sabato 16 giugno 2012

Friday Night Lights - Stagione 3

Produzione: NBC
Origine: Usa
Anno: 2008
Episodi: 13




La trama (con parole mie): per i Dillon Panthers è l'anno della ricostruzione. Dopo l'eliminazione ai playoff della stagione precedente e l'infortunio che è costato la borsa di studio a Smash Williams la squadra guidata dal coach Taylor deve ripartire da Tim Riggins, nuovo capitano, e Matt Saracen, entrambi all'ultimo anno.
Ma su quest'ultimo, quarterback titolare dai tempi del dramma di Jason Street, incombe la presenza della matricola J.D. McCoy, giocatore fenomenale spinto da un padre ingombrante e molto potente che da subito si impone tra i finanziatori del team.
E mentre la scelta dell'università ed il futuro bussano alla porta dei senior della scuola, la stagione prosegue in un cammino che ricorda da vicino quello di due anni prima, quando i Panthers divennero campioni di stato.




Non posso non iniziare con il botto: Friday night lights è la serie che più mi emoziona dai tempi di Lost e Romanzo criminale.
Le storie tutte realtà di questi ragazzi del profondo Texas arrivano dritte al cuore, e sono simboli perfetti della mitologia di Frontiera di cui mi faccio ogni giorno divulgatore qui dal saloon: lasciato indietro il passo falso - pur se non completo - della season two, viziata dallo sciopero degli sceneggiatori che nel 2007 causò problemi praticamente a tutti i prodotti destinati al piccolo schermo, i Dillon Panthers tornano e lo fanno con il botto, confezionando una stagione che riesce perfino ad eguagliare la straordinaria prima annata, e ritrova il carattere da outsider e da perdenti di carattere che aveva spinto il cuore ed il coraggio dei ragazzi del coach Taylor a divenire campioni di stato due anni prima.
Cuore e coraggio che, nel corso di queste incredibili tredici puntate, si formano e costruiscono tutti a partire dalle vicende fuori dal campo, dedicando la prima metà della stagione a due dei grandi protagonisti della serie fino ad ora - Jason Street e Smash Williams -, al loro lascito alla stessa e all'inizio di una nuova vita altrove per entrambi: il primo, idolo della scuola ed ex promessa del football confinato su una sedia a rotelle, impegnato a trovare il modo di iniziare economicamente una nuova vita in modo da garantire un futuro a suo figlio appena nato, trova nell'episodio legato al suo viaggio a New York accompagnato dal migliore amico Tim Riggins un'uscita di scena - definitiva? - pressochè perfetta, con il groppo in gola per la gioia e quel "Texas per sempre" pronunciato come una promessa di amicizia che durerà nonostante le miglia, la vita e tutto il tempo che pare passato da quando, al terzo anno, nel pieno del pilota della prima stagione, i due progettavano di andare a giocare insieme nell'NFL; il secondo, attaccante prodigioso e sbruffone cresciuto di colpo e divenuto vulnerabile a seguito dell'infortunio patito nei playoff dell'anno precedente, è scosso dalla madre e dal coach Taylor che proprio nell'allenare e motivare il suo ex capitano scopre di essere - e la definizione che ne da la moglie Tami è perfetta - "un educatore, prima di un allenatore".
E ancora una volta, la responsabilità ed il peso della squadra, come fosse una famiglia, trovano casa ideale sulle spalle di quest'uomo di poche parole, roccioso e determinato, all'antica ed orgoglioso eppure pronto ad ascoltare e comprendere: un uomo di quelli che si seguirebbero fino alla morte e oltre, da ammirare per la decisione ed i principi, le palle ed il coraggio. Una specie di padre formato gigante.
E se tutto questo non bastasse, ci sono Matt Saracen e il suo silenzioso lottare - splendida la sequenza dei lanci del coach Taylor e della sfida per diventare ricevitore -, Tim Riggins - sempre più il mio preferito, ed il più fordiano dei personaggi, eccetto forse il coach stesso - forse per la prima volta pronto a crescere, con tutti i suoi difetti, la sregolatezza e l'alcool, e ad essere il primo della sua famiglia ad entrare al college, lo strepitoso cast femminile - Julie, figlia del coach, finalmente uscita dalla crisi adolescenziale della stagione precedente, Tyra con le sue insicurezze, Lyla Garretty e la signora Saracen - a rendere questa serie una delle migliori del panorama statunitense degli ultimi anni ed uno dei prodotti corali più emozionanti e vivi che si siano mai affacciati sul piccolo schermo.
Una serie che non ha paura di affrontare se stessa ed i suoi punti deboli, di cambiare - si veda l'incredibile ribaltamento di prospettive dell'ultimo episodio, che pone le basi per le ultime due stagioni - e mostrare il fianco come fosse una di noi, facendoci sentire, di fatto, accanto ad ognuno dei suoi protagonisti: ed è immediato, provare questa sensazione, perchè in fondo, in questa serie non ci sono eroi, situazioni che vadano oltre la realtà che possiamo conoscere a prescindere dalla collocazione geografica, botole misteriose o conti alla rovescia.
Ci sono solo uomini e donne che imparano a vivere, giorno dopo giorno.
E imparano, prima ancora che dalle vittorie, dalle sconfitte.
Perchè se cadere è normale, per chi vive la quotidianità, rialzarsi è un atto di coraggio, fede e forza che non tutti sono pronti a compiere.
E proprio come nel football, è una questione di sudore, lacrime e centimetri.
E di non lasciare mai il campo, neppure quando si è stremati, abbattuti, sconfitti.
Perchè non si sa mai dove possa nascondersi la scintilla.
Siamo vivi.
E artigliamo il terreno pronti a scattare, perchè non è detto che il prossimo pallone sia proprio il nostro.
Quello del touchdown.
Quello dell'azione decisiva.
Texas per sempre, Dillon Panthers.
Anche qui, dall'altra parte del mondo.


MrFord


"Every day is new again
every day is yours to win
and that's how heroes are made
I wanted (I wanted) to win (to win)
so I'd said it again:
that's how heroes are made."
R.E.M. - "Every day is yours to win" -


 

6 commenti:

  1. FNL è il prodotto televisivo più bello intenso straziante e perfetto che ci sia. Ti aspettano ancora una quarta e quinta stagione da urlo. Beato te!

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    1. Infatti non vedo l'ora di affrontarle, anche se so già che mi mancherà da impazzire, una volta finito!

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  2. chissà chi te l'ha fatta conoscere, una serie del genere?
    ah già... io! :D

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    1. Effettivamente sulle serie puoi sparare qualche cartuccia in più che rispetto al Cinema! Ahahahahahaha! ;)

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  3. Serie grandiosa, emozionante come dici tu ma prima di ricatti emotivi. Io apprezzai molto anche il film.

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    1. Frank, il film ancora mi manca, ma di sicuro questa è una delle serie più intense ed emozionanti che abbia mai visto.
      Non vedo l'ora di buttarmi nelle ultime due stagioni.

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