Regia: Francis Ford Coppola
Origine: USA
Anno: 2011
Durata: 88'
La trama (con parole mie): Hall Baltimore, scrittore vicino al fallimento specializzato in romanzi legati alle streghe, giunge in una sperduta cittadina di provincia per presentare il suo nuovo lavoro pressato dalla moglie via Skype affinchè scriva una nuova ed interessante trama in modo da ottenere un anticipo dal suo editore che possa coprire alcuni dei loro debiti.
Avvicinato dall'insistente sceriffo locale che vorrebbe scrivere un romanzo con lui, Baltimore scopre che dietro un vecchio albergo ormai in disuso è celata una macabra storia legata all'omicidio di dodici bambini che pare in qualche modo rimandare al caso di una giovane impalata come fosse un vampiro sul quale sta lavorando lo stesso sceriffo.
Tra una sbronza ed un sogno in cui compaiono i fantasmi di Edgar Allan Poe e della giovane V, tredicesima potenziale vittima, mescolatasi ai sensi di colpa per la morte della figlia, Baltimore troverà pane per i suoi denti e, forse, la materia per un nuovo romanzo in grado cambiare la sua vita.
E' proprio un caso strano, quello di Francis Ford Coppola: universalmente riconosciuto come uno dei più grandi Maestri del Cinema statunitense attuale, dopo aver disseminato Capolavori come Apocalypse now, la trilogia - anche se, a guardar bene, sono i primi due a contare - de Il padrino, La conversazione e via discorrendo, il regista di Detroit qualche anno fa decise di uscire di scena e godersi la pensione, ritagliandosi un ruolo come produttore senza più fare capolino dietro la macchina da presa.
Poi, come una folgorazione, dopo dieci anni il ritorno sul grande schermo con Un'altra giovinezza: un film che ancora manca all'appello in casa Ford, ma che raccoglie giudizi altalenanti per pubblico e critica, e soprattutto agli occhi dei suoi fan hardcore.
Ma non finisce qui: non passa molto tempo che il buon Francis raddoppia con Tetro - qui da noi Segreti di famiglia -, pellicola assolutamente valida, tecnicamente notevole e tremendamente sottovalutata praticamente ovunque, tanto da muovere la distribuzione nostrana a trattarlo neanche fosse l'ultimo degli esordienti.
Ed arriviamo a Twixt: l'ultima fatica del regista di Rusty il selvaggio, prodotta come fosse un film indipendente dalla sua Zoetrope, nuova escursione dopo il Dracula di Bram Stoker dell'autore nel territorio dei vampiri e del gotico, non trova alcuna etichetta disposta - almeno fino ad ora - a portare anche qui nella Terra dei cachi questo interessante lavoro.
Davvero un brutto colpo per il Cinema, pensare che in uno dei paesi che più l'hanno coccolato e coltivato in passato non ci sia spazio per uno dei nomi più importanti degli ultimi trenta e più anni di settima arte.
Ma non vorrei, con la polemica, togliere anche io voce al film: Twixt non è il più riuscito dei lavori di Coppola, su questo non c'è alcun dubbio. Addirittura, dopo la visione, Julez si è detta certa che se dietro la macchina da presa non ci fosse stato lui, avrei sfoderato le bottiglie e liquidato il tutto senza neppure troppa fatica.
Sinceramente non saprei cosa avrei pensato di questo lavoro se a firmarlo fosse stato un altro, o se effettivamente la cosa avrebbe inciso oppure no sul mio giudizio: quello che so è che Twixt è riuscito ad ammaliarmi in maniera silenziosa e sotterranea, come fosse una sbronza salita piano, un dolce oblio, o un sonno arrivato durante un massaggio.
Circondato da una cornice "reale" che mi ha ricordato i Devil's rejects di Rob Zombie ed un'altra onirica dal gusto molto burtoniano, ed avvolto in un'atmosfera che recupera - pur non raggiungendo gli stessi livelli - Il seme della follia di Carpenter, questo titolo dal retrogusto decisamente metacinematografico tocca temi lontani dall'horror e richiami a quello che è stato uno dei trend più di moda degli ultimi anni - quello dei vampiri - concedendosi una sfida non certo semplice per un cineasta ormai oltre i settanta che pare avere la stessa voglia - se non di più - di molti colleghi che potrebbero essere suoi nipoti di mettersi in gioco.
L'indagine di Hall Baltimore - un ottimo e bolsissimo Val Kilmer - assume significati che possono variare a seconda dei punti di vista dello spettatore, in grado di cambiare le atmosfere dal grottesco - la cittadina che pare posta su un crocevia tra lo sperduto, il sonnecchioso ed il terrificante - al thriller passando dall'horror fino alla satira, senza dimenticare il pesante fardello del protagonista in bilico tra il ricordo della morte della figlia ed il rapporto con la giovane V, anch'ella vittima, predatrice, immagine illusoria e realtà da carne e sangue - bravissima, come sempre, Elle Fanning -.
Come se non bastasse il beffardo finale - visto da molti come una parodia del fenomeno di Twilight degli ultimi anni - e l'utilizzo dei giovani emosbandati dall'altra parte del fiume malvisti da tutta la vecchia comunità di paese pone lo spettatore di fronte a più di una riflessione: il sogno di Baltimore - e di Coppola - è una bonaria - ma neppure troppo - presa per il culo o un monito a ricordare che i vampiri - ed i predatori in genere - non possono essere cambiati da occhi luccicanti e buoni sentimenti perchè sono e resteranno cacciatori con l'istinto del sangue?
Quanto di loro c'è in un assassino? E quanto nella coscienza dello scrittore fallito Hall?
Forse tutto, forse niente.
Di sicuro, per un filmetto "di riserva", direi che Twixt ha parecchie carte da giocarsi, esteticamente e non.
E in fondo, il bello dei Maestri è proprio questo: anche quando i conigli da cappello paiono ormai un lontano ricordo, finiscono per tirare fuori qualche magia da illusionisti provetti.
MrFord
"So give them blood, blood, gallons of the stuff!
give them all that they can drink and it will never be enough.
So give them blood, blood, blood.
Grab a glass because there's going to be a flood!"
give them all that they can drink and it will never be enough.
So give them blood, blood, blood.
Grab a glass because there's going to be a flood!"
My chemical romance - "Blood" -
per un attimo ho avuto il timore di bottigliate, devo visionarlo anche io ^^
RispondiEliminaAnche io, devo ammetterlo. E invece mi ha sorpreso in positivo.
Eliminaanche a me è piaciuto e credo che mi sarebbe piaciuto lo stesso anche se dietro la macchina da presa ci fosse stato un regista a me sconosciuto.Mi piace e anche parecchio questo cinema fatto con pochi fondi e tantissime idee...e Coppola dimostra di averne da vendere!
RispondiEliminaSicuramente Coppola è riuscito a mettersi in gioco come molti suoi colleghi non hanno il coraggio di fare, e sono davvero contento che, alla fine, questo film mi sia piaciuto, a prescindere dalle ipotesi.
Eliminasono convinto anch'io che ne avresti parlato male, se non ci fosse stata la firma di coppola.
RispondiEliminaa me invece sarebbe piaciuto comunque, visto che non mi faccio condizionare come te dai nomi dei registi :)
a tratti pasticciato, nel complesso non del tutto riuscito, però almeno è un vecchio che ha avuto il coraggio di svecchiarsi, dovresti provarci anche tu uahahah :D
E' vero, tu ti fai condizionare dai nomi degli attori! Buahahahahahahahahaha!
EliminaComunque, un plauso al vecchio Coppola, ancora molte spanne avanti rispetto ai finti giovani che spesso e volentieri cerchi di propinare tu!
non mi ispira tantissimo sto film, anche se Coppola non è un nome che lascia indifferenti
RispondiEliminaLuigi, secondo me una visione la merita comunque.
EliminaFossi in te, Coppola o no, lo recupererei.
L'ho visto all'ultimo TFF.
RispondiEliminaE non mi è piaciuto. Sono andata a rileggere quello che scrissi all'epoca, che con la memoria ho litigato da tempo, e ti dico solo che iniziava così: "Un inutile pastrocchio gotico con alcune inutili scene in 3D, in cui uno scrittore di romanzi inutili, un Val Kilmer imbolsito..."
(Se non altro su Val Kilmer siamo d'accordo!) ;)
Posso capire quello che hai scritto, eppure secondo me ha un suo fascino e una sua potenza.
EliminaTanto che, appunto, mi ha ricordato il meraviglioso Il seme della follia, pur se in piccolo.