Regia: Stanley Kubrick
Origine: USA, UK
Anno: 1987
Durata: 116'
La trama (con parole mie): la Guerra del Vietnam impazza, e Joker Davis conosce la follia che ne deriva fin dal suo arruolamento nel corpo dei marines e dall'estenuante e disumano addestramento operato dal rigido sergente Hartman, che mette sotto torchio ogni uomo del suo plotone, accanendosi in particolar modo sul soldato Leonard Lawrence, detto Palla di lardo.
Superato lo shock e pronto per il fronte, Joker continuerà la sua disillusa esplorazione degli orrori del conflitto sul campo, quando ritroverà alcuni suoi compagni di addestramento in prima linea affiancati a vere e proprie macchine da guerra su gambe comandate da ufficiali convinti di essere arrivati in Vietnam per un'allegra scampagnata che regali Libertà e stelle e strisce alla gente del posto.
Ma la guerra riserverà bel altro ai presunti paladini del mondo "civile".
Basterebbero i primi venti minuti, proprio come fu per 2001, per aprire a Full metal jacket le porte dell'Olimpo del Cinema di tutti i tempi.
Niente fronzoli, niente giochetti: presi per mano - per così dire - dal sergente di ferro Hartman, accanto a Joker e ai suoi compagni di addestramento, assistiamo a quello che è il ritratto più lucido sul condizionamento mentale/militare mai portato sullo schermo, capace attraverso un'ironia nerissima di superare tutti i confini posti in precedenza da opere quali Il grande uno rosso di Samuel Fuller o Il dottor Stranamore firmato dallo stesso Kubrick: Full metal jacket, giunto come un fulmine a ciel sereno a sette anni dal lavoro precedente del Maestro, fissa uno standard per quello che è comunemente catalogato come Cinema di guerra che può dirsi eguagliato soltanto da Apocalypse now e La sottile linea rossa, affidando il suo messaggio profondamente antimilitarista alla voce e alla penna di un soldato "nato per uccidere" che porta il simbolo della pace ben appuntato sulla mimetica.
Idealmente suddiviso in due parti ben definite - l'addestramento e la prima linea in Vietnam -, si tratta molto probabilmente del film più completo e maturo del Maestro, in grado di raggiungere il grande pubblico quanto e più di supercult come Shining e Arancia meccanica e quello di nicchia, che vedrà germogliare nelle vicende di Joker e dei suoi commilitoni i semi piantati prima da Orizzonti di gloria e dunque dal già citato Dottor Stranamore: il manifesto "contro" del vecchio Stanley, nel complesso, un'epopea antiepica ed antiretorica dalle sfumature venate da una critica ferocissima al sistema di "aggressione positiva" tipico dell'atteggiamento degli States, bersagliati da questo gigantesco - e si parla di tecnica e di valore - pamphlet nel loro assumersi il ruolo di salvatori del globo nonchè primi e fieri formatori di uomini addestrati per uccidere - clamorose sequenze come quella dell'esposizione di Hartman rispetto alla gente come Lee Oswald, assassino presunto di Kennedy o il confronto tra Joker ed il colonnello di fronte alla fossa comune con le vittime delle lotte intestine tra i vietnamiti sono esemplari in questo senso -, truppe di alienati resi dipendenti dai loro fucili, paragonati a donne sempre fedeli o a prolungamenti di loro stessi.
Per quanto, inoltre, personaggi come Palla di lardo - memorabile l'interpretazione di Vincent D'Onofrio - o Animal - un giovanissimo Adam Baldwin, che in anni più recenti è stato l'idolo fordiano della serie Chuck - catalizzino l'inquietudine dello spettatore con i loro disequilibri, il protagonista con la sua lucida analisi opposta alle follie della guerra e delle strutture che la comandano non risulta meno disturbato di loro, dal desiderio quasi istintivo di polemica a reazioni che sfiorano il grottesco - come con il ladro in stile "kung fu" che approfitta per rubare la macchina del giovane fotografo che gli è affidato come "spalla" -.
In un certo senso, si potrebbe intendere Full metal jacket come un viaggio senza ritorno verso la piena metamorfosi di Joker da pacifista militante - in tutti i sensi - a figlio prediletto delle stelle e strisce, soldato pienamente formato che marcia con il fucile in una mano ed il cazzo nell'altra ben consapevole che non esisterà qualcuno buono e giusto come lui.
Dunque l'incredibile crescendo finale assume le dimensioni di una sconfitta senza possibilità di appello della speranza di Joker di poter trovare un'altra strada, ed una sorta di ammissione di impotenza del Maestro, che neppure attraverso Capolavori assoluti come questo potrà essere in grado - o almeno è il disincanto a prendere il sopravvento - di cambiare quella che è l'arma più terribile di tutte: l'animo umano e la sua indole predatoria.
E scandendo a passo di marcia una vittoria che non c'è mai stata nel cuore del teatro di quello che fu uno dei grandi drammi della modernità, Joker intona fiero l'inno di uno dei simboli universalmente noti della filosofia stars&stripes e ringrazia, con quel grilletto premuto in risposta ad una richiesta di pietà, di essere stato salvato.
Ora è tutto alle spalle, il cambiamento si è compiuto, e Joker non ha più paura.
E noi restiamo lì, accanto al Maestro, a tremare mentre il mondo "si tinge di nero".
MrFord
"I see a red door and I want it painted black
no colors anymore I want them to turn black
I see the girls walk by dressed in their summer clothes
I have to turn my head until my darkness goes."
no colors anymore I want them to turn black
I see the girls walk by dressed in their summer clothes
I have to turn my head until my darkness goes."
The Rolling Stones - "Paint it black" -
Sarò la prima, quale onore! ;)
RispondiEliminaAnche questo film mi ha stuprata come pochi, ennesima riprova della non freddezza Kubrichiana, ho pianto in preda alla frustrazione per tutta la prima parte, fino al suicidio di Lawrence, poi mi sono sentita libera... purtroppo.
Più che freddezza, per me, passione travolgente.
EliminaFilm strepitoso.
Altro film, altro capolavoro. La guerra rappresentata con tutta la sua spietata crudeltà, e con quel pizzo di umorismo sadico che solo zio Stan poteva avere. Peccato, ancora un film e la maratona finisce...
RispondiEliminaQuesto excursus kubrickiano ha un solo difetto: è troppo breve...
Giacomo, dici bene. Avrei firmato per una filmografia kubrickiana lunga quanto quella di registi decisamente inferiori a Lui.
EliminaTutto a memoria.
RispondiEliminaIl Suo 'Pulp Fiction'.Meno girato ma piu' scritto degli altri.
Come si fa a rendere spassosa e cazzuta una tragedia via l'altra..
Giocher, sottoscrivo in pieno.
EliminaQuesta volta accordo totale.
Grande film, così come Shining di cui hai parlato ieri...Due assoluti capolavori, senza se e senza ma:)
RispondiEliminaQuesto, a mio parere, un gradino oltre Shining.
EliminaCapolavoro del genere e non solo.
a me piace
RispondiEliminaFigurati a me.
EliminaL'uomo, dopo tutto, è il killer meno provvisto di rimorsi che abbia vissuto sulla terra.
RispondiEliminaQueste parole di Kubrick penso siano il commento più bello che sia mai stato fatto a questo film.
A te: bravo.
Muchas gracias.
EliminaMa il bravo va tutto a Stanley. Il vero genio della Storia del Cinema.
Qui la sparo, credo che sia uno dei film più sopravvalutati di tutti i tempi. Intendiamoci, il mio voto è 8/10, quindi è comunque un gran bel lavoro, però ad una prima parte da applausi, con un crescendo conclusivo da brividi e un "Palla-Di-Lardo" che ricorda (a tratti) la Mega-Prova di Nicholson in "Shining" per qualità, succede una seconda sezione a tratti quasi noiosa: la scena del cecchino è di una lentezza disarmante, la slow-mo mi ha fatto morire dalle risate (talmente eccessiva da scadere un po'), la bella scena finale non riesce a risollevare del tutto il capo ad una sezione decisamente meno "stordente" della precedente.
RispondiEliminaRispetto al forte messaggio romantico-idealista di Orizzonti, e soprattutto la satira esilarante/preoccupante di Doctor, lo ritengo decisamente il "minore" (se di minore è lecito parlare, visto tutti gli indubbi pregi di questa pellicola) fra i film di "Guerra" Kubrickiani...
Saix, ognuno ha la sua visione del Cinema e delle sue evoluzioni.
EliminaDi mio, trovo Full metal jacket una delle riflessioni più inquietanti ed incredibili della Storia del Cinema sulla crudeltà dell'Uomo.
il mio film bellico preferito, a parte la sottile linea rossa e le blog wars... :D
RispondiEliminaperò è più un capolavoro a metà che un capolavoro vero e proprio, almeno per gli standard kubrickiani. la seconda parte, più tradizionalmente bellica, non riesce infatti a essere sullo stesso livello della prima strepitosa parte. compensa però la genialità del finale.
Almeno su questo e La sottile linea rossa concordiamo.
EliminaNonostante, per me, dal primo all'ultimo minuto, si tratti di un Capolavoro indiscutibile.
Credo che Kubrick, Malick e Coppola abbiano saputo dare quella dignità che spesso manca al cinema bellico. Capolavoro!!! Complimenti per questa rassegna, devo recuperare gli altri post, sono stata un pochino assente questi ultimi giorni. ;)
RispondiEliminaValentina, questi tre Maestri sono stati i vertici del genere, senza ombra di dubbio.
EliminaCapolavoro senza se e senza ma!
io questo lo metto a pari merito con la sottile linea rossa. Due capisaldi bellici
RispondiEliminaE siamo d'accordo senza alcun dubbio, Lorant.
EliminaTopolin, topolin, viva topolin. Il finale più bello della storia del cinema.
RispondiEliminaForse non il più bello, ma di certo tra i migliori.
EliminaGrandissimo film, veramente incredibile. E riesce a sfatare una delle mie convinzioni, questo film è meglio in lingua originale che in italiano (che c'è vo' fa', io nutro profondo amore per i doppiatori italiani)
RispondiEliminaIncredibile davvero, Pesa. Originale o no.
EliminaFilm imprescindibile.
A che meraviglia. Per quanto si possa considerare meraviglioso un pugno nello stomaco, un cibo avariato che ti rimane sullo stomaco per giorni. Incredibile come ti entri dentro questo film.
RispondiEliminaBravo Ford, ottima chiusura, oltretutto.
Gae, muchas gracias, davvero.
EliminaE hai ragione: film incredibile.