martedì 21 agosto 2012

Tre uomini e una gamba

Regia: Aldo, Giovanni, Giacomo e Massimo Venier
Origine: Italia
Anno: 1997
Durata: 100'





La trama (con parole mie): Aldo, Giovanni e Giacomo sono commessi del punto vendita milanese della catena di ferramenta di proprietà del Cavalier Cecconi, dispotico suocero di due dei tre, che hanno già sposato le sue figlie. All'appello manca solo Giacomo, che è a pochi giorni dal matrimonio con la minore.
Approfittando della chiusura estiva del negozio, Cecconi ordina al trio di recuperare la scultura di un artista in punto di morte - una gamba di legno di dubbio gusto - che intende rivendere non appena avvenuto il trapasso dello stesso, il suo adorato bulldog Ringhio e raggiungere Gallipoli, dove si terranno la cerimonia ed i festeggiamenti.
Il viaggio dei tre amici, programmato per durare una giornata, finirà per trasformarsi in una divertente e malinconica epopea in grado di risvegliare i sentimenti del futuro sposo grazie ad un incontro fortuito ed il desiderio di emancipazione da una vita soffocante all'ombra dell'eccessivo suocero padrone.





Ricordo Aldo, Giovanni e Giacomo quando, ai tempi d'oro di Mai dire gol - anche se, in realtà, il loro esordio televisivo passò dalle parti della Rai - riuscirono a creare una sorta di tempesta nel programma e nei telespettatori di allora, ancora privi del bombardamento che il nuovo millennio avrebbe riservato con i vari Zelig, Zelig Off, Colorado Cafè ed affini: ricordo anche la sera in cui, prima che esplodesse di fatto il loro fenomeno, andai a vederli con mio padre a teatro nel primo tour de I corti, ed uscii con le lacrime agli occhi per le risate, o quando in classe, a scuola, si finivano per citare i Sardi, Ajeje o Tafazzi, tutti personaggi rimasti nell'immaginario collettivo del pubblico di un certo tipo di produzioni di quei tempi.
Forti del successo - meritatissimo - sul piccolo schermo, per il trio si materializzò l'esordio in sala con un film che sorprese favorevolmente pubblico e critica condensando lo spirito da road movie senza pretese che stava dietro le prime opere di Salvatores ed una comicità mai volgare o sboccata, nonchè clamorosamente simile a quella che si consuma in un certo tipo di rapporto di amicizia ben rodato.
A distanza di ormai quindici anni suonati, Tre uomini e una gamba riesce a funzionare ancora grazie alla sua genuina semplicità, e nonostante le gag ormai conosciute a memoria a divertire come fosse la prima volta: dai gangsters scombinati in apertura alle vicissitudini del trio di amici nel corso del viaggio da Milano a Gallipoli passando attraverso il sogno "transilvano" e la parentesi neorealista di "Biglietto amaro" il pubblico viene come cullato dal giusto mix di risate e malinconia da sognatori che mancava alla settima arte nostrana dai tempi di Marrakech Express, che parte puntando forte sul divertimento e chiude con una nota in stile fine delle vacanze da sorriso a mezz'asta.
Senza dubbio, uno dei grandi meriti della pellicola - che i tre protagonisti co-dirigono appoggiati dall'esperto mestierante Massimo Venier - è la sua spontaneità, e l'idea di non strafare - anche a livello attoriale - presentando di fatto quelli che sono i difetti dei tre protagonisti, aiuta gli stessi a superare anche evidenti limiti di tecnica: dalla pignoleria di Giovanni - impagabili i suoi siparietti di rivalità rispetto ai bambini - alle sfighe di Giacomino - dalla colica renale in sala al faccia a faccia con il Maresciallo dei Carabinieri - fino alle estemporanee esplosioni di Aldo, tutto pare incastrarsi alla perfezione in modo che il risultato sia godibile per i più schizzinosi così come per il pubblico di più ampie vedute.
Ora, con l'estate che volge al termine, i terribili spot Wind e gli ultimi, certo non esaltanti titoli messi sul mercato dai tre comici, la malinconia per il loro esordio sul grande schermo si acuisce ancor di più, e viene da pensare che, purtroppo, anche per loro quei tempi di magico panesalamismo e capacità di arrivare al cuore del pubblico prima che alle sue risate siano ormai tramontati, e non assisteremo più a momenti illuminanti come la rapina nello stile degli ex-Presidenti, il destino di Ringhio ed il pranzo che rompe il ghiaccio tra Giacomo e Chiara con tanto di digressione sulla famigerata gamba dell'ancor più famigerato Garpez.



Peccato davvero.
Anche se, e questo è quasi un appello ai tre ex bulgari, sarò ben lieto di essere smentito.

MrFord


"Tra una botta che prendo
e una botta che dò
tra un amico che perdo
e un amico che avrò
che se cado una volta
una volta cadrò
e da terra, da lì m'alzerò
c'è che ormai che ho imparato a sognare non smetterò."
Negrita - "Ho imparato a sognare" -


24 commenti:

  1. me lo ricordo questo film, lo vidi anni fa con mio fratello che è un estimatore del trio :)

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    1. Se ti capita riguardalo, ti divertirai anche a distanza di anni!

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  2. vedo che sei proprio a corto di film da vedere se hai ripescato questo filmino sì carino, ma che può anche starsene nei palinsesti mediaset che lo ripetono un giorno sì e l'altro pure...
    e i negrita sono degni rappresentanti del pane e letame insieme al loro amigo ligabue :D

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    1. Mai a corto di film quanto te, che hai proposto robaccia inenarrabile nelle tue recensioni flash! Ahahahahah!

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  3. Credo il miglior film "derivato" da precedenti esperienze teatrali e/o televisive (altri artisti ci hanno provato ed il risultato è stato pessimo). Come del resto i due successivi ("Chiedimi se sono felice" secondo me è proprio bello). Condivido il rammarico per la parabola discendente, questi sono tre che facevano ridere parecchio.

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    1. Gae, concordo in pieno.
      E anche Chiedimi se sono felice arriverà a breve - e sì, quello è proprio bello -. :)

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  4. credo che il loro meglio lo hanno dato in tv e a teatro...al cinema non mi hanno mai convinto granchè ma questo film in confronto alle loro ultime cose è un capolavoro inarrivabile...

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    1. Bradipo, le loro ultime cose sono davvero trascurabili, ma fino a Chiedimi se sono felice sono stati decisamente al di sopra della media. Peccato.

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  5. Esagererò, ma la prova della cadrega è uno dei pezzi comici più memorabili dai tempi di Totò.

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    1. Mitica, la cadrega.
      Da milanese, poi, mi sento sempre un pò coinvolto! ;)

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  6. E vogliamo parlare di quel "Ridi Pagliaccio" che ha rischiato di far schiantare il trio sull'autostrada? XD Beh, concordo con te e provo esattamente lo stesso dispiacere se ripenso a quel che questi comici hanno saputo fare agli esordi sia per la tv che per il grande schermo. (Rezzonico the BEST ^_^) A me è piaciuto molto anche Così è la vita e non mi è dispiaciuto affatto Chiedimi se sono felice. Oltre non andiamo...il baratro.

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    1. Valentina, il trio ai tempi era davvero fenomenale, e fino a Chiedimi se sono felice si è mantenuto su livelli decisamente buoni per la commedia all'italiana, poi, purtroppo, è precipitato.
      Peccato, perchè certe trovate facevano sbellicare dal ridere.

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  7. "Luci a San Siro?...troppi ricordi..."
    ma soprattutto la maglietta di Sforza

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  8. Ma come han fatto a scadere cosi' tanto?
    Io me li ricordo ai tempi d'oro di Mai dire Gol, vabbe' che c'era il delirio di comici in quelle fortunate stagioni di inizio-meta' anni 90...

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    1. Non saprei.
      Di sicuro si sono mangiati tutto il credito che avevano guadagnato con il teatro, la tv e i primi tre film, purtroppo!

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  9. Porca miseria, che nostalgia. Erano i tempi migliori del trio, come darti torto...!
    "Ringhio... era il cane più bello del mondo!!"

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    1. Verissimo, Babol.
      Gran bei tempi ormai purtroppo solo un ricordo.

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  10. Il loro film piu' bello, senza dubbio. E senza altri commenti.
    Con Chiedimi se sono felice hanno ritrovato un po' di linfa....ma non salverete mica roba come Cosi` e' la vita o il pessimo la Leggenda di Al John e Jack?!!!!

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    1. Così è la vita ci sta. E il loro migliore per me resta Chiedimi se sono felice.
      Le schifezze vere sono arrivate di recente, come il pessimo Il cosmo sul comò!

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    2. Il cosmo sul como' e' assolutamente inclassificabile

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  11. E pensare che le battute di questo film le conosco ancora tutte a memoria!

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    1. Ti capisco alla grande. E ti dirò: è sempre "confortevole" sapere a memoria tutte le battute di un film. Fa sentire a casa. :)

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