Regia: Brian Helgeland
Origine: UK, Francia, USA
Anno: 2015
Durata: 132'
Durata: 132'
La trama (con parole mie): siamo a Londra, nel pieno degli anni sessanta. I gemelli Kray, Reggie e Ronnie, cresciuti nelle periferie della City e saliti alla ribalta nel mondo criminale, aspirano a dominare la città il primo con eleganza, locali lussuosi e grandi movimenti di persone e denaro, il secondo con la disequilibrata follia che lo caratterizza. Entrambi, però, hanno una formazione da veri e propri combattenti, pronti a menare le mani e sporcarsele pur di raggiungere i loro obiettivi: l'ascesa e l'acquisizione di un potere sempre maggiore - anche rispetto agli organi costituiti - e la ricchezza non cambieranno, però, la loro anima di ragazzi di strada, e la fascinazione che il crimine continuerà ad avere nonostante le promesse che Reggie in particolare continua a fare alla giovane moglie Frances.
Senza dubbio il Cinema, in termini di ispirazione e fascino, soprattutto a partire dagli anni settanta, ha finito per pescare dal mondo del crimine e dalle sue storie tanto quanto il Teatro ha fatto nel corso dei secoli dalla Tragedia classica: dalla saga de Il padrino a C'era una volta in America, passando per gli Scarface e i Carlito di DePalma e l'analisi della criminalità organizzata di Scorsese, intere generazioni di spettatori sono state - nel bene e nel male, occorre ammetterlo - attratte e formate dalle vicende di grandi nomi del crimine reali o create ad hoc per la fiction - non ultimo, il già cult Pablo Escobar di Narcos, per citare anche il piccolo schermo -.
Legend, prodotto made in England al cento per cento uscito qualche mese fa in sala Oltremanica e dalle nostre parti soltanto ora - del resto, della nostrana distribuzione ormai non mi stupisco più -, si concentra sulle vicende che videro, a cavallo degli anni cinquanta e sessanta, la scena criminale londinese dominata dai gemelli Kray, Reggie e Rod, cresciuti nei bassifondi e divenuti con il fascino e la forza punti di riferimento dell'universo fuorilegge della capitale inglese: per la prima volta rappresentati dallo stesso attore - non è, infatti, questo, il primo biopic dedicato ai due turbolenti fratelli -, un gigantesco Tom Hardy, che non solo regala al pubblico tutte le sfumature del cockney ma anche due mimiche e fisicità decisamente differenti tra loro, i Krays divengono sequenza dopo sequenza il fulcro di una narrazione serrata ed avvincente, pronta a mostrare gli alti ed i bassi - entrambi inevitabili - di una "carriera" come quella dei suoi protagonisti decisamente potente e ben ricostruita ed appassionante da seguire, che si conosca la storia vera dei due boss oppure no.
A prescindere, comunque, dalle vicende narrate, la pellicola andrebbe gustata principalmente per il fascino della ricostruzione e degli accenti - del resto molti dei comprimari sono attori british consumati - ed il lavoro straordinario di quello che, senza dubbio, è uno degli interpreti più interessanti e poliedrici della "mia" - in termini anagrafici - generazione di attori, il già citato Tom Hardy: dopo essere passato dal Cinema d'autore a quello mainstream, dal Bronson di Refn al Max di Fury Road ed aver regalato di recente un'altra ottima interpretazione in The Revenant, quello che solo qualche anno fa appariva come la spalla di DiCaprio in Inception conferma le sue straordinarie doti, affiancandosi proprio al buon Leo e a Michael Fassbender come riferimento attuale per quanto riguarda le interpretazioni maschili.
Archiviati, però, i complimenti al suo protagonista e la presa di coscienza del fatto che si tratti di un prodotto solido e tosto, per il resto Legend presta il fianco alla critica più pesante che si possa muovere ad un prodotto figlio di un filone responsabile di alcuni dei più grandi cult dell'ultimo trentennio: di fatto, esistono decine e decine di film simili a Legend altrettanto ben fatti, ed in termini di impatto emotivo non corre poi così tanta differenza tra questo ed altri prodotti a loro modo convenzionali come i recenti Black Mass e The Iceman.
Storie di crimini e di criminali destinate inevitabilmente ad inghiottire non solo i loro protagonisti, ma anche chi finisce per amarli - splendida la parte legata alla moglie di Reggie -, come buchi neri che, in cambio di potere, denaro e gloria chiedono tributi di sangue ed un destino che si rivela sempre e comunque amaro: in questo senso, non mi chiedo più il perchè di scelte come quelle dello stesso Reggie, dei gemelli Kray, di chiunque abbia percorso quella strada ed abbia deciso, anche quando poteva mollare tutto e vivere in pace e con il culo coperto in qualche paradiso tropicale senza alzare più un dito per tutto il resto della vita, di continuare a combattere, a lottare, ad essere protagonista di una storia che non avrebbe mai potuto avere un lieto fine.
In fondo, chi vive per l'esperienza e per il brivido del viaggio difficilmente riuscirà mai davvero a posare la valigia.
A prescindere da quello che la stessa possa contenere.
MrFord
"There are time when I feel I'm afraid for the world
there are times I'm ashamed of us all
when you're floating on all the emotion you feel
and reflecting the good and the bad."
Iron Maiden - "Blood brothers" -
A prescindere, comunque, dalle vicende narrate, la pellicola andrebbe gustata principalmente per il fascino della ricostruzione e degli accenti - del resto molti dei comprimari sono attori british consumati - ed il lavoro straordinario di quello che, senza dubbio, è uno degli interpreti più interessanti e poliedrici della "mia" - in termini anagrafici - generazione di attori, il già citato Tom Hardy: dopo essere passato dal Cinema d'autore a quello mainstream, dal Bronson di Refn al Max di Fury Road ed aver regalato di recente un'altra ottima interpretazione in The Revenant, quello che solo qualche anno fa appariva come la spalla di DiCaprio in Inception conferma le sue straordinarie doti, affiancandosi proprio al buon Leo e a Michael Fassbender come riferimento attuale per quanto riguarda le interpretazioni maschili.
Archiviati, però, i complimenti al suo protagonista e la presa di coscienza del fatto che si tratti di un prodotto solido e tosto, per il resto Legend presta il fianco alla critica più pesante che si possa muovere ad un prodotto figlio di un filone responsabile di alcuni dei più grandi cult dell'ultimo trentennio: di fatto, esistono decine e decine di film simili a Legend altrettanto ben fatti, ed in termini di impatto emotivo non corre poi così tanta differenza tra questo ed altri prodotti a loro modo convenzionali come i recenti Black Mass e The Iceman.
Storie di crimini e di criminali destinate inevitabilmente ad inghiottire non solo i loro protagonisti, ma anche chi finisce per amarli - splendida la parte legata alla moglie di Reggie -, come buchi neri che, in cambio di potere, denaro e gloria chiedono tributi di sangue ed un destino che si rivela sempre e comunque amaro: in questo senso, non mi chiedo più il perchè di scelte come quelle dello stesso Reggie, dei gemelli Kray, di chiunque abbia percorso quella strada ed abbia deciso, anche quando poteva mollare tutto e vivere in pace e con il culo coperto in qualche paradiso tropicale senza alzare più un dito per tutto il resto della vita, di continuare a combattere, a lottare, ad essere protagonista di una storia che non avrebbe mai potuto avere un lieto fine.
In fondo, chi vive per l'esperienza e per il brivido del viaggio difficilmente riuscirà mai davvero a posare la valigia.
A prescindere da quello che la stessa possa contenere.
MrFord
"There are time when I feel I'm afraid for the world
there are times I'm ashamed of us all
when you're floating on all the emotion you feel
and reflecting the good and the bad."
Iron Maiden - "Blood brothers" -
Forse non sarà un capolavoro, ma lo voglio vedere, la trama mi intriga ^_^
RispondiEliminaPiù che per la trama, va visto per Hardy. :)
EliminaHardy è un attore coi controcaxxi. Ps: sono stata educata hihihihihi :D
EliminaPuoi dirlo forte.
EliminaEd essere anche meno educata! :)
Hardy gran mattatore, del film - che tra l'altro non era di un genere che gradisco chissà quanto - mi importava l'indispensabile. :)
RispondiEliminaHardy strepitoso, ma del resto, ormai questo è un dato di fatto.
EliminaMa sì, niente di particolarmente nuovo ma l'interpretazione di Hardy vale da sola la visione del film.
RispondiElimina;)
Questo è sacrosanto: un film che va visto solo ed esclusivamente per il lavoro del suo protagonista.
Eliminaun unica voce, HARDY OTTIMO film già visto... :-)
RispondiEliminaE da qui non si scappa. ;)
EliminaDovevo andare ieri sera, ma a causa di un equivoco è saltata la proiezione. Che iella :P
RispondiEliminaCerca di recuperarlo, soprattutto per Tom Hardy, che sfodera davvero una grande interpretazione doppia.
EliminaFilm non troppo originale, ma di certo più divertente e piacevole di Black Mass e The Iceman.
RispondiEliminaAnche io me lo sono gustato soprattutto per la sua britannicità. Strano lo abbia fatto pure un wannabe yankee come te. :)
Senza dubbio più divertente degli altri due, ma altrettanto poco originale.
EliminaPer il resto, ogni tanto ho qualche rigurgito british anch'io. ;)
Non sembra male, e comunque si tratta sempre di un film con uno degli attori più talentuosi in circolazione.
RispondiEliminaQuindi si potrebbe recuperare.
Va recuperato assolutamente, più che altro per godersi il lavoro di Hardy.
EliminaUn Hardy grandioso in un film, ahimé, davvero banale. Sei stato fin troppo generoso a mio parere :)
RispondiEliminaBeh, il voto è tutto merito di Hardy e della cornice. ;)
Eliminavisto nel cinema tamarrissimo martedì, quindi doppiato, e oltre a noi tre in sala c'erano altre due persone, del resto era un film troppo intellettuale per il pubblico abituale di quella sala...
RispondiEliminaNon so come sia in v.o. magari era pure peggio, ma la voce di Ronnie era un dito al culo.
E il film nel complesso un po' meh, nonostante Hardy che, che te lo dico a fare, è l'unico motivo per cui si può guardare il film.
Doppiato non riesco neppure ad immaginarmelo: comunque, film così così con un Hardy davvero in spolvero.
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