Produzione: Fox
Origine: Italia
Anno: 2008
Episodi: 14
La trama (con parole mie): la troupe guidata da Ferretti è al lavoro sulla seconda stagione de Gli occhi del cuore, e come sempre l'ambiente si conferma "troppo italiano".
Lasciata alla spalle la "cagna maledetta" Corinna, sostituita dalla raccomandatissima figlia di potenti Cristina, i problemi paiono solo al principio per i nostri prodi: Stanis è sempre più divo, Mariano Giusti - il perfido conte - è in preda al delirio religioso, Martellone è coinvolto in uno scandalo di droga e sul vecchio Renè incombe il fantomatico progetto Machiavelli, che pare essere l'anticamera dell'oblio per ogni regista cui viene affidato.
Come se non bastasse, la storia tra Alessandro ed Arianna si complica con l'arrivo dell'avvenente Karin, senza contare l'ossessione che lo stesso Stanis pare sviluppare giorno dopo giorno per l'assistente alla regia.
Il fatto che in Italia, nel bel mezzo del panorama "alla cazzo di cane" di fiction e simili, vengano prodotte serie televisive decenti, è praticamente un miracolo: se, poi, le stesse si rivelano talmente valide da essere quasi considerate d'esportazione, ci sarebbero da piangere lacrime di sangue, tanto per restare in ambito mistico.
E per non farci mancare nulla, riuscire nell'ardua impresa di confermarsi dopo una prima stagione sorprendente pare praticamente leggendario: fortunatamente, come fu per Romanzo criminale, anche Boris raddoppia senza perdere un colpo la già buona prima annata, confermandosi come una delle realtà televisive meglio riuscite che la Terra dei cachi abbia generato negli ultimi anni.
Le vicende della scombinata troupe de Gli occhi del cuore sono tornate ad allietare casa Ford regalando momenti già cultissimi e consolidando alcuni dei protagonisti che erano riusciti a sorprendermi nel corso della prima stagione, primo tra tutti Stanis La Rochelle, divo della fiction al centro della serie splendidamente reso da Pietro Sermonti, ormai uno dei miei miti da piccolo schermo: come se non bastasse l'impareggiabile Stanis, a rendere imperdibile questa seconda stagione ci si mette nientemeno che Corrado Guzzanti, scatenato nel ruolo di Mariano Giusti, volto del perfido conte de Gli occhi del cuore, in piena crisi mistico/violenta e completamente preso dalla ferma volontà di interpretare nella fiction omonima in preparazione il Beato Frediani.
Il resto è il consueto cocktail di smarmellate di Duccio, sfuriate di Renè - da antologia lo schiaffo alla nuova star Cristina, con tanto di testata di ritorno -, problemi di soldi e di rapporti con la rete di Lopez e Sergio ed un'impietosa analisi della situazione spesso e volentieri troppo politica del mondo della televisione italiana: in particolare il personaggio della nuova protagonista - l'appena citata Cristina -, figlia di potentissimi milionari e trattata con riverenza da (quasi) tutti è lo specchio di un Paese in cui tutto funziona soltanto in una direzione, e dietro le risate e gli "e 'sti cazzi" - sempre grande Martellone -, il metodo di lavoro unico degli sceneggiatori ed i timori più o meno esistenziali di Biascica si celano una tristezza ed uno sconforto senza possibilità di riscatto, resi alla grande dal fastidioso personaggio di Lorenzo, ex stagista schiavo cui viene data la possibilità di lavorare finalmente ad un livello "umano".
La stessa Karin, altra new entry de Gli occhi del cuore protagonista non soltanto di una storia con Alessandro che destabilizza il rapporto del ragazzo con Arianna ma anche di almeno un paio di momenti magici con Stanis, regala sul finire della stagione un monologo soltanto apparentemente comico quando suggerisce a Cristina il modo di comportarsi in Italia, racchiuso in un consiglio semplice e spassionato: "Vuoi qualcosa? Devi darla.".
La vicenda di Machiavelli, progetto mai concluso affidato a Renè, è l'ennesimo specchio di questo Paese ormai molto poco Bel, privo di orizzonti e prospettive e all'interno del quale il meglio possibile è cercare di portarsi a casa il minimo sindacale lavorando "a cazzo di cane", in cui personaggi discutibili occupano posizioni di rilievo comprate a suon di sesso e soldi - "Dice che un milione e mezzo di euro potrebbe bastare, a rinunciare a questo amore?", pronuncia granitico l'avvocato di Cristina - e gli idealisti altro non sono se non squilibrati alla deriva - di nuovo Mariano -: un'analisi spaventosa portata lucidamente a compimento da una serie divertente, fresca ed originale in grado di raccontare ben più di quello che parrebbe, senza far mancare al suo pubblico perle regalate a profusione dal primo all'ultimo episodio - dal dialogo tra l'aiuto regista Alfredo e l'attore africano a proposito dell'undici settembre alle scommesse tra Stanis e Alessandro -.
Inutile dire che, a questo punto, l'attesa per la terza - e conclusiva - stagione si fa decisamente sentire in casa Ford, un pò come una certa malinconia rispetto ad una proposta così interessante, sincera ed assolutamente verosimile rispetto alla situazione del nostro Paese: l'unico modo per evitare di patire troppo pare quasi essere quello di trovare la strada giusta che ci porti a cambiare finalmente le cose.
Soltanto in quel modo potremmo, infatti, guardare indietro ad un passato tutto da dimenticare e gridare il più sincero e liberatorio degli "e 'sti cazzi!".
E per non farci mancare nulla, riuscire nell'ardua impresa di confermarsi dopo una prima stagione sorprendente pare praticamente leggendario: fortunatamente, come fu per Romanzo criminale, anche Boris raddoppia senza perdere un colpo la già buona prima annata, confermandosi come una delle realtà televisive meglio riuscite che la Terra dei cachi abbia generato negli ultimi anni.
Le vicende della scombinata troupe de Gli occhi del cuore sono tornate ad allietare casa Ford regalando momenti già cultissimi e consolidando alcuni dei protagonisti che erano riusciti a sorprendermi nel corso della prima stagione, primo tra tutti Stanis La Rochelle, divo della fiction al centro della serie splendidamente reso da Pietro Sermonti, ormai uno dei miei miti da piccolo schermo: come se non bastasse l'impareggiabile Stanis, a rendere imperdibile questa seconda stagione ci si mette nientemeno che Corrado Guzzanti, scatenato nel ruolo di Mariano Giusti, volto del perfido conte de Gli occhi del cuore, in piena crisi mistico/violenta e completamente preso dalla ferma volontà di interpretare nella fiction omonima in preparazione il Beato Frediani.
Il resto è il consueto cocktail di smarmellate di Duccio, sfuriate di Renè - da antologia lo schiaffo alla nuova star Cristina, con tanto di testata di ritorno -, problemi di soldi e di rapporti con la rete di Lopez e Sergio ed un'impietosa analisi della situazione spesso e volentieri troppo politica del mondo della televisione italiana: in particolare il personaggio della nuova protagonista - l'appena citata Cristina -, figlia di potentissimi milionari e trattata con riverenza da (quasi) tutti è lo specchio di un Paese in cui tutto funziona soltanto in una direzione, e dietro le risate e gli "e 'sti cazzi" - sempre grande Martellone -, il metodo di lavoro unico degli sceneggiatori ed i timori più o meno esistenziali di Biascica si celano una tristezza ed uno sconforto senza possibilità di riscatto, resi alla grande dal fastidioso personaggio di Lorenzo, ex stagista schiavo cui viene data la possibilità di lavorare finalmente ad un livello "umano".
La stessa Karin, altra new entry de Gli occhi del cuore protagonista non soltanto di una storia con Alessandro che destabilizza il rapporto del ragazzo con Arianna ma anche di almeno un paio di momenti magici con Stanis, regala sul finire della stagione un monologo soltanto apparentemente comico quando suggerisce a Cristina il modo di comportarsi in Italia, racchiuso in un consiglio semplice e spassionato: "Vuoi qualcosa? Devi darla.".
La vicenda di Machiavelli, progetto mai concluso affidato a Renè, è l'ennesimo specchio di questo Paese ormai molto poco Bel, privo di orizzonti e prospettive e all'interno del quale il meglio possibile è cercare di portarsi a casa il minimo sindacale lavorando "a cazzo di cane", in cui personaggi discutibili occupano posizioni di rilievo comprate a suon di sesso e soldi - "Dice che un milione e mezzo di euro potrebbe bastare, a rinunciare a questo amore?", pronuncia granitico l'avvocato di Cristina - e gli idealisti altro non sono se non squilibrati alla deriva - di nuovo Mariano -: un'analisi spaventosa portata lucidamente a compimento da una serie divertente, fresca ed originale in grado di raccontare ben più di quello che parrebbe, senza far mancare al suo pubblico perle regalate a profusione dal primo all'ultimo episodio - dal dialogo tra l'aiuto regista Alfredo e l'attore africano a proposito dell'undici settembre alle scommesse tra Stanis e Alessandro -.
Inutile dire che, a questo punto, l'attesa per la terza - e conclusiva - stagione si fa decisamente sentire in casa Ford, un pò come una certa malinconia rispetto ad una proposta così interessante, sincera ed assolutamente verosimile rispetto alla situazione del nostro Paese: l'unico modo per evitare di patire troppo pare quasi essere quello di trovare la strada giusta che ci porti a cambiare finalmente le cose.
Soltanto in quel modo potremmo, infatti, guardare indietro ad un passato tutto da dimenticare e gridare il più sincero e liberatorio degli "e 'sti cazzi!".
MrFord
"Mai mai e poi mai l'avrei detto mai
che un buchino potesse guidare il mio corpo bellissimo
per darti un'idea sono appena al di sotto di Brad Pitt
ma più bello di Johnny Depp,
che moltissimi chiamano Johnny Dip."
Elio e le Storie Tese - "Il congresso delle parti molli" -
che un buchino potesse guidare il mio corpo bellissimo
per darti un'idea sono appena al di sotto di Brad Pitt
ma più bello di Johnny Depp,
che moltissimi chiamano Johnny Dip."
Elio e le Storie Tese - "Il congresso delle parti molli" -
La più geniale tra le serie italiane. Il film secondo me fa schifo, ma la serie è un capolavoro!
RispondiEliminaUn ottimo prodotto davvero. E ti dirò, a me era piaciuto molto anche il film, che vidi prima di iniziare la serie e mi indusse al suo recupero!
EliminaEcco, questo è il classico caso di una serie strapubblicizzata, strapompata, e che non cagherò mai - probabilmente proprio per questi motivi.
RispondiEliminaInvece ultimamente mi sto appassionando tantissimo, anche se un po' in ritardo, a Lie to me, di cui ho già recuperato le tue recensioni ;) E in linea di massima le condivido, forse il fatto che al momento mi esalti particolarmente mi porta ad essere tutto dalla parte del buon Cal :)
Pesa, invece sai che credo l'apprezzeresti molto?
EliminaMi pare surreale al punto giusto perchè possa conquistarti, e secondo me dopo Romanzo criminale è la miglior serie italiana mai realizzata.
Per quanto riguarda Lie to me, è stato un peccato che l'abbiano lasciata andare fino allo spegnimento, perchè la prima stagione meritava davvero.
MITICA questa serie, Renee Ferretti e le sue sclerate sono epiche XDXDXD
RispondiEliminaConcordo dopo il CAPOLAVORO Romanzo criminale - la serie, questa è la seconda fiction tricolore più bella, peccato che appunto di fiction tv italiane belle ce ne siano davvero poche, purtroppo siam circondati da mondezza come I cesaroni e compagnia brutta :-(
Mitica davvero, e la terza stagione per me è stata anche più bella.
EliminaRomanzo criminale Capolavorone. Peccato siano gioielli in un deserto d'immondizia. ;)
parole sante, si contano davvero sulle dita di una mano le serie italiane belle.
EliminaSu Boris, non saprei scegliere le ho amate tutte e 3 e anche il film ;-)
D'accordissimo: io ho adorato sia il film che le tre stagioni!
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