Pochi personaggi hanno resistito a più di un secolo di storia mantenendo la loro attualità, in barba a vette di popolarità e cadute di stile.
Sherlock Holmes - merito, certo, del suo creatore Conan Doyle - è indubbiamente uno di questi.
Genio eclettico, ottimo atleta, ambizioso seduttore, segugio acutissimo, ma anche musicista dal dubbio talento, arrogante primadonna, eroinomane dai lati oscuri: tutto questo, e molto altro, è Holmes, portato sul grande schermo in molteplici occasioni e stili.
Guy Ritchie, fresco fresco del ritorno alle sue origini con Rockenrolla - peraltro non un granchè -, adatta lo stile "pulp" all'Inghilterra vittoriana, concentrandosi più sulle affinità di Downey Jr. con Holmes che non su Holmes stesso. Del resto l'attore americano, divenuto noto per le sue cadute, più che per i suoi trionfi, ha tutto il fascino "maledetto" e quell'arroganza da outsider che ottimamente si adattano alle caratteristiche del protagonista di Conan Doyle, nonostante un'atleticità sicuramente superiore ed un compagno - il fido Watson - che nell'immaginario collettivo è ben lontano dal medico militare, nonchè combattente provetto, Jude Law.
Inoltre, a scapito della tensione e del suo crescendo, occorre dire che tutta la pellicola odora di operazione di marketing, nonchè progetto pensato per un sequel già annunciato dalla Warner.
Un pò una ruffianata, insomma.
Ma tutto sommato, fra rituali satanici - che ricordano Piramide di paura, pur se in minore - e scazzottate vecchio stile, lo humour prende il sopravvento e il canovaccio della sceneggiatura regge, portando al risultato di un vero e autentico prodotto di solo intrattenimento, comunque e certamente di ottima fattura.
Ritchie non si prende troppo sul serio, e così anche i suoi protagonisti, che paiono divertirsi e, di certo, divertono il pubblico, che ha decretato il successo della pellicola probabilmente anche anticipando i tempi di produzione della nuova pellicola, annunciata per il prossimo anno.
Se, poi, all'ironia si aggiunge che al botteghino ha letteralmente mandato al tappeto i vari cinepanettoni, ha tutta la mia stima.
Che dire!? Non siamo di fronte a "La vita privata di Sherlock Holmes" di Wilder - che resta, a mio parere, il miglior film mai realizzato dedicato al detective -, ma di sicuro si tratta un prodotto onesto, divertente, ricco di sequenze d'azione ben confezionate, e pur se prevedibile, ottimo per passarsi un paio d'ore senza pensare che il cinema d'intrattenimento abbia perso del tutto il suo fascino.
Questo, sempre aspettando che Holmes (e Ritchie) sfoderino il loro diretto migliore.
"I soon got out of that, my spirits never failing
I landed on the quay, just as the ship was sailing."
MrFord
Elementare Watson!
RispondiEliminaA me è piaciuto molto,anche se ovviamente non è cinema d'essai,anzi PROPRIO PERCHE' non è cinema d'essai XD
RispondiEliminaInteressante e divertente, questo è indubbio. E Downey Junior spacca.
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