Regia: Ridley Scott
Origine: UK, USA, Spagna
Anno: 2014
Durata: 150'
Anno: 2014
Durata: 150'
La trama (con parole mie): Mosè e Ramses sono cresciuti come fratelli dal padre di quest'ultimo, Faraone d'Egitto e sovrano assoluto dei suoi domini. Quando il primo, esiliato a causa delle sue origini e dagli intrighi avversari politici, lascia campo libero al secondo divenuto a sua volta Faraone, ha l'occasione non solo di mettersi alla prova come uomo, ma di riscoprire quello che sarebbe stato il suo credo, il suo sangue, le sue radici.
Scettico e rabbioso, Mosè giungerà, prescelto riluttante, di fronte al Dio ebraico, e proprio in suo nome farà ritorno in Egitto per chiedere a Ramses la liberazione del suo popolo: ma il rapporto con il sovrano sarà difficile, ed il conflitto inevitabile.
Toccherà dunque a Mosè fare da guida per l'esodo della sua gente, e da tramite di fronte al Faraone per conto di Dio.
In casi come questo, occorre mettere subito in chiaro le cose: parlando di produzioni titaniche di stampo hollywoodiano, Exodus - Dei e re non è senza dubbio tra i titoli peggiori che si possano immaginare, e con certezza non ha nulla a che spartire con il polpettone difficilmente digeribile che fu Noah.
Appurato questo, nonostante il dispendio di mezzi, il cast, gli effetti, l'indubbia tecnica del regista, resta comunque difficile credere che l'uomo dietro la macchina da presa sia lo stesso Ridley Scott che trent'anni fa o poco più realizzò un triplete d'esordio a dir poco clamoroso con I duellanti, Alien e Blade runner: anche, infatti, se paragonato al molto sopravvalutato ma ugualmente divertente Il gladiatore o al sottovalutato ma ugualmente divertente Robin Hood, Exodus perde nettamente il confronto, entrando di diritto nella categoria dei film uguali a tanti altri e facilmente dimenticabili, destinato a non lasciare il segno nella memoria del pubblico così come sulla carriera di chi lo ha prodotto o interpretato.
Eppure, devo ammettere di avere molto apprezzato principalmente due aspetti del lavoro del vecchio Ridley: il primo è legato a doppio filo al concetto di fratellanza - non a caso il film termina proprio con la dedica al fratello del cineasta Tony, scomparso non troppo tempo fa - ed al rapporto di amore/odio che lega Mosè e Ramses, con il secondo destinato a perdere tutto pur essendo, di fatto, il favorito ed una quasi divinità nel suo mondo a scapito del più inquieto e destinato ad una sofferenza comunque vincente primo - e sarebbe interessante, in questo senso, cercare di capire in quale veste si rivede proprio l'autore di Blade runner, se come il Faraone che possiede tutto - anche il talento - ma finisce con un pugno di mosche in mano - letteralmente - o come l'illuminato ma perennemente inquieto Mosè.
Il secondo, invece, tocca un argomento al quale sono sensibile al contrario: chi frequenta il Saloon, ben sa quanto il sottoscritto sia allergico ai sermoni, agli integralismi religiosi e più in generale alle istituzioni alla religione legate, ed il timore della vigilia era proprio quello che Exodus si rivelasse una sorta di spottone neocon infarcito di lodi al Dio che tutti noi occidentali ben conosciamo neanche l'avesse firmato Mel Gibson.
Fortunatamente, l'approccio di Scott mi è parso decisamente equilibrato, ed ho trovato molto lodevole il tentativo di spiegare fenomeni come le famigerate Piaghe d'Egitto in un modo quasi "scientifico", a partire dalle invasioni degli insetti all'acqua tinta di sangue, per giungere all'ormai nota sequenza delle acque del Mar Rosso aperte di fronte a Mosè ed al popolo ebraico, giustificata come fosse il risultato di uno tsunami - che, effettivamente, a quei tempi poteva essere considerato un vero e proprio atto da ira divina - come molti sconvolsero l'area del Mediterraneo in quel periodo - si pensi ai casi delle Cicladi e di Santorini, della supposta Atlantide e via discorrendo -.
Un approccio, dunque, tutto sommato molto laico per un film profondamente - almeno sulla carta - religioso, che al sottoscritto è parso puntare molto sul lato umano dei personaggi - rendendo anche non propriamente amabili Mosè e tantomeno Dio, rappresentato alla grande da un irritante ragazzino che potrebbe essere letto come un'interpretazione di Dio stesso, almeno nella sua incarnazione da Vecchio Testamento, di bambino capriccioso dal potere illimitato - così come, ovviamente, sulla resa visiva, ottima seppur sconfitta senza appello dalla controparte classica I dieci comandamenti, che ancora oggi riesce a fare impallidire qualsiasi effettone da milioni di dollari.
Considerato, comunque, che l'aspettativa era quella di una piaga in grado di far apparire tenui quelle già citate patite da Ramses e soci, direi che è andata discretamente bene perfino ad un senza dio come il sottoscritto.
MrFord
"Exodus, all right!
Movement of Jah people!
Oh, yeah! O-oo, yeah! All right!
Exodus: movement of Jah people! Oh, yeah!"
Oh, yeah! O-oo, yeah! All right!
Exodus: movement of Jah people! Oh, yeah!"
Bob Marley - "Exodus" -
A me hanno detto che è un pochino meglio di "Noah", ma rimango sempre scettico.
RispondiEliminaRimani tranquillamente scettico, ma è incredibilmente meglio di Noah.
Eliminaspero davvero che sia meglio di Noah....
RispondiEliminaSu questo puoi essere sicuro.
EliminaPiaciuto discretamente anche a me, anche se un filo in più di decisione da Scott avrebbe giovato perché ogni tanto non si capisce bene che punto di vista voglia raccontare. E manca anche un po' di sana epica per i miei gusti. Cmq si lascia vedere nonostante i 150 minuti.
RispondiEliminaL'omaggio a Tony, morto suicida, sui titoli di coda in un film potenzialmente religioso è un colpo di vero genio
Io lo volevo uccidere quel cazzo di bambino!
Manca effettivamente la zampata, ma del resto Scott è bollito già da un pò. Il bambino è terribile davvero, l'avrei preso a calci in culo dalla prima apparizione.
EliminaQuindi Scott dici che è proprio perso?
RispondiEliminaTecnicamente no, ma va detto che rispetto agli esordi è proprio un altro regista.
EliminaSe lo salvi te, Ford, si prospetta una schifezza di proporzioni bibliche. :)
RispondiEliminaD'altra parte a proposito del bollitissimo Ridley Scott eri riuscito a parlare bene persino dell'orripilante The Counselor...
"Senza Dio come il sottoscritto"?
Ma il tuo Dio non è Stallone?
ahahahah XD
Non lo salvo, semplicemente mi aspettavo una roba brutta come Noah, e invece è solo una roba che passa e va.
EliminaUn pò come The Counselor.
E Stallone è molto al di sopra di qualsiasi divinità. ;)
Non so che pensare di questo film onestamente, mi aspettavo meno di due bicchierozzi però.
RispondiEliminaNon l'ho ancora visto ma non mi ispira, quindi il mio è puro pregiudizio! :D
EliminaAnche io mi aspettavo un vero massacro, invece tutto sommato è scivolato via senza troppi danni. ;)
EliminaGuarda, il Dio dell'Esodo è uno che mette a dura prova perfino uno che si sforza di rimanere credente come me: Insopportabile, vendicativo, irrascibile e crudele come un cattivo padre; colpevole (non lui, probabilmente, ma chi lo ha tramandato) dell'impostazione rigida e retrograda della Chiesa per tantissimi anni (fino ad oggi, in alcuni casi).
RispondiEliminaMa i polpettoni di questo genere mi sono sempre piaciuti, anche i peggiori. Valgono sempre una terrina di popcorn, una coperta sulle gambe ed un paio d'ore sul divano. Con i tempi che corrono, buttali via ;)
Senza dubbio, Gae: inoltre, in questo caso, la resa qualitativa e tecnica è di gran lunga superiore a robaccia pseudo new age come Noah, e le due ore e mezza scorrono abbastanza.
EliminaQuando sarà, goditi tranquillo i pop corn! ;)
Recuperato stasera,non ci è dispiaciuto per nulla.
RispondiEliminaNon indimenticabile,siamo d'accordo,ma neppure pesante come temevo(sono allergicissima alle storie bibliche e vista la durata lo temevo un polpettone).
Mi piace che fanno vedere che è uno schizzato che in realtà si scolpisce le tavole dei comandamenti da solo \m/ \m/
In realtà, per quanto inutile, non è stato così male neanche per me.
EliminaCerto, però, i fasti di Blade runner e Alien sono lontani!