Regia: Tsui Hark
Origine: Cina
Anno: 2010
Durata: 119'
La trama (con parole mie): siamo nel 689 d.c., e l'impero cinese è scosso dai tumulti legati all'ascesa al trono della reggente Wu, sul punto di divenire la prima donna ad essere incoronata imperatrice.
Attorno alla costruzione di una gigantesca statua di Buddha da inaugurare parallelamente alla cerimonia d'incoronazione stessa ruota una serie di misteriose morti che costringono Wu a richiamare dalla prigionia Dee, un investigatore accusato di tradimento, in modo che possa risolvere il caso e preservare l'equilibrio dell'impero.
L'uomo, dalla mente acuta e sempre reattiva, aiutato da Pei e Jing'er - inviati per investigare al suo fianco e non perdere occasione di controllarlo -, si troverà di fronte ad un complesso caso di autocombustioni indotte ed intrighi di palazzo la cui risoluzione richiederà sacrifici, vite e promesse eterne.
Confesso di avere sempre avuto un debole, per il genere wuxia, ibrido spesso esteticamente curatissimo di azione sfrenata, ralenti d'autore, arti marziali e danza in grado di piroettare in perfetto equilibrio tra commedia e dramma, amore e morte, contenuti ed intrattenimento.
Tsui Hark, vecchio volpone del Cinema action made in Hong Kong non nuovo al cappa e spada - si ricordano il suo contributo a Storie di fantasmi cinesi ed il discreto Seven swords - torna alla ribalta con una produzione enorme che ricorda nell'approccio i kolossal hollywoodiani d'avventura non sempre scorrevole eppure indiscutibilmente affascinante, visivamente raffinatissimo - nonostante gli effettoni da blockbuster con tutti i crismi - e finemente lavorato, soprattutto in fase di scrittura: l'approccio alla sceneggiatura, insolitamente approfondito per una pellicola almeno sulla carta votata al solo dinamismo, è infatti paragonabile a quello tenuto da un giallista dedito al rimescolamento delle carte a sua disposizione in modo da confondere e tenere sulla corda il suo pubblico nel corso dello sviluppo della trama accompagnandolo solo al momento giusto alla sua risoluzione.
In questo senso, l'ottimo lavoro svolto sui tre protagonisti - Dee, Pei e Jing'er - getta benzina sul fuoco rispetto al coinvolgimento dello spettatore, vincendo la resistenza data da un intreccio per l'appunto molto complesso per quella che è presentata come una pellicola di puro intrattenimento: il rapporto tra i suddetti personaggi, dal confronto allo scontro, definisce in qualche modo la loro stessa costruzione e profondità.
In particolare, il legame tra Dee e Jing'er permette a Tsui Hark di operare ben oltre il wuxia canonico, i duelli e gli effetti fin dalla loro prima notte insieme, quando i servizi della giovane Jing'er sono dapprima respinti e poi utilizzati quasi fossero un'arma dall'acuto detective, per giungere all'ottimo confronto finale tra i due, costruito sul filo dell'illusionismo e dell'impressione che si vuole dare affinchè l'audience possa restare dapprima disorientata e dunque sorpresa della risoluzione degli eventi.
Detective Dee si inserisce perfettamente nell'ambito dell'intrattenimento intelligente, fornendo una validissima alternativa a produzioni americane più note ma sicuramente meno curate nei dettagli ed aprendo un nuovo spiraglio al wuxia, genere ancora troppo poco conosciuto, sfruttato ed apprezzato in occidente in grado, negli ultimi anni, di consegnare alla Storia pellicole degne di almeno una visione come La tigre e il dragone, Hero, La foresta dei pugnali volanti e Red Cliff - quest'ultimo, in particolare, consigliatissimo nella sua versione integrale -.
La componente politica di queste pellicole, inoltre, appare sempre e comunque sentita, che sia legata alla Cina e al suo rapporto con Hong Kong - le idee rivoluzionarie di Dee costate la prigionia e l'esilio al protagonista, il ruolo di Jing'er ed il rapporto tra lo stesso detective e la futura imperatrice - o al mondo intero - l'attentato all'enorme statua del Buddha ed il suo conseguente crollo riportano alla mente le immagini dell'undici settembre -: ulteriore valore aggiunto per un'opera in grado di soddisfare i fan di Tsui Hark - che potrebbero sempre farsi prendere da moti di radicalchicchismo ed accusare il regista di un'eccessiva quanto inesistente commercializzazione del suo lavoro - così come un pubblico nuovo, sia esso abituato oppure no alle evoluzioni del wuxia.
In fondo, bastano una certa propensione alla meraviglia e la voglia di farsi trasportare in un mondo lontano e ancora per la maggior parte inesplorato.
MrFord
"They're releasing all the hounds,
what is lost can still be found,
when you hop up on your feet you're onward bound,
well, there's some who choose to run
following the setting sun,
and now it seems the journey has begun."
Tsui Hark, vecchio volpone del Cinema action made in Hong Kong non nuovo al cappa e spada - si ricordano il suo contributo a Storie di fantasmi cinesi ed il discreto Seven swords - torna alla ribalta con una produzione enorme che ricorda nell'approccio i kolossal hollywoodiani d'avventura non sempre scorrevole eppure indiscutibilmente affascinante, visivamente raffinatissimo - nonostante gli effettoni da blockbuster con tutti i crismi - e finemente lavorato, soprattutto in fase di scrittura: l'approccio alla sceneggiatura, insolitamente approfondito per una pellicola almeno sulla carta votata al solo dinamismo, è infatti paragonabile a quello tenuto da un giallista dedito al rimescolamento delle carte a sua disposizione in modo da confondere e tenere sulla corda il suo pubblico nel corso dello sviluppo della trama accompagnandolo solo al momento giusto alla sua risoluzione.
In questo senso, l'ottimo lavoro svolto sui tre protagonisti - Dee, Pei e Jing'er - getta benzina sul fuoco rispetto al coinvolgimento dello spettatore, vincendo la resistenza data da un intreccio per l'appunto molto complesso per quella che è presentata come una pellicola di puro intrattenimento: il rapporto tra i suddetti personaggi, dal confronto allo scontro, definisce in qualche modo la loro stessa costruzione e profondità.
In particolare, il legame tra Dee e Jing'er permette a Tsui Hark di operare ben oltre il wuxia canonico, i duelli e gli effetti fin dalla loro prima notte insieme, quando i servizi della giovane Jing'er sono dapprima respinti e poi utilizzati quasi fossero un'arma dall'acuto detective, per giungere all'ottimo confronto finale tra i due, costruito sul filo dell'illusionismo e dell'impressione che si vuole dare affinchè l'audience possa restare dapprima disorientata e dunque sorpresa della risoluzione degli eventi.
Detective Dee si inserisce perfettamente nell'ambito dell'intrattenimento intelligente, fornendo una validissima alternativa a produzioni americane più note ma sicuramente meno curate nei dettagli ed aprendo un nuovo spiraglio al wuxia, genere ancora troppo poco conosciuto, sfruttato ed apprezzato in occidente in grado, negli ultimi anni, di consegnare alla Storia pellicole degne di almeno una visione come La tigre e il dragone, Hero, La foresta dei pugnali volanti e Red Cliff - quest'ultimo, in particolare, consigliatissimo nella sua versione integrale -.
La componente politica di queste pellicole, inoltre, appare sempre e comunque sentita, che sia legata alla Cina e al suo rapporto con Hong Kong - le idee rivoluzionarie di Dee costate la prigionia e l'esilio al protagonista, il ruolo di Jing'er ed il rapporto tra lo stesso detective e la futura imperatrice - o al mondo intero - l'attentato all'enorme statua del Buddha ed il suo conseguente crollo riportano alla mente le immagini dell'undici settembre -: ulteriore valore aggiunto per un'opera in grado di soddisfare i fan di Tsui Hark - che potrebbero sempre farsi prendere da moti di radicalchicchismo ed accusare il regista di un'eccessiva quanto inesistente commercializzazione del suo lavoro - così come un pubblico nuovo, sia esso abituato oppure no alle evoluzioni del wuxia.
In fondo, bastano una certa propensione alla meraviglia e la voglia di farsi trasportare in un mondo lontano e ancora per la maggior parte inesplorato.
MrFord
"They're releasing all the hounds,
what is lost can still be found,
when you hop up on your feet you're onward bound,
well, there's some who choose to run
following the setting sun,
and now it seems the journey has begun."
Slash - "By the sword" -
bello, la storia mi aveva preso una sacco e ho trovato ottima l'idea di dare al thriller investigativo i caratteri tipici del genere wuxia. Ottimi anche i personaggi secondari, a mio parere
RispondiEliminalunga vita agli spadaccini volanti... e a Slash!!
dai che ci proviamo a vederlo.. grazie della recensione! Valeria
RispondiEliminaVincent, concordo in pieno.
RispondiEliminaUn lavoro davvero ben fatto, che mescola elementi d'autore allo spettacolo del blockbusterone! :)
Valeria, de nada! Grazie a te di averla letta!
Fai un tentativo, è davvero una visione piacevole!
mi sembra troppo una "fordianata" in salsa orientale per i miei gusti... :D
RispondiEliminaCannibale, come al solito non riesci a riconoscere i film di valore! ;)
RispondiEliminaInvece io ti ci vedrei bene in un bel film wuxia!