Produzione: ABC
Origine: USA
Anno: 2004
Anno: 2004
Episodi: 25
La trama (con parole mie): il volo Oceanic 815, diretto da Sidney a Los Angeles, perde la rotta nel pieno del Pacifico e precipita su una misteriosa isola in una posizione imprecisata. I sopravvissuti si ritrovano a dover lottare non soltanto con la loro nuova condizione di esuli, ma anche con minacce apparentemente inspiegabili che paiono in qualche modo avere avuto un ruolo nel loro stesso passato, come se il presente di "naufraghi" fosse il culmine di un Destino già definito.
Così il medico Jack Shepard, i criminali Kate Austen e James "Sawyer" Ford, il milionario infelice Hugo "Hurley" Reyes, il musicista Charley Pace, la coppia in crisi dei Kwon, la giovane in dolce attesa Claire Littleton, l'ex soldato Sayid Jarrah ed il paraplegico ritornato miracolosamente a camminare John Locke divengono i protagonisti di un'avventura che cambierà per sempre le loro esistenze. E non solo.
Ricordo benissimo il periodo in cui approcciai per la prima volta Lost.
Era il maggio del duemilasei, in Italia era già diventata un fenomeno la prima stagione e negli States si avviava alla conclusione la seconda, ancora non mi allenavo, avevo un solo tatuaggio e vedevo la storia che mi aveva accompagnato stare per essere sgretolata da un desiderio di libertà totale ed incondizionata che fino a quel momento avevo vissuto segretamente, come una seconda vita.
Fu un mio collega - l'equivalente di Jack della quotidianità lavorativa - a passarmi i dvd, affermando che mi sarebbe piaciuta: ricordo che rimasi colpito dalla grande tecnica e dal taglio cinematografico del pilota, dai misteri di un'isola che, ancora non lo sapevo, avrebbe in qualche modo segnato la mia esistenza, ma che seguii per le prime puntate con un certo distacco.
Fu Confidence man, il primo episodio dedicato a Sawyer, a cambiare le carte in tavola: vedere quello che sarebbe diventato non solo il mio alter ego per i lostiani che mi frequentavano allora - "Sei proprio stronzo come Sawyer", mi fu detto da una fanciulla all'epoca - ma uno dei personaggi che più avrei amato nella Storia del piccolo e grande schermo fare carte false e subire addirittura una tortura soltanto per il gusto di essere il primo a rubare un bacio alla "bella e maledetta" Kate, prendendosi perfino colpe non sue, fu una vera svolta.
Da quel momento, Lost divenne una droga, una Fede - come direbbe l'indimenticabile John Locke -, qualcosa che, come il Destino pronto a legare i suoi protagonisti, definì alcuni degli anni migliori, più intensi e divertenti della mia vita, cui ancora oggi guardo con una certa malinconia e struggimento: decidere di rivedere l'intera serie una stagione all'anno come se fosse uscita una seconda volta era una vera e propria scommessa, ma per celebrare i dieci anni dalla prima messa in onda negli States qui in casa Ford non abbiamo saputo resistere, memori delle schermaglie che fecero non solo Sawyer del sottoscritto, ma Ana Lucia di Julez.
E la seconda visione è stata magica ed intensa almeno quanto la prima: osservare l'intera storia dei sopravvissuti dell'Oceanic 815 dopo aver assistito al termine delle loro avventure - tanto controverso tra i fan e rispetto alla critica - non solo ha portato alla luce una progettualità incredibile degli sceneggiatori - perfino nei piccoli particolari insignificanti l'impressione è che fosse tutto chiaro fin dal pilota, per Abrams e soci - ma ha finito per ridare lustro a sentimenti mai davvero sopiti per il cast of charachters più incredibile, azzeccato e clamorosamente perfetto mai pensato per un serial televisivo.
Del resto, come fu Twin Peaks un decennio prima e come sarà Breaking bad quasi un decennio dopo, Lost rappresenta senza ombra di dubbio un prodotto inarrivabile, rivoluzionario, magico anche nei suoi momenti peggiori: momenti che, di fatto, non riguardano la prima stagione, una delle più riuscite non solo di questa serie, ma del panorama della televisione in toto, dal già citato pilota alle puntate dedicate ai singoli personaggi, dal ritrovamento della famigerata botola alla morte di Boone, dalla partenza della zattera - forse il momento più commovente, che ha stretto il cuore dei Ford anche a distanza di tanto tempo - fino al climax del season finale, che probabilmente se avessi visto in contemporanea con la prima messa in onda avrebbe causato uno scompenso nel sottoscritto in attesa della visione della season two - ricordo che, invece, ebbi giusto il tempo della parentesi meravigliosa del viaggio a Barcellona in solitaria prima di tornare sull'isola, all'epoca -.
Non troppo tempo fa, parlando di questa nuova avventura con uno dei compagni di viaggio dell'epoca che si è dichiarato incapace di affrontare una volta ancora le vicissitudini dei superstiti dell'incidente aereo più importante della tv, ha finito per rimanermi impressa una sua frase: "Lost è una religione".
Ed è vero.
Con tutte le sue luci e le sue ombre, Lost ha, come nessun'altra serie, cambiato il mio modo di guardare al piccolo schermo, assotigliando la distanza che lo separava dal grande, legandosi a doppio filo non solo alla mia vita di spettatore, ma all'esistenza reale, di tutti i giorni.
Dal "sorriso all'arancia" di Locke ai soprannomi inventati da Sawyer, dagli orsi polari alla Black Rock, dal confronto tra Fede e Scienza dello stesso Locke e Jack, dal "walking the line" di Charlie al rigore di Sayid, dai rapporti pronti ad evolversi di Sun e Jin e Michael e Walt, c'è tutta la magia della vita e el Destino, del karma e dei significati che persone apparentemente estranee e lontane da noi possono assumere in particolari momenti della nostra vita, diventandone di fatto i protagonisti.
Questa è stata la magia di Lost.
Lo è ancora, e lo sarà per sempre.
Tutti sono protagonisti.
Tutti siamo protagonisti.
Perchè il Destino non fa sconti, e ha ben chiari i suoi numeri.
E noi possiamo solo giocarli al nostro meglio, sperando di non aver preso in mano il biglietto sbagliato.
Era il maggio del duemilasei, in Italia era già diventata un fenomeno la prima stagione e negli States si avviava alla conclusione la seconda, ancora non mi allenavo, avevo un solo tatuaggio e vedevo la storia che mi aveva accompagnato stare per essere sgretolata da un desiderio di libertà totale ed incondizionata che fino a quel momento avevo vissuto segretamente, come una seconda vita.
Fu un mio collega - l'equivalente di Jack della quotidianità lavorativa - a passarmi i dvd, affermando che mi sarebbe piaciuta: ricordo che rimasi colpito dalla grande tecnica e dal taglio cinematografico del pilota, dai misteri di un'isola che, ancora non lo sapevo, avrebbe in qualche modo segnato la mia esistenza, ma che seguii per le prime puntate con un certo distacco.
Fu Confidence man, il primo episodio dedicato a Sawyer, a cambiare le carte in tavola: vedere quello che sarebbe diventato non solo il mio alter ego per i lostiani che mi frequentavano allora - "Sei proprio stronzo come Sawyer", mi fu detto da una fanciulla all'epoca - ma uno dei personaggi che più avrei amato nella Storia del piccolo e grande schermo fare carte false e subire addirittura una tortura soltanto per il gusto di essere il primo a rubare un bacio alla "bella e maledetta" Kate, prendendosi perfino colpe non sue, fu una vera svolta.
Da quel momento, Lost divenne una droga, una Fede - come direbbe l'indimenticabile John Locke -, qualcosa che, come il Destino pronto a legare i suoi protagonisti, definì alcuni degli anni migliori, più intensi e divertenti della mia vita, cui ancora oggi guardo con una certa malinconia e struggimento: decidere di rivedere l'intera serie una stagione all'anno come se fosse uscita una seconda volta era una vera e propria scommessa, ma per celebrare i dieci anni dalla prima messa in onda negli States qui in casa Ford non abbiamo saputo resistere, memori delle schermaglie che fecero non solo Sawyer del sottoscritto, ma Ana Lucia di Julez.
E la seconda visione è stata magica ed intensa almeno quanto la prima: osservare l'intera storia dei sopravvissuti dell'Oceanic 815 dopo aver assistito al termine delle loro avventure - tanto controverso tra i fan e rispetto alla critica - non solo ha portato alla luce una progettualità incredibile degli sceneggiatori - perfino nei piccoli particolari insignificanti l'impressione è che fosse tutto chiaro fin dal pilota, per Abrams e soci - ma ha finito per ridare lustro a sentimenti mai davvero sopiti per il cast of charachters più incredibile, azzeccato e clamorosamente perfetto mai pensato per un serial televisivo.
Del resto, come fu Twin Peaks un decennio prima e come sarà Breaking bad quasi un decennio dopo, Lost rappresenta senza ombra di dubbio un prodotto inarrivabile, rivoluzionario, magico anche nei suoi momenti peggiori: momenti che, di fatto, non riguardano la prima stagione, una delle più riuscite non solo di questa serie, ma del panorama della televisione in toto, dal già citato pilota alle puntate dedicate ai singoli personaggi, dal ritrovamento della famigerata botola alla morte di Boone, dalla partenza della zattera - forse il momento più commovente, che ha stretto il cuore dei Ford anche a distanza di tanto tempo - fino al climax del season finale, che probabilmente se avessi visto in contemporanea con la prima messa in onda avrebbe causato uno scompenso nel sottoscritto in attesa della visione della season two - ricordo che, invece, ebbi giusto il tempo della parentesi meravigliosa del viaggio a Barcellona in solitaria prima di tornare sull'isola, all'epoca -.
Non troppo tempo fa, parlando di questa nuova avventura con uno dei compagni di viaggio dell'epoca che si è dichiarato incapace di affrontare una volta ancora le vicissitudini dei superstiti dell'incidente aereo più importante della tv, ha finito per rimanermi impressa una sua frase: "Lost è una religione".
Ed è vero.
Con tutte le sue luci e le sue ombre, Lost ha, come nessun'altra serie, cambiato il mio modo di guardare al piccolo schermo, assotigliando la distanza che lo separava dal grande, legandosi a doppio filo non solo alla mia vita di spettatore, ma all'esistenza reale, di tutti i giorni.
Dal "sorriso all'arancia" di Locke ai soprannomi inventati da Sawyer, dagli orsi polari alla Black Rock, dal confronto tra Fede e Scienza dello stesso Locke e Jack, dal "walking the line" di Charlie al rigore di Sayid, dai rapporti pronti ad evolversi di Sun e Jin e Michael e Walt, c'è tutta la magia della vita e el Destino, del karma e dei significati che persone apparentemente estranee e lontane da noi possono assumere in particolari momenti della nostra vita, diventandone di fatto i protagonisti.
Questa è stata la magia di Lost.
Lo è ancora, e lo sarà per sempre.
Tutti sono protagonisti.
Tutti siamo protagonisti.
Perchè il Destino non fa sconti, e ha ben chiari i suoi numeri.
E noi possiamo solo giocarli al nostro meglio, sperando di non aver preso in mano il biglietto sbagliato.
MrFord
"Just a castaway
an island lost at sea
another lonely day
with no one here but me
more loneliness
than any man could bear
rescue me before I fall into despair."
an island lost at sea
another lonely day
with no one here but me
more loneliness
than any man could bear
rescue me before I fall into despair."
The Police - "Message in a bottle" -
condivido, le stesse sensazioni le ho guardando twin peaks, vera e propria rivoluzione nella mia vita di adolescente, presto lo riprenderò, e pensare che nel 2016 ritornerà sono felicissima, comunque, nel caso di lost mi è piaciuto parecchio, e mi è entrato nel cuore già nella terza stagione, mi piacerebbe ripescarlo lo ammetto soprattutto per festeggiare i 10 anni dalla messa in onda americana ^_^
RispondiEliminaTornare sull'isola è stata un'esperienza mitica quasi quanto la prima volta. Così come lo era stato tornare a Twin Peaks.
EliminaAdesso dico un'eresia: non ho ancora visto Lost...
RispondiEliminaE cosa stai aspettando!? ;)
EliminaNon l'ho guardato neppure io,non ci siamo messi all'inizio e poi sapendo già che finiva esattamente come pensavamo finisse dopo aver visto la prima puntata,ci è passata la voglia di recuperarlo.Però è vero che a volte è il viaggio che conta,e non la destinazione... come per breaking bad,potremmo rivalutare l'idea...
RispondiEliminaNon aver visto Lost e BB è un vero e proprio delitto. ;)
EliminaIo per anni l'ho snobbato (le serie tv le ho scoperte da relativamente poco) ma, quando mi passarono i dvd della prima stagione, capii cosa mi era perso. Lost è stato un viaggio doloroso e difficile, ma comunque un grande viaggio.
RispondiEliminaOff-topic... comunque, già che lo scrivi, mi vien da pensare che non ho ancora atto il tatuaggio che mi ero promesso...
Un grandissimo viaggio. E come tutti i viaggi ha avuto i suoi momenti migliori e peggiori.
EliminaSe penso ai tatuaggi, direi che dai tempi della prima visione dell'isola di strada ne ho fatta proprio parecchia! ;)
Io ho recuperato tutta la serie Lost solo quest'anno. La prima stagione mi piacque ma non quanto la seconda e la terza. Resta comunque una stagione fondamentale questa perché ci presenta meticolosamente tutti i personaggi di questo fantastico viaggio...
RispondiEliminaLa seconda e la terza sono ancora più incredibili, è vero. E non vedo l'ora di potermele rivedere di nuovo.
EliminaE dici bene: un fantastico viaggio.
il primo "lost" (diciamo le prime tre/quattro stagioni) fu qualcosa di epocale. poi si è perso, come tante (ma non tutte) le serie che decidono di andare ad oltranza
RispondiEliminaIl vero male per Lost fu lo sciopero degli sceneggiatori che influenzò negativamente gli eventi innescati dalla quarta stagione in poi.
EliminaMa a questo prodotto fantastico io perdono tutto.
vabbè, è finito a cazzo dai
EliminaIo ho trovato il finale giusto. Senza contare che, a prescindere da quale sarebbe stato, sarebbe stato criticato comunque. ;)
EliminaGrandissima serie, una delle migliori di sempre è vero. tuttavia col passare degli anni -e dopo altre serie tv- non posso che abbassarle un po' il giudizio -soprattutto in fase di scrittura- perché secondo me nelle ultime stagioni sono andati -gli sceneggiatori- un po' alla cazzo di cane...
RispondiEliminaE invece, Fratello, rivedendola pare chiarissimo fin dal principio l'intento degli autori. Comunque, con tutte le sue imperfezioni, per me resta una delle tre serie più importanti di sempre.
EliminaTwin Peaks (come dice la parola...) un picco, Breaking Bad un altro, Lost la desolante vallata di incapacità di scrittura e di immaginario che si estende nel mezzo.
RispondiEliminaNo dai, di scrittura -dalla 4 stagione in poi- te l'appoggio anche ma di immaginario Lost è una vera fucina di idee..
Eliminadipende quali sono le aspettative. a me gli accrocchi metafisici razionalisti fanno cagare, anche se le "trovate" sono tante come i colori dei coriandoli restano sempre molto, molto evanescenti e prevedibili
EliminaEmmegì, gli accrocchi e la scrittura non limpida è presente anche in Twin Peaks, perfino più che in Lost. In questo senso, tra le tre l'unica tecnicamente perfetta è BB.
EliminaMa non è questo il punto: come per Locke con l'isola, Lost è una questione di Fede. O si crede in Lost, oppure no.
E io ci credo eccome.
Twin Peaks è una serie che apre porte sul Nero e l'Oscuro, rivista oggi ha certo una ritmica della sua epoca ma, pur avendo dovuto allungare il brodo, non perde ispirazione, umorismo e concentrazione. Lost butta lì una serie di cose che non vengono mai sviluppate, è didascalico nel voler esibire tutto pensando che tutto si possa spiegare, ma poi non spiega e continua a buttar legna sul fuoco. I personaggi sono bidimensionali, anche la parte "ignota" è fondamentalmente contenuta in un approccio razionalista (il meccanicismo materialista causa-effetto, il destino e la casualità come disegno concreto delle esistenze...). Per me, tempo lost.
EliminaIo sono un grande fan dell'esperienza, quindi per me Lost è una delle regine, in questo campo.
EliminaEd essendo un sawyeriano, poco mi importa di elucubrazioni varie: voglio godere di emozioni forti, e in questo senso l'isola non ha quasi avuto rivali sul piccolo schermo.
io ho visto la prima serie e mi era piaciuta.
RispondiEliminapoi ho cambiato un po vita e sono successe delle cose e non l'ho piu seguito.
vorrei rimediare in futuro
Devi rimediare. Un'esperienza come questa non ha eguali sul piccolo schermo.
Eliminaoh, finalmente whiterussian segnala una serie nuova!
RispondiEliminaah, non siamo più nel 2004?
allora, ho sbagliato commento.
con tutti i viaggi nel tempo che ci sono nella serie devo essermi confuso...
Con tutti i viaggi nel tempo, potevi passare direttamente al 2020 e criticare il finale, dato che le prime tre stagioni sono piaciute parecchio anche a te! ;)
EliminaOddio, che nostalgia!! Ogni tanto penso che dovrei riguardare tutta la serie ma il problema è che ho a malapena il tempo di seguire quelle nuove... XD
RispondiEliminaTi capisco, ma ti assicuro che rivedere questa prima stagione è stato intenso quasi quanto la prima volta.
EliminaSi vede quando scrivi di qualcosa che ti appassiona o ti ha appassionato... Si sente in pancia!
RispondiEliminaLost è stato un po' anche mio, il trombamico dell'epoca veniva a vederlo a casa mia, e la speranza di qualcosa di ufficiale è durata fino alla fine di tutte le stagioni!
Per chi riesce a viverlo in un certo modo, Lost è un'esperienza che lascia il segno. Senza alcun dubbio. :)
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