Fin dai primi tempi dell'apertura del Saloon, una delle cose più interessanti oltre al confronto con gli altri blogger ed i titoli emersi proprio grazie al popolo della rete, è risultata per il sottoscritto senza dubbio la "pesca" degli stessi, in particolar modo quelli ancora privi di una data di distribuzione in Italia: di norma ogni settimana, spesso senza neppure sapere, almeno inizialmente, di cosa si tratti, cerco di recuperare tutto quello che è stato sottotitolato e che, con ogni probabilità - specie se si tratta di produzioni lontane dal concetto di blockbuster o di autori molto noti -, non vedranno mai la luce nelle nostre sale.
Uno dei titoli in questo senso approcciati più di recente è stato questo Imperium, che aveva finito per colpirmi sia per l'argomento trattato - l'infiltrazione degli agenti federali nelle organizzazioni criminali è sempre un ambito interessante, per il sottoscritto - sia per un ruolo tutto sommato inedito portato in scena dall'ex Harry Potter - e dubito, purtroppo, per nulla aiutato anche dal fisico, che potrà mai scrollarsi di dosso questo pesante fardello - Daniel Radcliffe, pronto ad interpretare la talpa all'interno delle organizzazioni operanti nel sicuramente inquietante mondo dei gruppi inneggianti alla supremazia bianca.
Ovviamente non siamo certo di fronte al nuovo Donnie Brasco - in fase di scrittura si ha l'impressione che tutto sia troppo facile, ed è chiaro che, nonostante Radcliffe, Toni Colette ed un paio di nomi riconoscibili soprattutto dagli amanti del piccolo schermo, non si tratti di chissà quale produzione altisonante -, la vicenda è abbastanza lineare e telefonata - si capisce fin dalla sua prima apparizione chi sarà il "vero cattivo", anche se la chiusura lampo dell'indagine non giova alla tensione accumulata nella prima parte della pellicola - e l'impressione, nonostante sia tutto ispirato da fatti realmente accaduti, è che per il protagonista Nate sia davvero tanto, troppo facile infiltrarsi arrivando subito a piacere ai pezzi grossi senza per questo incontrare nessuna reale difficoltà, eppure la visione di questo Imperium scorre come deve scorrere ed intrattiene come deve intrattenere, suscitando a tratti anche una certa inquietudine a proposito di come devono sentirsi gli agenti che finiscono a ricoprire incarichi di questo genere, sottoposti ad un carico di tensione costante, al rischio per la propria incolumità ed all'influenza che la loro nuova "famiglia" potrebbe avere su di loro - e torno a citare Donnie Brasco, un vero e proprio caposaldo del genere -.
Da questo punto di vista è molto interessante il confronto finale tra Toni Colette e Daniel Radcliffe che giustifica la scelta dell'ufficiale in comando di optare per uno o per l'altro agente a seconda di quelle che sono le caratteristiche del gruppo e delle persone controllate e spiate: in questo senso, sfruttare un ex vittima di bullismo che possa, nonostante il QI molto alto ed un grande raziocinio, per empatizzare con molti estremisti rifugiatisi nello stesso estremismo proprio perchè vittime a loro volta è quantomeno interessante, e probabilmente, in mano a sceneggiatori ed un regista di altra caratura, in grado di confezionare prodotti di spessore ben superiore a quello di Imperium.
Ma poco importa: quello che conta è aver affrontato una visione a suo modo onesta e convincente, tesa e serrata il giusto, e pronta a fornire gli elementi base per una buona serata senza troppe pretese, ma non priva di spunti di riflessione.
Considerate quelle che sono le capacità effettive del fu Harry Potter, direi che è stata quasi una piccola magia.
MrFord