giovedì 14 ottobre 2010

Parnassus - L'uomo che voleva ingannare il diavolo

Prima premessa: da anni reputo Terry Gilliam, con tutta la stima per il suo lavoro passato e per aver fatto parte dei Monty Phyton, un regista in piena caduta libera.
Seconda premessa: ho trovato Tideland uno dei film più pretenzioni, vuoti e noiosi delle ultime stagioni cinematografiche.
Terza premessa: l'idea di approcciare Parnassus rischiava di provocarmi l'effetto del fuoco di Sant'Antonio, nonostante lo stesso Gilliam, quando ebbi occasione di incontrarlo al volo, mi disse di avere fiducia perchè l'avrei trovato simile alle sue prime opere.
Risultato parte prima: spinto da Julez, ieri sera ho finalmente trovato il coraggio di affrontare la visione.
Risultato parte seconda: Parnassus non solo mi ha sorpreso, ma pur non essendo all'altezza dei capolavori di Gilliam mi ha sfiziato assai.
Famoso più che altro per la morte in corso d'opera di Heath Ledger e per l'intervento di Johnny Depp, Jude Law e Colin Farrell a rendere possibile la conclusione delle riprese e la donazione del loro compenso alla figlia dello stesso Ledger, Parnassus partiva svantaggiato agli occhi del pubblico "hardcore" di Gilliam a causa dei passi falsi mostrati dal regista con il già citato Tideland ed il precedente I fratelli Grimm e l'incantevole strega, che avevano contribuito ad allontanare molti dei fan della prima ora dell'ex Monty Phyton.
Al contrario, in barba a tutti i pregiudizi che mi ero fatto, è stato invece in grado di stupirmi e rendere la visione piacevole ed interessante, scomodando sorprendentemente, nel trattare temi quali la verità e l'immaginario, anche un rimando ad Inception.
L'idea di uno spettacolo itinerante giocato sulla fuga di Parnassus dal Diavolo e dalle scommesse che da millenni legano a doppio filo questi due impenitenti giocatori pare da subito vincente, sia nelle parentesi grottesche - il primo confronto con i tipici sbronzi da weekend anglosassone - che nei momenti capaci, effettivamente, di ricordare Munchausen e Brazil, più che per l'originalità di trama e soluzioni, per la meraviglia che scenografie ed effetti provocano nello spettatore, specie se filtrati dalla vicenda che lega i due antagonisti e il loro ago della bilancia, impersonato, più che dalla figlia di Parnassus, personaggio ugualmente cardine, dal molteplice Tony di Ledger/Depp/Law/Farrell.
Da un lato - quello del Diavolo, per intenderci - la voglia di continuare a giocare senza requie, avendo trovato lo sfidante perfetto, anche quando ci sarebbero tutte le condizioni per una vittoria, dall'altro - quello di Parnassus, ma si potrebbe tranquillamente dire dell'Uomo - l'attrattiva della vita eterna scippata ai propri desideri dalla nascita di una figlia, dall'amore che genera amore e diviene una ragione di vita anche più forte della vanità.
Una sorta, a ben guardare, di analisi della crescita e dei cambiamenti che, prima o poi, toccano e riguardano ogni uomo: che non ha un giusto o uno sbagliato, un inizio o una fine, ma che è frutto di una continua lotta e degli immaginari che ne prendono parte, capaci di deformare paesaggi e colori a seconda della loro percezione, dei sogni, delle idee, della vita stessa.
Il tutto senza rischiare un finale consolatorio, ma sacrificando i suoi protagonisti sull'altare della solitudine e dei debiti pagati a loro stessi, più che ai loro avversari, e ad una felicità che corre di pari passo con la purezza dei sentimenti.
Detto così potrà suonare quasi disneyano, ma anche la Pixar è di quella parrocchia, quindi non fate troppo gli schizzinosi.
Ad ogni modo, l'impressione è che la lotta continuerà, pur se in campi di battaglia differenti, ma non per questo sarà meno sentita o profonda.
Semplicemente, chi avrà rinunciato a qualcosa pensando al guadagno puro e semplice, scoprirà, al contrario, che qualcosa sarà andato perduto.
Complimenti, Terry.
Mi hai fatto proprio ricredere.
Dovessimo rivederci, te ne darò atto.


MrFord


"If they were right, I'd agree,
but it's them they know, not me,
now there's a way, and I know,
that I have to go away."
Cat Stevens - "Father and son" -

7 commenti:

  1. Ciao fratello, finito Devil Red?
    VOGLIOOOOO IL POOOOSTTT!!!!!

    Mi hai proprio convinto. Anche io ero un po' "preoccupato" nell'approcciare questo film, conscio della potenziale difficoltà della pellicola e del cinema di Gilliam.
    Ma se addirittura scomodi "paragoni" con Inception, allora voglio proprio vederlo. Vedrò di farlo al più presto.
    Ho letto da qualche parte che c'è un bellissimo monologo di Depp sulla morte prematura delle persone, o qualcosa del genere.
    Confermi?

    RispondiElimina
  2. Beh il monologo non è memorabile, sinceramente.
    Però il film è carino! Non come il barone di Munchausen (che è stato per anni il mio film preferito), però decisamente un altro film rispetto all'irritante schifo di merda di Tideland!

    Ci si vede domenica a sashimi e involtini primavera Dembo!

    RispondiElimina
  3. gran bel film, mai visto un fim più colorato di questo!!

    RispondiElimina
  4. Dembo: se riesco lo finisco ora, domani al più tardi lo posto! Il paragone con Inception è molto alla lontana, direi legato all'uso e all'importanza del sogno, comunque con questo Gilliam si è discretamente risollevato ai miei scetticissimi occhi.

    Julez: tra un sashimi e l'altro, puoi prenderci in giro!

    Lorant: ancora lo trovo meno colorato e fantasioso di Munchausen, Brazil o del Re pescatore, ma sicuramente una delle cose migliori del Gilliam recente!

    RispondiElimina
  5. mi è piaciuto parnassus, in effetti ha una costruzione di livelli non troppo dissimile da inception.
    ma a me era piaciuto anche tideland, totalmente anarchico, fulminato e schizzato com'era :D

    RispondiElimina
  6. Cannibale: Tideland ti è piaciuto, e tu lo sai perchè, vero!?

    RispondiElimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...