Se c'è una cosa che detesto profondamente più di un film d'autore pretenzioso e radical chic è un film italiano d'autore (?) pretenzioso e radical chic.
Giusto per definire la portata di disgusto provocato in me dalla visione dell'opera prima - e spero vivamente ultima come regista - di Rocco Papaleo scomodo immediatamente il terribile paragone con Da zero a dieci, una delle produzioni italiane più imbarazzanti dell'ultimo ventennio (se si escludono, ovviamente, abomini fuori gara come i Moccia-movies o i cinepanettoni, ma quelli non vanno neppure considerati): falso buonismo, falsi attori, falsi personaggi, false pretese di semplicità a fronte di un'operazione prettamente e scandalosamente presuntuosa.
L'unico elemento salvo a questo scempio è il paesaggio lucano, semplice e bellissimo, da film di frontiera, che, a questo punto, per avere la giustizia che merita, sarebbe stato meglio apprezzato in un bel documentario in stile National geographic.
Stilisticamente non posso cancellare dalla mia mente i fastidiosissimi sottotitoli ad indicare pensieri o parole non dette dai personaggi, scandalosamente interpretati tutti da attori non lucani poco abili nel replicare accento e impostazione locali - ad eccezione dell'ottimo Paolo Briguglia, unico a salvarsi dell'intero cast -, o i titoli di coda non pervenuti - altro scandalo, perchè se gli attori protagonisti hanno un nome sulla locandina, il resto di cast e crew, per dirla all'americana, ha bisogno di quel momento dai più ignorato per vedere riconosciuto il proprio lavoro -, così come l'accozzaglia fastidiosa di personaggi finti e poco simpatici - anche se si vorrebbe il contrario -.
I quattro protagonisti, uno meno sopportabile dell'altro, impegnati in una traversata a piedi della Basilicata che vorrebbe tanto fare il Salvatores dei tempi migliori e invece pare proprio riuscire anche meno di quello dei tempi peggiori, intervallano momenti di ricerca interiore a canzoni, storie fugaci a soluzioni per la vita.
Imbarazzante, in questo senso, tutta la vicenda della Mezzogiorno e Max Gazzè, che spero ardentemente torni a fare semplicemente il musicista e basta, senza prestare volto ad un personaggio che neanche il più disperato degli attori si sarebbe arrischiato ad interpretare:
qualcuno dica a Papaleo che o si sta girando Figli di un dio minore o i personaggi muti - specie per scelta, e non per disabilità - risultano poco credibili, poco simpatici e assolutamente irritanti nel loro gesticolare assurdo.
Momenti, inoltre, quali l'esibizione canora della Mezzogiorno, il racconto su Babbo Natale e il comparire di Gazzè con il cappellino della suddetta icona delle feste hanno il potere di fare accapponare immediatamente la pelle, stimolando istinti di stampo bestiale rispetto a chi a scritto, diretto ed interpretato questa pellicola.
A poco servono i (rari) momenti di ripresa, principalmente legati alle immagini della Lucania e al personaggio interpretato da Briguglia, se non a rendere infinitesimamente meno terribile l'attesa per la sospirata conclusione, girata in una cornice falsamente surreale quanto improbabile e di gusto dubbio.
Ci sarà ancora tempo per il classico lieto fine in cui tutti sono felici e contenti, e Max Gazzè ritroverà la voglia di parlare "inguaiandosi" con la Mezzogiorno, simbolo di una nuova storia capace di dargli la forza di superare un trauma del passato.
Tutto è bene ciò che finisce bene, insomma.
Ma non troppo, come Italia e finto alternativismo vogliono.
Un film di quelli che tanto piacciono ai buonisti democratici, e che fanno tanto, ma tanto, incazzare chi ama il cinema, la vita vera e, tendenzialmente, per vivere la stessa è abituato a rimboccarsi le maniche.
Sarà contento Ligabue, che ora non è più solo in cima (o quasi, c'è sempre Martinelli) alla lista del peggio del peggio del cinema "d'autore" italiano.
Rocco, dammi retta: torna a fare Classe di ferro.
MrFord
"Avrai ragione te,
a fare come fai,
a stare con chi vince,
cambiarti le camicie."
L. Ligabue
Premesso che ho visto Da Zero a Dieci al cinema e sono rimasta in sala solo perchè c'era, se non ricordo male, una sorta di giallo e volevo sapere come andava a finire.
RispondiEliminaBasilicata Coast to Coast è stato osannato da critica e pubblico perchè?
PERCHE' LA GENTE NON SA, PORCA ZOZZA, CHE CI SONO ATTORI CHE STUDIANO UNA VITA E CHE NON RIESCONO A LAVORARE IN ITALIA PERCHE' CI SONO I FIGLI DI PAPA' COME QUELLA CESSA DELLA MEZZOGIORNO E QUELLO GNOCCO INUTILE DI GASSMAN CHE SONO IN TUTTE LE PRODUZIONI POSSIBILI ED IMMAGINABILI PERSINO QUANDO NON CONOSCONO L'ACCENTO (Gassman parla romano e la 1/2giorno napoletano).
Per fortuna, una volta ogni tanto, viene data la possibilità ad uno uscito da un'Accademia di lavorare. E oltretutto Paolo Briguglia è un figo paura.
Fuck cinema italiano del caxxo
L'ho finito di guardare ora, è devo dire che MrFord ha confermato alcune mie perplessità. A me è sembrato principalmente un grande spot alla Basilicata, che in sé non è una brutta idea, ma la storia piuttosto debole e gli attori totalmente fuori dai personaggi, hanno dato come risultato un film di bassa qualità. Io salvo la musica.
RispondiEliminaAnonimo, grazie della visita e che dire!? Concordo in pieno.
RispondiEliminaAnzi, io che sono più cattivo non salvo neppure la colonna sonora!
Fossi nell'estensore di tale gigantesca supercazzola critica, prima di produrre livorose recensioni cinematografiche cercherei di imparare a scrivere in italiano. Ma capisco che cacare sentenze senza capo né coda in rete costituisca l'ultimo baluardo contro l'invasione del cinema d'autore fintoalternativo (?).
RispondiEliminaAnche le pulci (analfabete) hanno la tosse.
Anonimo, volevo soltanto ricordarti che le pulci hanno anche due mani che reggono volentieri bottiglie pronte a menare ottimi colpi.
RispondiEliminaQuindi, se ti va, la prossima volta puoi firmarti, così almeno so chi prendo a calci nel culo fino a spedirlo fuori da casa mia.
Insieme a tutti i frustrati della sua risma, che probabilmente si fanno delle gran seghe guardando montagne di merda come questo film.
Secondo me hai esagerato un pò... per carità, i gusti sono gusti e hai tutte le ragioni di questo mondo... anche a me hanno dato fastidio i sottotitoli, le inquadrature senza gusto o occhio fotografico, le scelte azzardate, i personaggi che sembrano funzionare solo su carta... Personalmente da Papaleo mi aspettavo di meglio, forse un minimo di cura per i tagli, il montaggio (il sonoro fa pena, è quasi a livello amatoriale, si sentono stacchi e rumori ambientali che cessano da un'inquadratura all'altra) e per l'impatto visivo. Il film all'inizio mi è piaciuto, l'idea c'era e i personaggi di base anche... poi via via che le immagini andavano scorrendo cominciavo a pensare che molto probabilmente con tre reflex,una serie di obiettivi per i campi lunghi, i dialoghi e i dettagli; un microfono professionale, un dolly e qualche carrello l'avrei girato meglio io.
RispondiEliminaLa qualità è fin troppo amatoriale. Il gesticolare di Gazzè è fastidioso e poco professionale per un attore (sembrava di vedere l Bernardo di Zorro disney)
La mezzogiorno non lascia l'impronta e cambia carattere da un momento all'altro..
Insomma, l'idea c'è; c'è l'atmosfera di quel settembre piovoso e campagnolo, ci sono le musiche (male inserite con le immaggini) ci sono i personaggi, che -porca puttana- non sono per niente approfonditi e non graffiano lo schermo... Doveva essere diretto da qualcuno con più senso estetico. Da qualcuno più cinefilo, più meticoloso.
Ah... il finale mi ha fatto incazzare come una faina... abbandonato a se stesso, senza senso, in sospeso... Insomma se lo dirigeva qualcun'altro era meglio... Mi dispiace per Papaleo però, davvero, l'ho sempre visto come un diverso dall'altro cumulo di attoruncoli italiani... da Siciliano quale sono ammetto di avere un rapporto amore/odio con la mia terra, di certo sarà il nord a darmi da studiare e da guadagnare, ma il sud mi da la vita e ogni volta che passo dalle infinite campagne e dagli scorci mediterranei, non posso fare altro che pensare ad una bella panoramica perfetta e colorata, non ad una scialba telecamera a spalla tremolante e fredda... ho detto tutto.
Mirko.
Palermo (PA)
Mirko, non mi pare che tu ci sia andato tanto più leggero! ;)
RispondiEliminaConsidera che, se l'ho maltrattato un pò, è perchè non sopporto il Cinema che si spaccia per popolare e invece è espressione perfetta di elitario e finto alternativo.
E comunque, sono d'accordo anch'io sul fatto che l'avresti girato meglio tu.
Alla prossima!
appena finito di vedere ... ed è un film bellissimo ma si capisce che voi non capite un cazzo di cinema :)
RispondiEliminabartolomeo (MI)
Caro Bartolomeo,
RispondiEliminafintanto che non capire un cazzo di Cinema vorrà dire stroncare robaccia come questa, sarò ben felice di tenermi i miei Kubrick o i miei Eastwood.
Lascio a voi colti Papaleo e la sua spocchia. ;)
GRAZIE James Ford! GRAZIE!!!!!!!!!
RispondiEliminaHo guardato questo film ieri sera, mi è parso fin dai primi minuti una boiata colossale, un film fatto veramente "a cazzo di cane" (per citare il maestro Ferretti).
Eppure tutti i miei amici (e la mia ragazza! e pure la mia ex!) me ne avevano parlato benissimo.
Perplesso, mi sono letto una quindicina di recensioni su internet: tutte lo osannavano, ne tessevano le lodi, parlavano di "migliore film dell'anno"...
Non capivo il perché, veramente!
Per un attimo ho pensato di essere un pazzo alienato, di essere l'unico in Italia a trovarlo un film pessimo!
Poi finalmente ho trovato la tua recensione, finalmente qualcuno che condividesse le mie riserve (tipo sui sottotitoli, sulle inquadrature bruttissime, sui dialoghi inutili, ecc.)! Me ne felicito, perché stavo iniziando a preoccuparmi!
In fin dei conti mi pare di aver capito che il motivo principale per cui questo film è osannato da tutti sia dovuto al fatto che esso riprende i paesaggi lucani e li porta all'attenzione del grande schermo...
Molti nostri connazionali sono andati in brodo di giuggiole solo per questo motivo (cioè per il fatto stesso che la Basilicata fosse protagonista di questo film) chiudendo completamente gli occhi sugli enormi difetti cinematografici della pellicola... ma uno spot in TV per la regione Basilicata non sarebbe stato meglio? Oppure veramente un documentario del NatGeo!
Merenz, grazie a te di essere passato a leggere da queste parti.
EliminaInutile dire che concordo in pieno.
Un film bollito ed inutile che mi fa incazzare anche a distanza di anni dalla visione. ;)