martedì 7 ottobre 2014

Maps to the stars

Regia: David Cronenberg
Origine: Canada, USA, Germania, Francia
Anno: 2014
Durata: 111'




La trama (con parole mie): Havana è una matura attrice figlia d'arte che vorrebbe esorcizzare i fantasmi di sua madre interpretandola in un film che dovrebbe rilanciarne la carriera; Jerome un giovane aspirante attore e sceneggiatore pronto a sbarcare il lunario come autista di limo; i Weiss una famiglia dilaniata dagli effetti della loro posizione e del mondo dorato di Hollywood in bilico tra i fantasmi del passato ed i desideri mai espressi ad alta voce dei genitori così come dei figli.
Quando le loro storie si intrecceranno ed i nodi verranno al pettine, il successo e tutto quello che comporta chiederanno un conto che segnerà per sempre le esistenze di ognuno di loro, alcune in modo inesorabile, altre soltanto come fossero ferite superficiali.
Chi sopravviverà e riuscirà a trovare un posto tra le stelle?








Io davvero non mi capacito, di quello che pare essere accaduto a David Cronenberg.
Il regista canadese, da sempre uno dei miei favoriti rispetto all'area Nordamericana della settima arte, tra i pochi a non aver, di fatto, mai sbagliato un film - almeno fino a qualche stagione or sono -, dopo aver regalato al pubblico due veri e propri Capolavori, A history of violence e La promessa dell'assassino, pare essere entrato in una nuova fase - totalmente involutiva - in grado di farlo mutare - per usare un termine che gli sarebbe caro - da paladino dell'esplorazione delle trasformazioni di corpi e menti in una sorta di imbolsito radical chic senza una direzione, dal farraginoso A dangerous method al pessimo Cosmopolis, per giungere a questo Maps to the stars.
Ibrido poco incisivo e terribilmente noioso dei due altrettanto terribili Stoker e The Canyons, l'ultimo lavoro dell'ex grandissimo David rappresenta una critica feroce allo star system hollywoodiano e alle trappole del successo e della società dell'apparenza che pare dominarlo, e che purtroppo, dopo un interessante primo quarto d'ora, finisce per avvitarsi su se stesso e cadere nelle tentazioni di superbia e vuoto cosmico - altro che mappa stellare - che vorrebbe mettere alla berlina.
Lo stesso cast, dal sempre insipido Robert Pattinson ad una Julianne Moore più nevrotica del solito - e badate bene, trovo che l'ex Maude Lebowski sia un'ottima attrice -, passando per un terribile John Cusack ed una sempre più slavata Mia Wasikowska, si ectoplasmizza portando sullo schermo tutta l'apatia criticata dalla pellicola - e forse, da un certo punto di vista, potrebbe essere anche un pregio - finendo per crederci talmente tanto da affossarsi completamente in una sceneggiatura al limite del ridicolo infarcita di inutili paroloni e discorsi pseudo filosofici del cazzo firmata da Bruce Wagner, uno che, dietro la macchina da scrivere, si è distinto, in carriera, solo per il male invecchiato - seppur valido, nel suo genere - Nightmare 3.
Ma di nuovo, gli interrogativi maggiori riguardano Cronenberg: dov'è finita la forza della sua ricerca, la voglia di sporcarsi le mani, di portare il pubblico al confine e spingerlo a superare lo stesso?
Dove sono finiti Crash, La mosca, La zona morta, Existenz, Spider, Videodrome?
Perchè darsi tanta pena per criticare società e star system quando, vedendo sfilare alcune immagini, l'impressione che si ha è quella che ormai il cineasta ed attore - lo ricorderò per sempre nella sua interpretazione dello psichiatra folle in Cabal - ne sia purtroppo parte integrante?
Onestamente io spero si tratti solo ed esclusivamente di una fase, una sorta di crisi creativa come ne sono capitate anche a Woody Allen o Martin Scorsese, per citare altri due grossi calibri coinvolti in scivoloni recenti cui in seguito è stato poi posto rimedio - per il primo, il terrificante Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni cui fece da contrappeso l'ottimo Midnight in Paris ed il secondo con lo scialbo Hugo Cabret annichilito dal meraviglioso The Wolf of Wall Street -, e che prima o poi Cronenberg torni a stupirmi come era solito fare un tempo: nel mentre non posso che scatenare le bottigliate delle grandi occasioni su un titolo che senza dubbio è superiore al precedente, pessimo e già citato Cosmopolis ma non per questo può pensare anche solo lontanamente di non essere punito per la delusione amplificata da quella parte iniziale promettente letteralmente annegata in un mare di stronzate di quelle di cui piace riempirsi la bocca agli pseudo intenditori di Cinema smaniosi di darsi un tono con i poveri stronzi che non fanno parte di un'elite come la loro.
Più che una mappa che conduca alle stelle - e non sto neppure a sottolineare quanto scult suoni il legame tra Cusack e consorte ed i due figli -, mi pare proprio di essermi trovato di fronte ad una che segnali tutte le sale d'essai più spocchiose ed insopportabili del mondo conosciuto.



MrFord



"The stars are bright tonight
a distance is between us
and I will be OK
the worst I've ever seen us."
The Cranberries - "Stars" -




18 commenti:

  1. e io me lo guardo comunque, Cronenberg come regista mi piace, magari il film può piacermi pure. Il film ha diviso le opinioni dei fans e dei cinefili...vedremo ;)

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    1. Io vorrei vedere il vecchio, caro Cronenberg, invece.

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  2. Ho come la sensazione che il tuo collega/rivale lo apprezzerà moltissimo XD

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    1. L'ha già apprezzato, del resto di Cinema ultimamente capisce meno del solito! ;)

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  3. Trovo anche io strano che nomi di così alto rango cedano alla tentazione di pubblicare opere così mediocri... non dovrebbe mancargli di che pagare le bollette. Mah!? Speriamo nel prossimo, sul serio

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    1. Purtroppo io sto sperando nel prossimo già da tre film!

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  4. Io dopo Cosmopolis non ho ancora avuto il coraggio...

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    1. E ti capisco: rischia di essere un altro brutto colpo per noi vecchi fan del fu David.

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  5. Sapevo che sarebbe stata più o meno questa la tua reazione. Io sono ancora in bilico e dovrei rivederlo, solo che non ho il coraggio :D

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    1. Se non trovi l'ispirazione per rivederlo, forse non sei così in bilico! ;)

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  6. Io sono ancora indeciso, nonostante dalle mie parti l'abbia vagamente promosso. Da una parta l'ho amato, dall'altra odiato profondamente. Più che altro a darmi maggiormente fastidio è stato l'anonimato della regia, quasi televisiva in un certo punto, oltre che il voler esagerare sempre di più della sceneggiatura - la storia dell'incesto a che serviva?

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    1. La sceneggiatura è la cosa di gran lunga peggiore del film: davvero all'altezza - e non in senso buono - di robe inguardabili come The Canyons!

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  7. Ma che periodaccio, bottigliate come se piovesse.... comunque, io che ho amato il Cronenberg di La Mosca, Crash, Existenz, Videodrome, La zona morta, mi sto tenendo alla larga dalla sua produzione a partire da "A dangerous method". Aridatece il regista coraggioso e fuori dagli schemi che era!

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    1. Rispetto a inizio anno è davvero un periodo pessimo, anche per i nomi grossi come Cronenberg!

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  8. e te pareva...
    questo è un film molto interessante di un regista che a 70 anni suonati ha ancora il coraggio di cambiare pelle, mentre te ford che di anni probabilmente ne hai pure di più resti sempre lo stesso spocchioso criticone di sempre ahahah :D

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    1. Qui di spocchioso ce n'è solo uno, e per una volta non sei tu! ;)
      Cronenberg, quello vero, si è trasformato in un vero e proprio incubo!

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  9. Personalmente crediamo che il miglior Cronenberg resti il grande manipolatore che negli anni 70 e 80 sfornò The Fly, Videodrome, The Dead Zone, ecc. Il gusto di Cronenberg per l'horror substantiae, dove soggetto principale di indagine è la materia grezza e le sue possibili declinazioni normali e paranormali, si esprime notevolmente anche in "La promessa dell'assassino", ma il filone più recente privilegia un'indagine psicologica ed esistenziale piuttosto diafana e inutilmente raffinata.

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    1. Purtroppo per noi tutti, il filone più recente appare, a mio parere, troppo pieno di sè e totalmente privo della curiosità di sperimentare e varcare i limiti dei bei tempi.
      Peccato.

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