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lunedì 14 ottobre 2019

White Russian's Bulletin



Settimana ai minimi storici al Saloon, considerati gli impegni sociali - non ricordavo quanto fossero fisicamente devastanti i matrimoni -, la palestra, l'appuntamento mensile con il pay per view di wrestling, la clamorosa stanchezza che si accumula per poi esplodere come una bomba il venerdì sera, ormai noto per essere l'alimentatore del coma profondo da divano: solo un titolo, infatti, è passato su questi schermi, di quelli che in questi giorni hanno fatto il giro del web principalmente per l'opera incredibile dalla quale è stato originato.


MrFord



EL CAMINO: IL FILM DI BREAKING BAD (Vince Gilligan, USA, 2019, 122')

El Camino: Il film di Breaking Bad Poster


Breaking Bad è, parlando di piccolo schermo, una delle vette più alte che siano state mai raggiunte, nonchè una delle mie tre serie televisive preferite di tutti i tempi insieme a Lost e Twin Peaks.
Il lavoro che fece Vince Gilligan con Walter White e Jesse Pinkman resta ancora oggi insuperato anche e soprattutto per essere andato in crescendo, senza perdere un colpo ed aggiungendo anzi carichi sempre più importanti fino allo splendido finale.
A distanza di qualche anno e già da prima della sua "pubblicazione" chiacchierato in tutta la rete attraverso Netflix El Camino, vero e proprio film che riprende le fila a partire dagli ultimi episodi della serie per poi rivelarci cosa ne è stato di Pinkman, e dove lo porterà il futuro.
Il fan service è molto - anche se resta un'arma a doppio taglio -, la fotografia ottima, la scrittura ben strutturata - del resto Gilligan ha ampiamente dimostrato di essere uno sceneggiatore fenomenale -, la tensione a tratti in grado di bucare lo schermo - strepitosa la sequenza del "duello" in pieno stile western -: resta, come principale limite di questo lavoro, il fatto che a meno che non si sia finito ieri di guardare l'ultimo episodio dell'ultima stagione si rischia di restare spiazzati da situazioni e charachters che, nel frattempo, si erano dimenticati o quantomeno messi in secondo piano, tanto da dover correre ai ripari ricorrendo a riassunti e simili.
Da questo punto di vista, El Camino resta una pellicola ben realizzata ad uso e consumo dei soli fan di Breaking Bad più che dello spettatore occasionale - che probabilmente non capirebbe una beata mazza di molti degli scambi temporali di narrazione -, e che proprio per questo permette che il dubbio si potesse fare decisamente di più si faccia strada come, ai bei tempi, gli improbabili soci Walter White e Jesse Pinkman nel mondo del traffico della metanfetamina.


sabato 21 luglio 2018

Jessica Jones - Stagione 2 (Netflix, USA, 2018)









Nell'Universo dei Marvel Knights, che nelle menti e nelle aspirazioni degli autori e dei produttori di Netflix doveva e dovrebbe andare a rappresentare una versione più cupa ed urbana - ma sempre votata ai supereroi - del Cinematic Universe che tanto successo sta riscuotendo sul grande schermo, Jessica Jones rappresentava, sulla carta, per quanto riguarda i ricordi che avevo dei personaggi negli albi a Fumetti, l'anello debole: nata infatti come charachter più legato alle atmosfere della linea Vertigo della rivale di sempre DC Comics, la detective dotata di superforza suonava comunque distante dai più classici Daredevil, Punisher, Iron Fist e Luke Cage: a sorpresa, però, nonostante non abbia rappresentato chissà quale sorpresa, la prima stagione dedicata alla scontrosa ed alcolizzata antieroina non era stata per nulla malvagia, grazie anche ad un villain d'eccezione come il Killgrave di David Tennant, vero e proprio mattatore dell'intero ciclo.
A questo secondo giro di giostra, complice il vuoto lasciato dall'attore inglese, da una serie di idee che faticano a decollare e da un trasporto suscitato nel pubblico pari a quello che riesce a trasmettere un mattonazzo bielorusso da quattro ore in una sera d'estate dalla voglia di spiaggia e sbronza allegra, ho patito e non poco i tredici episodi dedicati alla scorbutica Jones, alle prese principalmente con la Famiglia - dalla rediviva e folle madre alla sorella acquisita Trish, passando i nuovi amori - e di situazioni e sequenze che paiono troppo spesso tirate decisamente per le lunghe, neanche ad ogni singola puntata si fosse allungato il brodo di una decina di minuti abbondanti: un netto passo indietro, dunque, per una serie che prometteva bene ma che non aveva certo fatto il botto, e che rispetto a Punisher e Daredevil era sicuramente distante per livello qualitativo.
Se, dunque, dopo la certo non irresistibile The Defenders la seconda season di Jessica Jones aveva il compito di rilanciare l'interesse dell'audience sull'intera operazione Marvel Knights la missione è decisamente fallita nonostante, occorre ammetterlo, episodio dopo episodio si notano miglioramenti ed il finale è senza dubbio da considerarsi in crescendo rispetto alla prima metà del cammino: ma è ancora troppo poco per un personaggio ed un prodotto decisamente ed esageratamente incensato al suo debutto, al quale occorrerà un importante bagno di umiltà prima di iniziare il viaggio che - decisioni di produzione permettendo - condurrà il pubblico alla terza stagione.
Per quanto mi riguarda, in questo momento non solo non ho assolutamente voglia di pensare a quando mi ci troverò di fronte, ma neppure affrontare Luke Cage, uscito per la sua seconda annata proprio "trainato" - almeno sulla carta - da Jessica Jones, quanto più che altro confido in Daredevil ed in una definitiva esplosione del Punisher, nettamente i due assi nella manica di questa linea che, tra alti e bassi, è sopravvissuta nel corso delle ultime stagioni ma che se vorrà restare a galla e magari regalare qualche grande soddisfazione dovrà cominciare a pensare di rivoluzionare qualcosa nell'approccio.
Perchè rifugiarsi in una fine che pare un nuovo inizio ma che, di fatto, riporta il main charachter alla condizione di "tutto cambia per non cambiare" tipica, per l'appunto, del fumetto seriale incapace di fornire una vera crescita ai suoi protagonisti, non mi pare davvero la strada migliore da percorrere.
Neppure quando si hanno incredibili superpoteri.



MrFord



venerdì 10 novembre 2017

Marvel's The Defenders - Stagione 1 (Netflix, USA, 2017)





Negli ultimi anni, parallelamente al progetto da grande schermo del Cinematic Universe, Netflix - realtà ormai sempre più consolidata - ha finito per sviluppare una sorta di versione urbana ed alternativa dello stesso sfruttando gli eroi da strada made in Marvel, dall'investigatrice ed ex supereroina delusa Jessica Jones a Daredevil, passando per il molto soul Cage ed Iron Fist - senza dimenticare il Punisher, che attendo al varco come punta di diamante del progetto -: l'idea, alle spalle le prime - e nel caso del Diavolo rosso, anche la seconda - stagioni in solitaria, di proporli in questa miniserie insieme per fronteggiare un nemico comune appariva coraggiosa, potenzialmente pericolosa quanto interessante.
Purtroppo, anche a causa di un primo episodio decisamente poco riuscito, le critiche piovute su questa proposta sono state molte, ed assolutamente spietate: non hanno ovviamente aiutato le stagioni precedenti dedicate a Cage e Iron Fist, indubbiamente characters più deboli di Jessica Jones e Daredevil, eppure, lo ammetto, superato il primo scoglio questo esperimento, almeno dal punto di vista dell'intrattenimento puro e semplice senza grosse pretese, funziona.
Certo, non tutto è perfetto, che si parli di messa in scena - parliamo di qualcosa realizzato quasi completamente in studio, che dimostra gli stessi limiti di produzioni mainstream da piccolo schermo come Arrow o Gotham - o impatto, eppure, una volta superate le divergenze, quando i quattro eroi cominciano a lavorare spalla a spalla l'esaltazione fa capolino in più di un'occasione, e perfino il personaggio di Elektra, debole nella seconda stagione di Devil, assume contorni e spessore maggiori, fornendo la benzina necessaria a questa miniserie per divertire il pubblico e condurre per mano i protagonisti a quelli che saranno i loro destini futuri una volta "sciolto" il gruppo, a partire dalla Jones e da Daredevil, i prossimi in ordine di tempo ad approdare nei salotti di tutto il mondo con le nuove seasons.
Il tutto senza contare che, soprattutto grazie alle sequenze di botte presenti in modo massiccio, e gli stili ed i modi diversi dei protagonisti, il divertimento non manca almeno per gli appassionati di un certo tipo di Cinema come il sottoscritto, che senza aspettarsi cose in grado di cambiare il panorama delle serie televisive possono godere di un prodotto di questo genere senza colpo ferire, scegliendo il proprio preferito e gustandosi le tipiche schermaglie da alleanza inizialmente forzata pronta a divenire amicizia tipica dei fumetti di supereroi.
Ad aggiungersi a questa leggerezza di fondo, il plot che, episodio dopo episodio, finisce per ricordare chicche dei tempi che furono come Green Hornet o le serie che incrociavano lo spirito colorato del mondo delle nuvole parlanti con gli action o le arti marziali, e nel corso degli anni ottanta esaltavano, a volte, grazie ai cartoni animati, i bambini della mia generazione facendoli sognare di diventare un giorno maestri in qualche forma di combattimento sconosciuta al mondo.
Considerate le peste e corna che aveva raccolto in rete a seguito del primo episodio, direi che questi Difensori si sono difesi più che bene, considerate le carte che avevano in mano.



MrFord




 

sabato 29 ottobre 2016

Jessica Jones - Stagione 1 (Netflix, 2015)



A volte il destino di alcuni titoli è curioso: dai tempi della fine delle scuole elementari fino alla soglia dei trent'anni sono stato un lettore accanito di fumetti, soprattutto targati Marvel, ed un appassionato di supereroi al limite del maniacale - potrei essere uno dei pochi non nerd in Italia a possedere l'intera collezione del Marvel Universe, vera e propria enciclopedia fatta uscire dalla Casa delle Idee negli anni novanta in forma di schede che presentavano storia, apparizioni, caratteristiche, poteri ed aspetto di ogni supereroe e supercattivo della grande M -.
Nel momento in cui Netflix - realtà ormai di riferimento per il piccolo schermo - decise di fare uscire Jessica Jones, serie dedicata alla supereroina che non vuole fare la supereroina, e preferisce le atmosfere sordide della New York più malfamata nelle vesti di detective privato, rimasi abbastanza indifferente alla cosa - nonostante, ai tempi, avessi letto parte degli albi dedicati alla Alias Investigations - e lasciai che il titolo entrasse a far parte della scuderia di Julez, che accompagna le sessioni al ferro da stiro con produzioni che al sottoscritto non interessano - Once upon a time, Gotham, Vampire diaries e via discorrendo - mentre al contrario io approfitto dei momenti di stacco per dedicarmi ai vari The Wire o Ballers.
Considerato, però, il successo delle due stagioni di Daredevil, l'appena uscito Luke Cage e l'imminente Iron Fist, così come l'idea di Netflix di costruire una sorta di progetto nello stile del Cinematic Universe sul grande schermo, ho pensato che non mi avrebbe fatto male recuperare anche le imprese della spigolosa Jessica.
Il risultato, però, devo ammetterlo, è stato inferiore alle aspettative, specie considerato che in giro avevo letto davvero un gran bene di una serie che, al momento, mi è parsa piuttosto incompleta, nonostante non malvagia, troppo lenta in alcune parti e troppo veloce in altre, e soprattutto ad anni luce di distanza da un progetto come quello sviluppato sul Diavolo Rosso: peccato, perchè la Jones è un personaggio interessante, la presenza di Cage regala spessore ed un villain come Kilgrave - interpretato da un sempre bravo David Tennant - è una manna dal cielo per qualsiasi "buono".
Eppure nel complesso ho avuto più la sensazione di trovarmi di fronte ad una serie di supereroi in stile "troppo televisivo" - come capita per la già citata Gotham, o Arrow, figlie della concorrenza DC Comics che, comunque, anche sul piccolo schermo perde nettamente il confronto con mamma Marvel - che non ad un tentativo autoriale di presentare il genere sotto una luce diversa, specie se inserito in un contesto sporco e urbano come quello di Jessica Jones.
Senza dubbio gli autori dovranno concentrarsi maggiormente sull'identità da dare alla proposta nel corso della seconda stagione, e avranno - almeno per quanto mi riguarda - l'arduo compito di compensare con la scrittura una scelta di casting che non ho per nulla condiviso come quella di Krysten Ritter, che a mio parere non riesce nell'impresa di spaccare lo schermo con il carisma che un personaggio "antipatico" come quello della detective richiederebbe - pensare che il bisteccone Cage di Mike Colter, messo dov'è per la presenza fisica imponente, possa fare meglio, è quasi da fantascienza -: ad ogni modo non voglio trattare troppo male la scombinata Jessica, un pò per solidarietà tra bevitori, un pò perchè sono più che convinto che le potenzialità del personaggio siano assolutamente presenti.
Devo solo sperare che, con il secondo giro di giostra previsto per il prossimo anno, gli autori riescano a tirarle fuori.




MrFord




 
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