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venerdì 19 maggio 2017

Baby Boss (Tom McGrath, USA, 2017, 97')




Nel corso degli anni, per quanto qui in casa Ford si amino franchise come Kung Fu Panda e Dragon Trainer, ho imparato a diffidare e non poco delle produzioni Dreamworks: se, infatti, di norma Ghibli e Pixar sono praticamente delle garanzie che non sbagliano (quasi) mai un colpo, il colosso padre di Shrek e soci spesso e volentieri incappa in quei terribili scivoloni che fanno credere fuoco e fiamme con un trailer accattivante per poi rivelarsi film assolutamente inutili, o ancor peggio orribili - ho ancora impressa nella memoria l'esperienza agghiacciante vissuta con Trolls -: purtroppo per il sottoscritto - la Fordina ancora se ne sbatte abbastanza di quello che passa sulla tv, a parte per un paio dei titoli preferiti di suo fratello, come Monsters&Co e Oceania - Baby Boss si è rivelato uno di questi.
Inizialmente non convinto e dunque spinto al recupero grazie ad un paio di recensioni inspiegabilmente positive, ho trovato il lavoro di Tom McGrath troppo complesso per i piccoli - non credo che i bambini sotto una certa età possano comprendere i riferimenti al mondo degli adulti nonchè alle dinamiche psicologiche presenti tra fratelli maggiori e minori - ed assolutamente impalpabile per i grandi, considerato che non si tratta di un prodotto coinvolgente o forte dal punto di vista emotivo - nonostante il finale volutamente strappalacrime e ruffianotto - da un lato e neppure divertente dall'altro - non ricordo una sola battuta di quelle che, almeno sulla carta, avrebbero dovuto far venire giù la sala dalle risate -.
Come se non bastasse - ma in questo caso non imputo completamente il fallimento agli autori della sceneggiatura, essendo tratta da un libro che non ho letto - la storia risulta poco avvincente e tirata per i capelli, la versione del mondo prima della nascita mi ha riportato alla mente l'altrettanto scarso Cicogne in missione ed il ritmo latita nonostante siano presenti i soliti e numerosi inseguimenti che fanno parte del moderno Cinema d'animazione americano - Pixar compresa, pur se con risultati clamorosamente diversi -.
Un'ora e mezza e poco più, dunque, inutili come nei peggiori casi di tempeste da bottigliate, anche se non così terribili da poter pensare di mettersi in competizione con i grossi calibri che si affronteranno a fine anno nella sanguinosa battaglia per il Ford Award dedicato al peggio del duemiladiciassette, che già ora, a sette mesi di distanza, appare già una guerra in stile Westeros con tanto di bagni di sangue incorporati.
Voi che potete, dunque, se avete poco tempo, sapete già di poterlo risparmiare: e magare dedicarvi a fare un bambino con la compagna o il compagno, cosa che vi renderà protagonisti di un film decisamente più bello e coinvolgente di questo.




MrFord



 

giovedì 20 aprile 2017

Thursday's child




Nuova settimana di uscite, nella rinnovata speranza che la rivalità tra me e Cannibal torni quella dei bei tempi almeno quanto la smortissima blogosfera.
Curioso che, ormai, i leit motiv degli intro di questa rubrica riguardino più questi argomenti che non i film in uscita, come ogni primavera ormai piuttosto smorti rispetto al periodo di Oscar e affini ad inizio anno.



"Mi pare di aver avvistato Cannibal: il sergente Ford ha detto di sparare a vista."

Baby Boss

"Ebbene sì, mi cambio il pannolino da solo: del resto, devo stare al passo con i Fordini."

Cannibal dice: Tipica bambinata esaltata da Ford, oppure simpatica robetta DreamWorks che potrebbe convincere un anti-Pixar come me?
Mi sa più la prima...
Ford dice: ennesima produzione scommessa Dreamworks che potrebbe rivelarsi una vera schifezza in stile Trolls o una cosa carina come i due Cattivissimo Me. Spero nella seconda, più probabilmente sarà come la prima.

 

Boston – Caccia all'uomo

"Cannibal è ancora latitante: Ford non la prenderà bene. E neppure The Rock."

Cannibal dice: La ricostruzione degli attentati della maratona di Boston con Mark Wahlberg?
Potrebbe essere un vero attentato al cinema.
Ford dice: quando, nel trailer visto in sala prima di Fast and Furious 8, ho sentito Mark Wahlberg dire "Hanno scherzato con la città sbagliata" questo Boston era già balzato in vetta alla classifica dei potenziali guilty pleasures dell'anno.
Speriamo possa essere così.

 

The Bye Bye Man

"Bye bye, Cannibal."

Cannibal dice: Un horrorino che non mi attira particolarmente. Sono io a dirgli bye bye!
Ford dice: un horroretto di quelli buoni giusto a spaventare Cannibal. Bye bye, e a mai rivederci!


Le cose che verranno – L'avenir

"Così sola in mezzo alla Natura forse finirò per avere una parte nel nuovo film di Malick."

Cannibal dice: Film francese con Isabelle Huppert. A me è piaciucchiato abbastanza, ma l'ho trovato troppo super radical-chic persino per i miei standard. Tra le cose che verranno posso solo immaginare la reazione sconcertata di Mr. Ford di fronte a una visione del genere.
Ford dice: film radical chic che da tempo attende di passare attraverso le fauci del Saloon. Ora che l'uscita incombe mi dedicherò con grande piacere a massacrarlo. Almeno spero.

 

Famiglia all'improvviso – Istruzioni non incluse

Katniss Kid con il vecchio Ford pronti a festeggiare la loro rinnovata non rivalità.

Cannibal dice: Altra francesata della settimana. Omar Sy mi pare sia un po' intrappolato in queste commedie drammatiche, ma se il film vale anche solo la metà di Quasi amici una chance se la merita lo stesso.
Ford dice: Omar Sy ormai pare uno di quegli attorni navigati e con una carriera consolidata che da un certo punto in avanti continuano a riproporre lo stesso personaggio in salse diverse. E questa non è una cosa buona. A meno che non si decida di puntare su altro.


Acqua di marzo

"Fino a quando Ford e Cannibal continueranno ad andare quasi d'accordo, ce lo scordiamo il bel tempo."

Cannibal dice: Classica pellicola italiana poco promettente della settimana, ma poteva anche andarci peggio. Se non altro questo weekend non mi sembra siano in arrivo porcate action fordiane.
Ford dice: tipica schifezzina italiana che Cannibal non vedrà l'ora di esaltare come se fosse un nuovo cult. Lascio volentieri a lui l'incombenza.

 

L'accabadora

"Non c'è proprio verso di convincere Ford a passare all'energia elettrica."

Cannibal dice: Co-produzione italo-irlandese ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale. Mi attira quasi quanto un film che si prende 4 bicchieri su White Russian.
Ford dice: il binomio Italia/Irlanda sfonda una porta aperta, qui al Saloon, ma sinceramente non so quanto potrebbe fare questo film. Per il momento attendo tempi migliori, e mi consolo brindando con un Jameson.

 

Lasciami per sempre

"Forza, Max: incita Ford a lasciare per sempre le sale in cui proiettano il nostro film ricordando Basilicata coast to coast!"

Cannibal dice: Se questa settimana devo proprio puntare su un film italiano, andrei con questa commedia potenzialmente piacevole, che ha anche un titolo che suona come un mio invito a Ford: lasciami per sempre.
Ford dice: lasciami per sempre, Cannibal. Fammi contento. E fai contenti anche tutti gli appassionati di Cinema della blogosfera e non.


 

lunedì 21 novembre 2016

Trolls (Walt Dohrn&Mike Mitchell, USA, 2016, 92')




Credo che per ogni appassionato dei film Pixar o più in generale del Cinema d'animazione "alto", il fenomeno del "trailer che esaurisce tutto quello che potrebbe esserci di interessante in un film" sia piuttosto noto, specie quando si approccia una pellicola targata Dreamworks: la casa di produzione di origine spielberghiana, infatti, malgrado alcune idee ottimamente coltivate - i due Dragon Trainer, la saga di Shrek, quella di Kung Fu Panda - ha anche prodotto una serie piuttosto cospicua di titoli che, passando dal minuto scarso del trailer - per l'appunto - ai novanta circa di visione finiscono per tramutarsi da prodotti apparentemente spassosi ed interessanti a schifezze atomiche che fanno rimpiangere il tempo perduto.
A nutrire le fila di questa categoria già tendente all'obesità è Trolls, colorata, pacioccosa e buonista ultima opera Dreamworks incentrata sul rapporto tra i simpatici, ottimisti e canterini Troll - che poi, non erano creature spaventose piuttosto che una sorta di versione fluo dei nani da giardino!? - e gli spietati Bergen, perennemente arrabbiati e depressi con la speranza di provare la felicità soltanto nel momento in cui divorano un Troll neanche fosse un acido: quello che, dal trailer, nonostante le apparenze poco rassicuranti per il sottoscritto prometteva di essere un titolo fresco, musicale e quantomeno divertente si è trasformato in una visione noiosa, grondante banalità da favoletta, adattato in italiano in modo imbarazzante - ma perchè tradurre necessariamente i pezzi originali se non si pensa di portare a casa un risutato come quello di Nightmare before Christmas? - e come se non bastasse infarcita di hit del passato - e fin qui niente di male - messe insieme come a realizzare la soundtrack più inflazionata della Storia del Cinema recente.
Una robetta con i fiocchi ed i controfiocchi, insomma, che alimenta la repulsione del sottoscritto per i trolls dai capelli luminescenti che andavano forte se non ricordo male negli anni novanta e per i film d'animazione come questo che alimentano l'astio dei radical per le proposte buoniste o buone indipendentemente dalle stesse e l'ignoranza dei distributori che assegnano alle sale qualsiasi - e sottolineo qualsiasi - pellicola animata alla sola fascia pomeridiana: complimenti di conseguenza alla Dreamworks per l'ennesima trovata vuota e senza senso buona giusto per la vendita di merchandise - che probabilmente andrà fortissimo - e per il portafoglio di Justin Timberlake, che oltre a prestare la voce al protagonista maschile Branch piazza anche la sua recente hit Can't stop the feeling come pezzo di traino della campagna pubblicitaria e dello stesso film.
Unica consolazione, almeno per ora, è data dal fatto che pare che gli incassi non abbiano dato così tanta ragione - almeno al botteghino - al lavoro di Walt Dohrn e Mike Mitchell, segno che forse, una fuffa dopo l'altra, il film d'animazione che funziona solo con il trailer comincia a mostrare il fianco perfino al pubblico occasionale.
Non ci resta, a questo punto, che confidare nel futuro.




MrFord




 

mercoledì 3 settembre 2014

Dragon trainer 2

Regia: Dean DeBlois
Origine: USA
Anno: 2014
Durata: 102'




La trama (con parole mie): Hiccup e Sdentato, ormai come fratelli ed al centro della vita del villaggio, simbolo della nuova alleanza tra esseri umani e draghi, vengono a contatto con il misterioso Dragon Rider, una sorta di leggenda che si dice abbia un potere unico sulle creature alate. In realtà il famigerato cavaliere altri non si rivela se non la madre data per scomparsa di Hiccup, che il ragazzo vorrebbe tornasse ad essere parte della sua vita.
Purtroppo, però, insieme a lei emerge dalla nebbia anche il temibile Drago, un cacciatore che pare non avere alcuno scrupolo, che si tratti di umani o di draghi: quando quest'ultimo darà inizio ad un attacco che prevede il dominio di tutti i nuovi alleati di Hiccup e dei suoi compagni attraverso un esemplare dominante, il ragazzo dovrà dare fondo a tutte le sue forze non solo per poterlo sconfiggere, ma anche per diventare, a conti fatti, l'uomo che suo padre avrebbe voluto che fosse.








Di norma, quando si tratta di sequel è un caso più unico che raro incontrare pellicole in grado di mantenere lo stesso livello dell'originale, preservando, di fatto, qualità e voglia di raccontare una nuova vicenda giocata sugli stessi protagonisti: quando, anni fa, mi imbattei in Dragon Trainer, rimasi stupito di essermi trovato di fronte, di fatto, al primo prodotto Dreamworks dall'impatto degno dei migliori Pixar, una storia avvincente e coinvolgente a prescindere dall'età degli spettatori, ed in grado di comunicare a più livelli.
Quando fu annunciato il numero due del brand, conscio di scivoloni come il secondo Cars o il pur discreto ma decisamente su un altro livello rispetto all'originale Monsters University, rimasi scettico rispetto al ritorno sugli schermi di Hiccup e Sdentato, che avevano raccolto il testimone di Lilo&Stitch - pellicola tra le mie preferite della recente produzione Disney diretta proprio dal buon DeBlois - portando il loro messaggio ad un livello ancora più alto, temendo la più classica delle storie riciclate che è purtroppo consuetudine dei numeri due: al contrario, invece, sono stato clamorosamente smentito da quello che, al momento, non solo è il miglior film d'animazione visto nel corso di questo duemilaquattordici, ma un prodotto maturo e profondo, in grado di far coesistere intrattenimento puro - le evoluzioni dei draghi e le battaglie mi hanno riportato alla mente la meraviglia tecnica di Avatar - e tematiche decisamente importanti come il rapporto tra genitori e figli, le fasi della crescita - anche dolorose - ed il valore che la propria famiglia riveste nel momento in cui si matura abbastanza per diventare, di fatto, adulti.
I nuovi charachters della madre di Hiccup e di Drago, tosti ed interessanti, uniti ai momenti più divertenti della pellicola - le corse dei draghi, il rapporto con il contrabbandiere -, quelli sentimentalmente più profondi - il ritrovato legame del protagonista con la creduta scomparsa genitrice - o più drammatici - il destino di Stoick - non si vedeva qualcosa del genere in un film d'animazione mainstream dai tempi de Il re leone - contribuiscono a costruire uno dei titoli più interessanti non solo che la Dreamworks abbia mai prodotto, ma che l'animazione tutta abbia offerto nelle ultime stagioni, rese almeno in parte orfane dal calo commerciale avuto dalla già citata Pixar.
Aver visto questo film in famiglia, inoltre, ha reso il tutto ancora più intenso, complice il rapporto che giorno per giorno costruisco con il Fordino e rivedendo in Valka la forza e la determinazione di Julez, che come "mother of dragons" non sfigurerebbe affatto.
Ma sarebbe sbagliato limitare l'interesse di questo film ai soli personaggi umani: i draghi, a partire dalla loro dipendenza dall'esemplare dominante fino al legame costruito giorno dopo giorno con i loro compagni - e non padroni, badate bene - diventano parte integrante di un processo di maturazione che accompagna tutti i main charachters della pellicola, e che diviene, soprattutto ed ovviamente nel caso di Sdentato, anche una lezione profondamente educativa per il pubblico più piccolo e non solo sull'influenza ed il perdono, regalando emozioni di rara potenza nel momento del confronto con Hiccup nel momento della massima influenza di Drago e del suo dominatore.
L'equilibrio, dunque, risulta essere l'elemento cardine di questo sorprendente numero due, dal rapporto tra i personaggi a quello tra i genitori di Hiccup - splendide e commoventi le sequenze dedicate al riavvicinamento di Stoick e Valka -, dal sottile confine tra bene e male - in fondo, Drago e lo stesso Hiccup devono le loro menomazioni fisiche proprio ai draghi e le reazioni ad esse al differente rapporto con loro - al rimbalzare continuo tra acrobatiche sequenze spettacolari ad altre intime e quasi commoventi, dal desiderio di portare sullo schermo qualcosa che amplifichi e renda più grande il messaggio del primo film alla voglia di confrontarsi con il già annunciato terzo capitolo.
Considerato che, ancora una volta, il lavoro di DeBlois partiva da outsider, il risultato è stato assolutamente e clamorosamente esaltante: come Hiccup e Sdentato, il primo con una gamba artificiale, il secondo pronto ad affidarsi al suo migliore amico per poter volare a causa dell'ala menomata, anche Dragon trainer fa dei suoi apparenti punti deboli quelli di forza, e conquista senza riserve, come un volo a perdifiato in grado di far battere il cuore il più velocemente possibile.



MrFord



"These mist-covered mountains
are a home now for me
but my home is the lowlands
and always will be
some day you'll return to
your valleys and your farms
and you'll no longer burn
to be brothers in arms."
Dire Straits - "Brothers in arms" - 




sabato 12 aprile 2014

Mr. Peabody&Sherman

Regia: Rob Minkoff
Origine: USA
Anno: 2014
Durata:
92'





La trama (con parole mie): Mr. Peabody ha mille risorse, un intelletto fuori dal comune e fin dalla giovane età ha mostrato capacità in grado di andare ben oltre i confini di una carriera ben delineata. E' stato inventore, genio della finanza, pioniere della pace nel mondo, benefattore, studioso e chi più ne ha, più ne metta. Ed un giorno, ha deciso di adottare un bambino, Sherman.
Mr. Peabody ha anche inventato una macchina del tempo grazie alla quale si diverte a viaggiare in lungo e in largo tra le epoche accompagnato proprio dal piccolo Sherman, che approfitta delle scorribande accanto al padre per imparare retroscena legati alla Storia dei quali nessuno è a conoscenza.
Mr. Peabody, però, è un cane. E quando Sherman combinerà un guaio a scuola, i due si troveranno a dover fare i salti mortali attraverso i secoli per poter davvero aggiustare le cose prima che una fin troppo solerte assistente sociale decida di separarli.







E' sempre un dispiacere, scrivere male di un film d'animazione.
I cosiddetti cartoni animati, infatti, per me continuano a rappresentare in qualche modo la parte più pura del Cinema, i primi sogni che tutti noi facciamo di fronte ad uno schermo, la magia che, con il passare degli anni, si traduce in tutto quello che ogni giorno oggi vivo da solo o con le persone che amo quando schiaccio il tasto play o aspetto che le luci si spengano in sala.
Eppure, a volte non se ne può proprio fare a meno.
Mr. Peabody&Sherman, infatti, è senza dubbio uno dei film d'animazione più prevedibili, noiosi, retorici, banali e semplicemente brutti che mi sia capitato di vedere negli ultimi anni, nonchè una delle dimostrazioni più clamorose di quanto la Dreamworks continui a fallire perdendo il confronto con gli Autori nipponici - Miyazaki in testa - e la sua diretta concorrente, la Pixar.
Come molti dei prodotti della suddetta, infatti, l'importanza della storia e della costruzione dei personaggi finisce spesso e volentieri per essere sacrificata in nome di scenette che vorrebbero essere divertenti e che finiscono per risultare una sorta di insulto all'intelligenza non solo e non tanto dello spettatore adulto, ma dei più piccoli, decisamente troppo svegli per cadere nella trappola della risata che giustifica un prodotto non all'altezza - o almeno, c'è da sperarlo -.
Spesso e volentieri - e non solo in passato - la Disney, da sempre il vero e proprio punto di riferimento occidentale per il genere, è stata criticata per l'eccessivo buonismo dei suoi prodotti - anche quando, grazie a pietre miliari come Dumbo, Biancaneve o Pinocchio, prima di giungere al lieto fine si assisteva a sequenze al limite del terrore -, eppure i "Classici" della grande D. hanno dato sempre l'impressione di una ricerca di solidità anche in termini di trama, script e costruzione - visiva e di scrittura - dei protagonisti, difficilmente ridotti a macchiette senza carattere come i charachters principali di questo filmetto davvero inutile che pare riciclare le idee tipiche del genere pescando addirittura da titoli di neppure così lontana produzione come Madagascar 3.
Perfino un tema interessante e dai tempi di Ritorno al futuro amato dal sottoscritto come quello dei viaggi nel tempo finisce per apparire privo di spessore nel continuo saltellare da un'epoca all'altra dei due eroi, senza contare la totale assenza di una costruzione che possa alimentare l'attesa per il viaggio stesso - pronti via, e dopo due minuti di film già ci troviamo in piena Rivoluzione francese come se niente fosse -: inoltre, la tipica costruzione da film animato che passa da un inizio scanzonato e divertente al momento di difficoltà dei protagonisti che prelude all'inevitabile trionfo del Bene finale manca del pathos che rendeva speciali le visioni del vecchio Ford da bambino, e nonostante le difficoltà, i paradossi e la "spietata" assistente sociale nulla è in grado di far credere che le cose possano davvero mettersi male, per la strana coppia padre e figlio, se non per il pubblico, ammorbato con il terrificante speech ad alto tasso di retorica - altro che Disney! - condito dal pistolotto "io sono un cane", che ha scatenato una tra le peggiori ire da bottigliate che abbia mai provato di fronte ad un caro, vecchio cartone.
Anche perchè, in questo caso, gli unici cani pervenuti sono stati senza dubbio gli autori.



MrFord



"Who let the dogs out?
(Woof, woof, woof, woof)
Who let the dogs out?
(Woof, woof, woof, woof)"
Baha Men - "Who let the dogs out?"




giovedì 13 marzo 2014

Thursday's child


La trama (con parole mie): alle spalle due settimane certo non memorabili - complici anche le discutibili scelte dell'Academy in occasione della notte degli Oscar -, si torna in sala assolutamente sorpresi da una settimana variegata e molto interessante, complice l'approdo qui nella Terra dei cachi dell'unico film finora uscito quest'anno in grado di rivaleggiare con lo straordinario The Wolf of Wall Street, suo vero e proprio rovescio della medaglia.
Allo stesso modo, a condurre come di consueto questa rubrica, il sottoscritto e buon vecchio Ford ed il suo finto giovane nonchè rovescio della medaglia Cannibal Kid.

"Questo Pensieri cannibali è proprio una palla. Meglio andare a consolarsi su White Russian."
Lei di Spike Jonze


Il consiglio di Cannibal: Ford, mi dia del Lei, anzi no, del Voi
Capolavoro della nostra epoca. Pellicola romantica 2.0 per eccellenza. Genialata totale. Poesia pura. Definitelo come volete, ma ciò non cambia una cosa: Lei è un film da non perdere. Meglio se in lingua originale, per apprezzare la grandiosa interpretazione vocale di Scarlett Johansson, doppiata nella versione italiana da… Micaela Ramazzotti. Ebbene sì. Un po’ come mettere James Ford al posto di Vettel alla guida di una monoposto di Formula 1: un disastro annunciato.
La pellicola l’ho già recensita a mio modo (http://pensiericannibali.blogspot.it/2014/02/lei-her-mejo-film.html), ma presto credo tornerò a parlare ancora del regista Spike Jonze…
Il consiglio di Ford: Katniss Kid, la Lei della coppia Cannibal/Ford
Se esiste un film in grado di rivaleggiare - almeno per ora - con The Wolf of Wall Street per il gradino più alto del podio di quest'anno, è questo. E paradossalmente, rappresenta tutto quello che il Lupo di Scorsese non è. Sentimento contro istinto, poesia contro sesso, commozione contro esaltazione.
Un film stupendo, strepitoso, con un Joaquin Phoenix pazzesco ed una Scarlett Johansson incredibile, da gustare assolutamente in versione originale. Nonostante l'abbia visto parecchio tempo fa, ho atteso la pubblicazione proprio in vista dell'uscita italiana. A brevissimo la recensione fordiana.

"Le didascalie di Ford sono proprio uno spasso:  del resto, prendere per il culo Peppa Kid è un ottimo passatempo!"
Prossima fermata – Fruitvale Station di Ryan Coogler


Il consiglio di Cannibal: prossima fermata – Pensieri Cannibali. E la fermata White Russian? Soppressa.
Gran bella settimana, questa. Davvero miracolosa. Oltre allo stupendo Lei, arriva anche un’altra fermata da non mancare. Prossima fermata – Fruitvale Station è il vincitore del Sundance Festival 2013 ed è una visione decisamente consigliata. Il film non raggiunge i livelli della pellicola di Spike Jonze, però è la seconda visione che vi suggerisco di mettere in lista per questa settimana e, se ancora non siete convinti, smettetela di leggere White Russian e andate a guardarvi la mia recensione della pellicola.
Il consiglio di Ford: la fermata Cannibal Kid è ormai alle spalle. A breve verrà aperta la nuova Cannibal Old.
Inspiegabilmente - e considerate le ultime due - questa settimana appare decisamente interessante, dal punto di vista delle uscite.
Non ho ancora visto questo Fruitvale Station, ma le premesse sono ottime, e ci sono buone probabilità che - purtroppo per il sottoscritto - questo film vada ad ingrossare le fila dei titoli che, quest'anno, stanno mettendo d'accordo quelli che erano i due rivali per eccellenza della blogosfera. Spero vivamente di sbagliarmi, e nel frattempo vedrò di recuperarlo in tempo per proporlo nella stessa settimana della recensione di Lei.

"Vabene, vabene! Non accetterò più caramelle offerte da Cannibal Kid!"
Need for Speed di Scott Waugh


Il consiglio di Cannibal: Ford, stai lontano dalle auto, please
Need for Speed sarà la tamarrata goduriosa della settimana? O si rivelerà un’ennesima brutta copia di Fast & Furious, serie che già da sola ha ampiamente sfracellato i maroni?
La buona notizia è che il protagonista è Aaron Paul e, per tutti i numerosi orfanelli di Breaking Bad là fuori, sarà un piacere rivederlo in azione. Fine delle buone notizie. Per il resto, il rischio porcatona corre veloce, mentre Ford, che ha scoperto la saga di Fast & Furious solo grazie a me e tipo una decina d’anni dopo l’uscita del primo film, corre sempre troppo lento.
Il consiglio di Ford: need for Kid? Non credo proprio!
Conosco molto bene il brand di Need for speed grazie alla serie di videogiochi, della quale ho apprezzato molto, negli ultimi anni, Hot pursuit e soprattutto The run, il più cinematografico tra i titoli proposti da Electronic Arts. Detto questo, dal film mi aspetto poco o niente, ma credo proprio che mi concederò una goduriosa visione - nonostante c'entri ben poco con i motori - principalmente grazie alla presenza di Aaron Paul, il fu Jesse Pinkman dell'indimenticabile Breaking Bad.
A neuroni spenti, potrebbe anche valere il biglietto.

"Sarà meglio che mi metta alla guida, prima che arrivi Ford e decida di farlo lui." "Dio ce ne scampi!"
Mr. Peabody e Sherman di Rob Minkoff


Il consiglio di Cannibal: Mr. Ford e Sherkid
Nuova pellicola d’animazione della DreamWorks. Che fare? Vederla o non vederla? Da una parte c’è la tematica dei viaggi nel tempo che sempre mi affascina, dall’altra c’è il rischio che si tratti della solita bimbata fordiana, come il trailer lascia immaginare. Nel dubbio, passo in attesa di capire se possa valere una visione, oppure se è uno di quei film che desidereresti avere una macchina del tempo per tornare indietro nel tempo e non guardarlo. Io ne desidererei una anche e soprattutto per andare indietro e impedire al me stesso del passato di entrare in contatto con il blog WhiteRussian.
Il consiglio di Ford: viaggiare nel tempo? Perchè no? Tornerei volentieri indietro per divertirmi alle spalle del Kid adolescente.
Non è un mistero che non sia un grandissimo fan della Dreamworks, almeno rispetto alla quasi sempre geniale Pixar. Questo Mr. Peabody e Sherman mi attrae poco, ma considerato l'allenamento che dovrò affrontare in vista del periodo da cartoni animati del Fordino potrebbe scapparci a tempo perso, nella speranza che non sia troppo zuccheroso o sappia già di vecchio.
Senza dubbio non mi dispiacerebbe, invece, costringere ad una maratona forzata di cartoni a lieto fine il mio antagonista.

Ed ecco documentato il primo incontro tra il Fordino e il Cucciolo Eroico.
47 Ronin di Carl Rinsch


Il consiglio di Cannibal: 47 ronin? Che 2 coglionin!
Pare che 47 Ronin sia davvero un filmaccio. D’altra parte, già solo il trailer non lascia spazio a molte speranze. In più, Keanu Reeves dopo il primo Matrix non ne ha praticamente più imbroccata una giusta. Questa discutibile versione americana del cinema d’arti marziali giapponese potrebbe comunque essere un bel colpo da maestro. Considerato l’amore di Ford per il genere originale, i 47 Ronin potrebbero fargli girare parecchio gli zebedei. E di ciò non potrei essere più felice!
Il consiglio di Ford: 47 ronin? Per sistemare Cannibal ne basterebbe mezzo!
Da Kurosawa a Mizoguchi, ho sempre adorato il filone classico dedicato ai samurai. Approcciando 47 ronin, già temevo l'americanata inguardabile e terrificante, e invece il risultato - con tutti i limiti del caso - ricorda più L'uomo dai pugni di ferro che non L'ultimo samurai, che comunque, nel suo piccolo, non era neanche tra le cose peggiori proposte da Hollywood negli anni.
Certo, non siamo di fronte a chissà quale miracolosa sorpresa, ma contando di affiancare a Lei e Fruitvale station qualcosa di più basic, potrebbe essere una scelta non del tutto sbagliata. Recensione fordiana in arrivo.

"Viene anche Cannibal, a fare una scampagnata con noi!?" "Scherzi!? Quello non esce dalla sua cameretta nemmeno se lo invita Donnie Darko!"
Supercondriaco – Ridere fa bene alla salute di Dany Boon


Il consiglio di Cannibal: ridere di Ford fa bene alla salute uahahah
Non credo di aver mai visto niente di e/o con Dany Boon, attore comico francese noto soprattutto per Giù al Nord, film scopiazzato in Italia da Claudio Bisio e coso, Alessandro Siani. Vista la mia rinnovata passione per tutto ciò che è transalpino, potrei però pensare di dargli finalmente una possibilità. Non so se questo ultimo Supercondriaco sia il film migliore con cui approcciare la sua comicità, però è sempre meglio che approcciare la comicità di Ford…
Un momento, quale comicità?
Il consiglio di Ford: andare in macchina con Ford non farebbe bene alla salute di Cannibal. Anzi, forse proprio incontrare Ford! Ahahaha!
Non ho mai considerato di vedere un film di e/o con Dany Boon, che ho sempre detestato fin dai tempi di Giù al Nord, fosse anche solo per partito preso, e non ho certo intenzione di iniziare con questa roba che mi pare buona giusto per qualche radical chic in astinenza da Cinema francese come il mio rivale.

"Stai tranquillo, non hai nulla di grave: dovrai solo smettere di leggere Pensieri Cannibali."
Maldamore di Angelo Longoni


Il consiglio di Cannibal: mal di Ambra
Oddio, Ambra no! E c’è pure Montalbano Zingaretti!
Tutto, ma Ambra, Renga, Zingaretti e Ford no!
Che brutta fine ha poi fatto Alessio Boni, tempo fa bella promessa del cinema italiano e adesso presente in robette del genere.
Il trailer di questo Maldamore è talmente tragico che mi ha persino messo voglia di recuperare l’ultimo con De Luigi…
Il consiglio di Ford: mal di Cinema. Italiano.
In una settimana di uscite dall'ottimo al discreto, la figura della pecora nera la doveva fare proprio il nostro Cinema, che lascia da subito alle spalle la vittoria di Sorrentino agli Oscar per propinare al pubblico questa roba.
Non oserei augurare una visione di questo tipo neppure al Cannibale. E ho detto tutto.

"Ma tu ci credi che stiamo girando questo film?" "Onestamente, non voglio crederci."
Ida di Pawel Pawlikowski


Il consiglio di Cannibal: pawlikows-chiiiiiii?
Attenzione, qui abbiamo un regista polacco, Pawel Pawlikowski, che ammetto di non conoscere. Chissà se Ford, dall’alto della sua saccenza cinematografica ed esistenziale che con enorme modestia ci tiene sempre a sottolineare, saprà dirci qualcosa di più riguardo a questo autore. Io dico solo che dal trailer sembra un mattonazzo di rara pesantezza. Ma di ciò avrò conferma solo se il mio rivale blogger lo esalterà come nuovo genio del cinema mondiale.
Il consiglio di Ford: radical o figata?
Onestamente, non so neppure chi cazzo sia, questo Pawlikowski, ma dato che il Cinema polacco non è nuovo a sorprendere in positivo, questo Ida potrebbe rappresentare la visione d'essai come si deve della settimana, anche se, rispetto a Lei, scende sicuramente in secondo piano. C'è anche da ammettere che roba di questo tipo - almeno da quanto sembra dal trailer - potrebbe risultare decisamente stopposa in una serata infrasettimanale tra una giornata di lavoro e l'altra.
Non so ancora se e quando lo vedrò, ma in caso, la speranza è che possa sorprendere neanche fossimo ad un qualche Festival come si deve. E senza l'Academy come giuria.

Questo pare proprio il film giusto per Ford da proporre a Peppa Kid.

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