Tutti noi sappiamo bene, perchè ci siamo passati e perchè, indubbiamente, si tratta di uno dei periodi più problematici affrontati nel corso della vita, quanto siano duri - nel bene o nel male - gli anni delle superiori.
Dai primi agli ultimi dentro e fuori le classi, che sia ribellione o chiusura, esplosione o implosione emozionale, esperienze nuove in tutti i campi o nerditudine completa e devastante, si tratta senza dubbio di una delle prove più toste che ci troviamo ad affrontare, e soltanto passati anni, in genere, ci rendiamo davvero conto di quanto fossimo fragili e stupidi, anche nei momenti in cui ci siamo creduti invincibili, geniali o Darren Aronofsky - tanto per lanciare una frecciatina al Cannibale -.
In mezzo alla giungla selvaggia di quei corridoi, tra professori e prime cotte, la reputazione ha da sempre giocato un ruolo fondamentale rispetto allo spessore e alla visibilità di cui è possibile godere presso gli altri studenti - Glee docet -, tanto da influenzare le nostre vite scolastiche anche quando non legate ad imprese effettivamente compiute da noi.
Ai tempi dei primi due anni di liceo, anni di regressione e timidezza spietata, ed uno dei periodi peggiori che possa ricordare, presso le altre classi dell'istituto godevo comunque di una certa visibilità solo ed esclusivamente perchè parte della leggendaria peggior classe della scuola, fucina di più della metà dei sette in condotta rifilati al corpo studenti.
Quando quella classe fu smembrata, ed io riuscii ad uscire finalmente dal guscio entro il quale mi ero rintanato la fama di quei due anni e di quel gruppo continuò a portarmi notorietà presso i "bravi ragazzi" delle altre sezioni, e mi accompagnò fino a quando il mio rapporto conflittuale con la temutissima insegnante di matematica e fisica e i miei voti nei temi di italiano non mi garantirono visibilità per qualcosa che avevo effettivamente compiuto.
Ora, certo la mia non sarà la storia più originale del mondo, anche perchè tutti voi avrete percorsi simili, alle vostre spalle, tutti filtrati, segnati, ostacolati o spinti prodigiosamente in avanti a seconda dei cambiamenti repentini dell'umorale stronza nota, per l'appunto, come reputazione.
Easy A - o Easy girl, inutilmente variato titolo di distribuzione italiana -, commedia acuta e divertente - come la sua protagonista - mascherata da teen movie, gioca molto del suo spessore proprio sul concetto della stessa, ingrediente principale del successo o del fallimento della nostra vita all'interno dei corridoi della scuola.
La metamorfosi involontaria di Olive, da presa di posizione ad imposizione della massa, da scelta di differenziazione a maschera utile a salvare il salvabile - spesso degli altri, a scapito del proprio - deve questa sua incarnazione moderna al romanzo di Nathaniel Hawtorne "La lettera scarlatta", un Classico della letteratura che alla maggior parte di noi sarà capitato di leggere - o dover leggere - almeno una volta durante il percorso di studi, o, per i meno diligenti ed interessati alla lettura, di vedere sullo schermo, purtroppo spesso nella versione interpretata da Demi Moore - cinematograficamente la peggiore mai proposta, come giustamente sottolineato anche nel corso di questa pellicola -.
L'importanza di quest'opera, a mio parere, è sempre stata data dalla sua parte sociale, legata a doppio filo all'influenza che il (pre)giudizio può avere nell'influenzare la vita di una persona, e quanto potente sia, in questo senso, la forza dell'opinione della massa, che si alimenta e cresce come un mostro finendo per rischiare di ingoiare, voci fondate oppure no, masticare per benino e digerire nel peggiore dei modi l'oggetto delle voci.
La potenza dirompente dell'opinione altrui e di una società che, dai tempi della caccia alle streghe, pare cambiata solo tecnologicamente, sono analizzati attraverso una delle protagoniste più fresche ed accattivanti che mi sia capitato di vedere di recente - ottima Emma Stone -, e nonostante alcuni clichè di genere - la storia d'amore, in particolare, resa comunque piacevole proprio perchè non insistente o insistita e condita da una nostalgia per gli anni ottanta che non può non conquistarmi - tutto finisce per assumere una dimensione ben maggiore di quella del fimetto da weekend leggero e senza pretese, stimolando riflessioni senza alzare mai tiro e voce, e, a distanza di qualche ora dalla visione, mostrando una profondità che non si sarebbe potuta neppure sospettare al principio.
Certo, non voglio appesantire il post o compromettere la visione di questo film facendolo sembrare quello che non è - e dando inizio ad una catena pregiudiziale, in qualche modo -, così vi rassicuro: Easy girl è una commedia leggera e deliziosa, e questo proprio perchè intelligente e profonda.
E dalla protagonista che ricorda - solo per il nome, ma che importa - il magnifico Little miss sunshine ad un'atmosfera smart simile a quella di Juno non c'è nulla, ma proprio nulla, che mi possa portare a non consigliarvi di concedergli almeno una visione.
Altrimenti, per una volta, invece delle bottigliate vi aspetteranno una valanga di voci, ovviamente non vere, in grado di trasformare la vostra vita in un vero inferno.
E non ci sarà un John Cusack con lo stereo tra le braccia pronto a presentarsi fuori dalla porta dichiarandovi amore eterno.
E potreste rendervi conto, con rammarico profondo, che gli anni ottanta sono finiti.
MrFord
"I don't give a damn 'bout my reputation
I've never been afraid of any deviation
an' I don't really care if ya think I'm strange
I ain't gonna change."
Joan Jett - "Bad reputation" -
I've never been afraid of any deviation
an' I don't really care if ya think I'm strange
I ain't gonna change."
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RispondiEliminaQuesto film mi è piaciuto tantissimo! E dici bene: è mascherato da teen movie! Poi l'interpretazione della Wilde è strepitosa.
RispondiEliminaChe palle però...gli anni 80 erano fantastici!
Ps: io non aspetto tanto John Cusak, ma Patrick Dempsey :P
Cowboy... ma... per caso, c'entra niente l'"Easy Lady" di cui si parlava in un recente folle post su un altro blog?! :D
RispondiEliminaDico... almeno come "ispirazione alla visione" di questo film... ihihi... ;)
RispondiEliminaMa com'è che tutte le protagoniste che mi piacciono di più nei film si chiamano Olive?
RispondiEliminaIo oggi voglio una piccola Olive.
Ti va?
Ginger, allora, giusto perchè sei tu, ti prenoto il Dottor Stanamore! ;)
RispondiEliminaMa che ci facevi in piedi così presto!?!?
Vince, Easy lady non c'entra nulla, ma la ricordo volentieri, da buon tamarro.
Detto questo, il film merita, io lo guarderei!
Julez, forse siamo stati colpiti dall'olivincantesimo! Certo che mi va, anche due o tre! ;)
questo è un autentico capolavoro nel suo genere, una delle mie commedie preferite degli ultimi anni!
RispondiEliminavisto che ne hai parlato bene e anche perché è il compleblog chiudo un occhio sulla frecciatina XD
Cannibale, non potevo non parlarne bene.
RispondiEliminaE' uno dei prodotti migliori del suo genere che ho visto negli ultimi anni.
Promosso a pieni voti!
io non l'ho trovato poi così eccezionale! cioè si è simpatico, ma non tutto sto capolavoro.
RispondiEliminaFrank, non parlo di un Capolavoro, questo è certo!
RispondiEliminaDi sicuro, però, nel suo genere è un prodotto ottimo!