Regia: Ringo Lam
Origine: Usa
Anno: 2003
Durata: 98'
La trama (con parole mie): Kyle LeBlanc, ingegnere americano al lavoro nella Russia profonda, è felicemente sposato con Grey, che non apprezza troppo il fatto di trovarsi da quelle parti. Una sera in cui l'uomo è in ritardo a causa del lavoro, la donna viene aggredita ed uccisa da un ladro che, grazie a una serie di non ben specificati agganci, viene assolto per mancanza di prove scatenando l'ira di Kyle, che lo uccide in pieno tribunale guadagnandosi l'ergastolo in una prigione tanto dura da ricordare quella in cui furoreggiava Boyka, mitico protagonista di Undisputed 2 e 3.
Una volta in cella, il nostro dovrà far fronte alla ovvia persecuzione da parte delle guardie, ad una serie di combattimenti all'ultimo sangue organizzati dal direttore e alla perdita della ragione e di se stesso.
Chiaramente, essendo Van Damme, tutto verrà risolto a suon di gran mazzate.
Questa volta, pur con tutta la buona volontà, anche io ho dovuto desistere.
In genere, quando si parla di action heroes come Sly e il suo labbro, Schwarzy, Bruce Willis o il qui presente e sempre mitico JCVD, tendo a considerare i film prodotti - anche i peggiori - come icone trash meritevoli almeno di quel mezzo bicchiere in più nel voto che possa giustificare l'acquisto del dvd e la reiterata visione nei momenti di necessità - di quali, siete liberi di scegliere -: nel caso di questo lavoro di Ringo Lam ho dovuto riconoscere quanto difficile possa essere, a volte, difendere questi simboli del Cinema di bassa lega come spesso e volentieri mi ritrovo a fare.
In Hell, infatti, è una pellicola clamorosamente brutta, capace di toccare vertici di involontario orrore - con risvolti comici non male, questo occorre ammetterlo - tali da farmi riconsiderare, almeno per questa volta, l'idea di prendere le parti a prescindere di ogni film con il buon vecchio Jean Claude come protagonista in quanto patrimonio storico del trash: a fare del male al lavoro di Ringo Lam - clamorosamente inutile dietro la macchina da presa - sono una sceneggiatura più ridicola del solito e l'impietoso confronto con i già citati capitoli due e tre della saga di Undisputed, che nel genere "carcere russo condito da combattimenti all'ultimo sangue tra detenuti" detiene ormai il titolo di riferimento assoluto.
Scott Adkins ed il suo Boyka schiacciano un Van Damme insolitamente sotto tono nel combattimento - quando si ha nel cast l'attore belga, non si può concepire neanche lontanamente di non fargli esibire almeno un calcio rotante - e molto solitamente "cagnesco" nella parte drammatica della recitazione, e sequenze terrificanti quali quella dell'omicidio che da inizio al calvario del nostro ed il "ritorno" della stessa moglie uccisa come fosse una falena pronta a far riflettere il marito impazzito dietro le sbarre ed ormai preda della violenza selvaggia che il carcere porta nel cuore dei suoi occupanti paiono troppo perfino per uno strenuo difensore del genere come il sottoscritto.
Come se non bastasse un personaggio del calibro di Lawrence Taylor - difensore storico dell'NFL, main eventer di un'edizione di Wrestlemania - avrebbe meritato certamente più di uno psicopatico con l'hobby di uccidere i suoi compagni di cella che inspiegabilmente si ritrova amicone chiacchierone del buon JCVD ed improvvisato "giornalista" con il desiderio segreto di essere testimone degli orrori perpetrati dal direttore della struttura e dalle guardie: ridicoli i restanti personaggi di contorno, per nulla all'altezza della carriera di uno dei simboli del Cinema da "botte da orbi" dell'era moderna.
Unica nota positiva il momento di ribellione delle diverse fazioni dei detenuti unite per fronteggiare lo sfruttamento e l'esercizio del potere dei loro controllori, che ha riportato alla mente del sottoscritto - per associazione di idee, e certo non per qualità - i racconti di Edward Bunker o lo splendido Cella 211.
Il resto è davvero poca roba che solo fan accaniti e tamarri old school come il sottoscritto riusciranno a digerire, rimpiangendo i fasti di cult come Senza esclusione di colpi, Kickboxer o il recente, sottovalutato ed autorialissimo - dico sul serio - JCVD.
Insomma, se dopo essere stati colpiti da un calcio rotante dovesse salirvi la voglia incontrollabile di guardare per la prima volta nella vostra vita un film con protagonista l'inossidabile Jean Claude, conviene che non partiate da questo.
In Hell, infatti, è una pellicola clamorosamente brutta, capace di toccare vertici di involontario orrore - con risvolti comici non male, questo occorre ammetterlo - tali da farmi riconsiderare, almeno per questa volta, l'idea di prendere le parti a prescindere di ogni film con il buon vecchio Jean Claude come protagonista in quanto patrimonio storico del trash: a fare del male al lavoro di Ringo Lam - clamorosamente inutile dietro la macchina da presa - sono una sceneggiatura più ridicola del solito e l'impietoso confronto con i già citati capitoli due e tre della saga di Undisputed, che nel genere "carcere russo condito da combattimenti all'ultimo sangue tra detenuti" detiene ormai il titolo di riferimento assoluto.
Scott Adkins ed il suo Boyka schiacciano un Van Damme insolitamente sotto tono nel combattimento - quando si ha nel cast l'attore belga, non si può concepire neanche lontanamente di non fargli esibire almeno un calcio rotante - e molto solitamente "cagnesco" nella parte drammatica della recitazione, e sequenze terrificanti quali quella dell'omicidio che da inizio al calvario del nostro ed il "ritorno" della stessa moglie uccisa come fosse una falena pronta a far riflettere il marito impazzito dietro le sbarre ed ormai preda della violenza selvaggia che il carcere porta nel cuore dei suoi occupanti paiono troppo perfino per uno strenuo difensore del genere come il sottoscritto.
Come se non bastasse un personaggio del calibro di Lawrence Taylor - difensore storico dell'NFL, main eventer di un'edizione di Wrestlemania - avrebbe meritato certamente più di uno psicopatico con l'hobby di uccidere i suoi compagni di cella che inspiegabilmente si ritrova amicone chiacchierone del buon JCVD ed improvvisato "giornalista" con il desiderio segreto di essere testimone degli orrori perpetrati dal direttore della struttura e dalle guardie: ridicoli i restanti personaggi di contorno, per nulla all'altezza della carriera di uno dei simboli del Cinema da "botte da orbi" dell'era moderna.
Unica nota positiva il momento di ribellione delle diverse fazioni dei detenuti unite per fronteggiare lo sfruttamento e l'esercizio del potere dei loro controllori, che ha riportato alla mente del sottoscritto - per associazione di idee, e certo non per qualità - i racconti di Edward Bunker o lo splendido Cella 211.
Il resto è davvero poca roba che solo fan accaniti e tamarri old school come il sottoscritto riusciranno a digerire, rimpiangendo i fasti di cult come Senza esclusione di colpi, Kickboxer o il recente, sottovalutato ed autorialissimo - dico sul serio - JCVD.
Insomma, se dopo essere stati colpiti da un calcio rotante dovesse salirvi la voglia incontrollabile di guardare per la prima volta nella vostra vita un film con protagonista l'inossidabile Jean Claude, conviene che non partiate da questo.
MrFord
"Oh well in hell, we like it well,
we think it's nice, we think it's swell!
I've fucked up so many times,
the more I think, the more I sink..."
we think it's nice, we think it's swell!
I've fucked up so many times,
the more I think, the more I sink..."
Chocking Victim - "In Hell" -
ahia! te lo posso dire? non sono d'accordo :D secondo me In Hell è uno dei migliori film della filmografia di Van Damme. è anomalo rispetto a quanto fatto. non c'è alcuna marzialità o esaltazione dei combattimenti, addirittura c'è la non violenza. van damme in pratica si spoglia di tutto quel retaggio che accumulato in anni di spaccate e calci volanti per arrivare a scontri prettamente fisici, brutali, sanguinosi e polverosi.
RispondiEliminaovvio che ci sono delle parti che definire ridicole è poco, ma credo che affrontando un film di jean claude è una cosa che si mette in conto. per me In Hell è un grande film!
Frank, posso capire il tuo punto di vista, ed è bella l'immagine del Van Damme spogliato delle sue origini di spara-calci volanti, ma le parti ridicole sono DAVVERO ridicole! ;)
EliminaAllora quel bicchiere bevilo tu per consolarti. io credo di non averne mai visto uno, di questi film, se non nelle pubblicità che passano in tv quando un qualche canale parte con tutta la rassegna di un certo attore..
RispondiEliminaElle, secondo me almeno una visione ai suoi cult anni ottanta va concessa, non fosse altro per farsi due risate e godersela: poi c'è JCVD, vero e proprio film d'autore di pochi anni fa che ancora oggi continuo a considerare non solo il miglior film con Van Damme, ma addirittura una piccola perla cinematografica.
EliminaALLELUJA ALLELUJA.....e' caduto il nanobelga;-)
RispondiEliminaScusa fratello se non vado oltre ma corro a segnare questa data sul calendario: evvai che forse sei sulla via della redenzione ah ah ah ah
Sorella, non cantare vittoria troppo presto: Van Damme non potrà mai cadere, tanto che a breve posterò un altro suo film che invece mi ha divertito un sacco, di cui è addirittura regista! :)
EliminaConcedimi questa piccola vittoria di Pirro, almeno ;)
EliminaSolo per questa volta. E molto, molto di Pirro.
Eliminaperlomeno te ne sei reso conto pure te della pochezza di questi film. hai smesso di farti di whiterussian e sei tornato sobrio? :D
RispondiEliminanon devo neanche fare la fatica di aggiungere altro...
Come ho già detto a Irriverent, la vostra è una soddisfazione effimera: tra pochi giorni posterò un altro titolo di cui il mitico JCVD sarà non solo protagonista, ma anche regista! Ahahahahahahah!
EliminaChi mi sa dire il nome di colui che interpreta il gigantesco Milo?
RispondiEliminaAnonimo, non ricordo un personaggio chiamato Milo. Sei sicuro?
EliminaCome si chiamava il gigante mascherato che compare alla fine del film e viene ucciso?
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=Lgeri0tQ4nM
RispondiEliminaEcco Milos. E' singolare aver visto il film e non ricordarsi di lui. Ti sarei grato se mi dicessi il nome dell'interprete.
Forse si chiama Milos Milicevic e potrebbe essere anche lo stesso aiuto regista del film. L'ho scoperto ora, dopo quasi un anno.
EliminaSinceramente non lo ricordo: dovrò andare a rispolverarmi il film! :)
EliminaCaro MrJamesFord, io ho visto questo film almeno 4 volte e non perchè lo ritenga un capolavoro, tutt'altro. Tuttavia riconosco a Van Damme lo sforzo di dare a certi suoi film un contenuto; che poi sia esile non importa. E credo che vi sia riuscito con la pellicola che prende il titolo dalla sue iniziali: JCVD. Non so se a suo tempo ha meritato una tua recensione. Ho scoperto il tuo blog solo da pochi giorni.
RispondiEliminaCiao
Gianluca
Ciao Gianluca, e benvenuto da queste parti! :)
EliminaSe dai un'occhiata al blog, scoprirai che io sono un grande fan di Van Damme, essendo cresciuto proprio negli anni in cui i suoi film più noti uscirono e fecero successo.
Trovo che JCVD sia il miglior film mai girato dall'attore belga, un vero e proprio titolo d'autore.
L'ho recensito nel 2010, agli inizi del blog!