Visualizzazione post con etichetta Aaron Paul. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Aaron Paul. Mostra tutti i post

lunedì 14 ottobre 2019

White Russian's Bulletin



Settimana ai minimi storici al Saloon, considerati gli impegni sociali - non ricordavo quanto fossero fisicamente devastanti i matrimoni -, la palestra, l'appuntamento mensile con il pay per view di wrestling, la clamorosa stanchezza che si accumula per poi esplodere come una bomba il venerdì sera, ormai noto per essere l'alimentatore del coma profondo da divano: solo un titolo, infatti, è passato su questi schermi, di quelli che in questi giorni hanno fatto il giro del web principalmente per l'opera incredibile dalla quale è stato originato.


MrFord



EL CAMINO: IL FILM DI BREAKING BAD (Vince Gilligan, USA, 2019, 122')

El Camino: Il film di Breaking Bad Poster


Breaking Bad è, parlando di piccolo schermo, una delle vette più alte che siano state mai raggiunte, nonchè una delle mie tre serie televisive preferite di tutti i tempi insieme a Lost e Twin Peaks.
Il lavoro che fece Vince Gilligan con Walter White e Jesse Pinkman resta ancora oggi insuperato anche e soprattutto per essere andato in crescendo, senza perdere un colpo ed aggiungendo anzi carichi sempre più importanti fino allo splendido finale.
A distanza di qualche anno e già da prima della sua "pubblicazione" chiacchierato in tutta la rete attraverso Netflix El Camino, vero e proprio film che riprende le fila a partire dagli ultimi episodi della serie per poi rivelarci cosa ne è stato di Pinkman, e dove lo porterà il futuro.
Il fan service è molto - anche se resta un'arma a doppio taglio -, la fotografia ottima, la scrittura ben strutturata - del resto Gilligan ha ampiamente dimostrato di essere uno sceneggiatore fenomenale -, la tensione a tratti in grado di bucare lo schermo - strepitosa la sequenza del "duello" in pieno stile western -: resta, come principale limite di questo lavoro, il fatto che a meno che non si sia finito ieri di guardare l'ultimo episodio dell'ultima stagione si rischia di restare spiazzati da situazioni e charachters che, nel frattempo, si erano dimenticati o quantomeno messi in secondo piano, tanto da dover correre ai ripari ricorrendo a riassunti e simili.
Da questo punto di vista, El Camino resta una pellicola ben realizzata ad uso e consumo dei soli fan di Breaking Bad più che dello spettatore occasionale - che probabilmente non capirebbe una beata mazza di molti degli scambi temporali di narrazione -, e che proprio per questo permette che il dubbio si potesse fare decisamente di più si faccia strada come, ai bei tempi, gli improbabili soci Walter White e Jesse Pinkman nel mondo del traffico della metanfetamina.


mercoledì 12 ottobre 2016

Eye in the sky - Il diritto di uccidere (Gavin Hood, UK/Sud Africa, 2015, 102')



Ricordo bene quando, nel periodo di vacanza al mare, accanto all'intrepida suocera Ford, in una serata in terrazza con il vento che arrivava dalla spiaggia e si pensava che l'estate non potesse finire mai, ci buttammo nella visione di Good Kill, prodotto dallo stesso Andrew Niccol di Lord of war - piccolo cult da queste parti - ed incentrato sulle ombre della guerra filtrata attraverso l'utilizzo dei droni.
Un prodotto non male, centrato per alcune cose, poco a fuoco per altre, che ben si inseriva in un ideale percorso tracciato da prodotti di ben altra caratura come The Hurt Locker, American Sniper o Zero Dark Thirty.
Questo Eye in the sky, uscito piuttosto in sordina dalle nostre parti e snobbato discretamente dal sottoscritto principalmente a causa del suo regista, quel Gavin Hood che non ho mai amato nei suoi tentativi più autoriali - Il suo nome è Tsotsi - così come in quelli prettamente mainstream - Wolverine: Origins -: caldeggiato, però, da un paio di colleghi fidati e recuperato in lingua originale, in un pomeriggio di relax in solitaria - evento raro in casa Ford, e propiziato alle prime esperienze sportive del Fordino -, si è rivelato una vera e propria sorpresa.
Costruito sulle regole del thriller classico più che su quelle del film bellico ed incentrato sul gioco delle parti tra USA, Gran Bretagna e servizi segreti africani rispetto alla cattura - prima - ed all'eliminazione - poi - di alcuni tra i sospettati più pericolosi ricercati dai due colossi occidentali, radunatisi in una comune abitazione per addestrare due potenziali attentatori suicidi, dalle questioni legali alle responsabilità effettive di chi si ritrova, a migliaia di chilometri di distanza, a premere il pulsante che darà la morte ad un numero imprecisato di persone, colpevoli oppure no, Eye in the sky centra il bersaglio, e lo fa alla grande.
Supportato da un cast di prim'ordine - sempre ottima Helen Mirren, bravissimo Alan Rickman, che morì nel corso della post produzione di questo film, alla cui memoria è dedicato - e scandito da un ritmo ad orologeria che tiene inchiodati dall'inizio alla fine nonostante, di fatto, non si parli per nulla di un film "di guerra" in senso letterale del termine e l'azione fisica resti molto ai margini, il lavoro di Gavin Hood ha dalla sua il grande merito di portare a galla questioni etiche e domande che difficilmente abbandoneranno lo spettatore anche al termine della visione, pronte a stimolare confronti ed eventuali discussioni: in questo senso, una frase pronunciata dal charachter del già citato Alan Rickman finisce per far male quanto una ferita aperta, "Non dica mai ad un soldato che non conosce il prezzo della Guerra".
In questo senso, quale posizione prendereste voi?
Stareste con i politici inglesi, pronti a lasciare andare i due potenziali attentatori suicidi perchè in caso di effettiva messa in opera dei propositi degli stessi si vincerebbe la guerra mediatica contro chi li ha armati?
O con quelli statunitensi, che di fronte all'idea di avere sotto tiro tre bersagli importanti non hanno intenzione di guardare in faccia a nessuno, danni collaterali compresi?
O con il generale anglosassone che prima di dare inizio all'operazione passa a comprare le bambole per quelle che potrebbero essere le sue nipoti prima di affrontare la possibilità che una bambina che potrebbe avere la loro età rischia la morte in nome di una causa più grande, quella della guerra della quale "ogni soldato conosce il costo"?
Con chi deve premere il grilletto che farà partire il missile dall'altro capo del mondo e che ha scelto un lavoro in aeronautica perchè gli permetteva di saldare i debiti maturati con il college o con chi deve sottostimare i danni dell'impatto in modo che venga approvata la missione, a prescindere dai propri sensi di colpa, dalle remore morali o dai rischi prettamente professionali?
Con i genitori di una bambina che potrebbe morire, che non favoreggiano gli estremisti ma che, spinti da una tragedia, potrebbero cominciare a prendere in considerazione come unica alternativa ad un invasore straniero che da migliaia di chilometri spazza via i loro figli?
La Guerra, purtoppo, e come la Storia insegna, non ha una ragione o un torto, ma sempre un costo: dall'antichità fino a Churchill, passando per Turing, sono molti gli esempi di sacrifici compiuti in nome di una vittoria - effettiva o no, è tutto da vedere - e spesso il punto di vista ed il lato della barricata cambia la percezione delle cose.
Quello che è certo, è che si tratta di un'espressione del peggio che l'Uomo può fornire alla civiltà ed al pianeta, che si parli di antichi campi di battaglia o di droni dalla tecnologia avanzatissima in grado di fare cose che fino a qualche anno fa pensavamo fossero fantascienza.
Per il resto, è difficile prendere una posizione che, in caso di conflitto, non sia mossa dall'istinto di sopravvivenza.




MrFord




lunedì 9 maggio 2016

Codice 999

Regia: John Hillcoat
Origine: USA
Anno: 2016
Durata:
115'








La trama (con parole mie): Marcus Belmont, un ex militare legato a doppio filo alla moglie di un boss della mafia russa di Atlanta, è coinvolto con un gruppo di compagni - composto da ex commilitoni e poliziotti corrotti - in un duplice colpo apparentemente impossibile volto a permettere la scarcerazione dello stesso boss. 
Quando Chris Allen, un poliziotto di recente assegnato alla squadra anti gang della città, nipote del detective veterano Jeffrey, è indicato come partner ad uno dei soci di Marcus e la consorte del padrino, Irina, mostra a Belmont cosa sarebbero in grado di fare se lui ed i suoi soci decidessero di non obbedire ai loro ordini, la situazione precipita: cosa saranno disposti a fare i rapinatori per portare a casa soldi e pelle? E quanto influirà nella vicenda il ruolo di Chris e Jeff?












Se John Hillcoat mi garantisse un'uscita a settimana per alleviare i pensieri da spettatore costretto a lottare con il sonno, gli impegni genitoriali, il lavoro e gli incastri della vita di tutti i giorni, penso sarei pronto a mettere la firma per godermi il suo operato tosto e senza fronzoli ed andare a letto felice neanche fossi nel pieno di una sbronza più che allegra o alla fine di una goduriosa scopata pronta a prendere a braccetto e gettare tra le braccia di Morfeo.
Del resto, con Lawless alle spalle, il buon John partiva già avvantaggiato qui al Saloon, finendo per uscire rafforzato grazie ad un cast di tutto rispetto - da Kate Winslet a Chiwetel Ejiofor, passando per Woody Harrelson e Casey Affleck, solo per citare i nomi più grossi -, un ottimo trailer ed un'atmosfera che pareva un incastro tra Michael Mann e l'action con le palle di Katheryn Bigelow: e, occorre ammetterlo, oltre ad avermi soddisfatto alla grande, Hillcoat ha rischiato, per buona parte del film, addirittura per sorprendermi e superare il suo lavoro precedente, arrivando ad un soffio dal piazzare una bomba che non aspettavo neppure nei sogni più sfrenati.
Peccato che, soprattutto nella parte che precede l'escalation finale - che torna ad essere ottima - Codice 999 finisca per dilungarsi quel tanto di troppo da far calare la tensione pregiudicando un risultato che, altrimenti, sarebbe stato davvero strepitoso: certo, non starò qui a lamentarmi di non aver assistito ad un nuovo Inside man o Heat - La sfida, ma un pizzico di rammarico resta nel vedere una delle proposte migliori dell'hard boiled americano recente venire frenata da, almeno credo, un eccesso di confidenza proprio nel momento in cui ci sarebbe stato bisogno di spiccare letteralmente il volo.
Ad ogni modo, ho voluto affrontare per primo l'argomento pseudo delusione così da togliermi il sassolino dalla scarpa ed affermare in tutta tranquillità che Codice 999 è un'assoluta figata, un film da palle quadrate che ricorda The Shield o una versione più riuscita del recente Sabotage, un poliziesco di quelli che sono il vero e proprio pane quotidiano per gli appassionati del genere, interpretato benissimo da tutto il cast, pronto a regalare violenza sotto forma di parole, sangue e pensieri ed a mostrare la vita dura che certe strade riservano a chi decide di percorrerle, da una parte o dall'altra del labile confine della Legge.
Da un certo punto di vista, e forse proprio per quest'ultimo aspetto, il lavoro di Hillcoat potrebbe essere senza alcun problema considerato un Western moderno fatto di scontri all'ultimo sangue, sparatorie, rapine in banca e rocambolesche fughe, banditi pittoreschi destinati al fallimento, malvagi ed apparentemente intoccabili boss ed (anti)eroi solitari e disequilibrati - splendida, in questo senso, la coppia formata dallo zio Harrelson, strafatto e geniale come non mai, ed il nipote Affleck, tagliente e deciso tanto da apparire la versione palestrata del Tim Roth che ormai vent'anni fa rubava la scena a tutti in Le iene -: poco importa che il teatro dell'azione sia Atlanta, o che si parli di mafia russa e bande di latinos tagliateste, che i duelli da mezzogiorno di fuoco siano sostituiti da trappole esplosive o sventagliate di fucili d'assalto automatici.
La dimensione che mostra Codice 999 è quella della Frontiera, che si parli di Legge, Famiglia, sangue o vendetta.
Di successo o fallimento.
E qui al Saloon, quando entra in gioco quel confine sottile, si sfonda una porta aperta: anche perchè il punto forte di questo film è rappresentato, a prescindere dall'adrenalina che pompa ed il sangue che scorre, proprio dall'umanità di ogni personaggio, anche di quelli più disumani.
Perchè ognuno di noi, poliziotto o criminale, padre o figlio, tutto d'un pezzo o corrotto, conosce bene il caos che si porta dentro, o quantomeno intuisce la portata dello stesso: resta solo da capire se la Frontiera stessa riuscirà a mostrare la via migliore che possiamo percorrere.
Per poter vivere al meglio che possiamo, e portare a casa la pelle.





MrFord





"And you can see my heart beating
no, You can see it through my chest
said I'm terrified but I'm not leaving no
know that I must pass this test
you can see my heart beating
oh, you can see it through my chest
I'm terrified but I'm not leaving no
know that I must pass this test."
Rihanna - "Russian roulette" - 





lunedì 2 febbraio 2015

Exodus - Dei e re

Regia: Ridley Scott
Origine: UK, USA, Spagna
Anno:
2014
Durata:
150'





La trama (con parole mie): Mosè e Ramses sono cresciuti come fratelli dal padre di quest'ultimo, Faraone d'Egitto e sovrano assoluto dei suoi domini. Quando il primo, esiliato a causa delle sue origini e dagli intrighi avversari politici, lascia campo libero al secondo divenuto a sua volta Faraone, ha l'occasione non solo di mettersi alla prova come uomo, ma di riscoprire quello che sarebbe stato il suo credo, il suo sangue, le sue radici.
Scettico e rabbioso, Mosè giungerà, prescelto riluttante, di fronte al Dio ebraico, e proprio in suo nome farà ritorno in Egitto per chiedere a Ramses la liberazione del suo popolo: ma il rapporto con il sovrano sarà difficile, ed il conflitto inevitabile.
Toccherà dunque a Mosè fare da guida per l'esodo della sua gente, e da tramite di fronte al Faraone per conto di Dio.








In casi come questo, occorre mettere subito in chiaro le cose: parlando di produzioni titaniche di stampo hollywoodiano, Exodus - Dei e re non è senza dubbio tra i titoli peggiori che si possano immaginare, e con certezza non ha nulla a che spartire con il polpettone difficilmente digeribile che fu Noah.
Appurato questo, nonostante il dispendio di mezzi, il cast, gli effetti, l'indubbia tecnica del regista, resta comunque difficile credere che l'uomo dietro la macchina da presa sia lo stesso Ridley Scott che trent'anni fa o poco più realizzò un triplete d'esordio a dir poco clamoroso con I duellanti, Alien e Blade runner: anche, infatti, se paragonato al molto sopravvalutato ma ugualmente divertente Il gladiatore o al sottovalutato ma ugualmente divertente Robin Hood, Exodus perde nettamente il confronto, entrando di diritto nella categoria dei film uguali a tanti altri e facilmente dimenticabili, destinato a non lasciare il segno nella memoria del pubblico così come sulla carriera di chi lo ha prodotto o interpretato.
Eppure, devo ammettere di avere molto apprezzato principalmente due aspetti del lavoro del vecchio Ridley: il primo è legato a doppio filo al concetto di fratellanza - non a caso il film termina proprio con la dedica al fratello del cineasta Tony, scomparso non troppo tempo fa - ed al rapporto di amore/odio che lega Mosè e Ramses, con il secondo destinato a perdere tutto pur essendo, di fatto, il favorito ed una quasi divinità nel suo mondo a scapito del più inquieto e destinato ad una sofferenza comunque vincente primo - e sarebbe interessante, in questo senso, cercare di capire in quale veste si rivede proprio l'autore di Blade runner, se come il Faraone che possiede tutto - anche il talento - ma finisce con un pugno di mosche in mano - letteralmente - o come l'illuminato ma perennemente inquieto Mosè.
Il secondo, invece, tocca un argomento al quale sono sensibile al contrario: chi frequenta il Saloon, ben sa quanto il sottoscritto sia allergico ai sermoni, agli integralismi religiosi e più in generale alle istituzioni alla religione legate, ed il timore della vigilia era proprio quello che Exodus si rivelasse una sorta di spottone neocon infarcito di lodi al Dio che tutti noi occidentali ben conosciamo neanche l'avesse firmato Mel Gibson.
Fortunatamente, l'approccio di Scott mi è parso decisamente equilibrato, ed ho trovato molto lodevole il tentativo di spiegare fenomeni come le famigerate Piaghe d'Egitto in un modo quasi "scientifico", a partire dalle invasioni degli insetti all'acqua tinta di sangue, per giungere all'ormai nota sequenza delle acque del Mar Rosso aperte di fronte a Mosè ed al popolo ebraico, giustificata come fosse il risultato di uno tsunami - che, effettivamente, a quei tempi poteva essere considerato un vero e proprio atto da ira divina - come molti sconvolsero l'area del Mediterraneo in quel periodo - si pensi ai casi delle Cicladi e di Santorini, della supposta Atlantide e via discorrendo -.
Un approccio, dunque, tutto sommato molto laico per un film profondamente - almeno sulla carta - religioso, che al sottoscritto è parso puntare molto sul lato umano dei personaggi - rendendo anche non propriamente amabili Mosè e tantomeno Dio, rappresentato alla grande da un irritante ragazzino che potrebbe essere letto come un'interpretazione di Dio stesso, almeno nella sua incarnazione da Vecchio Testamento, di bambino capriccioso dal potere illimitato - così come, ovviamente, sulla resa visiva, ottima seppur sconfitta senza appello dalla controparte classica I dieci comandamenti, che ancora oggi riesce a fare impallidire qualsiasi effettone da milioni di dollari.
Considerato, comunque, che l'aspettativa era quella di una piaga in grado di far apparire tenui quelle già citate patite da Ramses e soci, direi che è andata discretamente bene perfino ad un senza dio come il sottoscritto.




MrFord



"Exodus, all right! 
Movement of Jah people!
Oh, yeah! O-oo, yeah! All right!
Exodus: movement of Jah people! Oh, yeah!"
Bob Marley - "Exodus" - 




giovedì 30 ottobre 2014

Thursday's child

La trama (con parole mie): nuova settimana di uscite in sala, vecchi conduttori di rubrica. Da una parte la solida certezza del vecchio cowboy, dall'altra l'inquietante presenza dello sbandato Cannibale. Se non altro, alle spalle settimane quasi completamente inutili, a questo giro di giostra potremmo trovarci di fronte ad un buon numero di titoli potenzialmente interessanti, almeno sulla carta.
Non temete, ad ogni modo: troverete le consuete schifezze - italiane, ovviamente, ma non solo - a rendere il weekend cinematografico degno della distribuzione nostrana.

"Chris Martin mi fa una pippa! Anzi, meglio che me la faccia Jennifer Lawrence!"


Una folle passione

"Peppa, è inutile mandare avanti i tuoi compagni di classe per cercare di intimorirmi: Ford è mio e resta mio!"

Cannibal dice: Un film con Jennifer Lawrence va visto e basta. Questo melodrammone storico rischia però di essere tra le mosse meno brillanti della sua carriera. Peggio di quella di aver deciso di mettersi con Chris Martin, anche se per fortuna tra loro pare sia già finita. Quanto al film spero di sbagliarmi, ma ho l'impressione che l'accoppiata J-Law + Bradley Cooper questa volta non riuscirà a ripetere i fasti de Il lato positivo e nemmeno avvicinarsi al non troppo riuscito American Hustle. La folle (anzi, la più che ragionevole) passione per Jennifer Lawrence mi spingerà a guardarlo comunque e a cercare di non stroncarlo. Tanto per quello c'è sempre la mia altra passione: massacrare i film consigliati da Ford.

Ford dice: Jennifer Lawrence è una delle poche certezze della vita in grado di mettere d'accordo perfino me e Peppa Kid. Penso ci metterebbe d'accordo al punto di lavorare in tag team per scassare di legnate Chris Martin e chiunque a parte noi osi avvicinarsi alla signorina in questione.
Detto questo, il film non mi ispira neanche per sbaglio, ma penso mi sacrificherò per dovere di Lawrence.



Frank
 
"Vorrei dedicare questo pezzo alla groupie numero uno della blogosfera: Katniss Kid!"

Cannibal dice: Il folle tizio mascherato Frank è già passato a trovarmi. No, non mi riferisco al coniglione di Donnie Darko, né a un wrestler mandato da Ford, bensì al nuovo misterioso personaggio interpretato da Michael Fassbender.
Presto verrà a trovare anche voi...
Ford dice: onestamente non so cosa aspettarmi, da questa nuova incarnazione di Fassbender. Il film, però, è in rampa di lancio, e presto arriverà al Saloon.
Saranno bottigliate o brindisi?



Dracula Untold

 
"Dobbiamo darci da fare, Peppa: altrimenti ce lo scordiamo, di essere scritturati per Game of thrones!"
Cannibal dice: Dracula Untold? Sento già il sapore non del sangue, bensì dell'ennesimo fantasy-action vampiresco cui infilare un paletto nel cuore così, per precauzione, senza manco vederlo. Come a Ford appena cerca di avvicinarsi.
Ford dice: questo Dracula untold mi pare perfino meno interessante di Cannibal untold, la vera storia del coniglione numero uno della blogosfera. Fate voi.



#ScrivimiAncora

"Dici che siamo più romantici di Ford e Cannibal?" "Impossibile."

Cannibal dice: Nonostante il titolo italiano ggiovane e tecnologico quanto il mio blogger rivale, questa pellicola irlandese con protagonisti i due teen idols Lily Collins e Sam Claflin mi pare piuttosto promettente. Quando si tratta di romcom, il Regno Unito sa stupire e in genere in positivo, come dimostrato di recente con Questione di tempo. Persino quel finto duro di Ford dovrà ammetterlo.
P.S. Ford #NonScrivere+
Ford dice: secondo film della settimana dal quale non so cosa aspettarmi. Sulla carta potrebbe essere anche interessante, o almeno fornire un punto di vista diverso sulla romcom rispetto ai soliti blockbuster, ma so già che il mio rivale avrà l'hype a mille, e questo mi spaventa non poco.
Staremo a vedere.



La spia – A Most Wanted Man

"Andiamocene dalla sala prima che quel Ford ci prenda a bottigliate!"
Cannibal dice: Film visto da pochissimo e recensione in dirittura d'arrivo.
Cosa dirà?
Sono mica scemo che faccio la spia su me stesso. In compenso posso fare la spia sul mio blogger nemico Ford, anticipandovi cosa dirà la sua recensione: delle gran cacchiate come al solito.
Ford dice: ultimo film del compianto Philiph Seymour Hoffman, come sta ampiamente ricordando la campagna pubblicitaria, e a mio parere non proprio il modo migliore per andarsene in bellezza. Non l'ho ancora visto, ma sento puzza di film di spionaggio da salotto noioso e bolso.



Annie Parker
 
"Cannibal Kid? Le prescrivo un paio di film fordiani al giorno, sperando che possa riprendersi dall'incompetenza cinematografica."

Cannibal dice: Indie movie americano con un bel cast (Helen Hunt, Samantha Morton e Aaron “Jesse Pinkman” Paul) che racconta la vera storia di Annie Parker e della sua lotta contro il cancro al seno. Una battaglia più dura della mia contro Ford. Una vicenda interessante, ma sarà anche una pellicola cinematograficamente interessante?
Ford dice: cerco sempre di prendere con le molle i film legati a grandi tragedie, malattie ed affini, considerato il sempre alto rischio di retorica.
Cerco anche di prendere sempre con le molle le discutibili opinioni del mio antagonista, dunque credo attenderò di leggere la sua recensione per capire se questo film varrà una visione, oppure no. E come avrete già intuito, ho intenzione di orientarmi al contrario rispetto a quello che penserà lui.



Ritorno a l'Avana
 
"Ecco la scorta di rum per festeggiare il compleanno di Ford!"

Cannibal dice: Il regista Laurent Cantet è una incognita gigantesca. Dopo aver girato con classe il notevole film Palma d'Oro La classe, ha realizzato il noioso e dimenticabile Foxfire – Ragazze cattive e adesso pure questo Ritorno a l'Avana, una specie di Grande freddo ambientato a Cuba, non sembra così imperdibile, ma anzi pare più una visione da nostalgici fordiani. Chissà però che il cinema francese non torni a regalarci una piacevole sorpresa.
Ford dice: Cantet è un regista incostante, eppure di grande talento. Onestamente questo Ritorno a l'Avana mi pare una mattonata che neppure io potrei sopportare, specie in un periodo decisamente impegnativo a livello di quotidianità come quello dell'inserimento al nido del Fordino. Dunque, almeno per il momento, lascerò in standby.



Pelo Malo

"Peppa, ti ho detto che fino a quando non sarai maggiorenne il rum di Ford potrai proprio scordartelo!"

Cannibal dice: Un film venezuelano che dal trailer non sembra nemmeno malaccio.
Sarà la rivelazione della settimana?
E soprattutto mi chiedo: ma Ford ancora una volta si confermerà il pirla della settimana?
Ford dice: se non altro, dopo una serie di settimane a dir poco agghiaccianti, cominciamo quantomeno ad avere proposte in sala che potrebbero perfino avere una buona possibilità di rivelarsi sorprese piacevoli.
Cannibale, invece, resterà sempre la solita, terrificante certezza.



Confusi e felici
 
"Interessante questo nuovo sport: tiro al Cannibale!"

Cannibal dice: Solita commediola italiana da evitare?
Su questo sia Ford che io non siamo confusi e rispondiamo con un sì in coro. Inoltre, entrambi non siamo felici. Di avere una rubrica in co-abitazione.
Ford dice: oltre a Jennifer Lawrence, esiste un'altra cosa al mondo in grado di mettere d'accordo il sottoscritto e Cannibal. Il Cinema italiano di bassa qualità.
Qui ne trovate un perfetto esempio.



Last Summer

"Le proposte di Cannibal sono così terribili che non posso fare a meno di buttarmi di sotto."
Cannibal dice: L'astuzia dei distributori italiani è sempre più palese. Roba da far invidia al Ford dei tempi peggiori, cioè quello attuale. Nel weekend di Halloween si è infatti deciso di non fare uscire manco un horror, che sarebbe stata una mossa commercialmente troppo furba, per dare invece in pasto al pubblico questo piccolo film italiano intitolato Last Summer. Che poi magari non è nemmeno troppo male, ma con 'sto tempo da castagne chi c'ha voglia di andarsi a vedere un film con un titolo del genere?
Ford dice: ormai, i nostri distributori, oltre ad adattare titoli con un criterio alquanto discutibile, distribuiscono con un approccio anche peggiore.
E dopo C'era una volta in estate, ecco Last summer arrivare in tempo per le prime castagnate. Geniale.



Un fantasma per amico

"Ciao, sono Peppa, il fantasma buono. Mi raccomando: non rivelate a Ford della mia esistenza!
Cannibal dice: Sempre meglio un fantasma, che un Ford per amico. Okay, su questo credo non ci siano dubbi. Così come non ci sono più dubbi sulla schizofrenia di chi decide le uscite nelle nostra sale, in cui nella settimana di Halloween l'unico film vagamente in tema è 'sta robetta fantasy tedesca che si preannuncia più infantile dei filmini di solito adorati dal mio Ford per nemico. Auf wiedersehen!
Ford dice: purtroppo mi sono già sorbito allo sfinimento il trailer di questa robetta dalla qualità simile a quella dei telefilm tedeschi - del resto, l'origine è quella -, martellato a tutta caldara sui canali come Boing e K2, e certo non ho alcuna intenzione di gettarmi a capofitto in una visione praticamente suicida.
I fantasmi, per festeggiare Halloween, dovrebbero fare una visitina agli autori di questa roba.
A Peppa Kid, invece, penserò io.


martedì 15 aprile 2014

Need for speed

Regia: Scott Waugh
Origine: USA, Filippine, Irlanda, UK
Anno: 2014
Durata: 132'




La trama (con parole mie): Tobey Marshall, pilota dal talento stupefacente e grande meccanico venuto dalla strada, a causa della rivalità di lunga data con il ricco e supponente Dino Brewster finisce in carcere per due anni, perdendo di fatto tutto quello che si era faticosamente costruito, oltre ad uno dei suoi migliori amici. Uscito dal penitenziario e ricostituita la sua vecchia squadra, Tobey cerca vendetta procurandosi una vettura che possa garantirgli l'accesso al prestigioso Trofeo De Leon, al quale partecipano su invito del misterioso Monarch i migliori collezionisti e guidatori di macchine sportive del mondo.
Aiutato da Julia, emissaria di un milionario inglese cui ha promesso metà del montepremi finale, Marshall lotterà con tutte le sue forze non soltanto per vincere la gara, ma anche per riabilitare il suo nome incastrando Dino.






E' quasi incredibile come, a volte, si incroci il cammino di registi o attori che finiscono per essere una vera e propria garanzia di schifezza rispetto alla pellicola alla cui realizzazione prendono parte: potrei citare, come illustre esempio, il buon Paul W. S. Anderson, una sorta di Re Mida al contrario della macchina da presa, tra i nomi più gettonati del Ford Award dedicato al peggio praticamente ogni anno.
Oltre a lui, di recente una new entry di questa poco edificante lista ha fatto clamorosamente parlare di sè al Saloon: Dominic Cooper, attore più che cane maledetto visto nel terribile Un ragionevole dubbio e tornato alla carica come nemesi di Aaron Paul - ancora nel cuore di molti di noi grazie al suo ruolo in Breaking Bad - in questo Need for speed, film insulso e wannabe Fast and furious - che a confronto pare una cosa da Palma d'oro d'ufficio - ispirato dalla nota serie di videogiochi.
Onestamente, quando ho deciso di approcciare il lavoro di Scott Waugh, speravo di imbattermi nella tipica tamarrata da neuroni spenti buona per le serate senza impegno e costruita con ironia da veri Expendables: purtroppo per tutti gli occupanti di casa Ford, il risultato della visione è stato una sfida all'ultima presa per il culo di un ipertrofico videoclip con modelli di macchine sportive dai costi astronomici privo della scintilla giusta per risultare quantomeno piacevole o tamarro abbastanza per fare la differenza, scritto probabilmente da uno stuolo di pre-adolescenti pronti a divertirsi con battute al limite dei Cinepanettoni, adattato malissimo nella versione italiana - un'intera sequenza costuita sul reiterato utilizzo del termine "terrone", che parte come identificazione del tamarro e diventa un riferimento al dirigersi verso il Sud, decisamente agghiacciante - e recitato da cani, sia che si parli di attori fuori parte - il povero Aaron Paul, che fisicamente non ha davvero nulla del pilota bello, maledetto e tormentato: sarebbe stato meglio optare per qualcuno meno bravo ma fisicamente più prestante - sia che il riferimento tocchi interpreti indecenti che non sarebbero buoni neppure per una soap girata in casa come il già citato Dominic Cooper.
Unico a salvare la faccia nel cast, pur se gigioneggiando oltre misura, è il sempre ottimo - e troppo sottovalutato - Michael Keaton, che non dovrebbe neppure stare sullo stesso pianeta dell'inguardabile Dom.
Se non altro, in compagnia di Julez si sono passate le due ore piene - ma nessuno si degna più di portare in sala i buoni, vecchi, cari film da un'ora e mezza!? - a giocare al tiro al piattello con le stronzate che la sceneggiatura cercava di propinarci come trovate da urlo e molto cool, dalle citazioni di film action di ben altro livello - Speed, ad esempio - fino a passaggi che probabilmente gli autori pensavano di grande effetto come l'assurdo salvataggio nel canyon o la pessima gara conclusiva: se non altro, in questo festival di risate, abbiamo potuto raccogliere chicche degne del "fetore degli occhi" del recente spin off di 300 culminate con la sequenza che vede protagonista la spalla di Aaron Paul, Julia/Imogen Poots che, in ospedale, poco prima della sfida decisiva, chiede all'infermiera di avere un tablet per seguire online la gara, e senza indugio viene accontentata tanto quanto il buon pilota di aereo ed elicottero nonchè guida "dall'alto" di Tobey, che, in un carcere militare, non solo vede esaudita la stessa richiesta, ma addirittura ha l'assistenza del piantone - una piacente fanciulla - che tiene in mano il dispositivo in modo da facilitare la visione da parte del detenuto.
Forse neanche Seagal avrebbe osato tanto.
A questo punto, il nuovo capitolo del brand di Fast and furious con Statham nel ruolo del villain avrà il sapore dei grandi premi internazionali.
E viene il sospetto che il buon Jesse Pinkman abbia rifornito cast e crew con le rimanenze dei cristalli blu di Walter White.
Sceneggiatori in primis.



MrFord



"(Speed Demon)
Speedin' On The Freeway
gotta Get A Leadway
(Speed Demon)
Doin' It On The Highway
gotta Have It My Way
(Speed Demon)."
Michael Jackson - "Speed demon" - 




giovedì 13 marzo 2014

Thursday's child


La trama (con parole mie): alle spalle due settimane certo non memorabili - complici anche le discutibili scelte dell'Academy in occasione della notte degli Oscar -, si torna in sala assolutamente sorpresi da una settimana variegata e molto interessante, complice l'approdo qui nella Terra dei cachi dell'unico film finora uscito quest'anno in grado di rivaleggiare con lo straordinario The Wolf of Wall Street, suo vero e proprio rovescio della medaglia.
Allo stesso modo, a condurre come di consueto questa rubrica, il sottoscritto e buon vecchio Ford ed il suo finto giovane nonchè rovescio della medaglia Cannibal Kid.

"Questo Pensieri cannibali è proprio una palla. Meglio andare a consolarsi su White Russian."
Lei di Spike Jonze


Il consiglio di Cannibal: Ford, mi dia del Lei, anzi no, del Voi
Capolavoro della nostra epoca. Pellicola romantica 2.0 per eccellenza. Genialata totale. Poesia pura. Definitelo come volete, ma ciò non cambia una cosa: Lei è un film da non perdere. Meglio se in lingua originale, per apprezzare la grandiosa interpretazione vocale di Scarlett Johansson, doppiata nella versione italiana da… Micaela Ramazzotti. Ebbene sì. Un po’ come mettere James Ford al posto di Vettel alla guida di una monoposto di Formula 1: un disastro annunciato.
La pellicola l’ho già recensita a mio modo (http://pensiericannibali.blogspot.it/2014/02/lei-her-mejo-film.html), ma presto credo tornerò a parlare ancora del regista Spike Jonze…
Il consiglio di Ford: Katniss Kid, la Lei della coppia Cannibal/Ford
Se esiste un film in grado di rivaleggiare - almeno per ora - con The Wolf of Wall Street per il gradino più alto del podio di quest'anno, è questo. E paradossalmente, rappresenta tutto quello che il Lupo di Scorsese non è. Sentimento contro istinto, poesia contro sesso, commozione contro esaltazione.
Un film stupendo, strepitoso, con un Joaquin Phoenix pazzesco ed una Scarlett Johansson incredibile, da gustare assolutamente in versione originale. Nonostante l'abbia visto parecchio tempo fa, ho atteso la pubblicazione proprio in vista dell'uscita italiana. A brevissimo la recensione fordiana.

"Le didascalie di Ford sono proprio uno spasso:  del resto, prendere per il culo Peppa Kid è un ottimo passatempo!"
Prossima fermata – Fruitvale Station di Ryan Coogler


Il consiglio di Cannibal: prossima fermata – Pensieri Cannibali. E la fermata White Russian? Soppressa.
Gran bella settimana, questa. Davvero miracolosa. Oltre allo stupendo Lei, arriva anche un’altra fermata da non mancare. Prossima fermata – Fruitvale Station è il vincitore del Sundance Festival 2013 ed è una visione decisamente consigliata. Il film non raggiunge i livelli della pellicola di Spike Jonze, però è la seconda visione che vi suggerisco di mettere in lista per questa settimana e, se ancora non siete convinti, smettetela di leggere White Russian e andate a guardarvi la mia recensione della pellicola.
Il consiglio di Ford: la fermata Cannibal Kid è ormai alle spalle. A breve verrà aperta la nuova Cannibal Old.
Inspiegabilmente - e considerate le ultime due - questa settimana appare decisamente interessante, dal punto di vista delle uscite.
Non ho ancora visto questo Fruitvale Station, ma le premesse sono ottime, e ci sono buone probabilità che - purtroppo per il sottoscritto - questo film vada ad ingrossare le fila dei titoli che, quest'anno, stanno mettendo d'accordo quelli che erano i due rivali per eccellenza della blogosfera. Spero vivamente di sbagliarmi, e nel frattempo vedrò di recuperarlo in tempo per proporlo nella stessa settimana della recensione di Lei.

"Vabene, vabene! Non accetterò più caramelle offerte da Cannibal Kid!"
Need for Speed di Scott Waugh


Il consiglio di Cannibal: Ford, stai lontano dalle auto, please
Need for Speed sarà la tamarrata goduriosa della settimana? O si rivelerà un’ennesima brutta copia di Fast & Furious, serie che già da sola ha ampiamente sfracellato i maroni?
La buona notizia è che il protagonista è Aaron Paul e, per tutti i numerosi orfanelli di Breaking Bad là fuori, sarà un piacere rivederlo in azione. Fine delle buone notizie. Per il resto, il rischio porcatona corre veloce, mentre Ford, che ha scoperto la saga di Fast & Furious solo grazie a me e tipo una decina d’anni dopo l’uscita del primo film, corre sempre troppo lento.
Il consiglio di Ford: need for Kid? Non credo proprio!
Conosco molto bene il brand di Need for speed grazie alla serie di videogiochi, della quale ho apprezzato molto, negli ultimi anni, Hot pursuit e soprattutto The run, il più cinematografico tra i titoli proposti da Electronic Arts. Detto questo, dal film mi aspetto poco o niente, ma credo proprio che mi concederò una goduriosa visione - nonostante c'entri ben poco con i motori - principalmente grazie alla presenza di Aaron Paul, il fu Jesse Pinkman dell'indimenticabile Breaking Bad.
A neuroni spenti, potrebbe anche valere il biglietto.

"Sarà meglio che mi metta alla guida, prima che arrivi Ford e decida di farlo lui." "Dio ce ne scampi!"
Mr. Peabody e Sherman di Rob Minkoff


Il consiglio di Cannibal: Mr. Ford e Sherkid
Nuova pellicola d’animazione della DreamWorks. Che fare? Vederla o non vederla? Da una parte c’è la tematica dei viaggi nel tempo che sempre mi affascina, dall’altra c’è il rischio che si tratti della solita bimbata fordiana, come il trailer lascia immaginare. Nel dubbio, passo in attesa di capire se possa valere una visione, oppure se è uno di quei film che desidereresti avere una macchina del tempo per tornare indietro nel tempo e non guardarlo. Io ne desidererei una anche e soprattutto per andare indietro e impedire al me stesso del passato di entrare in contatto con il blog WhiteRussian.
Il consiglio di Ford: viaggiare nel tempo? Perchè no? Tornerei volentieri indietro per divertirmi alle spalle del Kid adolescente.
Non è un mistero che non sia un grandissimo fan della Dreamworks, almeno rispetto alla quasi sempre geniale Pixar. Questo Mr. Peabody e Sherman mi attrae poco, ma considerato l'allenamento che dovrò affrontare in vista del periodo da cartoni animati del Fordino potrebbe scapparci a tempo perso, nella speranza che non sia troppo zuccheroso o sappia già di vecchio.
Senza dubbio non mi dispiacerebbe, invece, costringere ad una maratona forzata di cartoni a lieto fine il mio antagonista.

Ed ecco documentato il primo incontro tra il Fordino e il Cucciolo Eroico.
47 Ronin di Carl Rinsch


Il consiglio di Cannibal: 47 ronin? Che 2 coglionin!
Pare che 47 Ronin sia davvero un filmaccio. D’altra parte, già solo il trailer non lascia spazio a molte speranze. In più, Keanu Reeves dopo il primo Matrix non ne ha praticamente più imbroccata una giusta. Questa discutibile versione americana del cinema d’arti marziali giapponese potrebbe comunque essere un bel colpo da maestro. Considerato l’amore di Ford per il genere originale, i 47 Ronin potrebbero fargli girare parecchio gli zebedei. E di ciò non potrei essere più felice!
Il consiglio di Ford: 47 ronin? Per sistemare Cannibal ne basterebbe mezzo!
Da Kurosawa a Mizoguchi, ho sempre adorato il filone classico dedicato ai samurai. Approcciando 47 ronin, già temevo l'americanata inguardabile e terrificante, e invece il risultato - con tutti i limiti del caso - ricorda più L'uomo dai pugni di ferro che non L'ultimo samurai, che comunque, nel suo piccolo, non era neanche tra le cose peggiori proposte da Hollywood negli anni.
Certo, non siamo di fronte a chissà quale miracolosa sorpresa, ma contando di affiancare a Lei e Fruitvale station qualcosa di più basic, potrebbe essere una scelta non del tutto sbagliata. Recensione fordiana in arrivo.

"Viene anche Cannibal, a fare una scampagnata con noi!?" "Scherzi!? Quello non esce dalla sua cameretta nemmeno se lo invita Donnie Darko!"
Supercondriaco – Ridere fa bene alla salute di Dany Boon


Il consiglio di Cannibal: ridere di Ford fa bene alla salute uahahah
Non credo di aver mai visto niente di e/o con Dany Boon, attore comico francese noto soprattutto per Giù al Nord, film scopiazzato in Italia da Claudio Bisio e coso, Alessandro Siani. Vista la mia rinnovata passione per tutto ciò che è transalpino, potrei però pensare di dargli finalmente una possibilità. Non so se questo ultimo Supercondriaco sia il film migliore con cui approcciare la sua comicità, però è sempre meglio che approcciare la comicità di Ford…
Un momento, quale comicità?
Il consiglio di Ford: andare in macchina con Ford non farebbe bene alla salute di Cannibal. Anzi, forse proprio incontrare Ford! Ahahaha!
Non ho mai considerato di vedere un film di e/o con Dany Boon, che ho sempre detestato fin dai tempi di Giù al Nord, fosse anche solo per partito preso, e non ho certo intenzione di iniziare con questa roba che mi pare buona giusto per qualche radical chic in astinenza da Cinema francese come il mio rivale.

"Stai tranquillo, non hai nulla di grave: dovrai solo smettere di leggere Pensieri Cannibali."
Maldamore di Angelo Longoni


Il consiglio di Cannibal: mal di Ambra
Oddio, Ambra no! E c’è pure Montalbano Zingaretti!
Tutto, ma Ambra, Renga, Zingaretti e Ford no!
Che brutta fine ha poi fatto Alessio Boni, tempo fa bella promessa del cinema italiano e adesso presente in robette del genere.
Il trailer di questo Maldamore è talmente tragico che mi ha persino messo voglia di recuperare l’ultimo con De Luigi…
Il consiglio di Ford: mal di Cinema. Italiano.
In una settimana di uscite dall'ottimo al discreto, la figura della pecora nera la doveva fare proprio il nostro Cinema, che lascia da subito alle spalle la vittoria di Sorrentino agli Oscar per propinare al pubblico questa roba.
Non oserei augurare una visione di questo tipo neppure al Cannibale. E ho detto tutto.

"Ma tu ci credi che stiamo girando questo film?" "Onestamente, non voglio crederci."
Ida di Pawel Pawlikowski


Il consiglio di Cannibal: pawlikows-chiiiiiii?
Attenzione, qui abbiamo un regista polacco, Pawel Pawlikowski, che ammetto di non conoscere. Chissà se Ford, dall’alto della sua saccenza cinematografica ed esistenziale che con enorme modestia ci tiene sempre a sottolineare, saprà dirci qualcosa di più riguardo a questo autore. Io dico solo che dal trailer sembra un mattonazzo di rara pesantezza. Ma di ciò avrò conferma solo se il mio rivale blogger lo esalterà come nuovo genio del cinema mondiale.
Il consiglio di Ford: radical o figata?
Onestamente, non so neppure chi cazzo sia, questo Pawlikowski, ma dato che il Cinema polacco non è nuovo a sorprendere in positivo, questo Ida potrebbe rappresentare la visione d'essai come si deve della settimana, anche se, rispetto a Lei, scende sicuramente in secondo piano. C'è anche da ammettere che roba di questo tipo - almeno da quanto sembra dal trailer - potrebbe risultare decisamente stopposa in una serata infrasettimanale tra una giornata di lavoro e l'altra.
Non so ancora se e quando lo vedrò, ma in caso, la speranza è che possa sorprendere neanche fossimo ad un qualche Festival come si deve. E senza l'Academy come giuria.

Questo pare proprio il film giusto per Ford da proporre a Peppa Kid.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...