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domenica 29 marzo 2015

Get shorty

Regia: Barry Sonnenfield
Origine: USA
Anno: 1995
Durata: 105'




La trama (con parole mie): Chili Palmer, addetto al recupero crediti delle famiglie mafiose di Miami in rotta con uno dei suoi boss, viene spedito prima a Las Vegas e dunque a Los Angeles per mettere le mani su un fuggitivo che deve all'Organizzazione dei soldi e proprio per le strade di L. A. decide di scrivere la parola fine al suo rapporto con la malavita ed iniziare una nuova carriera in ambito cinematografico, spinto dalla sua passione per il grande schermo.
Entrato in contatto casualmente con il produttore Harry Zimm, Chili farà del suo meglio affinchè la vicenda che l'ha visto - e lo vede - protagonista possa diventare una sceneggiatura in grado di essere la base di un film pronto a lasciare il segno.
Ma riuscirà l'ex gorilla della mala a sopravvivere alla vera e propria giungla del mondo dello spettacolo?








Esistono titoli clamorosamente figli dell'epoca in cui tu stesso sei cresciuto, considerati piccoli o grandi cult, o consacrati come successi, o fallimenti colossali, che arrivano ad essere protagonisti degli schermi anche di chi con il Cinema c'entra poco o nulla, conquistando fette di pubblico - anche profondamente occasionale - inconcebili sulla carta che, per una qualche strana ragione, finiamo per mancare inesorabilmente.
Nel mio caso, Get Shorty è uno degli esempi più lampanti di questo tipo di fenomenologia: diretto dal Barry Sonnenfeld di Men in black e costruito a partire da un romanzo di Elmore Leonard - vecchia conoscenza del Saloon e fordiano ad honorem, tra racconti western, l'ispirazione per Justified e molto altro -, questo film a tratti pacchiano e decisamente divertente e godibile cavalcò, ai tempi, l'onda del successo clamoroso e planetario di Pulp fiction, ripescando un John Travolta rilanciato proprio da Tarantino grazie ad un personaggio che fin dalle prime battute promette di rimanere nel cuore di chi ne seguirà le gesta per parecchio tempo.
Senza dubbio questa commedia nera pronta a bersagliare l'apparentemente dorato mondo dello spettacolo hollywoodiano in maniera molto più incisiva del recente vincitore dell'Oscar come miglior film Birdman - e non starò qui a menarla sul fatto che il lavoro di Inarritu sia stato clamorosamente sopravvalutato - ha connotati profondamente derivativi e legati esclusivamente ai tempi della sua uscita, è un wannabe pulp senza dubbio edulcorato e più incentrato sulla parte grottesca del genere, che non sulla violenza vera e propria, non può ambire a ridefinire uno standard o a segnare la Storia della settima arte, eppure funziona, avvince e diverte ancora, sfruttando senza dubbio le atmosfere da noir assolato in pieno stile Chandler - un pò come avrebbe fatto di lì a poco Il grande Lebowski - ed un'ironia di fondo gustosa e di pancia.
Interessante, inoltre, osservare quelli che allora erano attori in piena rampa di lancio - o rilancio - come John Travolta e Rene Russo, vecchi leoni pronti a dare sostegno al progetto - Delroy Lindo e Gene Hackman - e caratteristi certo ancora non consci della carriera che li avrebbe attesi in seguito - James Gandolfini - muoversi in un contesto in bilico tra il violento - anche non soltanto in termini fisici - ed il ridicolo, in grado di strappare ben più di una risata ma anche di indurre riflessioni neppure troppo banali sulla Natura umana quando il successo - che si parli di crimine o di spettacolo, poco importa - bussa alla nostra porta e snocciola le sue dorate promesse.
Non tutte le ciambelle riescono con il buco - si veda la sottotrama dedicata ai trafficanti colombiani, accantonata troppo in fretta ed in maniera sbrigativa -, ed il film è ben lontano dall'essere perfetto - le opere che in qualche modo rimangono prigioniere del loro tempo non lo sono mai -, eppure ammetto di essere stato più che felice di aver dedicato una serata a questo recupero, e che il fatto di averlo a disposizione per un'altra visione senza troppi pensieri legata al genere "ludico-investigativo" - dal già citato Il grande Lebowski a Kiss Kiss Bang Bang, passando per Sette psicopatici e il recente Vizio di forma - non può che farmi sentire non solo bene in quanto spettatore, ma anche come scombinato e caotico attore della grande commedia umana.




MrFord



"Kick 'em when they're up, kick 'em when they're down
kick 'em when they're up, kick 'em when they're down
kick 'em when they're up, kick 'em when they're down
kick 'em when they're up, kick 'em all around."
Booker T and the MG's - "Can't be still" - 




lunedì 23 marzo 2015

The Drop - Chi è senza colpa

Regia: Michael R. Roskam
Origine: USA
Anno: 2014
Durata: 106'




La trama (con parole mie): Bob Saginowski è un solitario e timido barman che da anni lavora fianco a fianco con il cugino Marv nel locale una volta di proprietà dello stesso Marv, da anni passato in mano alla mala cecena, sempre pronta ad amministrare i passaggi di denaro legati alle scommesse.
Quando una rapina che pare improvvisata provoca un ammanco di cinquemila dollari ed i boss chiedono conto degli stessi a Marv e Bob, la tranquilla monotonia dei due è sconvolta: e mentre Marv rivela i suoi scheletri nell'armadio, Bob, grazie al ritrovamento di un cucciolo di pitbull picchiato selvaggiamente, stringe un legame con Nadia, senza sapere che un suo ex nonchè padrone del cucciolo, l'instabile Eric Deeds, è disposto a prenderlo di mira spingendolo al limite, ed anche oltre.
Quando i nodi verranno al pettine la notte del Superbowl cosa accadrà ai due gestori del piccolo bar?








Sarebbe davvero una gran cosa se film come The Drop - e caliamo un velo pietoso sull'orrido titolo italiano Chi è senza colpa - uscissero ogni settimana: prodotti tosti, solidi, di pancia, pane e salame come piacciono al sottoscritto, ben scritti ed interpretati, pronti a trasportare lo spettatore in un mondo che, di colpo, pare quasi diventare il suo: del resto, nonostante l'esportazione in terra statunitense non sempre porti bene ai registi promettenti approdati alla corte di Hollywood da ogni parte del mondo, avrei dovuto sospettare che Michael R. Roskam, già autore dell'ottimo Rundskop, non avrebbe fallito, specie se supportato da uno script firmato Dennis Lehane - che molti di voi conosceranno per cose come Gone baby gone o Mystic river - e da un'interpretazione come sempre notevole di Tom Hardy, che passa dall'apparenza minacciosa cui ci ha abituati in passato ad una dimensione quasi dimessa, e dall'accento profondamente inglese di Locke ad uno slang americano invidiabile.
The Drop è un classico film di genere che pesca a piene mani dall'immaginario noir metropolitano, che non inventa nulla di nuovo - sarebbe esagerato definirlo un cult, o un filmone, nonostante mi senta di sostenerlo e mi sia davvero piaciuto dal primo all'ultimo minuto - ma che porta sullo schermo passione e voglia di raccontare, una tensione per dosata - e decisamente notevole in almeno un paio di sequenze - e soprattutto una storia che non fa sconti, legata alla bassa manovalanza del crimine ed ai losers di un mondo che vede giungere in cima alla catena alimentare solo pochi predatori.
In questo senso, è interessante notare i diversi atteggiamenti di Marv e Bob, ex piccoli criminali finiti il primo a rimpiangere i vecchi tempi della propria "grandezza" ed il secondo a tenere un profilo così basso da rischiare di scomparire anche di fronte alle angherie di un bullo senza arte nè parte - ed è stata una piacevole sorpresa ritrovare nella parte dell'irritante ed inquietante Deeds Matthias Shoenaerts, protagonista del già citato Rundskop e dello splendido Un sapore di ruggine e ossa -: il climax della parte finale, che vede i due main charachters tornare in una certa misura al passato, mantiene sul filo quel tanto che basta per ricordare quanto il genere abbia ancora da dare al pubblico, e nel caso di The Drop, quanto a volte un lavoro onesto e solido possa a visione conclusa lasciare sensazioni più forti e ricordi di titoli blasonati ed autoriali privi dello stesso spessore.
Ma il lavoro del regista belga non si limita a raccontare una fosca vicenda criminale: il legame tra Bob e Nadia, mostrato per sottrazione, sottovoce come i suoi protagonisti, evita i clichè della classica storia d'amore e mostra un aspetto profondo e per nulla scontato del corteggiamento e dell'avvicinarsi di due persone abituate ad essere estremamente selvatiche e refrattarie al mondo esterno.
I passi compiuti dai personaggi interpretati da Hardy e Noomi Rapace, simili a quelli che ci permettono di conquistare l'amore e la fiducia di un animale, risultano così credibili da non rendere fastidiosa neppure una chiusura che ha decisamente il sapore della concessione alla grande distribuzione, e che in condizioni normali avrebbe causato uno scivolone dell'intera pellicola proprio al suo apice.
A conti fatti, dunque, e nonostante certo non si tratti di un titolo pronto a raccontare la storia di una vittoria, quanto più di un pareggio risicato, la scommessa di The Drop, da queste parti, è senza dubbio vinta.
E un brindisi all'operato di Roskam e Lehane ci sta come il bicchiere della staffa in un bar fumoso della periferia.



MrFord



"This man so humble, this man so brave.
a legend to many, he fought to his grave.
saved family and friends from the hardship and horror, 
in a land of depression he gave hope for tomorrow."
Dropkick Murphys - "Boys on the docks" - 




giovedì 15 maggio 2014

Thursday's child


La trama (con parole mie): il rinnovamento grafico della rubrica settimanale tenuta dal sottoscritto e dal pusillanime Cannibal Kid sta diventando una sorta di Godot, eppure, come improbabili eroi, si continua stoicamente a raccontare delle uscite che ci attendono in sala sperando che prima o poi il suddetto rinnovamento si verifichi davvero.
Nel frattempo, non sperate che qualcosa di davvero importante sia in cantiere per quanto riguarda le proposte dei distributori: ormai trovare qualcosa di davvero interessante pare una sfida più ardua della mia di sopportare il Cucciolo Eroico e le sue bislacche posizioni cinematografiche.

Ford in visita a Casale.
Solo gli amanti sopravvivono

Cannibal dice: Delusionissima. Già visto e recensito (http://pensiericannibali.blogspot.it/2014/03/only-lovers-left-alive-twilight-secondo.html), l’ultimo vampiresco film di Jim Jarmusch affoga in un mare non di sangue, ma solo di noia, quindi Ford probabilmente lo adorerà…
Ford dice: Jarmusch mi ha regalato grandi perle, in passato. Ho come l'impressione, però, che questo Solo gli amanti sopravvivono non entrerà nel club. Me lo sono conservato in attesa dell'uscita italiana, quindi aspettatevi a brevissimo la recensione fordiana.

"Dopo la rassegna dedicata a Von Trier, ho deciso di farla finita."
Godzilla

Cannibal dice: God, save us from Godzilla. And from Mr. Ford. Io di solito odio i film di mostri, i film catastrofici e i film tutti effetti speciali. Questo sembra fare 3 su 3. Nonostante la regia di Gareth Edwards del valido Monsters, è probabile che odierò pure il nuovo ennesimo Godzilla quasi quanto odio il mio blogger rivale.
Ford dice: in un periodo decisamente avaro di uscite, questo Godzilla firmato da Gareth Edwards potrebbe rappresentare una valida visione da neuroni spenti o una potenziale sorpresa, dato che c'è già chi lo ha definito "il Batman Begins dei monster movies". Staremo a vedere. Nel frattempo spero sempre che un mostro gigante passi dalle parti di Casale Monferrato.

L'urlo di Ford terrorizza anche il Monferrato.
Grace di Monaco

Cannibal dice: La vita di Grace di Monaco dev’essere stata interessante. Questo film probabilmente no. Spero solo che sia almeno un filino meglio del recente pessimo biopic su Diana. O dell’imminente pellicola sulla Principessa Ford di Lodi.
Ford dice: probabilmente salterò senza ritegno questo biopic da Katniss Kid almeno quanto avevo finito per ignorare quello su Diana. I lustrini e i belletti li lascio volentieri al mio pusillanime rivale.

"Crepa d'invidia per il mio outfit, Katniss Kid!"
Ghost Movie 2 – Questa volta è guerra

Cannibal dice: Il primo episodio me l’ero visto, d’altra non ce la faccio a resistere ai film parodia così come Ford non riesce a resistere al wrestling, ed era davvero terrificante (http://pensiericannibali.blogspot.it/2013/04/ghost-movie-paranormal-parody.html). Riuscirò a resistere almeno a sorbirmi pure questo che cercherà di essere persino peggiore? E quando ci sarà una nuova guerra bloggare tra me e il blogger rivale?
Ford dice: ho sempre detestato i film parodia quasi quanto le proposte da radical del mio rivale, dunque sarò felice di lasciare a Peppa Kid questa decisamente poco esaltante visione per ridacchiare con i suoi amichetti mentre io vedrò di recuperare film da grandi.

Katniss Kid al termine dell'ennesima visione di Nymphomaniac.
Non dico altro

Cannibal dice: Perché in Italia continuano a spostare le uscite dei film di una settimana o due? Comunque pure questo già visto e già recensito (http://pensiericannibali.blogspot.it/2014/05/non-dico-altro.html).
Ford dice: ma che è, una presa per il culo!? La distribuzione è impazzita. Comunque, nel frattempo è uscita anche la mia recensione - http://whiterussiancinema.blogspot.it/2014/05/enough-said-non-dico-altro.html -.

"La rubrica delle uscite di Ford e Cannibal si rinnova graficamente? Ma non raccontatene!"

Più buio di mezzanotte

Cannibal dice: Promettente film di un esordiente italiano che sarà presentato alla chicchissima Semaine de la Critique al Festival di Cannes appena partito. Riuscirà finalmente a fare un po’ di luce nel buio più buio di mezzanotte del cinema nostrano?
Ford dice: più buio di mezzanotte pare essere il presente del Cinema italiano, e anche il suo futuro. Onestamente, non nutro particolari aspettative su questo film, ma potrei anche essere smentito. E spero per la settima arte nostrana che possa essere così.

"Ti svelo un segreto: Cannibal è una fighetta!"
La moglie del sarto

Cannibal dice: Se Maria Grazia Cucinotta è una brava attrice, MrJamesFord è un giovane promettente blogger cinematografico.
Ford dice: Maria Grazia Cucinotta attrice. È un pò come dire Cannibal Kid wrestler.

"Se tu sei un'attrice, io sono un grande capitano: parola di Schettino."
Pinuccio Lovero – Yes I Can

Cannibal dice: Questo film racconta la storia di un becchino, ma qui mi sa che siamo più dalle parti della vita di MrFord che non da quelle di Six Feet Under.
Ford dice: Ogni settimana rimango stupito da quante proposte assolutamente inutili finiscono per occupare quell'una o due sale nella penisola. Piuttosto che farle uscire, produrrei un film girato da Cannibal.

Ecco dove finisce il Cinema italiano. Con il culo per terra.
Padre vostro

Cannibal dice: Padre Vostro è una pellicola croata a tematica religiosa. Ecco finalmente trovata una cosa che ha meno appeal di una puntata di Amici di Maria de Filippi con ospite Mr. Ford!
Ford dice: già di norma reggo poco la roba a tematica religiosa, figuriamoci una pellicola che pare giunta in diretta dalla serie b croata! Piuttosto, dopo aver prodotto un film girato da Cannibal, me lo guardo anche!

"Mi benedica, Padre, perchè ho peccato: ho letto tutto Pensieri cannibali in un giorno." "Mi dispiace, figliolo: per questo non c'è perdono."

St@lker

Cannibal dice: Quando il cinema italiano si occupa di argomenti di @ttu@lità, di solito è come quando Ford cerca di cimentarsi con un film di Lars von Trier. Un disastro annunciato.
Ford dice: purtroppo non si tratta della storia di Von Trier e Kirsten Dunst, bensì di un maldestro tentativo del Cinema italiano di coprirsi ancor più di ridicolo. Temo ci sia riuscito, purtroppo.

"Peggio di Lars Von Trier!? Questa sì che è bella!"
Sogni di gloria

Cannibal dice: Miliardesimo film italiano in uscita questa settimana che fa sogni di gloria, ma finirà per trasformarsi in un incubo. Per noi poveri spettatori.
Ford dice: L'argomento della prossima Blog War con protagonisti il sottoscritto e il Cannibale sarà il Cinema italiano. E noi due insieme contro di Lui.

 
"Non prendete in giro Ford: abbiate rispetto per i più anziani!"

lunedì 12 maggio 2014

Enough said - Non dico altro

Regia: Nicole Holofcener
Origine: USA
Anno: 2013
Durata: 93'





La trama (con parole mie): Eva è una donna di mezza età divorziata ormai da dieci anni, con una figlia sul punto di lasciare casa per affrontare l'esperienza del college ed una vita scandita dal lavoro di massaggiatrice. Quando, ad una festa, conosce Albert, i due scoprono di avere molte cose in comune, dall'imminente partenza delle figlie al matrimonio fallito alle spalle: passo dopo passo, il loro rapporto comincia a funzionare, e ne nasce una storia che potrebbe significare un nuovo inizio per entrambi.
Quando, però, Eva scopre di avere tra le sue clienti l'ex moglie di Albert, comincia ad associare i racconti denigratori della donna al suo rapporto con lui, finendo per minare lo stesso alla base: riuscirà il legame a resistere agli echi del passato e ai difetti che ognuno si porta dietro in un rapporto di coppia?









Impegnarsi in una storia a lungo termine non è affatto una cosa da poco: occorre considerare di mettere sul piatto i propri difetti ed avere la pazienza di mescolarli con quelli dell'altra persona dal momento in cui il primo periodo, fatto di sesso, divertimento e sole cose positive lasci il posto ad una quotidianità che deve riuscire a rendere parte dei sentimenti che si provano anche gli aspetti che si detestano del proprio partner.
Per anni ho sempre avuto il terrore di questo tipo di confronti, e ricordo bene quando, ai tempi del liceo, vedevo i miei amici cominciare a scambiarsi regali con le fidanzate per il primo mese insieme ed io cercavo in tutti i modi di far naufragare le mie "relazioni" - se così si possono chiamare, a quell'età - prima che si arrivasse alla fatidica data, evitandomi cose imbarazzanti come i suddetti regali o un'uscita a due nel mondo esterno che non avevo affatto voglia di affrontare.
In questo senso, con l'età si tende sempre a crescere ed affrontare le cose in modo molto diverso, eppure non cambia la fatica - parlando a partire dal suo senso positivo, si intenda - che costa mantenere una relazione anche e soprattutto in barba a quelli che sono i difetti, le manie, i punti deboli che ognuno si porta dentro e che, come il Santo Bevitore della leggenda, per quanto possano chiedere perdono, difficilmente spariranno per sempre dalla nostra Natura.
Enough said, che avevo colpevolmente snobbato all'uscita in sala un paio di settimane or sono considerandolo, sulla carta, la più banale e già vista tra le proposte indie in stile Sundance, racconta con grande sincerità, ironia ed onestà emotiva ed intellettuale proprio questo aspetto delle relazioni tra "adulti", ammettendo che tutti noi si possa essere considerati tali quando di mezzo ci si mettono le affinità, il sesso o il cuore.
Nicole Holofcener, sfruttando una delle ultime interpretazioni di James Gandolfini ed un'ottima Julia Louis-Dreyfus, racconta in pieno stile Drinking buddies le vicende di due cinquantenni con alle spalle un matrimonio fallito alle prese con l'inizio e forse la fine di una relazione che potrebbe significare per entrambi un nuovo inizio, a partire dalle stimolanti ed eccitanti prime uscite - grazie alle quali il brivido rispetto a quello che potrebbe accadere non pare essere diverso da quello delle figlie adolescenti dei due, alle prese con i primi turbamenti sessuali - fino ai difetti e alle manie personali che escono passo dopo passo mettendo alla prova qualsiasi relazione, dalla più collaudata a quella destinata a fallire presto e volentieri: qualche anno fa, in occasione di uno di quei pranzi di famiglia che volentieri cercherei di evitare, conobbi i genitori ultraottantenni del compagno di una delle zie di Julez, che affermarono senza mezzi termini che il segreto di un rapporto pronto a durare una vita è basato principalmente sulla capacità di sopportarsi e perdonarsi a vicenda, prima ancora che sull'amore - comunque si voglia mettere quest'ultimo -.
Ora, nessuno avrà mai la verità assoluta in tasca, eppure ho sempre pensato che parte del fascino di una storia importante fosse l'attrattiva che principalmente i difetti - fisici o non - riescono ad esercitare, alimentando la curiosità o stimolando il confronto, anche quando lo stesso finisce per non essere propriamente positivo: l'importante è che, alla base di tutto, resti la volontà di costruire qualcosa, senza darlo per scontato o arrendersi, o sabotarlo più o meno indirettamente come Eva nel corso della pellicola o io stesso ai tempi delle superiori: per il resto, nessuno svelerà mai questo grande mistero con un colpo di genio o una trovata naif, ma è un piacere incrociare il cammino, a volte, di opere che riescono a toccare cuore, pancia e cervello come questa.
Enough said è stato come un'uscita cui non avrei dato un soldo bucato - o al massimo concesso le speranze della scopata di una notte - e che, al contrario, si è rivelata la base giusta per iniziare una storia.
Come poi andrà a finire la stessa, a nessuno è dato di saperlo.
Ma è bello e confortante pensare che sarà quella che sarà, con tutti i suoi pregi e, perchè no, tutti i suoi difetti.




MrFord




"I like the color of your hair,
I think we make a handsome pair.
I can only see my love growing
I like the way this is going."
Eels - "I like the way this is going." -




giovedì 1 maggio 2014

Thursday's child


La trama (con parole mie): la rubrica più lenta del mondo a cambiare look, grafica e composizione, redatta come di consueto dai due scellerati che siamo io e il Cannibale, torna per festeggiare il Primo Maggio con le uscite dell'ennesima settimana poco esaltante in sala.
A questo giro, però, almeno un film pare essere di quelli da segnare sul calendario e tra le possibili sorprese della stagione: speriamo, dunque, che il suddetto a sorpresa non si riveli una robetta da Peppa Kid e che confermi tutte le aspettative della viglia.

"Quelli sono Ford e il Cucciolo Eroico!? Sono anche più mostruosi di quanto si dice in giro!"
Locke

Cannibal dice: Non so perché, ma ho l’impressione che questo potrebbe essere il nuovo Drive. Magari non sarà bello quanto quello, però questo film, acclamato all’ultimo Festival di Venezia, rischia di essere una delle visioni più affascinanti dell’anno. A meno che non sbandi su pericolosi sentieri fordiani…
Ford dice: probabilmente l'unico film interessante di questo periodo molto, molto moscio. Speriamo solo che non si riveli la solita cannibalata da poco e viaggi, al contrario, con il pedale dell'acceleratore ben premuto in direzione Saloon.

"Piuttosto che far guidare Ford un minuto, ne guido io ottantaquattro!"
Non dico altro

Cannibal dice: Film che ho visto da poco e… non dico altro. Non fino alla mia recensione in arrivo nei prossimi giorni, almeno. E anche Ford farebbe meglio a non dire altro. Anzi, lui non dovrebbe proprio dire niente. Mai.
Ford dice: film che non ho visto, ma del quale non ho voglia di dire troppo. O vedere. Dunque passo la palla al mio quasi rivale.

"Katniss Kid, i tuoi aperitivi da fighetto indie ci piacciono più dei beceri happy hours di Ford!"
Brick Mansions

Cannibal dice: Ultima occasione per vedere su grande schermo il compianto Paul Walker, se si esclude qualche breve momento previsto in Fast & Furious 7, si tratta di un remake del francese Banlieue 13. Sono tentato di recuperarmi l’originale prima di vedere questo, anche se il rischio di trovarmi in una doppia razione di action fordesco mi spaventa più di un giro nelle banlieue.
Ford dice: Banlieue 13, film che ha ispirato l'ultimo lavoro del povero Paul Walker, non mi piacque neanche un po’. Dunque difficilmente darò una possibilità al suo remake, se non per ricordare il fu protagonista di Fast&Furious.

"Vedi di tenere le mani bene in vista, e soprattutto di non visitare Pensieri Cannibali!"
Tracks – Attraverso il deserto

Cannibal dice: Mia Wasikowska secondo me è una delle migliori giovani attrici in circolazione nel mondo, oggi come oggi, ma allo stesso tempo è una che nello scegliere i film da interpretare ne sbaglia più di quanti ne azzecca. E questa fordianissima avventura tra i deserti australiani rischia seriamente di essere tra le sue mosse meno azzeccate in assoluto.
Ford dice: sulla carta, questa robetta in stile the nel deserto - australiano - mi dice poco o niente, ma sarà la Wasikowska, sarà la terra down under - da sempre nel cuore del sottoscritto -, ho decisamente voglia di vederlo.

"Piuttosto che far guidare Ford, mi faccio migliaia di chilometri a dorso di cammello nel deserto."
Il mondo fino in fondo

Cannibal dice: Opera prima nonché on the road movie italiano che promette abbastanza bene, almeno rispetto agli standard delle solite proposte nostrane. Certo, poi è tutto da vedere se avrò il coraggio di andare fino in fondo e guardarlo.
Ford dice: le proposte italiane, di norma, mi spaventano non poco. Questa in particolare, ha il merito - almeno sulla carta - di spaventarmi un po’ meno. Ma non è affatto detto che questo significhi avere a che fare con una sorpresa piacevole.

"Ma il Cinema italiano è davvero messo male quanto Cannibal Kid!?"
Il venditore di medicine

Cannibal dice: Altra pellicola italiana potenzialmente intessante, questa pellicola sul sistema medico nostrano rischia nei fatti di trasformarsi nella solita ennesima occasione mancata. Marco Travaglio come giornalista mi piace, ma come attore? Mi sa che rischia di fare la stessa figura barbina di MrFord improvvisato chitarrista ad Amici di Maria de Filippi…
Ford dice: Travaglio, nonostante a livello giornalistico non si possa discutere, mi è sempre stato incredibilmente sul cazzo, tanto da solleticare la voglia di bottigliate del sottoscritto al solo vederlo comparire in tv. Il desiderio di vederlo sul grande schermo è, dunque, più o meno lo stesso di schiaffarmi una rassegna dedicata all'amicizia che lega Von Trier al Cannibale.

"Che tristezza. Sto messo peggio di Peppa Kid!"
Un fidanzato per mia moglie

Cannibal dice: Se i due film precedenti rischiano (forse) di non essere troppo male, questa terza proposta italica della settimana non corre certo questo rischio. Il nuovo film con Luca e Paolo, che ormai hanno stufato quasi più di Fabio De Luigi e Mr. Ford, e pure dei due Papi insieme, puzza di ciofeca lontano un miglio.
Ford dice: Luca e Paolo, una volta, erano anche divertenti. Una volta.

"Brindiamo al Cinema italiano di qualità. Quello che non c'è più."
Nut Job – Operazione noccioline

Cannibal dice: Operazione bambinata fordiana in corso. Il pubblico adulto può anche saltarla.
Ford dice: non avrei dato due lire a questo film d'animazione, temendo un nuovo Peabody&Mr. Sherman. Guardando i cartoni animati con il Fordino ed incrociandone il trailer, però, un po’ di curiosità mi è salita. Staremo a vedere.

"Quello è il Cucciolo Eroico!? Per la miseria, quanto è brutto!"

sabato 22 giugno 2013

James Gandolfini (1961 - 2013)

So Long, Mr. Soprano.


MrFord


"Anthony, vai a vedere chi è."
"Sto mangiando."
"Sì, ma dovrai imparare a mangiare senza denti se non vai subito a vedere chi ha suonato."
Tony Soprano a suo figlio Anthony Junior, I Soprano.


giovedì 20 dicembre 2012

Pelham 1 2 3 - Ostaggi in metropolitana

Regia: Tony Scott
Origine: USA
Anno: 2009
Durata: 106'




La trama (con parole mie): Walter Garber è un pezzo grosso del Dipartimento dei trasporti di New York indagato e momentaneamente degradato allo smistamento treni almeno fino al chiarimento della sua posizione rispetto ad una presunta tangente incassata durante un viaggio di lavoro in Giappone.
Ryder è un ex galeotto che ha intenzione di organizzare un complesso diversivo di stampo terroristico per giostrare un colpo in borsa.
Insieme ad una manciata di uomini e ad un ex conducente dai trascorsi criminali quest'ultimo prende possesso della vettura di testa del Pelham 123, uno dei treni che Garber sta gestendo, finendo per assegnare proprio a quest'ultimo lo sgradito compito di negoziare per le vite degli ostaggi.
Inizia in questo modo una lotta a distanza tra due uomini a loro modo disperati che avrà come spettatori la polizia, una squadra di negoziazione ed il Sindaco di New York.





Soltanto qualche anno fa, nel pieno del mio periodo buio da "solo Cinema d'autore", non avrei mai creduto che un giorno avrei pronunciato questa frase: io, a Tony Scott, voglio bene.
Certo, l'opera del minore - e più sfortunato - di due dei fratelli più noti della settima arte riesce sempre ad essere ridondante, videoclippara, tamarra, oltre misura, eppure a suo modo incredibilmente genuina e coinvolgente, a tratti quasi profonda, nonostante la matrice completamente action che la guida.
Pelham 1 2 3 è stato per anni ignorato senza troppi problemi dal sottoscritto, giudicato a scatola chiusa come troppo brutto perfino per il vecchio Tony nonostante la presenza di un cast di tutto rispetto - John Travolta, John Turturro, James Gandolfini e soprattutto Denzellone nostro Washington -, recuperato quasi per caso a seguito di un paio di recensioni decisamente positive ed un passaggio casuale in tv - per una delle pochissime serate spese guardando un film in programmazione sul piccolo schermo - e decisamente sorprendente, considerate le aspettative che mi ero riservato di mantenere in proposito.
Il confronto a distanza tra uno spiritato Travolta nel ruolo del terrorista - o presunto tale - ed un Denzel versione sedentaria eppure in grado di mantenere ben alta la tensione funziona alla grandissima soprattutto nella prima parte della pellicola, quando più che dell'evoluzione della storia la sceneggiatura di Brian Helgeland - una penna da non sottovalutare, se si pensa a L.A. Confidential o Mystic river - si concentra sull'esplorazione del passato dei due avversari e sul loro background sfruttando dialoghi ben congeniati ed un twist che regala al già citato e sempre mitico Mr. Washington l'occasione di sfoderare tutto il suo talento di attore - il racconto sulla verità a proposito della presunta tangente per la quale si ritrova declassato ed indagato -: il climax che conduce alla conclusione, invece, sacrifica qualcosa - e anche di più - allo spettacolo di grana grossa, e nonostante un paio di sequenze automobilistiche di tutto rispetto e la consueta dose di sparatorie finisce per rientrare in standard comuni per il genere, tagliando di fatto le gambe all'effetto "voto molto più alto di quanto avrei mai creduto" maturato nel corso della prima ora di pellicola.
Da un lato, forse, è giusto che sia così, ma dall'altro resta un pò di rammarico per un film che partiva da molto in basso e che è stato in grado, almeno in parte, di rivelarsi come un intrattenimento di ottimo livello, soprattutto rispetto alle riflessioni che le motivazioni di Ryder e Garber muovono nell'audience: in tempi di crisi come questi, in cui tutto pare sotto il controllo di pochi uomini - spesso non all'altezza - è interessante il dilemma morale che porta il primo tra i due antagonisti sulla via senza ritorno del crimine - portato avanti con una decisione insolita per un prodotto a grande diffusione come questo - ed il secondo a rischiare di pagare decisamente troppo per un errore legato al futuro della sua famiglia.
E se, con il passare dei minuti, il personaggio di Travolta appare sempre più discutibile e perso nellle complicazioni della sua situazione, quello di super Denzel invece manifesta una complessità decisamente interessante - e non è da meno, pur se relegato ad un ruolo marginale, anche il sindaco cui presta volto Gandolfini - che lo avvicina - e molto - al cosiddetto uomo della strada che vorrebbe semplicemente vivere al meglio la sua vita, permettere alla famiglia di fare altrettanto e che, a fronte di momenti non facili, finisce per essere sempre e comunque mosso da un senso del dovere spiccato.
Considerato, dunque, che partivo dal presupposto di vedermi esplodere tra le mani una schifezza atomica come Taken 2, non posso che applaudire Tony Scott ed il suo ennesimo, sguaiato, godibilissimo prodotto: ce ne fossero di più, di "intrattenitori" della sua pasta.
Così, quasi fosse un omaggio, come l'ho detto, lo ripeto.
Muchas gracias, Tony.
Con tutte le tue esplosioni, il montaggio frenetico, i colori saturi, l'action con risvolti insolitamente pensanti, ti voglio bene.


MrFord


"I've listened to preachers
I've listened to fools
I've watched all the dropouts
who make their own rules
one person conditioned to rule and control
the media sells it and you live the role
mental wounds still screaming
driving me insane
I’m going off the rails on a crazy train
I'm going off the rails on a crazy train."
Ozzy Osbourne - "Crazy train" -


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