lunedì 2 ottobre 2017

Barry Seal - Una storia americana (Doug Liman, USA, 2017, 115')





C'è sempre stato qualcosa, nel ghigno piacione di Tom Cruise, che a prescindere dalle sue vicissitudini e follie personali ha reso l'attore come uno dei favoriti del sottoscritto, grazie anche alle scelte che l'hanno portato dal Cinema mainstream a quello autoriale, dalla profondità all'azione - senza controfigure -, dalla commedia al dramma, divenendo negli ultimi trent'anni un vero e proprio Peter Pan di Hollywood - sfido chiunque ad arrivare a superare i cinquanta nello stato di forma del buon Tommasino -.
Dunque, ad ogni nuova uscita che vede il suo nome sul cartellone, l'hype del sottoscritto sale inevitabilmente, a prescindere dal fatto che possa trattarsi di un lavoro di cassetta senza grosse pretese - come il recente La mummia - o un potenziale cult: questo Barry Seal - Una storia americana, come al solito pessimo adattamento dell'originale American Made, uscito, occorre dirlo, abbastanza in sordina, aveva dalla sua una serie di argomenti da sempre ben accolti qui al Saloon, dalla guasconeria alla storia vera ambientata nel mondo del crimine e della droga, fino all'ascesa dell'outsider che conduce inesorabilmente lo stesso alla caduta.
Del resto, il "personaggio" di Barry Seal era passato, nel corso degli ultimi anni, attraverso diverse produzioni grazie al suo legame con il ben più famoso Pablo Escobar, da The infiltrator a Narcos, e la sua vicenda era nota alle cronache, quantomeno per chi ha approfondito le questioni legate agli affari che tra gli anni ottanta e novanta legarono Colombia e Stati Uniti in modo particolare.
Peccato che, nonostante la presenza del mitico Tom, di una colonna sonora azzeccata, di un buon ritmo e di una vicenda che suona particolarmente nelle mie corde, Barry Seal risulti essere come tantissimi altri film che il genere abbia prodotto negli anni, da Blow a Scarface - senza fare ovviamente paragoni con quest'ultimo - passando per cose più romanzesche come Le belve.
Nulla di nuovo sotto il sole, dunque, sia dal punto di vista dell'impatto che tecnico, o di narrazione, dalle valigie piene di soldi all'escalation che porta l'uomo della strada a scoprire i piaceri del crimine per poi ritrovarsi tra le mani la patata bollente che lo stesso porta in dote, dovendo scegliere - e spesso, in questi casi, le scelte sono sempre sbagliate - tra una ritirata strategica e meno remunerativa ed una permanenza lucrativa quanto ovviamente rischiosa.
Interessante il cast, buono il montaggio, eppure qualcosa manca all'intera proposta, davvero priva della personalità necessaria per rimanere impressa soprattutto al pubblico di appassionati di crime che in questi casi risulta particolarmente esigente: si guarda, ce la si gode, si colgono oppure no citazioni legate ad altre pellicole e serie che hanno portato sullo schermo questo tipo di storie vere, ma il giorno successivo alla visione tutto pare scemare come i ricordi confusi di una serata di eccessi.
Un pò come Barry Seal, che sarà stato un pilota fenomenale, ma che con il passaggio da squalo dell'aria a squalo tra squali, non mi pare abbia guadagnato più di tanto: e non parlo di denaro.




MrFord




 

4 commenti:

  1. Forduccio chette devo dì, vorrà dire che me lo guarderò tanto per passare un po' di tempo xD

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  2. Se non ha esaltato nemmeno un fan come te, vuol dire che il buon Tom (che stranamente pure io considero uno dei miei favoriti) questa volta ha proprio top-pato. :)

    Anzi, a pensarci bene, se non ha esaltato te ci sono buone possibilità che finalmente sia tornato a volare in alto!

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    1. Toppato non direi, più che altro è un film uguale a molti altri, nonostante Tom. ;)

      Ad ogni modo, se ti esalti per questo e ti fermi alla prima di Narcos ti mando Pablito a Casale! ;)

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