Regia: Michele Placido
Origine: Italia, Francia, Belgio
Anno: 2012
Durata: 89'
La trama (con parole mie): Vincent Kaminski, cecchino formidabile ed ex membro delle forze speciali, da tempo ha abbandonato le istituzioni per aggregarsi alla banda di rapinatori di banche guidata dall'amico Nico, famoso per non essere mai stato catturato dalla polizia francese e non aver mai mietuto una sola vittima.
Quando un colpo non va come previsto e Nico viene ferito, Vincent dispone che il bottino non sia toccato prima del suo ritorno: ma all'interno del gruppo qualcuno sta già pensando di cambiare le cose, ed il cecchino si troverà braccato dalla polizia, dai traditori che hanno distrutto la banda dalle fondamenta ed intento a rimettere insieme i cocci, portandosi a casa anche un pò di vendetta.
Questo sempre che il detective Mattei, legato a Kaminski a causa della misteriosa vicenda che vide suo figlio morire sotto le armi, non ci metta lo zampino.
Negli ultimi due anni abbiamo assistito, praticamente di pari passo, ad una progressiva e continua evoluzione del Cinema francese cui ha risposto una progressiva e continua involuzione di quello italiano. Mentre i nostri cugini producevano cose come The artist, Quasi amici e Holy motors qui da noi ci si è accontentati di vivacchiare sulle proposte "di cassetta" - per essere gentili - e su robetta pseudo-autoriale distribuita in due sale e troppo radical chic per essere davvero presa sul serio.
A cercare di invertire la tendenza si è posto come un baluardo Michele Placido, attore che dietro la macchina da presa non se l'è mai cavata malaccio - Romanzo criminale ed il più recente Vallanzasca non avevano affatto sfigurato -, alle prese con un titolo che, almeno sulla carta, si presentava come una di quelle rasoiate crime nello stile di Melville che in tempi più recenti hanno visto in Johnnie To il loro più importante riferimento.
Peccato che, nonostante questo tipo di premesse, il risultato sia talmente vergognoso da far venire la pelle d'oca, i brividi ed anche un pò di cagotto, considerato che, probabilmente, in Francia staranno pensando che non ci bastava fare figuracce a casa nostra, ma abbiamo scelto di ripeterci anche da loro, coinvolgendo nella debacle perfino un attore consumato come Daniel Auteil - normalmente una sicurezza, in questo caso solo un volto bolso e stanco per un personaggio impalpabile - ed un ormai ex regista - dopo L'odio il nulla, mi verrebbe da scrivere - come Mathieu Kassovitz, che sinceramente nella parte del cecchino freddo come il ghiaccio e spaccaculi sta come Jason Statham con il tutù ne Il lago dei cigni.
Come se non bastasse, ai due volti d'oltralpe Placido affianca la raccomandatissima figlia - neanche fosse Will Smith - e Luca Argentero, che sarà pure bello e simpatico, ma con la recitazione c'entra come Sly in tutù accanto a Jason Statham nella suddetta rappresentazione di danza.
Eppure, tutto questo è nulla a confronto di un film povero sia in fase di sceneggiatura - tutti i passaggi appaiono telefonatissimi fin dalla prima sequenza - che di montaggio - una cosa che definire amatoriale appare quasi una bestemmia -, tagliato con l'accetta e banale, che vorrebbe richiamare i classici del noir transalpino e cose notevoli e più recenti come Nemico pubblico N. 1 - che raccontava la vicenda di un volto fondamentale della criminalità francese, Jacques Mesrine - ma che fallisce su tutti i fronti, da quello prettamente d'azione all'approfondimento dei personaggi, poco incisivi e scritti ancor peggio di quanto non siano stati interpretati.
In tutta onestà, speravo che la trasferta di Placido si fosse tradotta in qualcosa di almeno meritevole di una visione, che salvasse la faccia portando a casa la pagnotta senza necessariamente dover raccogliere premi o consensi da grande Festival: l'impalpabile e pessimo risultato è specchio dello stato di salute in cui versa la nostra settima arte, soffocata da una distribuzione assurda e da sovvenzioni statali che coprono solo i grandi nomi per non lasciare che briciole ad eventuali giovani di talento con qualche idea nel cassetto che non sia riciclare - e male - generi triti e ritriti come ha fatto l'ex Commissario Cattani in questo caso.
Un vero peccato, perchè in qualche modo il decisamente poco simpatico Placido si era imposto ormai come una sorta di esperto nostrano del crime movie, uno tra i pochi ad avere le carte in regola per costruire lavori di respiro almeno in parte internazionale: evidentemente chi l'aveva difeso almeno in parte - e mi ci metto anch'io - l'aveva anche molto sopravvalutato, e questo grigio poliziesco senza fronzoli - ma anche senza qualità - aperto come se dovesse lasciare senza fiato e chiuso con un finale da lasciare a bocca aperta per l'imbarazzo altro non è che il volto in questo momento presentato dall'Italia all'estero.
E purtroppo in questo caso il Cinema non è che lo specchio dello stato di salute della società.
A cercare di invertire la tendenza si è posto come un baluardo Michele Placido, attore che dietro la macchina da presa non se l'è mai cavata malaccio - Romanzo criminale ed il più recente Vallanzasca non avevano affatto sfigurato -, alle prese con un titolo che, almeno sulla carta, si presentava come una di quelle rasoiate crime nello stile di Melville che in tempi più recenti hanno visto in Johnnie To il loro più importante riferimento.
Peccato che, nonostante questo tipo di premesse, il risultato sia talmente vergognoso da far venire la pelle d'oca, i brividi ed anche un pò di cagotto, considerato che, probabilmente, in Francia staranno pensando che non ci bastava fare figuracce a casa nostra, ma abbiamo scelto di ripeterci anche da loro, coinvolgendo nella debacle perfino un attore consumato come Daniel Auteil - normalmente una sicurezza, in questo caso solo un volto bolso e stanco per un personaggio impalpabile - ed un ormai ex regista - dopo L'odio il nulla, mi verrebbe da scrivere - come Mathieu Kassovitz, che sinceramente nella parte del cecchino freddo come il ghiaccio e spaccaculi sta come Jason Statham con il tutù ne Il lago dei cigni.
Come se non bastasse, ai due volti d'oltralpe Placido affianca la raccomandatissima figlia - neanche fosse Will Smith - e Luca Argentero, che sarà pure bello e simpatico, ma con la recitazione c'entra come Sly in tutù accanto a Jason Statham nella suddetta rappresentazione di danza.
Eppure, tutto questo è nulla a confronto di un film povero sia in fase di sceneggiatura - tutti i passaggi appaiono telefonatissimi fin dalla prima sequenza - che di montaggio - una cosa che definire amatoriale appare quasi una bestemmia -, tagliato con l'accetta e banale, che vorrebbe richiamare i classici del noir transalpino e cose notevoli e più recenti come Nemico pubblico N. 1 - che raccontava la vicenda di un volto fondamentale della criminalità francese, Jacques Mesrine - ma che fallisce su tutti i fronti, da quello prettamente d'azione all'approfondimento dei personaggi, poco incisivi e scritti ancor peggio di quanto non siano stati interpretati.
In tutta onestà, speravo che la trasferta di Placido si fosse tradotta in qualcosa di almeno meritevole di una visione, che salvasse la faccia portando a casa la pagnotta senza necessariamente dover raccogliere premi o consensi da grande Festival: l'impalpabile e pessimo risultato è specchio dello stato di salute in cui versa la nostra settima arte, soffocata da una distribuzione assurda e da sovvenzioni statali che coprono solo i grandi nomi per non lasciare che briciole ad eventuali giovani di talento con qualche idea nel cassetto che non sia riciclare - e male - generi triti e ritriti come ha fatto l'ex Commissario Cattani in questo caso.
Un vero peccato, perchè in qualche modo il decisamente poco simpatico Placido si era imposto ormai come una sorta di esperto nostrano del crime movie, uno tra i pochi ad avere le carte in regola per costruire lavori di respiro almeno in parte internazionale: evidentemente chi l'aveva difeso almeno in parte - e mi ci metto anch'io - l'aveva anche molto sopravvalutato, e questo grigio poliziesco senza fronzoli - ma anche senza qualità - aperto come se dovesse lasciare senza fiato e chiuso con un finale da lasciare a bocca aperta per l'imbarazzo altro non è che il volto in questo momento presentato dall'Italia all'estero.
E purtroppo in questo caso il Cinema non è che lo specchio dello stato di salute della società.
MrFord
"This is our vengeance.
Orphan of broken dreams:
your word isn't what it seems.
You're jealous and weak:
stay humble and meek
and one day you might succeed."
Orphan of broken dreams:
your word isn't what it seems.
You're jealous and weak:
stay humble and meek
and one day you might succeed."
Woe, is me - "Vengeance" -
Il cecchino ha fatto fuori quel poco di buono (sì anche in senso di puttano) del cinema italiano.
RispondiEliminaMi sa proprio di sì. Un cecchino letale! ;)
Eliminaanche io sono rimasto deluso, forse perchè avevo aspettative alte e sono un grande appassionato di polar...però su Kassovitz non sono d'accordo...secondo me è molto più credibile come cecchino rispetto a uno Statham col tutù( madò che roba brutta deve essere!)
RispondiEliminaCome cecchino ci può stare, ma come spaccaculi proprio no! ;)
EliminaPer il resto, ricordo però che tu l'avevi massacrato un pò meno di me!
classico filmetto fordiano che nel mio mirino da cecchino di grande cinema (si fa per dire....) non ci finirà mai :)
RispondiEliminaFilmetto fordiano neanche tanto, visto che l'ho massacrato come meritava! ;)
EliminaVisto al Festival di Roma...posso dirlo? Ma che palle!!! Vallanzasca e Romanzo criminale tutta la vita. ;-)
RispondiEliminaValentina, concordo in pieno: noiosissimo nonostante la durata esigua!
Eliminadelusione a palate dalle mie parti
RispondiEliminaConcordo in pieno, Lorant! A proposito, sarei curioso di scoprire che punteggio faresti tu nel test della fordianità! :)
Eliminaio non l'ho nemmeno preso in considerazione... e non ho sbagliato pare
RispondiEliminaNon hai sbagliato per niente, anzi, ti sei risparmiata una visione terribile!
EliminaL'ho trovato un film un pò scollegato che prende diverse strade, perdendo però la propria identità; sicuramente non all'altezza di Romanzo criminale e Vallanzasca..
RispondiEliminaDecisamente non all'altezza di Romanzo criminale o Vallanzasca: davvero un prodotto con poco carattere e anche mal realizzato. Peccato!
EliminaGià il titolo non mi dice molto, posso saltarlo a piè pari...^_^
RispondiEliminaE non ti perdi proprio niente! ;)
EliminaE' bello scoprire di non aver mai sentito parlare di film mediocri come questo. Fa piacere perché non ho mai pensato nemmeno di perderci tempo.
RispondiEliminaE' bello davvero. Anche perchè l'esperienza è stata tutt'altro che interessante! ;)
EliminaO.T.: in fondo in fondo in fondo... ho fatto al test!
RispondiEliminaVado a vedere come sei risultato!
EliminaPeccato speravo potesse meritare, soprattutto per la presenza del mio amico Auteil ma gia dal trailer non è che mi ispirasse molto poi dopo la tua rece...mi sa che passo!!
RispondiElimina;)
Fratello, passa senza pensieri: è davvero roba da poco, e anche Auteil è dimenticabilissimo!
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