerato l'ottimo Polisse di qualche anno fa, e nonostante la mia antipatia anche a Lanthimos, che pare essere riuscito a colpire con il suo The Lobster così come fece con Kynodontas.


Il premio alla regia di Hou Hsiao Hsien può essere una strizzata d'occhio agli spettatori più radical - anche se il mio ricordo di Millennium Mambo è ancora oggi ottimo -, mentre il riconoscimento a Vincent Lindon - che onestamente conosco poco e niente -, quello a Franco per la sceneggiatura ed il Gran Premio a Nemes mi lasciano tutto sommato indifferente.


Un Festival che accontenterà alcuni e lascerà l'amaro in bocca a molti, come del resto accade sempre in queste occasioni: per quanto mi riguarda, sono più che felice di avere, almeno sulla carta, ottimo materiale di visione per il resto di un'annata che, fino ad ora, ha riservato più delusioni che altro.




Ed ecco la lista dei vincitori:

Palma d’oro Dheepan, Jacques Audiard
Grand prix Saul fia (Il figlio di Saul), László Nemes
Premio della giuria The lobster, Yorgos Lanthimos
Miglior regia Nie Yinniang, Hou Hsiao-Hsien
Miglior attore Vincent Lindon, La loi du marché
Miglior attrice (premio ex aequo) Rooney Mara, Carol, e Emanuelle Bercot, Mon roi
Miglior sceneggiatura Chronic, Michel Franco
Miglior cortometraggio Wave 98, Ely Dagher



MrFord



 

giovedì 16 aprile 2015

Thursday's child

La trama (con parole mie): torna, puntuale come un orologio o una delle completamente assurde opinioni cinematografiche del mio rivale Cannibal Kid la rubrica che vede proprio quest'ultimo tentare di stare dietro al sottoscritto nell'illustrare a tutti voi viaggiatori le uscite della settimana.
A questo giro di giostra la situazione è praticamente una scommessa: in almeno un paio di casi, infatti, potremmo trovarci di fronte ad ottime sorprese così come a tempeste di bottigliate.
Solo le prossime visioni, dunque, sapranno dare la risposta a questo dubbio.


"Non farei guidare a Ford il sottomarino neanche per tutto l'oro del mondo."
Mia madre

"E' inutile che tenti di far comprendere il Cinema a Cannibale: è un'impresa impossibile."
Cannibal dice: Non so davvero che aspettarmi, da questo nuovo film di Nanni Moretti, uno che mi piace parecchio, però ha anche una personalità talmente forte che certe volte oscura la stessa pellicola che interpreta. Con questo Mia madre sembra tornare dalle parti seriose de La stanza del figlio, che pure all'epoca avevo apprezzato, ma non so... Preferisco il Moretti più ironico. E poi qui c'è quella lagna di Margherita Buy, la James Ford del cinema italiano.
Ford dice: Moretti mi è sempre stato sul cazzo. Anche se, in tutta onestà, i suoi primi film - quando ancora era ironico e non radical chic serioso - li ho davvero adorati. Purtroppo, questo Mia madre mi pare più dalle parti de La stanza del figlio - che non mi entusiasmò per nulla - che non di Caro diario. Come se non bastasse ritroviamo Margherita Buy, la Katniss Kid del Cinema italiano.



Black Sea

"E così quello è il famigerato mostro marino Ford. Terribile."
Cannibal dice: C'è una cosa che odio... okay, ce ne sono due. La prima la conoscete tutti ed è La Cosa che commenta qua sotto. La seconda sono i film ambientati dentro i sottomarini. Mi spiace per il buon Jude Law, ma mi sa che a immergermi in una visione del genere non ce la faccio.
Ford dice: se fossimo ancora tra gli anni ottanta e novanta con in ballo la Bigelow o Sean Connery potrei anche essere curioso rispetto a questo film, ma Jude Law, putroppo, non basta. Probabilmente si inabisserà come spero possa accadere presto al blog del mio rivale qua sopra.



Citizenfour

"Il mio voto a Pensieri cannibali: quattro secco."
Cannibal dice: Io di docufilm in genere ne vedo uno all'anno e in genere li adoro: di recente è successo con i capolavori Sugar Man e The Act of Killing, chissà che il miracolo non si ripeta con il documentario premio Oscar dedicato allo scomodo Edward Snowden, un informatico vero, mica come il ridicolo Chris Hemsworth del ridicolo Blackhat.
Ford dice: i documentari sono un terreno da sempre considerato fertile, dal sottoscritto - al contrario del finto intenditore di Cinema che mi ritrovo come compare di rubrica -, e questo Citizenfour potrebbe rivelarsi l'uscita più interessante della settimana.
Sarà una conferma come lo splendido Blackhat o una fuffa tutta scena come il sopravvalutato Birdman?



Le vacanze del piccolo Nicolas

"Caro Peppa Kid, sei un pusillanime perfino per me."
Cannibal dice: Film francese sul periodo pre-adolescenziale?
J'adore!
Anche se non escludo si possa rivelare una bambinata fordianata vaccata clamorosa...
Ford dice: ai tempi, non concessi la visione - o forse la persi senza accorgermene, non ricordo - del primo film con protagonista il piccolo Nicolas, e per il momento non credo andrò in caccia di questa seconda. Attenderò il parere del Coniglione numero uno della blogosfera, e se dovesse proprio fargli schifo, allora correrò a recuperarlo al volo.



The Fighters - Addestramento di vita

"La prossima volta che Ford ci invita per un weekend pensiamoci due volte!"
Cannibal dice: Altra pellicola francese, altra pellicola che sembra meritare una chance. Questa ancor di più. Anche perché, a dispetto del titolo, sembra tutto fuorché un becero action fordiano da trogloditi. Tra Mia madre e Citizenfour, potrebbe a sorpresa essere questo il film della settimana?
Ford dice: non ricordo in quale momento, in questi giorni ancora elettrici per l'esaltazione fornita da Fast and furious 7, mi è parso di vedere il trailer di questo finto survival very radical. Inutile specificare quello che ho pensato. Non vorrei che Peppa Kid si scandalizzasse e corresse a dirlo alla maestra.



Figlio di nessuno

"Ora ti faccio nero, Peppa: ho concluso l'addestramento fordiano con il massimo dei voti."
Cannibal dice: Ford, se consigli questo film serbo pseudo autoriale sei proprio un brutto figlio di...
Nessuno. Ahahah :D
Ford dice: l'unico Nessuno che conosco, senza contare l'Odissea, è il neurone che crede di abitare nell'antro che sta tra le orecchie del Cannibale. E purtroppo me lo devo sciroppare più di quanto non vorrei.


lunedì 28 maggio 2012

Cannes 2012


La trama (con parole mie): come ormai tutti saprete, si è concluso il sessantacinquesimo Festival di Cannes, che ha visto sfilare alla Croisette il fior fiore del Cinema autoriale - e non - del mondo, confermando questo appuntamento come il più importante dell'anno per gli appassionati e gli addetti ai lavori.
Le proposte erano anche a questo giro decisamente interessanti, anche se pare che la giuria presieduta da Nanni Moretti non abbia avuto praticamente dubbi sul vincitore.
In attesa di avere l'occasione di vedere nelle nostre sale la selezione del Festival, ecco l'elenco dei premi e giusto un paio di punti di vista made in saloon.



Palma d'Oro
Amour di Michael Haneke


Per la seconda volta negli ultimi cinque anni trionfa il chirurgico regista austriaco bissando il trionfo del magnifico Il nastro bianco.
Personalmente ho sempre considerato Haneke uno dei grandi Maestri del Cinema europeo attuale, quindi non posso che essere soddisfatto, anche se una punta in più di coraggio da parte della giuria non mi avrebbe fatto poi tanto schifo. Comunque, le aspettative rispetto a questo Amour sono alte. Molto alte.
Grand Prix
Reality di Matteo Garrone


La nuova fatica del regista di Gomorra non è ovviamente ancora passata sugli schermi di casa Ford, eppure questo premio mi sa tanto di marchettone selvaggio concesso al Presidente di giuria Moretti, che, come in ogni Festival che si rispetti, avrà imposto le sue scelte - o assecondato quelle degli altri giurati - a determinate condizioni.
Premio per la regia
Carlos Reygadas per Post tenebras lux


Premio che mi lascia abbastanza indifferente.
Non conosco a fondo Reygadas, dunque attenderò la visione prima di pronunciarmi in proposito.

Premio della Giuria
The angels' share di Ken Loach


Personalmente ho sempre avuto una particolare simpatia per Loach ed il suo Cinema "operaio".
Il vecchio Ken è uno che tiene i cavalli, un fordiano ad honorem, e le sue storie - su tutte la mia preferita, My name is Joe - riescono sempre a toccarmi.
Eppure ho ancora negli occhi la Palma regalata per il suo peggior film, Il vento che accarezza l'erba, e quindi storco un pò il naso a priori rispetto a questo nuovo successo: anche in questo caso, attenderò la visione. E non senza pregiudizi.

Premio per l'interpretazione maschile
Mads Mikkelsen in The hunt di Thomas Vinterberg


Non ho mai sopportato Vinterberg, ma un premio al mitico Mads Mikkelsen io non lo rifiuto mai.
Non fosse altro che per Le mele di Adamo o Valhalla rising.

Premio per l'interpretazione femminile
Cosmina Stratan e Cristina Flutur in Beyond the hills di Cristian Mungiu 


Mungiu era uno degli autori che aspettavo maggiormente, considerato lo splendido Quattro mesi, tre settimane, due giorni che ancora è una ferita aperta nel mio cuore di spettatore.
Ancora una volta il regista romeno esalta le sue protagoniste, facendo salire la mia curiosità rispetto a questo suo nuovo lavoro alle stelle.

Premio per la sceneggiatura Cristian Mungiu per Beyond the hills


Come sopra. Felicissimo per Mungiu. In attesa di buttarmi in questa visione.

 

CORTOMETRAGGI

Palma d'Oro
SESSIZ-BE DENG (Silence) di Rezan Yesilbas


UN CERTAIN REGARD
 

DESPUES DE LUCIA di Michel Franco


CAMERA D'OR
 

BEASTS OF THE SOUTHERN WILDER di Benh Zeitlin 

Chiudo con un trailer segnalato anche dal mio antagonista Cannibale, legato al nuovo lavoro di Paul Thomas Anderson, The Master, che promette di fare davvero scintille, in uscita il prossimo autunno negli Usa.



Carne al fuoco ce ne sarà, e tanta.
Speriamo solo che la distribuzione italiana se ne accorga.

MrFord 
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...