Regia: Joe Wright
Origine: UK
Anno: 2012
Durata: 129'
La trama (con parole mie): Anna Karenina, nobildonna di San Pietroburgo nella prima metà dell'ottocento sposata al politico Karenin, molto più anziano di lei, in viaggio verso Mosca per riconciliare suo fratello con la moglie alle prese con una crisi coniugale, conosce il giovane militare in carriera Vronsky.
Tra i due scoppia una passione travolgente che porterà la donna a stravolgere le regole della società finendo per lasciare il marito in modo da poter vivere l'amore per il nuovo compagno, ed assumere di fatto i connotati della reietta: e mentre Karenin farà di tutto per continuare ad andare incontro alla madre di suo figlio, Anna finirà per crollare sotto il peso del suo nuovo ruolo e di quello che vorrebbe per Vronsky la famiglia di lui.
Un dramma da camera che coinvolgerà, in qualche modo, anche Levin e Kitty, vittime come Anna dell'amore, ma destinati ad un fato ben differente.
Normalmente qui al Saloon non hanno vita facile i film all'interno dei quali la forma ha in qualche modo, sempre e comunque la priorità sulla sostanza: quando non si tratta di proposte radical chic destinate ad essere bottigliate, infatti, è facile che si tratti di blockbuster d'autore che di norma finiscono per essere più noiosi, bolsi e pesanti di titoli effettivamente autoriali ed effettivamente lenti come la più monumentale delle epopee russe.
E proprio con l'epopea russa si cimenta Joe Wright, regista patinatissimo che stando a quello che è il mio panesalamismo sulla carta dovrei detestare e che al contrario ho sempre trovato enormemente talentuoso, in particolare grazie alla prova che fornì con l'eccezionale Espiazione, drammone romantico che ai tempi fece grande scalpore qui in casa Ford, in bilico tra sentimenti, commozione, piani sequenza vertiginosi ed una confezione impeccabile.
Non è da meno questa sua versione di Anna Karenina, romanzo supercult di intere generazioni - che io non ho letto, giusto per metterlo in chiaro - firmato da uno dei nomi di riferimento della Letteratura mondiale, Lev Tolstoj, filtrato attraverso un gusto al limite del kitsch ed una sensibilità che, più che ricordare il dramma spaccacuore da togliere il respiro, strizza l'occhio a Baz Luhrmann e al musical in grande stile: onestamente siamo ben lontani dall'avere di fronte un'opera memorabile o un Capolavoro struggente, ma è inequivocabile che il lavoro di Wright sia impressionante dal punto di vista visivo, a partire dai suoi riferimenti al Teatro fino all'uso dei carrelli, delle scenografie, degli agganci tra le scene, di piccoli squarci di poesia pura ben nascosti da una confezione che pare avere la priorità su tutto il resto - la lettera strappata diventata fiocchi di neve, per quanto scontata possa suonare, mi ha strappato un'espressione di pura meraviglia -.
Anche il cast risulta sorprendentemente azzeccato, nonostante Keira Knightley - ultimamente sempre più insopportabile -, in particolare grazie ad un Jude Law granitico e lontano dal suo vecchio status di sex symbol e a Matthew MacFayden, che con il suo Oblonsky riesce nell'intento di rendere credibile un personaggio fatto macchietta come fosse il più profondo tra i protagonisti del dramma, riportando alla mente del sottoscritto addirittura lo spirito di alcuni degli Ekdal del Capolavoro - quello senza dubbio - di Bergman Fanny e Alexander.
Non so ora se i puristi dell'opera letteraria potranno apprezzare l'approccio decisamente più scanzonato scelto da Wright per rendere probabilmente più fluida ed elegante la narrazione, ma per una volta posso tranquillamente affermare che la forma riesce ad essere di maggiore aiuto rispetto alla sostanza non soltanto per quanto riguarda il ritmo della pellicola, ma soprattutto per quanto concerne il suo "corpo", quasi non fosse possibile scindere il suo lato terreno, la sua apparenza, dai contenuti: in questo senso il buon Joe è riuscito in qualche modo a fornire un ritratto forse fin troppo perfetto della materia che l'ha ispirato, plasmata sui sentimenti e sulla travolgente portata degli stessi ma anche sull'attrazione irresistibile e selvaggia, sul colpo d'occhio come veicolo per i cuori che battono, le pelli che si sfiorano, la voglia che sale, irrefrenabile, a scapito di qualsiasi contesto sociale, regola o senso della ragione e della morale.
Del resto i narratori russi, troppo spesso accusati di una certa qual freddezza di fondo, risultano in realtà tra i più intensi che la Letteratura abbia mai conosciuto: Wright, affrontando una sfida certo non facile, ha scelto di non prendersi così tanto sul serio da risultare spocchioso e raccontare un amore privo di mezze misure senza farsi soffocare dall'epica e dai contenuti, sfruttando la valvola di sfogo dell'occhio che vuole la sua parte per dare una sua interpretazione del "sacro" attraverso un fiume di magnifico "profano" che a volte, come in questi casi, non fa certo male.
In un certo senso, dunque, questa Anna Karenina non sarà la donna della vita, ma senza dubbio causerà turbamenti e lesioni ai muscoli del collo di molti degli spettatori che ne incroceranno il cammino e si troveranno costretti a voltarsi cercando uno sguardo che potrebbe cambiar loro la vita.
Fosse anche solo per una notte.
E proprio con l'epopea russa si cimenta Joe Wright, regista patinatissimo che stando a quello che è il mio panesalamismo sulla carta dovrei detestare e che al contrario ho sempre trovato enormemente talentuoso, in particolare grazie alla prova che fornì con l'eccezionale Espiazione, drammone romantico che ai tempi fece grande scalpore qui in casa Ford, in bilico tra sentimenti, commozione, piani sequenza vertiginosi ed una confezione impeccabile.
Non è da meno questa sua versione di Anna Karenina, romanzo supercult di intere generazioni - che io non ho letto, giusto per metterlo in chiaro - firmato da uno dei nomi di riferimento della Letteratura mondiale, Lev Tolstoj, filtrato attraverso un gusto al limite del kitsch ed una sensibilità che, più che ricordare il dramma spaccacuore da togliere il respiro, strizza l'occhio a Baz Luhrmann e al musical in grande stile: onestamente siamo ben lontani dall'avere di fronte un'opera memorabile o un Capolavoro struggente, ma è inequivocabile che il lavoro di Wright sia impressionante dal punto di vista visivo, a partire dai suoi riferimenti al Teatro fino all'uso dei carrelli, delle scenografie, degli agganci tra le scene, di piccoli squarci di poesia pura ben nascosti da una confezione che pare avere la priorità su tutto il resto - la lettera strappata diventata fiocchi di neve, per quanto scontata possa suonare, mi ha strappato un'espressione di pura meraviglia -.
Anche il cast risulta sorprendentemente azzeccato, nonostante Keira Knightley - ultimamente sempre più insopportabile -, in particolare grazie ad un Jude Law granitico e lontano dal suo vecchio status di sex symbol e a Matthew MacFayden, che con il suo Oblonsky riesce nell'intento di rendere credibile un personaggio fatto macchietta come fosse il più profondo tra i protagonisti del dramma, riportando alla mente del sottoscritto addirittura lo spirito di alcuni degli Ekdal del Capolavoro - quello senza dubbio - di Bergman Fanny e Alexander.
Non so ora se i puristi dell'opera letteraria potranno apprezzare l'approccio decisamente più scanzonato scelto da Wright per rendere probabilmente più fluida ed elegante la narrazione, ma per una volta posso tranquillamente affermare che la forma riesce ad essere di maggiore aiuto rispetto alla sostanza non soltanto per quanto riguarda il ritmo della pellicola, ma soprattutto per quanto concerne il suo "corpo", quasi non fosse possibile scindere il suo lato terreno, la sua apparenza, dai contenuti: in questo senso il buon Joe è riuscito in qualche modo a fornire un ritratto forse fin troppo perfetto della materia che l'ha ispirato, plasmata sui sentimenti e sulla travolgente portata degli stessi ma anche sull'attrazione irresistibile e selvaggia, sul colpo d'occhio come veicolo per i cuori che battono, le pelli che si sfiorano, la voglia che sale, irrefrenabile, a scapito di qualsiasi contesto sociale, regola o senso della ragione e della morale.
Del resto i narratori russi, troppo spesso accusati di una certa qual freddezza di fondo, risultano in realtà tra i più intensi che la Letteratura abbia mai conosciuto: Wright, affrontando una sfida certo non facile, ha scelto di non prendersi così tanto sul serio da risultare spocchioso e raccontare un amore privo di mezze misure senza farsi soffocare dall'epica e dai contenuti, sfruttando la valvola di sfogo dell'occhio che vuole la sua parte per dare una sua interpretazione del "sacro" attraverso un fiume di magnifico "profano" che a volte, come in questi casi, non fa certo male.
In un certo senso, dunque, questa Anna Karenina non sarà la donna della vita, ma senza dubbio causerà turbamenti e lesioni ai muscoli del collo di molti degli spettatori che ne incroceranno il cammino e si troveranno costretti a voltarsi cercando uno sguardo che potrebbe cambiar loro la vita.
Fosse anche solo per una notte.
MrFord
"Hai ragione tu
cosa voglio di più
cosa voglio
Anna
voglio Anna.
Non hai mai visto un uomo piangere
apri bene gli occhi sai perchè tu ora lo vedrai
apri bene gli occhi sai perchè tu ora lo vedrai."
cosa voglio di più
cosa voglio
Anna
voglio Anna.
Non hai mai visto un uomo piangere
apri bene gli occhi sai perchè tu ora lo vedrai
apri bene gli occhi sai perchè tu ora lo vedrai."
Lucio Battisti - "Anna" -
Senti Ford.d'accordo Bergman che ci sta...Ma se non hai letto Tolstoji, che parli affa'? Prendi un altro film,caspita! Non c'entra la trasposizione,ma se non hai le basi stilistiche, son cazzi!
RispondiElimina(E sono esatti 100 commenti,mannaggia!) :P
Ho letto Tolstoji, non ho letto Anna Karenina: non sono mica una ragazzina in preda alle turbe sentimentali adolescenziali! ;)
EliminaMacche' c'entra...ovvio che parlassi proprio del romanzo!Leone non aveva mica sempre lo stesso stile!O pensi che G&P e i Karamazov Bros siano la stessa cosa?
EliminaE dunque? Tu hai letto tutti i romanzi che hanno ispirato o dai quali sono stati tratti tutti i film che hai visto!? Non facciamo gli spocchiosetti radical chic! ;)
EliminaEhm...si.se lo guardo.
EliminaCon rarissime eccezioni.Non per spocchia, ma per dipendenza viziosa,purtroppo..
Ammazza, ne hai di tempo allora! ;)
EliminaIo di solito se ho voglia di vedere un film lo guardo e basta, a prescindere dal romanzo: troppe menate in mezzo, tra distribuzione, voglia di leggere quello di cui ho voglia e non quello che mi impone il titolo di un film che ho voglia di vedere, tempi tecnici e quant'altro.
Se avessi avuto il tuo approccio, non mi sarei mai potuto gustare Beasts of the Southern Wild, per esempio.
Non ho tanto tempo..Sono solo allenato, famelico e veloce.Inoltre dedico più spazio alla lettura che alla visione ;)
Elimina(Non vorreai mettere un romanzetto come quello da cui è tratto BOTSW con A.Karenina...)
Non saprei, non ho letto nessuno dei due, ma di sicuro come film Beasts se lo mangia, ad Anna Karenina. E questo mi basta.
EliminaPer il resto, io prediligo la visione, pur leggendo ogni giorno.
Ma questo non mi mette al di sopra di chi fa il contrario! ;)
Non essendo una purista di alcunché ho trovato il film davvero strepitoso, a livello visivo. Una vera gioia per gli occhi, che quasi risulta sopportabile anche Keira Knightley Karenina.
RispondiEliminaVisivamente è pazzesco, non ci sono dubbi.
EliminaEmotivamente coinvolge parecchio meno, specie se confrontato con A royal affair, che arriverà a breve da queste parti. :)
Mi hai convinta a NON vederlo!
RispondiEliminaEsteticamente, però, vale la visione.
Eliminaanch'io ho pensato a baz luhrmann e al fatto che probabilmente avrebbe fatto di meglio. però anche così devo dire che mi ha conquistato
RispondiEliminasecondo me luhrmann ne avrebbe fatto una baracconata kitsch.
Eliminauna di quelle baracconate kitsch che io adoro :)
EliminaMi associo a Dantès. Luhrmann avrebbe tirato fuori qualcosa di meno elegante ma certamente con più personalità.
EliminaResta il fatto che questo, almeno alla vista, è un gioiellino.
@Dantès: stavo per scrivere una cattiveria, ma poi ho pensato che domenica sono a pranzo da te... :)
Elimina(metti che mi fai trovare la carne di cavallo nel cannolo siciliano!)
La carne di cavallo, secondo me, è meglio da sola. Senza cannolo. ;)
EliminaFord, sono d'accordo. Anche secondo me non si accoppiano benissimo!
EliminaSpero per te che sia d'accordo anche Dantès!
Eliminaah ah ah ah!
Eliminatanto i cannoli li porto io! :)
Almeno non rischi sorprese!
Eliminafilm girato in maniera mostruosa!
RispondiEliminala vicenda invece non mi ha catturato tantissimo, d'altra parte è una di quelle (white)russianate clamorose ;)
nel complesso comunque è la vittoria schiacciante della forma sulla sostanza.
quindi: radical-chic 1 - panesalamismo 0
Per una volta concordo: forma batte sostanza, per un film che a livello emotivo non mi ha coinvolto per nulla ma che è girato straordinariamente bene.
Eliminama qua mi sembra che te ti stai radicalchicchizzando Ford, che tu prende? :D
RispondiEliminauna possibilità gliela dò di certo, vedremo, spero proprio non sia come quella palla degli Affari Reali...
Ho sempre ammirato Joe Wright, che più che radical chic è davvero un fenomeno con la macchina da presa.
EliminaPer quanto riguarda A royal affair, sei tu ad esserti preso una cantonata grossa come una casa, ragazzo mio! ;)
rimango del mio parere, gli affari della Danimarca non mi sono piacuti, direi di sistemare il diverbio con un bella scazzottata nel fango!
EliminaIo suggerirei una bella scazzottata in un bar, da buoni, vecchi Expendables!
EliminaA meno che tu non ti sia cucciolizzato troppo e preferisca un duello con i cuscini! ;)
ahahah grazie ma preferisco il bar, i cuscini lasciamoli a chi di dovere... :D
EliminaMi pare un'ottima scelta.
Eliminase mi citi Fanny e Alexander, uno dei film più amati di sempre dal sottoscritto, allora mi ci fiondo subito...che comunque mi incuriosisce...
RispondiEliminaBradipo, attento: Fanny e Alexander è un Capolavoro supremo, questo è un elegantissimo esercizio di stile girato alla grande.
EliminaIl paragone è più che altro sul personaggio di MacFayden, che a me ha ricordato l'Ekdal barbuto e beone di cui non ricordo mai il nome! ;)
Voglio andare a vederlo al cinema. Sa molto di visione rassicurante, romantica e per nulla sconvolgente. D'altro canto, ormai, abbiamo un età...
RispondiEliminaSicuramente è tutto questo con uno stile impareggiabile in più.
EliminaPeccato che manchi un pò della componente emotiva.
stasera per forza...
RispondiEliminaAddirittura per forza!? ;)
EliminaSon quei film che mi fan venir voglia di comprare un videoproiettore!
RispondiEliminaDici bene, Maste! Ben vengano alta definizione e schermo gigante, con titoli così! ;)
RispondiEliminaHo letto Anna Karenina l'anno scorso, ci ho impiegato più di un mese e non mi è dispiaciuto. Guardo raramente le trasposizioni, ma se non c'è Levin che si fonde il cervello in riflessioni sull'agricoltura passo di sicuro, perché lui è l'unico personaggio che mi è piaciuto. La Karenina mi sta antipatica!! E Kity ancor di più!!!
RispondiEliminaLevin non si fonde troppo il cervello su quel tipo di riflessioni, ma secondo me una visione, alla fine, il film la merita comunque! ;)
Eliminaaaah ora posso scrivere il commento, x un pelo avevo creduto nelle bottigliate, fiiuuuu menomale, due bicchieri e mezzo è giù un risultato :) Cmq a breve lo vedrò anche io :D
RispondiEliminaJoe Wright mi piace molto, era difficile che si prendesse le bottigliate! ;)
EliminaMi ha lasciato abbastanza perplesos proprio per i motivi che citi tu. Tutto sommato alla fine è stata una visione fastosa, anche se il secondo tempo rischiagva di essere mortalmente soporofero.
RispondiEliminaGiacomo, ti dirò: io non mi sono annoiato, ma certo l'ho trovato privo della sostanza che di solito mi rende un film in qualche modo speciale.
EliminaBellissimo! è un film che aspettavo da 8 mesi, ovvero da quando ho finito di leggere il romanzo... Poi io adoro Keira...a breve la mia recensione!
RispondiEliminaPerso, ti dirò: il film è visivamente pazzesco, ma trovo che gli manchi quell'anima che serve a rendere una pellicola in qualche modo speciale.
EliminaBaz Luhrmann è stato il primo nome che mi è venuto in mente fin dal primo minuto!
RispondiEliminaHo amato questa trasposizione che ha dato una vita nuova a quel capolavoro di romanzo che è Anna Karenina. Domani la mia recensione, se ti va (niente di così ben scritto comunque!).
Sib, verrò volentieri a leggere, e grazie per i complimenti!
EliminaNon ho letto il romanzo, ma sicuramente la messa in scena di Wright vale la visione!
visto ieri sera
RispondiEliminanon solo ne guadagna il ritmo della storia, ma anche il concetto del tempo e dei sentimenti che ci scorrono
o -almeno- questa è la sensazione che il susseguirsi di sipari, teatrali e non, ha dato a me
Non avendo letto il romanzo non ti so dire nello specifico, ma considero ben volentieri il punto di vista!
EliminaPremetto di non aver letto questo libro di Tolstoj, ma non concordo quando dici (ma dite, perché molti convengono) che c'è meno sostanza che forma. Indubbiamente la forma è più evidente, una forma che ho trovato strabiliante, teatralmente perfetta e trainante. Ed è proprio attraverso la forma che la sostanza esplode in tutta la sua dirompenza. Ho percepito l'interiorità di Anna, la sua rabbia, paura, follia e l'ho 'sentita' anche grazie agli aiuti stilistici e formali meravigliosamente inscenati da Wright. Non rimpiango Luhrmann!
RispondiEliminaProbabilmente ti é "arrivata" più che a me la sostanza.
EliminaResta indubbio il valore estetico dell'opera di Wright.
La storia mi ha sempre attirato molto,volevo vedere quello con la Marceau,ma se mi dici che questo è Luhrmaniano,mi attira parecchio!!!E poi c'è Jude :) è che la Knightly con le sue gengive cavalline mi urta da morire....mmmh...cmq prima o poi Anna di qua passerà,in qualche modo ;)
RispondiEliminaE' molto Luhrmann, e tecnicamente ineccepibile.
EliminaPoi non sarà indimenticabile, ma da vedere ci sta tutto.